Gianni Grana: LUIGI PIETROBONO E L'ALLEGORISMO

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GIANNI GRANA

LUIGI PIETROBONO E L'ALLEGORISMO

Questo studio è nato dalla circostanza di un concorso bandito dalla Casa di Dante in Roma per onorare la memoria di Luigi Pietrobono. Ma al di là dell’occasione, o dirò anzi nello stimolo dell’occasione stessa, voleva essere l’omaggio alquanto libero di un critico a un vecchio maestro da poco scomparso, che a suo tempo aveva occupato largamente le cronache letterarie del dantismo novecentesco, e al quale chi scrive deve un vivo e spontaneo incoraggiamento agli studi danteschi, sia pure da punti di vista e indirizzi esegetici divergenti.

S’intende, la memoria affettuosa non ha minimamente appannato lo sguardo del critico, come potrà del resto vedersi più avanti. Si è trattato l’argomento nel solo modo che è parso possibile e giovevole, e cioè collocando la figura del Pietrobono nel quadro storico del dantismo "allegorico". Si è cercato di mostrare, con una esposizione critica del suo pensiero, quale contributo egli abbia offerto alla soluzione delle questioni dantesche dibattute nel secolo, sulla linea e sullo sfondo dell’allegorismo otto-novecentesco e pascoliano in particolare.

Si è esaminato e storicizzato minuziosamente ciascuno dei principali problemi affrontati dal Pietrobono, a riscontro con altre ipotesi contemporanee, e non rinunziando né a una franca discussione dei singoli temi, né quindi alle limitazioni e contestazioni più vistose, a cui le soluzioni del dantista prestarono il fianco. Ciò anche per un interesse diretto alla materia, e per dare un’idea chiara dei termini essenziali dei dibattiti, e dei dissensi acerrimi nei quali il Pietrobono si trovò a urtare. E’ inutile dire infatti che, per nostro conto, solo su tale piano più rigoroso, anche un lavoro come questo può rappresentare un contributo utile alla "storia del dantismo vecchio e nuovo".

In questo senso, l’autore confessa un proposito culturale più impegnativo, quello cioè di ricostruire problematicamente e storicamente, oltre la figura stessa del Pietrobono, un capitolo intricato e intensamente contrastato della critica dantesca del Novecento, attraente per la passione delle contese e per la forza delle convinzioni, anche quando le ipotesi sconfinavano dal terreno proprio di una esegesi filologicamente agguerrita, nel campo labile delle congetture più o meno brillanti, come nel caso del Pascoli e dei suoi seguaci più recenti.

Si voglia o no, anche la critica e pseudo-critica allegorica appartiene alla storia del dantismo, e vi apporta se non altro un complesso di testimonianze esegetiche e di sforzi ermeneutici impressionante, che l’erudizione critica in genere rifiuta ma di cui l’esegesi secolare, e anche quella moderna, non può fare a meno di giovarsi, oltre che per la carica suggestiva di certe interpretazioni allegoriche, soprattutto per l’esigenza sistematica e unitaria che giustamente si fa valere; non può fare a meno di subirne i suggerimenti almeno in talune idee centrali e chiavi ermeneutiche, indispensabili a una intelligenza storica più aderente del simbolismo dantesco.

Il Pietrobono, d’altra parte, nell’allegorismo stesso, ha una posizione personale: se ne distingue non solo per il suo elaborato e sottile gusto delle armonie strutturali, ma anche e in special modo perché impegnato fervidamente in una serie di massimi problemi, lungamente agitati, e relativi ai fondamenti stessi della cultura e del mondo etico-politico e poetico di Dante, di cui qui tentiamo un moderato sondaggio personale; temi di grande importanza per una rigorosa interpretazione organica del mondo di Dante, come quella che egli sostiene.

Alla loro discussione egli ha dato un contributo rilevante, positivo e negativo, promuovendone per sollecitazione e reazione uno sviluppo anche al di là degli eccessi e delle conclusioni opinabili, nelle quali fu pure tenace. Che uno studioso come il Barbi abbia speso tante pagine, dense di cultura e di talento, per confutarlo, e che un altro maestro come il Nardi ne abbia seguito molte volte le ipotesi anche più discusse, dimostra credo il valore e l’efficacia dell’intervento dialettico del Pietrobono nelle controversie dantesche del Novecento.

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Marsilio da Padova

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Teorici
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Aggiornamento: 26-04-2015