STORIA DELLA SPAGNA - Il governo Zapatero


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Zapatero

Sono ormai trascorsi due anni dalla vittoria elettorale dei socialisti in Spagna e ci troviamo a metà strada del cammino del Governo Zapatero. E' quindi un buon momento per osservare i cambiamenti realizzati dalla nuova amministrazione nel campo delle libertà e dei diritti civili.

L'11 marzo del 2004 il terribile attentato nella stazione ferroviaria madrilena di Atocha sconvolse la Spagna ed il resto del mondo. L'operazione dei terroristi fu di particolare importanza giacché in soli due giorni il paese era chiamato alle urne per rinnovare o meno la fiducia nella gestione Aznar.

Il nuovo Governo ha inaugurato la linea di azione annunciata nel programma: la prima azione di governo è stata il ritiro delle truppe dall'Irak, con grande indignazione da parte di Bush. In quei giorni alcuni quotidiani statunitensi hanno definito Zapatero, in modo surreale, come un nuovo Franco.

Poi, il processo di cambiamento si è andato intensificando mediante un'ondata di riforme civili. La più famosa è quella che riguarda le coppie omosessuali: dopo l'Olanda e la città di San Francisco, che ciclicamente abolisce e ripristina quel diritto, in Spagna le coppie dello stesso sesso possono oggi giorno sposarsi e ricevere una protezione giuridica adeguata. Del resto il movimento gay manifestava già da anni in colorite ed affollatissime parades e feste.

L'istituzione matrimoniale è stata sottoposta ad un'altra riforma. La legge sul divorzio ha reso più spedito il procedimento giuridico. Non è più necessario aspettare un lungo periodo di "separazione" prima di giungere al divorzio vero e proprio. La nuova legge non esige, come prima, l’esistenza di cause concrete per il divorzio: dopo solo tre mesi dal fatidico sì si può automaticamente passare al fatidico no.

Rispetto alle donne, il Governo Zapatero ha fatto degli sforzi per modernizzare il paese e rendere effettivi i valori social-democratici della Costituzione post franchista del 1978: in particolare per quanto riguarda l'uguaglianza di opportunità.

E' stata raggiunta la parità di genere nella compagine di governo. Sono state istituite sovvenzioni per le donne imprenditrici a livello di Comunidad Atònoma (le regioni spagnole). Dal punto di vista penale, sono state adottate misure concrete contro la violenza domestica: a partire da una campagna mediatica per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo fenomeno, misure di allontanamento cautelari e pene più dure.

Per quanto riguarda le relazioni fra Chiesa e Stato, e in particolare il sistema di finanziamento delle confessioni religiose, in Spagna il contribuente ora può scegliere di devolvere una parte dell'imposta sul reddito alla Chiesa o alle Ong. Comunque, lo Stato provvede sempre, mediante appositi fondi, ad aiutare l'istituzione cattolica. Tecnicamente il modello costituzionale si propone come laico e neutrale. Però la relazione tra Stato e Chiesa Cattolica trova ancora ampio margine di manovra, soprattutto sul piano fiscale.

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L'opposizione di centro-destra sembra ancora non aver digerito la sorpresa della disfatta elettorale. E ne ha risentito anche il linguaggio del dibattito politico spagnolo, fondato sul classico schema azione-reazione.

Costantemente, ogni iniziativa del Governo trova un muro di critiche, a volte giustificate ma spesso automatiche e irrazionali, da parte dell'opposizione. Ogni provvedimento, dalla legge sui matrimoni omosessuali alla semplificazione del divorzio, persino l’inasprimento delle misure contro i maltrattamenti domestici, hanno riscontrato furibondi argomenti contrari da parte del Partido Popular.

Si critica la permanenza di truppe in Afganistan e l'invio in Libano del contingente armato cercando collegamenti fra queste due iniziativa e la partecipazione armata in Irak. Con uno stile moralizzante e abbastanza violento dialetticamente, l'opposizione sembra aver deciso de voler demolire il Governo Zapatero, definito radicale, estremista, frivolo, irresponsabile. E anche da alcuni settori della sinistra si è in forte disaccordo con l'attuale Governo.

Per esempio, non è ancora chiaro se finalmente l’ora di religione a scuola cesserà di essere obbligatoria. D'altro canto, l'ultima regolarizzazione di massa degli immigranti, che ha riguardato fra i seicento e gli ottocentomila migranti, è oggetto di critica quasi giornaliera da parte della destra. Il Governo, sotto pressione, sembra cambiare linea rispetto a questo punto, e ha definito eccezionale questa regolarizzazione.

Insomma, oggi la Spagna, come altre democrazie europee, si muove in un delicato equilibrio istituzionale e politico in cui l'interazione fra i livelli locali (partiti nazionalisti, decentralizzazione), il bipartitismo a livello nazionale (Partido Socialista/Partido Popular) ed il determinismo economico dell'Ue che impone chiare regole sulla concorrenza, produce risultatiti politici e giuridici di vario genere, criticabili, contraddittori, altre volte innovatori e positivi.

La statua di Franco, che si trovava davanti ad un palazzo ministeriale, è stata rimossa discretamente nella notte non senza critiche da parte di settori contrari. Un movimento per il recupero della memoria storica è sorto, piccolo ma attivo, ed obbliga la società a porsi di fronte al problema della dittatura e al trattamento dei repubblicani che persero la guerra civile (1936-39) e di tutte le atrocità connesse.

Il consenso raggiunto durante la transizione politica che sfociò nell'attuale Costituzione del 1978 ha implicato, d'altro canto, un atteggiamento in certo senso acritico rispetto al modello socio-politico imposto dalla dittatura. Atteggiamento che è stato interpretato come elemento fondamentale, quasi intoccabile, per raggiungere la pace sociale.

Un lungo periodo dove le libertà civili come le intendiamo oggi, lo si può immaginare, erano compresse tanto sotto il profilo qualitativo che quantitativo. Persino l'istituzione reale super partes si trova davanti, ogni tanto, a manifestazioni a sostegno della Repubblica sventolando la bandiera tricolore rossa-gialla-viola.

Sebbene il Governo Zapatero si sia presentato come innovatore sul versante delle libertà civili, è anche vero che sul piano economico si trova in maggiori difficoltà, tenendo conto delle imposizioni dall'Ue e dall’Omc.

Da questo punto di vista la Spagna no fa eccezione. Anzi! Non raggiunge il livello di protezione sociale tipico dei paesi nordici o della Francia, nonostante il modello di previdenza sociale e sanitaria universale assunto e migliorato col tempo.

D'altra parte i settori conservatori, neo conservatori ed ultra-cattolici, in Spagna sono una realtà attiva anche se non sono più protagonisti indiscussi ed incontrastati: pensiamo all'Opus Dei, ai settori duri dell'esercito, alla patronale unificata, a molte università private e a certe fazioni, comunque dominanti, della magistratura.

Anche se Zapatero viene esageratamente e fuori contesto definito in politica estera dagli avversari come un amico di Evo Morales ed Hugo Chavez, estremista e populista come loro, è più sensato considerarlo il leader di un Governo social-liberal-democratico.

Possiamo definire quello spagnolo come un modello di piena realizzazione delle libertà civili? Non possiamo negare lo sviluppo e la maturità progressivamente acquisiti nella e dalla società, né lo sforzo di modernizzazione di un paese che è ormai fra i più dinamici d'Europa.

Bisognerà comunque aspettare il ritorno al potere dell'opposizione arrabbiata, spesso collerica, per poter giudicare.

Quante e quali delle riforme adottate nell'attualità sopravviveranno al ritorno del nuovo legislatore conservatore una volta ritornato al potere?

Avvocato e PhD researcher in "Conflitti politici e processi di pace" alla Universidad Complutense de Madrid

20 novembre 2006 Sergio Àlvarez Soriano info@lalente.net

Fonte: www.lalente.net


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Storia della Spagna
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Aggiornamento: 01/05/2015