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La Ciociara - Dato e processo: genesi del romanzo1. L'avantesto - 2. Genesi del romanzo - 3. Tesi della letteratura critica - 4. La realtà, la memoria, i simboli: complessità della fase avantestuale de La ciociara - 5. Parafrasi riassuntiva dei capitoli - 6. Aspetti della struttura del romanzo: il "parallelismo antitetico" - 7. La categoria dell'autore implicito Un testo letterario può essere considerato come un "dato" e come un "processo" (1).
La fase avantestuale dei romanzi di Moravia è ‑ stando a quanto lo scrittore stesso affermava (8) - lunga e faticosa. Inoltre, la particolare 'monotonia' che caratterizza l'opera di Moravia, vale a dire il ripetersi di alcuni temi fondamentali e il loro espandersi da testo a testo, fa sì che spesso un romanzo potrebbe essere considerato anche come fase avantestuale del o dei romanzi che seguono. Il metodo di lavoro di Moravia aveva due caratteristiche fondamentali:
Dunque, è soprattutto l'analisi della "Außenvarianz", delle varianti di un blocco rispetto al blocco precedente, che potrebbe rivelarsi di estremo interesse. Dico: potrebbe, perché purtroppo lo scrittore di solito non conservava le precedenti stesure (13), sicché non è possibile un'analisi dettagliata e puntuale dei processi che hanno preceduto la stesura definitiva dei suoi romanzi. E tuttavia egli non ha mai negato notizie sulla genesi e sullo sviluppo di molte delle sue opere, fra le quali La ciociara. Si cercherà ora di delineare - utilizzando appunto le indicazioni di Moravia - la fase avantestuale de La ciociara. Verranno anche discusse le tesi dei pochi studiosi che si sono confrontati con questa problematica. Un'osservazione preliminare: il discorso che si farà in questo soggetto vuole essere introduttivo, perciò ad alcune questioni verranno date risposte per il momento parziali. Tali questioni saranno riprese in saggi successivi, giacché - e questo è il punto più importante - la fase avantestuale de La ciociara è strettamente connessa con l'interpretazione del romanzo, con l'evoluzione dell'opera tutta di Moravia e del sistema della cultura italiana nel secondo dopoguerra. (1) Cfr. Avalle, D'Arco Silvio, Introduzione alla critica del testo, Giappichelli, Torino 1970, p. 7; Principi di critica testuale, Antenore, Padova 1972, p. 3 e Caprettini, Gian Paolo, Aspetti della semiotica. Teoria e storia, Einaudi, Torino 1980, pp. 62-82; Le strutture e i segni. Dal formalismo alla semiotica letteraria, in Letteratura italiana, volume IV, L'interpretazione, Einaudi, Torino 1985, pp. 495-548 [p. 529]. (torna su)(2) Avalle, Principi di critica testuale, cit., p. 3 (torna su)(3) Corti, Maria, Il viaggio testuale. Le ideologie e le strutture semiotiche, Einaudi, Torino 1978, pp. 5-17 (torna su)(4) Il testo "è caratterizzato dallo stabilire continuamente nuove solidarietà: la sua vita [...] è sottoposta (quanto meno, è sottoponibile) a continue sincronizzazioni (anche in questo consiste la sua 'processualità')", così Caprettini, Aspetti della semiotica. Teoria e storia, cit., p. 63]. (torna su)(5) Bellemin-Noël, Jean, Le texte et l'avant-texte, Larousse, Paris 1972 (torna su)(6) Segre, Cesare, Avviamento all'analisi del testo letterario, Einaudi, Torino 1985, p. 79 (torna su)(7) Questo perché dato e processo, come dicono Avalle e Caprettini, sono in rapporto funzionale, "tanto che si può pensare che vi sia una relazione di dipendenza del dato dal processo." (Caprettini, Aspetti della semiotica. Teoria e storia, cit., p. 63) (torna su)(8) Cfr., per es., Siciliano, Enzo, Alberto Moravia. Vita, parole e idee di un romanziere, Bompiani, Milano 1982, p. 91 e Moravia, Alberto, La fatica di scrivere (Una lettera di Moravia a Bompiani), in "Corriere della Sera", 21 gennaio 1971; ora in Benussi, Cristina (a cura di), Il punto su: Moravia, Laterza, Roma-Bari 1987, pp. 112-114] (torna su)(9) Siciliano, Enzo, Alberto Moravia. Vita, parole e idee di un romanziere, cit., p. 41 (torna su)(10) "Quando mi metto a scrivere non so nulla di quello che scriverò. Non prendo note di nessun tipo: lascio che il libro viva così come io vivo." (Siciliano [op. cit., p. 28]) (torna su)(11) cfr. Siciliano [op. cit., p. 120] (torna su)(12) cfr. Moravia [op. cit., 1971] (torna su)(13) Così Moravia in una conversazione con chi scrive, nel marzo 1984. (torna su)Stampa pagina |
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