STORIA DELL'INGHILTERRA, DAI NORMANNI ALLA RIVOLUZIONE INGLESE


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Premessa

I diggers
I diggers

La Gran Bretagna è un paese molto particolare. Generalmente si fa iniziare la sua storia dalla battaglia di Hastings del 1066, vinta dai Normanni, ma è evidente che la vera storia inizia ben prima. Diciamo che a partire da questa data i destini di tale nazione s'intrecciano con quelli del continente europeo, in quanto i Normanni erano già presenti in Francia e nell'Italia meridionale.

Diciamo anzi che con l'ingresso vittorioso dei pirati Normanni in Inghilterra, questo paese non ha mai avuto pace. Per un motivo o per un altro è sempre stato in guerra, diventando la più importante nazione del mondo dalla guerra dei Sette anni (1756-63), con cui ebbe la meglio sulla Francia in Asia e Nordamerica, prendendosi la rivincita dopo la sonora sconfitta nella guerra dei Cent'anni (1337-1453), sino alla seconda guerra mondiale (1939-45), allorquando gli Stati Uniti la sostituiranno nella gestione di mezzo mondo.

Gli inglesi han compiuto errori colossali in India (al tempo di Gandhi) e nell'America del Nord (al tempo delle tredici colonie), ma nel complesso, a motivo della loro spietatezza, sono riusciti a conservare un'influenza notevole su buona parte del pianeta, tanto che oggi la loro democrazia e la loro lingua possono essere considerate universali.

Si sentono così forti che si sono permessi il lusso di uscire dall'Unione Europea come se niente fosse (2016). D'altra parte sono sempre stati più filo-americani che filo-europei. In fondo gli Stati Uniti, pur essendo stati edificati da persone provenienti da tantissimi paesi, possono essere considerati una loro creatura, seppure involontaria, in quanto i padri fondatori furono dei puritani (calvinisti) cacciati dal loro paese nel 1620.

L'impero degli inglesi è stato così grande che può essere paragonato solo a quello asiatico di Gengis Khan: non a caso oggi affluiscono in Inghilterra immigrati provenienti da tutto il mondo.

Il loro razzismo, strettamente correlato a idee di tipo nazionalistico e a pratiche di tipo colonialistico, da tempo non ha più senso di esistere, anche se in Sudafrica è durato sino alla svolta di Mandela agli inizi degli anni Novanta.

L'Inghilterra oggi vive praticamente di rendita. Verso la metà del Settecento creò la prima rivoluzione industriale, anche se, quando vi fu la seconda, a partire dalla metà dell'Ottocento, in molti settori industriali (acciaio, chimica, gomma...) era già stata superata da altri paesi (Germania, Usa, Giappone).

Oggi il suo vero potere sta nella finanza, oltre al fatto che continua a beneficiare di rapporti privilegiati con quel suo paradiso terrestre chiamato Commonwealth, che riunisce 52 Stati con una popolazione complessiva di più di due miliardi di persone.

Che questa nazione sia in declino è dimostrato dal fatto che ha il terrore di un afflusso massiccio di immigrati, sebbene dai suoi territori europei siano emigrati in tutto il mondo decine di milioni di persone.

Ha voluto far vedere d'essere ancora una superpotenza nella guerra del 1982 contro l'Argentina per conservare un pugno di isole coloniali, le Malvine, ribattezzate col nome di Falkland. Ha contribuito ad abbattere nel 2003 il regime di Saddam Hussein, facendo piombare l'Irak in un caos indescrivibile. La stessa cosa l'ha fatta nei confronti del regime di Gheddafi nel 2011, producendo risultati analoghi. L'obiettivo di queste due ultime guerre era quello di poter avere petrolio a bassissimo costo.

Però nei confronti del gigante cinese nulla ha potuto fare: ha dovuto cedere una metropoli altamente prestigiosa come Hong Kong (1997) e anche Singapore oggi non può certo dirsi "inglese".

L'Inghilterra ha conti in sospeso con gli irlandesi, gli scozzesi e persino con gli spagnoli per il possesso della rocca di Gibilterra. Dopo aver occupato mezza Africa, dall'Egitto al Sudafrica (1882-1902), l'ha portata alla rovina. Ha distrutto l'economia autoctona dell'India e dell'intero continente oceanico (Australia in primis). Ha devastato completamente i territori dell'ex-impero ottomano, mentre alla sua "indegna collega" della prima guerra mondiale, la Francia, ha lasciato che facesse altrettanto in Siria e Libano. Ha favorito l'ingresso degli ebrei in Palestina, a danno delle popolazioni islamiche, provocando enormi tensioni. Finita la prima guerra mondiale, ha tradito la causa araba, smentendo le promesse fatte dal suo eroe nazionale, il colonnello Lawrence, circa l'indipendenza nazionale. Ha tradito i russi, finita la seconda guerra mondiale, quando, con Churchill e la sua idea di "cortina di ferro", pose le basi per la guerra fredda, durata sino al 1991. È difficile fidarsi degli inglesi, anche se oggi gli americani, quanto a cinismo e spregiudicatezza, li superano di gran lunga.

Eppure questo popolo ha avuto dei personaggi di grande rilievo. Thomas More, al tempo dello scisma anglicano, inventò, per così dire, il diritto alla libertà di coscienza, che è in assoluto il diritto più importante di tutti. L'ultima Scolastica, quella di Duns Scoto, Ockham e Ruggero Bacone, ha posto le basi per lo sviluppo del moderno ateismo. Wycliffe è stato un grandissimo eretico con idee di democrazia sociale. Al tempo di Cromwell, quando fu creata la prima rivoluzione politica borghese, il partito dei livellatori e sterratori fu in grado di anticipare le idee del socialismo ottocentesco e della moderna democrazia.

Questo paese ha conosciuto la formazione del socialismo utopistico e, con Marx ed Engels, lo sviluppo fondamentale di quello scientifico, con cui sono state fatte critiche rimaste insuperate all'economia politica classica dei due giganti Smith e Ricardo.

Insomma la storia dell'Inghilterra presenta caratteristiche davvero singolari e va guardata con un certo interesse.


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sez. Storia - Storia moderna - Monarchie nazionali
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