STORIA DELL'INGHILTERRA, DAI NORMANNI ALLA RIVOLUZIONE INGLESE


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Storia dell'Inghilterra fino allo scisma anglicano

La Magna Charta
La Magna Charta

Nel 1066 l'esercito normanno del duca Guglielmo (uno dei più potenti feudatari francesi) sbarca in Inghilterra col pretesto di poter ottenere la corona, essendo imparentato col re inglese Edoardo il Confessore, morto nello stesso anno. Gli anglosassoni residenti nell'isola si opposero, ma nella battaglia di Hastings ebbe la meglio Guglielmo, che restò re fino al 1087.

I nobili anglosassoni furono privati di quasi tutte le loro terre: 1/7 di tutte quelle coltivate e redistribuite tra i normanni, oltre a gran parte delle foreste, se le tenne la corona. Le insurrezioni del 1069 e 1071 furono represse nel sangue.

I baroni, coi loro vassalli, dipendevano dal re, che, per definire l'entità dei tributi da versare, impose una sorta di catasto, il Domesday Book, di tutte le proprietà, il bestiame, il numero dei vassalli e dei contadini: ovviamente la situazione di quest'ultimi peggiorò in maniera drastica.

La popolazione inglese era di circa 1,5 milioni: il 95% viveva in campagna, di agricoltura. In alcune zone del sud e nord-est era diffuso l'allevamento di pecore e l'esportazione di lana greggia verso le Fiandre. La prestazione gratuita di manodopera (corvée) - che in genere consisteva in tre giorni lavorativi nei campi del feudatario - era la prassi dominante nel mondo contadino, oberato anche da imposte, tributi, gabelle varie.

I pochissimi contadini liberi, cioè non legati da rapporti di servitù alla terra, pagavano al lord una rendita in denaro. La chiesa, dal canto suo, esigeva la decima parte dei raccolti, del bestiame, della lana ecc.

Guglielmo non aveva alcuna difficoltà a favorire i commerci di lana, piombo, stagno, bestiame... con le Fiandre, la Normandia, il Maine, la Scandinavia, i Paesi Baltici... Era persino disposto a concedere l'autoamministrazione alle città: era sufficiente pagare forti tributi. È così infatti che si formano le grandi città e, interne a queste, le corporazioni artigiane e mercantili.

Durante il regno di Enrico I (1100-35) la corona cercò d'imporre la Legge Comune in tutto il paese, soppiantando il diritto locale, per cui assunsero improvvisamente grande importanza i giudici reali itineranti per le controversie giuridiche. Venne creato anche l'erario reale o Camera dello Scacchiere.

Col primo re della dinastia plantageneta (o angioina), Enrico II (1154-89), il complesso dei territori della corona inglese aumentò considerevolmente. Enrico II era duca di Normandia dal 1150, conte d'Angiò e del Maine dal 1151, duca consorte del ducato d'Aquitania e del ducato di Guascogna dal 1152, avendo sposato Eleonora d'Aquitania (che era anche pretendente alla contea di Tolosa), e infine re d'Inghilterra dal 1154 sino alla sua morte (1189). Come regnante inglese ebbe anche autorità su alcune regioni in Galles, Scozia e Irlanda orientale.

Enrico II permise ai feudatari piccoli e medi (i cavalieri), ai contadini liberi e ai cittadini più facoltosi di trasferire la propria causa giudiziaria da qualsiasi tribunale locale feudale al tribunale reale: era sufficiente pagare.

Inoltre permise ai feudatari di abbreviare il servizio militare alle dipendenze della corona, in cambio di un pagamento speciale (con questo denaro il re poteva arruolare al proprio servizio i cavalieri, che così diventavano meno dipendenti nei confronti dei baroni).

Infine pretese che ogni uomo libero dovesse avere un determinato armamento per essere pronto a combattere in qualunque momento al servizio del re. Infatti nella seconda metà del XII sec. iniziò la conquista dell'Irlanda, che privò quest'isola di ogni forma di sviluppo.

Nel 1170, in conflitto con Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, circa i rispettivi poteri di Stato e Chiesa, il re lo fece eliminare nella sua cattedrale. Tommaso venne canonizzato nel 1172. Il suo reliquario, fino alla distruzione nel 1538 ad opera di Enrico VIII, diventò oggetto di pellegrinaggio.

In Inghilterra sempre difficili sono stati i rapporti tra inglesi e religione cattolico-romana. I primi segni d'insofferenza per la Scolastica furono quelli del docente universitario di Oxford, Robert Grossatesta (che poi divenne vescovo di Lincoln), che visse dal 1175 al 1253. Egli pose non pochi dubbi su molte tesi di Aristotele che venivano poste a fondamento della Scolastica. I suoi trattati di matematica si basavano su esperimenti e osservazioni.

Ruggero Bacone (1214-1294), allievo di Grossatesta, affermava che la base della vera scienza dovevano essere l'esperimento e la matematica (che allora comprendeva anche la fisica e altre scienze). Egli anticipò l'invenzione degli occhiali, della lente d'ingrandimento, del telescopio e del microscopio. Trovò anche la formula per la preparazione della polvere da sparo. La chiesa lo perseguitò fino al punto da tenerlo in prigione per ben 14 anni.

Lo scozzese Duns Scoto (1266-1308), anch'egli docente a Oxford, entrò in campo col suo nominalismo contro la teologia scolastica, mostrando chiare tendenze materialistiche. Le sue idee vennero riprese da Guglielmo di Occam (1300-50) che lottò contro il papato fino al punto da essere scomunicato nel 1327.

Nel XIII sec. la situazione economica dell'Inghilterra era migliorata grazie ai commerci. Si esportavano anche cereali e pelli. Sempre più si chiedeva, da parte dei ceti più benestanti, la commutazione della rendita in natura in rendita monetaria. Ma lo sfruttamento dei contadini più poveri tendeva a peggiorare. Aumentavano le rivolte, specie contro i monasteri, che non erano armati: nel 1278 e nel 1299 nei pressi di Harmondsworth, Halesoun, Norfolk. Nel 1196 c'era già stata a Londra la rivolta degli artigiani e dei poveri capeggiata da William Fitz Osbert, duramente repressa.

Gran parte dei feudatari piccoli e medi si dedicava al commercio, per cui avevano molto in comune con gli abitanti delle città e coi contadini liberi più agiati. Non c'era una vera linea di demarcazione sociale: ogni proprietario terriero che avesse un reddito annuale di almeno 20 sterline poteva assumere un titolo cavalleresco ed entrare nei ranghi della nobiltà. Solo i grandi feudatari formavano un ceto chiuso (baroni, arcivescovi, vescovi, abati dei grandi monasteri).

Le tasse, le ingerenze da parte della monarchia aumentarono considerevolmente sotto Riccardo I Cuor di Leone (1189-99) e Giovanni Senza Terra (1199-1216), a motivo delle continue guerre feudali nel continente e della terza crociata (1187). La guerra col re francese Filippo II Augusto, da parte dei figli di Enrico II, Riccardo I Cuor di Leone e Giovanni Senza Terra, provocò la perdita di Normandia, Angiò, Maine, Turenna e parte del Poitou.1

Non solo, ma poiché Giovanni Senza Terra non aveva riconosciuto il nuovo vescovo di Canterbury designato da papa Innocenzo III, quest'ultimo gli lanciò la scomunica, concedendo a Filippo II il diritto alla corona inglese. Giovanni dovette riconciliarsi col pontefice.

Tale capitolazione portò i baroni, i cavalieri e i cittadini inglesi a imporre alla corona la firma della Magna Charta Libertatum nel 1215, con cui il re s'impegnava a non violare i diritti della chiesa inglese, a non intromettersi nell'elezione delle cariche religiose, a non impossessarsi delle terre ecclesiastiche, a non pretendere dai vassalli tassazioni supplementari, a non arrestare i baroni, a non dichiararli fuorilegge, a non confiscare i loro beni senza il giudizio dei pari (di grado e posizione uguali), a non esigere un servizio militare da parte dei cavalieri più lungo di quello consentito, a non esigere, nei confronti dei contadini liberi, pagamenti superiori a quelli previsti. Si stabiliva anche l'unità di pesi e misure in tutto il paese. Ai mercanti stranieri veniva permessa la libera circolazione in Inghilterra.

Ma Giovanni, sostenuto dal papa, rifiutò di osservare questi princìpi, sicché nel 1258 i baroni in armi si riunirono ad Oxford per chiedere al successore Enrico III (1216-1272) l'abolizione delle esazioni arbitrarie e l'allontanamento di tutti i consiglieri stranieri. Il documento si chiamava Provvisioni di Oxford e prevedeva l'istituzione di un Gran Consiglio di 15 baroni munito di diritto di veto nei confronti delle decisioni regie, da convocarsi tre volte all'anno in Parlamento: i ministri del re dovevano essere scelti dal Consiglio dei 15. Le "provvisioni" furono approvate dal Gran Consiglio e accettate dal re con pubblico giuramento, ma nel 1261 furono revocate dallo stesso Enrico III che aveva ottenuto dal papa l'invalidazione del giuramento.

La guerra civile (detta "seconda guerra dei baroni") scoppiò nel 1263 e la battaglia decisiva fu quella di Lewes l'anno successivo. I cavalieri, i contadini liberi, molti baroni e abitanti di città, guidati da Simone V di Monfort, pretesero l'istituzione di un Parlamento. I contadini, approfittando della situazione, cominciarono a ribellarsi anche contro i feudatari. Vedendo questo, i baroni, che pur avevano appoggiato Simone, fecero marcia indietro, mettendosi di nuovo dalla parte della corona, che nella battaglia di Evesham (1265) ebbe la meglio sugli insorti.

Tuttavia il re riconobbe l'istituzione del Parlamento come strumento di rappresentanza degli interessi dei baroni, dei cavalieri e dei cittadini liberi. Ora non poteva più imporre nuove tasse senza il consenso dei parlamentari.

Verso la metà del XIV sec. il Parlamento si dividerà in due Camere: Alta (Camera dei Lords: magnati laici ed ecclesiastici) e Bassa (Camera di Comuni, Cavalieri e Cittadini).

Grazie all'appoggio del Parlamento il re Edoardo I (1272-1307) poté combattere i principati celtici indipendenti del Galles e sottometterli. Cercò di sottomettere anche la Scozia nel 1296, ma nel 1314 le truppe inglesi furono duramente sconfitte nella battaglia di Bannockburn.

Nel XIV sec. in Inghilterra si sviluppa sempre più l'industria della lana e dei metalli, cresce la popolazione, aumenta la domanda di prodotti agricoli, di materie prime e di mezzi di sussistenza, e quindi si fanno consistenti gli scambi tra città e campagna.

I contadini più agiati, che pagano rendite in denaro e producono per il mercato, tendono ad arricchirsi; gli altri invece, soggetti a un'intensificazione dello sfruttamento da parte dei feudatari, tendono a impoverirsi e molti si trasformano in braccianti o salariati agricoli. Gli stessi feudatari cominciano ad affittare le loro terre ai contadini più ricchi, i quali le fanno lavorare ai braccianti.

Nel 1348-49 la terribile peste europea fece mancare molte braccia da lavoro. I prodotti alimentari rincaravano e i lavoratori chiedevano salari più alti. Il rischio di sommosse indusse il re Edoardo III (1327-77) a emanare un'ordinanza nel 1349 con cui prescriveva a tutte le persone di ambo i sessi dai 12 ai 60 anni privi di terra o di altri mezzi di sussistenza, di andare a lavorare per la paga vigente prima della peste: chi si rifiutava finiva in prigione. I datori di lavoro che pagavano di più venivano semplicemente multati.

Lo Statuto dei lavoratori del 1351 (una legge confermata dal re su proposta del Parlamento) obbliga le persone a rimanere nei loro villaggi e a lavorare per il salario che verrà deciso dal datore di lavoro. Mendicare e vagabondare è proibito fuorché per i vecchi e gli inabili al lavoro. Per la prima volta viene operata la distinzione tra povero meritevole (vecchio, disabile, vedova e bambini) e povero non meritevole (adulti abili ma disoccupati). Si creano comunque le prime associazioni di braccianti.

Nelle città i piccoli artigiani dipendono sempre più dai grandi maestri artigiani o dai mercanti, soprattutto nell'industria della lana, e molti garzoni rischiano di rimanere operai salariati a vita (costituiscono tuttavia delle leghe).

Nei secoli XIV e XV si sviluppa molto il capitale commerciale e usurario: si formano grandi capitali in virtù dell'esportazione della lana, dei prestiti alla corona e dell'appalto delle imposte.

L'amministrazione cittadina è praticamente in mano ai mercanti e ai capi delle maggiori corporazioni che rappresentano le città nel Parlamento.

Nel 1337 scoppia la guerra dei Cent'Anni contro la Francia, che si concluderà nel 1453. Il pretesto fu molto semplice: siccome il re d'Inghilterra Edoardo II discendeva da parte di madre da un re francese, Filippo il Bello, pretendeva di cingere anche la corona di Francia. La corte francese, alla morte dell'ultimo capetingio, Carlo IV, non prese neppure in considerazione una simile richiesta. Edoardo non si scompose: si fece chiamare re di Francia e dichiarò la guerra.

Il re inglese possedeva in Francia ricchi feudi sin dal tempo dei Normanni; a sua volta il re francese aiutava la Scozia a rimanere indipendente, costituendo così un continuo pericolo per l'Inghilterra. Inoltre gli inglesi volevano assolutamente riconquistare le regioni perdute sul continente ai tempi di Giovanni Senza Terra e volevano impadronirsi delle ricchissime Fiandre.

All'inizio la guerra fu favorevole agli inglesi, ma si concluderà a favore dei francesi (epopea di Giovanna d'Arco). L'unica base che la corona inglese poté mantenere sul continente fu la città di Calais. Con questa guerra l'Inghilterra capì che non avrebbe mai potuto occupare dei territori sul continente europeo e che, per questa ragione, doveva rivolgersi altrove per avere materie prime a buon mercato, manodopera sottocosto e mercati di sbocco. Ecco perché eviterà accuratamente di trascinare se stessa in una guerra civile per motivi religiosi.

Nel 1381 scoppia la rivolta contadina dei Lollardi che metteva in pratica le idee sovversive di John Wycliffe. La rivolta diede il colpo di grazia al servaggio in natura.

Durante il XV sec. la maggioranza dei contadini si era riscattata e le loro obbligazioni erano ora in denaro. La terra restava di proprietà del feudatario e i contadini ne erano affittuari, con obblighi meno gravosi. La nuova nobiltà si legava al mercato e puntava i suoi interessi soprattutto sullo smercio dei tessuti di lana.

Fino al XIII sec. si era esportata lana greggia, ma alla fine del XV l'Inghilterra era al primo posto in Europa per l'export del tessile. Le industrie più progredite si erano trasferite in campagna per sottrarsi alle regole urbane delle corporazioni: in campagna infatti potevano sfruttare gli artigiani rurali non organizzati o non tutelati dagli statuti corporativi.

In molte case contadine cominciano ad apparire i telai, e le donne si occupano di cardatura e filatura. I mercanti fornivano la materia prima e i piccoli artigiani rurali restituivano il prodotto semilavorato o finito a un prezzo irrisorio. È così che nasce la manifattura capitalistica disseminata.

Le Fiandre e l'Italia erano i maggiori acquirenti del panno greggio inglese non tinto. Quando il panno divenne di alta qualità, cominciò ad essere incettato già in Inghilterra dai mercanti fiamminghi, italiani e anseatici.

Nella seconda metà del XIV sec. vengono emanati i primi atti di navigazione che prescrivevano ai mercanti inglesi di noleggiare solo navi inglesi per il trasporto delle merci nazionali: è così che si formano le prime compagnie di mercanti avventurieri.

Questa situazione non poteva piacere ai grandi feudatari, che infatti cominciarono a imporre nuove tasse, a depredare le tenute dei vicini, a praticare il brigantaggio sulle grandi strade, a confliggere con le truppe governative.

Tenendo in mano la Camera Alta e potendo indirettamente controllare quella Bassa, nel 1399 essi riuscirono a deporre Riccardo II (1377-99) sostituendolo con Enrico IV di Lancaster (1399-1413), che cominciò subito a perseguitare i Lollardi e a bandire le teorie di Wycliffe.

Con Enrico V (1413-22) si riprende la guerra con la Francia, che però si risolve in un disastro sia militare che finanziario. Una nuova insurrezione, nel 1450, parte dalla contea del Kent, muove verso Londra, e si estende a tutto il paese. Il capo fu l'ex-soldato Jack Cade. Chiedevano cose molto precise: la fine delle violenze baronali, la fine delle pressioni illegali sul Parlamento, la fine della guerra antifrancese, la fine della legislazione contro i lavoratori, la riduzione delle imposte, la restituzione delle terre usurpate dai lords, l'espulsione dal Parlamento dei consiglieri odiati (alcuni di questi furono addirittura uccisi quando il movimento entrò a Londra).

I ricchi contadini, capeggiati dal sindaco di Londra, s'impaurirono e, con l'aiuto della guarnigione, cacciarono dalla città gli insorti. Con false promesse di amnistia il re riuscì a dividere l'esercito di Cade, il quale fu poi ucciso e gli insorti massacrati.

I ricchi contadini e la nuova nobiltà s'erano convinti che d'ora in poi sarebbe stato meglio avere una monarchia forte, in grado di lottare sia contro i movimenti popolari che contro i soprusi dei grandi feudatari. Come contrappeso alla dinastia dei Lancaster, diedero il loro appoggio ai facoltosi duchi di York, imparentati con la casa reale.

Iniziò subito la guerra civile, che durò dal 1455 al 1485, e che venne chiamata "Guerra delle due Rose": rossa quella dei Lancaster, appoggiati dai feudatari del nord, bianca quella degli York, appoggiati dai feudatari del sud e dell'est, nonché dalla nuova nobiltà e dai ricchi contadini.

Dopo vari scontri Edoardo di York prese Londra e venne proclamato re (1461-83) col nome di Edoardo IV. Alla sua morte il figlio Edoardo V fu immediatamente detronizzato dallo zio Riccardo che lo fece strangolare in prigione, salendo così al trono col nome di Riccardo III (1483-85).

Come candidato al trono i Lancaster proposero Enrico Tudor, il quale nella battaglia di Bosworth nel 1485 era riuscito a sconfiggere Riccardo, che morì sul campo. Enrico VII (1485-1509) divenne re. Cercò un compromesso tra le due fazioni accentuando le prerogative della corona.

Il mercato interno continuò a svilupparsi, si formò anche la lingua unitaria inglese sulla base del dialetto londinese. Le due opere fondamentali per lo sviluppo dell'inglese furono La visione di Pietro l'aratore (The Vision of Piers Plowman) di William Langland (ca. 1330-87) e i Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer (1340-1400).

Langland descrive le sofferenze dei poveri, le terribili conseguenze della peste nera culminate nella rivolta dei contadini (1381), e attacca con violenza la corruzione del clero e l'ignavia dei ricchi. Come Wycliffe, Langland è convinto della necessità di una riforma, e nel poema presenta Pietro l'Aratore, che talvolta s'identifica con Cristo, come colui che porrà fine a tutti gli abusi e al male del mondo.

Chaucer rifugge dalle speculazioni metafisiche e colloca il suo poema in una dimensione terrena e quotidiana, dando alla sua commedia umana una straordinaria pienezza di vita, creando quasi dal nulla la tecnica del verso inglese e tracciando una grandiosa sintesi della vita del suo tempo in chiave realistico-borghese. Con Chaucer la poesia inglese, fino ad allora isolata sostanzialmente in un ambito provinciale e in posizione subordinata rispetto a quella francese, si allinea alle grandi letterature euro-occidentali.

Il nome di Enrico VIII (1509-47) è legato soprattutto allo scisma anglicano.


1) Con la successiva vittoria di Bouvines (1214) contro l'imperatore Ottone IV (figlio di Matilda, sorella di Giovanni Senza Terra), Filippo II riuscì a estendere il dominio della dinastia Capetingia a circa a un terzo del territorio francese, mentre il resto della Francia restava dominata dai grandi vassalli. La guerra dei Cent'Anni contro l'Inghilterra scoppierà un secolo dopo.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sez. Storia - Storia moderna - Monarchie nazionali
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