STORIA DELL'INGHILTERRA, DAI NORMANNI ALLA RIVOLUZIONE INGLESE


Home - Premessa - Storia dell'Inghilterra - Questione ebraica - Teorie di John Wycliffe - I Lollardi - Scisma anglicano - Thomas More - Questioni dinastiche - Rapporti socio-economici - Classi sociali - Rapporti politici - Giacomo I Stuart - Carlo I Stuart - Parlamento Lungo - Prima guerra civile - Politica antipopolare del Parlamento - Azione rivoluzionaria delle masse - Seconda guerra civile - Repubblica del 1649 - Irlanda e Scozia - Caduta della Repubblica - Protettorato di Cromwell - Restaurazione di Carlo II Stuart - Reazione sotto Giacomo II - Colpo di stato del 1688 - Dibattito storiografico - Cronologia - Convenzione del Popolo 1647 - Convenzione del Popolo 1648 - Accordo del libero popolo 1649 - Strumento di Governo del Commonwealth - Documento dei Diritti - Fonti - Cerca nell'ipertesto


L'azione rivoluzionaria delle masse

John Lilburne, capo dei Livellatori
John Lilburne, capo dei Livellatori

Dal partito degli Indipendenti si differenziava ora il nuovo partito dei Livellatori (Levellers), il cui obiettivo era l'uguaglianza dei diritti politici di tutti gli uomini, di qui il loro nome. Si rifacevano esplicitamente alle idee anabattiste di Müntzer (molte delle loro idee verranno ereditate dai quaccheri). Contestavano Calvino e i presbiteriani, giudicandoli statici, rassegnati, soprattutto a motivo delle loro teorie sulla predestinazione.

Rappresentavano gli interessi dei copyholder, cioè di quei contadini che intendevano liberarsi dalle corvées feudali e che invece si vedevano privati, da parte dei freeholder, che li volevano privatizzare, di quei pascoli e di quelle terre che da tradizioni secolari erano d'uso collettivo. Nelle città invece difendevano i piccoli artigiani e i salariati contro mercanti e imprenditori. Quest'ultimi, spesso, erano ex-maestri artigiani, che invece di praticare il mestiere d'origine e di sovrintendere ai giornalieri che un tempo lavoravano nelle loro botteghe, avevano preferito impegnarsi per il commercio estero, trasformando i piccoli produttori in proprio in operai salariati a domicilio. Quanto ai giornalieri permanenti, di sicuro tendevano a non poter più diventare dei produttori autonomi e quindi a diventare oggetto dell'assistenza pubblica. In particolare i Livellatori chiedevano che gli artigiani (soprattutto i tessitori) potessero vendere senza intermediari; invece l'oligarchia di Londra imponeva loro di passare attraverso i bottegai, i quali ovviamente compravano la merce degli artigiani a prezzi molto più bassi.

Come loro capo venne eletto un amico personale di Oliwer Cromwell, John Lilburne (1614 ca.-1657), scarcerato dal Parlamento Lungo nel maggio del 1641. Prendendo parte alla guerra civile nelle file dell'esercito parlamentare, Lilburne, prima di chiunque altro, riconobbe le contraddizioni inconciliabili fra la politica del Parlamento e gli interessi del popolo, per cui nel 1645 aveva lasciato l'esercito. Ma nel giugno dello stesso anno era stato di nuovo imprigionato dal Parlamento Lungo.

I testi che scriveva in prigione erano a favore della piena sovranità politica del popolo (quindi l'abolizione della monarchia e della Camera dei Lord) e di una effettiva uguaglianza sociale ed economica, secondo i principi del diritto naturale. I Livellatori esigevano l'abolizione di tutti i privilegi di casta, sia ereditati che acquisiti, l'organizzazione di elezioni regolari e democratiche (non solo dei parlamentari, ma anche dei funzionari e dei magistrati), secondo il principio del suffragio universale maschile; la democratizzazione, col decentramento dell'amministrazione giudiziaria, la semplificazione delle leggi, l'abolizione delle decime, la riduzione delle spese processuali e il divieto d'imprigionare per motivi d'insolvenza nel pagamento dei debiti, l'abolizione della pena di morte. Essi propugnavano inoltre i diritti alla libertà religiosa (con la separazione di chiesa e Stato), alla libertà di commercio e un sistema tributario proporzionale.

Queste teorie non piacevano né al monarca assoluto né al Parlamento oligarchico, né ai Presbiteriani né agli Indipendenti. Nel giugno 1647 i soldati, intenzionati a non smobilitare, con i comandanti che chiedevano ai leader degli Indipendenti di schierarsi con loro, indussero Cromwell ad aderire alla protesta, mantenendo l'esercito nelle mani del proprio partito. Nel frattempo a Londra avveniva un mutamento controrivoluzionario: la maggioranza parlamentare presbiteriana costringeva alla fuga dalla capitale i deputati Indipendenti.

Allora l'esercito si mosse su Londra e il 6 agosto entrò in città senza colpo ferire, poiché la cricca dei Presbiteriani non aveva trovato alcun appoggio nel popolo. Cromwell entrò in trattative personali col re su due argomenti fondamentali: trovare un accordo per una forma "definitiva" della struttura statale e por fine a un'ulteriore democratizzazione dell'esercito (Heads of Proposal).

Sul primo punto il re accettò le seguenti condizioni:

il veto del re sugli atti legislativi del Parlamento doveva avere un carattere di temporaneità (di rinvio alla Camera) e non assoluto; un progetto di legge, approvato da due successivi Parlamenti, per due volte consecutive, diventava legge anche senza il consenso del re;

i realisti che avevano combattuto contro il Parlamento, dovevano essere allontanati da ogni carica pubblica per un periodo di cinque anni;

il controllo sulle forze armate passava temporaneamente al Parlamento;

l'episcopato anglicano veniva soppresso e le sue terre messe in vendita.

I Livellatori, con a capo Lilburne, non accettarono affatto che Cromwell patteggiasse con la Corona e cominciarono a proporre, nell'ottobre del 1647, un programma dettagliato (Agreement of the people – Patto del popolo) di riforme democratiche che avrebbe, prima o poi, portato alla fine della monarchia, ovvero all'instaurazione di una repubblica borghese. È vero che non ebbero il coraggio di pronunciare apertamente la parola "repubblica", ma è anche vero che sostenevano l'idea secondo cui le decisioni della Camera dei Comuni non necessitavano di alcuna ratifica.

In questo Accordo si esigeva l'immediato scioglimento del Parlamento Lungo e l'elezione dei deputati ogni biennio (onde evitare una concentrazione troppo lunga del potere nelle mani di una stessa persona); la distribuzione dei seggi parlamentari per circondari, corrispondente al numero della popolazione (secondo il principio proporzionale elettivo), evitando p.es. che un lord potesse scegliere 20 deputati, un gentleman due e un povero nessuno1; la libertà di coscienza e di religione (beninteso nei limiti del protestantesimo), escludendo quindi l'idea di una chiesa di stato; l'introduzione del suffragio universale maschile; l'uguaglianza della legge di fronte a tutti; il diritto ad avere leggi che diano sicurezza a tutta la collettività; la non perseguibilità per le proprie idee politiche; la fine della coscrizione obbligatoria alla leva: l'esercito doveva essere composto da volontari pagati dallo Stato.

Nel documento non si faceva alcun riferimento né al re né alla Camera dei Lord: il Parlamento infatti avrebbe dovuto essere monocamerale, composto di 400 deputati e riconosciuto come istanza suprema del paese, nel senso che il Parlamento doveva considerare il proprio potere inferiore a quello del popolo elettore, ma superiore, in ogni cosa, a quello del monarca.

I Livellatori chiedevano inoltre l'abrogazione delle imposte indirette e l'introduzione dell'imposta sul patrimonio, l'eliminazione di tutti i privilegi di casta, delle decime ecclesiastiche, dell'esercito permanente; essi chiedevano anche che lo Stato mantenesse i poveri, gli invalidi e i vecchi, ma proclamavano l'intangibilità della proprietà privata, eludendo così completamente la questione cruciale dei copyholder.

I soldati esigevano l'immediata attuazione del programma dei Livellatori che, nonostante la limitatezza del programma sociale, giocò un grande ruolo nel processo di approfondimento della rivoluzione. Mentre infatti la borghesia e la nuova nobiltà, dopo la vittoria, miravano a bloccare la rivoluzione a metà strada, il programma dei Livellatori, se applicato con coerenza, avrebbe potuto significare una radicale eliminazione nel paese di ogni sopravvivenza feudale (l'ordinamento per stati, la monarchia, la Chiesa di Stato ecc.) e la creazione di una vera repubblica democratico-borghese.

Allo scopo di egemonizzare il movimento in favore dell'Accordo del popolo, Cromwell acconsentì, nell'ottobre del 1647, a convocare a Putney (vicino Londra), il Consiglio dell'esercito, che doveva discutere questo documento.

Nel corso del dibattito tra soldati e ufficiali sui temi della proprietà privata, della libertà personale e del diritto di voto emerse chiaramente il netto contrasto tra le posizioni degli ufficiali che, in nome del diritto civile vigente, volevano tutelare la proprietà privata attraverso la Costituzione, assegnando solo ai proprietari di beni mobili (i lavoratori iscritti alle Corporazioni di arti e mestieri e del libero commercio) e immobili (i proprietari terrieri) il diritto di voto, e quelle dei semplici soldati che invece si appellavano al diritto di natura per assicurare a qualunque cittadino (anche al nullatenente) la proprietà per la quale aveva combattuto (senza la quale la libertà personale non avrebbe potuto esistere), invocando quindi il suffragio universale.

Cromwell, che rappresentava gli Indipendenti, riteneva il programma troppo radicale. Sia la borghesia che la nuova nobiltà non volevano affatto discutere la questione della proprietà, poiché ritenevano che se questo diritto veniva messo in discussione da quello della libertà personale per tutti o dal suffragio universale o dal diritto di natura, nel paese avrebbe trionfato l'anarchia; al massimo la proprietà poteva essere tolta a coloro che sostenevano la Corona contro il Parlamento o a coloro che sostenevano il cattolicesimo contro il protestantesimo (come p.es. gli irlandesi). Sicché, quando non si poté raggiungere alcuna intesa, il comando dell'esercito decise di far ricorso alla forza. Le sedute del Consiglio furono interrotte e il tentativo di sollevare una rivolta militare venne soffocato sul nascere. All'interno dell'esercito venne condotta una forte epurazione.


1) Il sistema elettorale inglese (rimasto in vigore sino al 1832) distingueva tra i deputati delle contee e i rappresentanti delle città e dei borghi: i primi erano eletti dai proprietari terrieri; i secondi dai membri delle corporazioni (al tempo del dibattito sul "Patto del popolo" quest'ultimi erano un sesto dei maschi adulti).


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sez. Storia - Storia moderna - Monarchie nazionali
 - Stampa pagina
Scarica PDF

Ricerca nel libro

powered by TinyLetter

Translate:

Acquista il libro su Amazon
Storia dell'Inghilterra, dai Normanni alla rivoluzione inglese


Info | Note legali | Contatto | Facebook | Twitter | Youtube