STORIA DELL'INGHILTERRA, DAI NORMANNI ALLA RIVOLUZIONE INGLESE


Home - Premessa - Storia dell'Inghilterra - Questione ebraica - Teorie di John Wycliffe - I Lollardi - Scisma anglicano - Thomas More - Questioni dinastiche - Rapporti socio-economici - Classi sociali - Rapporti politici - Giacomo I Stuart - Carlo I Stuart - Parlamento Lungo - Prima guerra civile - Politica antipopolare del Parlamento - Azione rivoluzionaria delle masse - Seconda guerra civile - Repubblica del 1649 - Irlanda e Scozia - Caduta della Repubblica - Protettorato di Cromwell - Restaurazione di Carlo II Stuart - Reazione sotto Giacomo II - Colpo di stato del 1688 - Dibattito storiografico - Cronologia - Convenzione del Popolo 1647 - Convenzione del Popolo 1648 - Accordo del libero popolo 1649 - Strumento di Governo del Commonwealth - Documento dei Diritti - Fonti - Cerca nell'ipertesto


La questione ebraica

Un'ebrea alla corte d'Inghilterra
Un'ebrea alla corte d'Inghilterra

Gli ebrei arrivarono in Inghilterra nell'XI secolo, finanziando la conquista normanna dell'isola (1066). Fu in conseguenza di ciò che poterono praticare l'usura sotto protezione reale (33% l'anno sui terreni che i nobili ipotecavano e il 300% l'anno sugli strumenti di mestiere e su tutti i beni impegnati dai lavoratori). In due generazioni un quarto di tutte le terre inglesi erano finite in mano agli usurai.

Se entravano nelle corporazioni di arti e mestieri, minavano l'etica dei loro statuti, in quanto vendevano qualunque merce con l'uso di una sola licenza. Se erano poveri, accettavano salari inferiori a quelli degli operai inglesi.

Oltre a ciò, essi non avevano alcuna intenzione di lasciarsi assimilare dalla cultura cristiana o pagana, per cui vivevano sostanzialmente isolati. D'altra parte la stessa Chiesa cattolica consentiva loro di praticare l'usura, in quanto, essendo già condannati dai teologi all'inferno a causa del loro "deicidio", non avrebbero peggiorato il loro destino facendo qualcosa di vietato ai cristiani.

La "questione ebraica" vera e propria, in Inghilterra, si fa risalire al nuovo clima di fanatismo scatenato dalle crociate, specie quando queste risultavano vittoriose per i musulmani: si cercava negli ebrei un capro espiatorio. Nel 1144 si arrivò persino a inventare una calunnia mostruosa: l'accusa di omicidio rituale, con periodicità annuale, nei confronti di bambini cristiani. Ci vorrà una bolla dell'imperatore Federico II, nel 1236, per smentirla.

In particolare la svolta si ebbe con la politica di Edoardo I Plantageneto (re d'Inghilterra e duca d'Aquitania dal 1272 al 1307). Per finanziare la conquista del Galles, egli aveva tassato gli usurai ebrei, già impoveriti per la politica di sfruttamento seguita da suo padre, Enrico III e da suo nonno, Giovanni Senzaterra. Ben presto costoro si trovarono nell'impossibilità di far fronte alle esose richieste del re, che li fece accusare di slealtà. Già sottoposti a delle restrizioni sui mestieri che potevano svolgere, con limitazioni alla loro libertà di movimento, gli ebrei videro abolita la possibilità di prestare il denaro (vedi gli Statuti sul Giudaismo emanati dal 1233 al 1275).

È vero che Edoardo, per rendere possibile la vita agli ebrei, aveva deciso di ridurre le restrizioni e di permettere loro di esercitare altri mestieri, come il commercio o l'agricoltura. Ma l'esperimento non ebbe successo, sia perché agli ebrei non venne garantita la sicurezza del possesso dei terreni; sia perché i mercanti inglesi, temendo una concorrenza sleale, non li accettavano nelle corporazioni, per cui una buona parte di loro tornò all'usura.

Fu allora che Edoardo decretò che tutti gli usurai ebrei dovessero portare sui vestiti una stella gialla, così da essere facilmente identificabili in pubblico. Nel corso di questa persecuzione, Edoardo fece arrestare tutti i capi delle famiglie ebree. Trecento di loro furono portati alla Torre di Londra e giustiziati, mentre gli altri furono uccisi nelle loro case. Nel 1290, il re decretò l'espulsione degli ebrei dal regno: prima di andarsene, dovevano pagare 1/15 del valore dei loro beni e 1/10 del valore delle loro monete. Chi restava veniva giustiziato.

In Europa la prima grande espulsione degli ebrei avviene in Spagna nel 1492, seguita da quella della Sicilia, del Portogallo e da molte città tedesche. Molti di questi ebrei si trasferirono in Olanda, Polonia e Lituania, Impero Ottomano, Arabia Saudita... In questi paesi si arricchirono abbastanza facilmente, perché molto acculturati: infatti facevano di mestiere i medici, gli avvocati, oltre che i commercianti e i finanziatori.

Gli ebrei che si trovavano in Olanda, decisamente anticattolici, poterono tornare in Inghilterra al tempo di Elisabetta I (1558-1603), senza che il decreto del 1290 venisse abolito (formalmente non lo è mai stato1). A Londra erano orafi, prestatori di denaro (con interessi che potevano arrivare anche all'80% l'anno), accettavano depositi di oro in custodia, ecc. Per tali depositi spesso emettevano ricevute con un importo dieci volte superiore all'effettivo valore del deposito, onde permettere all'intestatario di specularci sopra coi propri clienti.

Gli ebrei approfittarono delle crescenti divisioni tra anglicani e calvinisti, favorendo nettamente quest'ultimi, tant'è che Cromwell, pur di avere aiuti finanziari, permise un loro afflusso massiccio dall'Olanda e fu persino disposto a giustiziare Carlo I.

Intanto in Olanda Guglielmo Stadholder, un carrierista dell'esercito con problemi finanziari, fu elevato a capitano generale delle forze olandesi grazie all'appoggio degli ebrei. Successivamente arrivò al titolo nobiliare di principe d'Orange. Furono proprio gli ebrei a organizzare un incontro tra lui e Maria, la figlia maggiore del duca di York; si sposarono nel 1677 e nel 1689 Guglielmo III d'Orange poté diventare sovrano d'Inghilterra, dopo che ci si era sbarazzati sia di Carlo II Stuart che del Duca di York. Non fu certamente un caso che Guglielmo III ebbe carta bianca nell'istituire una banca nazionale inglese: agli Stuart la cosa era sempre stata negata.

A ciò fu costretto in quanto, essendosi lasciato coinvolgere in numerose guerre contro la Francia cattolica, aveva dissanguato le casse dello Stato. Convinse il Tesoro britannico a chiedere ai banchieri ebrei, che l'avevano aiutato a salire al trono, un prestito 1.250.000 sterline. Il Parlamento approvò ma i banchieri chiesero e ottennero che i nomi degli istituti di credito rimanessero segreti e che si istituisse una Banca Centrale d'Inghilterra in cui fossero presenti gli stessi banchieri.


1) Nel Regno Unito gli ebrei, come tutte le altre minoranze religiose, da oltre un secolo godono di uguali diritti, a cominciare dall'Emancipazione ebraica formale del 1858, momento in cui a Lionel de Rothschild venne concesso di sedere alla Camera dei Comuni dopo che la legge che limitava il giuramento d'ufficio ai cristiani venne cambiata.


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sez. Storia - Storia moderna - Monarchie nazionali
 - Stampa pagina
Scarica PDF

Ricerca nel libro

powered by TinyLetter

Translate:

Acquista il libro su Amazon
Storia dell'Inghilterra, dai Normanni alla rivoluzione inglese


Info | Note legali | Contatto | Facebook | Twitter | Youtube