STUDI LAICI SUL NUOVO TESTAMENTO


Home - Israele - Marco - Luca - Giovanni - Ateo-Sovversivo - Umano-Politico - Diatribe - Risorto-Scomparso - Parabole-Guarigioni - Atti - Lettere paoline - Esegesi - Esegeti - Apocalisse - Cristo in Facebook - Diario su Cristo - Bibbia


MIKOS TARSIS

CRISTO IN FACEBOOK

1) Premessa - 2) Sulla figura di Gesù Cristo - 3) Sugli evangelisti - 4) Tesi degli esegeti - 5) Sulla Sindone - 6) Conclusione

1) Premessa

In questo volume viene esercitato un tentativo, quello di recuperare Gesù Cristo nella sua umanità e politicità, smontando gli stereotipi di chi lo vede solo sul piano mistico-sacramentale o teologico-metafisico, ma anche i pregiudizi di chi, a causa di questi stereotipi, gli nega qualunque esistenza e lo paragona a qualche divinità pagana. Non ci piacciono né le solite cose né quelle estreme.

Sono stati riassunti i dibattiti svoltisi in quattro gruppi di Facebook: Storia e teologia del cristianesimo, Il vangelo secondo la scienza, Vecchie e nuove ipotesi su Gesù e La Bibbia una storia inventata. Non abbiamo voluto distinguere gli interventi fatti nei rispettivi gruppi, anche perché molte cose risultavano ripetitive (anzi questo problema, che avrebbe richiesto un affronto molto più circostanziato, non è stato comunque risolto in questo volume, soprattutto nell'ultimo capitolo). Inoltre sono stati volutamente omessi i nomi dei redattori, in quanto bisogna abituarsi all'idea che quel che contano sono soltanto le ipotesi interpretative intorno alla figura del Cristo. D'altra parte persino i vangeli (o gran parte dei loro contenuti) debbono essere considerati opere collettive di autori anonimi, scritte in tempi successivi, non ben identificati (né gli autori né i tempi).

Naturalmente son stati scelti gli interventi nativi del sottoscritto (il che non vuol certo dire che siano i migliori) e i commenti (ritenuti di una certa rilevanza) che il sottoscritto ha fatto sui post altrui o che altri han fatto sui suoi post. Questa non è una pubblicazione fatta dal punto di vista di un amministratore o moderatore di un gruppo, ma da un semplice redattore, quindi è di parte, è “partigiana”, non è “politicamente corretta”. Non rappresenta ufficialmente alcun gruppo e non è stata sottoposta al vaglio di nessun responsabile dei gruppi suddetti.

Come tutti sanno, gli interventi in un gruppo di Facebook non possono essere sempre circostanziati, basati su riferimenti precisi, su fonti autorevoli, in quanto spesso sono dettati dall'improvvisazione, dalla spontaneità del momento e non presumono affatto delle conoscenze specialistiche. Questo poi senza considerare che le fonti che parlano dell'argomento in oggetto sono, stando all'esegesi critica nata a partire da Reimarus, di tipo tendenzioso, in quanto appunto tendono a trasformare il Cristo politico in un Cristo teologico. Il primo a capirlo è stato proprio lui, Hermann Samuel Reimarus (1694-1768), docente tedesco di linguistica ebraica e orientale, in un'opera imponente che per il suo contenuto esplosivo non ebbe il coraggio di pubblicare: I frammenti dell'Anonimo di Wolfenbüttel, conosciuta grazie a Lessing.1

Uno si iscrive a certi gruppi secondo le motivazioni più disparate e fa presto anche ad andarsene se il gruppo non gli piace; e in genere scrive come e quando gli pare, spesso anche in maniera sgrammaticata e non sempre educata o rispettosa delle regole del bon ton. A volte non si conoscono neppure le modalità della scrittura prevista da questa piattaforma, la quale, p.es., nelle notifiche non riporta tutti gli interventi di chi ha interagito coi nostri post. Bisogna andarli a cercare appositamente.

Indubbiamente la distanza e la fretta non aiutano a esprimersi nel migliore dei modi. Se lo facessimo guardandoci in faccia e con tutto il tempo a disposizione per chiarirsi, saremmo sicuramente molto diversi. Anche perché ognuno (incluso il sottoscritto) pensa d'avere la verità in tasca e non è disposto a farsela smontare facilmente, meno che mai on line o se, su un dato argomento, ha già pubblicato qualcosa che ritiene importante, frutto di molti anni di studi e ricerche. D'altra parte siamo italiani: ideologici quanto mai, litigiosi da tempi immemorabili, pronti a fare gli esperti in qualunque settore dello scibile umano. L'abbiamo visto, in maniera eclatante, sul piano sanitario, durante la pandemia da Covid-19, che, forse per puro caso, è il periodo che coincide con la scrittura di questi post.

Certo, l'ideale sarebbe stato poter discutere su qualcosa di preciso: p.es. un libro o un articolo di giornale o il saggio di una rivista, dandosi un tempo prestabilito e impegnandosi a intervenire con regolarità. Ma bisognerebbe essere abituati a fare queste cose e non a frequentare Facebook come luogo alternativo alla televisione. Forse, vedendo questa pubblicazione, la prossima volta lo si farà. Ma bisognerà accettare delle condizioni molto severe, nei confronti delle quali sarà facile che qualcuno dica: “Questo linguaggio è duro. Chi può intenderlo?” (Gv 6,60).

Le condizioni infatti dovrebbero essere le seguenti:

1- rinunciare a qualunque spiegazione mistica o teologica o metafisica;

2- rinunciare a qualunque tesi mitologistica che nega aprioristicamente al Cristo un'esistenza storica;

3- accettare la politicità del Cristo;

4- accettare l'idea che tutto il Nuovo Testamento, salvo eccezioni, è frutto, a seconda dei casi, di invenzione o falsificazione o mistificazione;

5- ritenere possibile una ricostruzione dei fatti sufficientemente attendibile o realistica, ancorché ovviamente ipotetica;

6- usare un linguaggio appropriato per una pubblicazione, corretto nella forma e nel contenuto;

7- accettare che il proprio nominativo appaia a fianco dei post e quindi che il prodotto finito venga intestato ad Autori Vari;

8- accettare l'idea che il prodotto finito non potrà essere soggetto ad alcuna forma di copyright e che quindi ogni autore possa utilizzarlo come meglio crede, salvo il divieto di modificare i contenuti altrui.

Nota di lettura

Il post iniziale, che avvia la discussione, è sempre del sottoscritto, separato da un asterisco. Lo sono anche i post inclusi nella parola “Risposta”. Viceversa, tutte le altre affermazioni, incluse nei termini “Obiezione, Conferma, Precisazione, Domanda”, appartengono agli interlocutori. A volte le obiezioni dal contenuto analogo o equivalente sono state accorpate; altre volte non appaiono o perché non sono state fatte o perché sono state giudicate irrilevanti dal sottoscritto.

Il testo è stato autoprodotto su Amazon e non verrà mai consegnato a nessun editore (esattamente come si è fatto con tutti gli altri già pubblicati). È fornito gratuitamente in PDF a tutti gli iscritti ai quattro gruppi. Il nome dell'autore di questo libro è uno pseudonimo che sono stato costretto a scegliere, in quanto in Amazon vi è un mio omonimo dichiaratamente cattolico.

(Torna su)

2) Sulla figura di Gesù Cristo

Anche dando per certo che Gesù sia “risorto”, cioè abbia compiuto qualcosa di straordinario per un essere umano, è assolutamente ingenuo pensare che solo per questa ragione ci si debba sentire autorizzati a credere ch'egli in vita abbia compiuto tutti i prodigi o abbia detto tutte quelle frasi mistiche che i vangeli gli attribuiscono. Per una qualunque esegesi un minimo critica la base di partenza è quella di considerare Gesù un semplice uomo, che non fece e non disse nulla che andasse oltre le umane capacità di realizzazione e di comprensione. E se anche con la sua morte si poté constatare qualcosa di anomalo nella tomba, va tassativamente escluso che il suo corpo sia stato rivisto vivo. Come d'altra parte va considerata arbitraria l'idea di costruirci sopra un'ideologia religiosa che attribuisca al Cristo una natura divina nei confronti della quale si debba assumere atteggiamenti reverenziali. Noi siamo tenuti a liberarci da soli dei nostri problemi relativi a giustizia e libertà. Non siamo autorizzati ad andare oltre questo suo semplice insegnamento.

Obiezione: Se togli la resurrezione tutto il cristianesimo è storicamente inspiegabile.

Risposta: Penso anch'io. Però si può rivalutare Cristo sul piano politico senza essere cristiani. Anzi lo possiamo riattualizzare.

Obiezione: Ma non puoi ridurre Gesù a un povero politicante. Che poi è stato anche un politicante mediocre: si fa tradire, rinnegare, mettere in croce e uccidere, e i suoi apostoli muoiono da martiri. È stato un fallimento da tutti i punti di vista umani. Se Gesù non è risorto e non è Dio, non merita nemmeno cinque minuti della mia e della tua attenzione.

Risposta: Dovrei passare al teologico o al metafisico? Al massimo nei miei libri parlo del Gesù etico o ateo, cosa che a te però sembra non interessare. Dunque di che parliamo? Di Gesù figlio dei fiori? Vagabondo anarchico? A me sembra misera proprio la prospettiva teologica o mistica, quella che in 2000 anni non ci ha liberato da alcuna società o civiltà antagonistica. E comunque resta paradossale che tu mi chieda di non credere in lui come uomo, perché lo trovi politicamente un fallito, e di credere invece in lui come Dio risorto: mi chiedi di credere in ciò che ha fatto da morto, trascurando quel che ha fatto da vivo! I suoi seguaci e discepoli speravano che lui liberasse la Palestina, non che risorgesse dai morti! Il tuo è un modo di ragionare post-eventum, che è poi quello degli evangelisti.

Obiezione: Dovresti occuparti di politicanti che hanno avuto maggiori successi, e non solo fallimenti come Gesù.

Risposta: Gesù come uomo ancora non è stato capito sino in fondo e dovrei abbandonarlo? Per me ha tentato di ripristinare l'idea del comunismo primitivo, anteriore alla nascita dello schiavismo. E di ciò si ha una traccia, seppur sempre in chiave mistica (ma devi abituarti a rovesciare le cose), nell'eucaristia, là dove vien detto “mangiate il mio corpo e bevete il mio sangue”. Non che ciò venisse fatto nella preistoria, ma ciò forse sta a indicare ch'egli volesse una comunione forte dei beni e tra le persone, che recuperasse tradizioni distrutte dallo schiavismo.

Obiezione: Purtroppo Gesù ha fallito, è finito in croce e la società che è scaturita dal suo pensiero, dopo che il cristianesimo è diventato religione dell'impero, non ha abolito la schiavitù, anzi, erano “cristiani” coloro che hanno ridotto in schiavitù, con la colonizzazione, mezzo mondo.

Risposta: Ha fallito lui o hanno fallito i suoi seguaci? Cioè ha fallito l'idea di democrazia o lui doveva imporsi con un colpo di stato militare? Doveva entrare a Gerusalemme in groppa a un cavallo, seguito da potenti legioni, come aveva fatto prima di lui Pompeo e come faranno, dopo di lui, Tito e altri imperatori? L'avresti apprezzato di più? Cosa doveva fare per restare coerente con la sua idea di democrazia? Ha perso davvero lui sulla croce e non abbiamo perso tutti noi, che siamo ancora qui a pagare le conseguenze della nostra pusillanimità? Poteva forse chiedere aiuto a dodici legioni di angeli, come viene detto in quel fantasioso vangelo di Matteo? E, in ogni caso, il cristianesimo, nato falsamente da un'interpretazione distorta del suo operato, non è stato forse un passo avanti rispetto al paganesimo? quel paganesimo latino che non ha mai speso una parola a favore degli schiavi, se non forse con Seneca?

*

Ora, dando per scontato che la rivelazione di Gesù a Giovanni, nell'ultima cena, su chi era il traditore è frutto della fantasia mistica redazionale, resta da chiarire come abbia potuto Giovanni assistere all'udienza preliminare di Gesù da parte dell'ex sommo sacerdote Anania, visto che Anania era uno di quelli che voleva assolutamente la fine del movimento nazareno.

Com'è inoltre possibile che lo stesso Giovanni abbia potuto assistere molto da vicino alla crocifissione (unico tra gli apostoli), al punto da indicare un particolare sconosciuto ai Sinottici: il colpo di lancia nel cadavere di Gesù, onde verificarne il decesso e risparmiargli la rottura delle ginocchia. Giovanni non aveva paura di essere catturato? Perché il suo nome è stato rimosso nel IV vangelo?

Ma soprattutto: perché Marco ha voluto sostenere, mentendo clamorosamente, che l'unico apostolo ad aver assistito al processo giudaico contro Gesù, organizzato da Caifa, era stato Pietro?

Obiezione: È del tutto inutile cercare la storicità e la congruenza nei cosiddetti “testi sacri”, redatti 2000 anni fa e soggetti in 2000 anni ad adulterazioni e omissioni. L'unica cosa certa è che la Chiesa fonda su questa base teorica il suo potere religioso e sociale.

Risposta: Noi dobbiamo dimostrare il motivo per cui questi testi rappresentano una falsificazione del messaggio autentico del Cristo. Altrimenti siamo costretti a lasciare alla Chiesa il monopolio dei criteri interpretativi. Non basta opporsi alla Chiesa sul piano politico, bisogna farlo anche sul piano culturale.

*

Certo, uno può chiedersi il motivo per cui un uomo, in grado di risvegliarsi nella tomba, non abbia cercato di evitare una morte così dolorosa e umiliante come quella della croce. Ma l'idea ch'egli l'abbia accettata per riconciliare Dio padre in collera col genere umano peccatore, facendo cioè vedere, col proprio sacrificio, che, nonostante tutto, l'umanità meritava ancora di esistere, non è un'idea più nobile di quella che laicamente egli voleva dimostrare, e cioè che gli uomini devono liberarsi da soli delle loro contraddizioni: non possono aspettare che qualcuno lo faccia per loro.

Non è singolare che nella teologia cristiana si dica che il sacrificio di Cristo ci ha definitivamente salvati dall'ira divina, quando proprio il fatto di non aver accettato la sua proposta di liberazione ci ha condannato a vivere un'esistenza infernale? Perché i cristiani dicono che non potrà più esserci un sacrificio più grande del suo, quando in questi ultimi due millenni la stragrande maggioranza dell'umanità ha sempre compiuto sacrifici inauditi per sopravvivere? Davvero il Cristo doveva essere trasformato da liberatore a redentore? da politico a teologico? da umano a divino?

Obiezione: Gesù ha accettato la morte e la morte di croce semplicemente perché uomo, stritolato dalla logica del potere. Era anche Dio, sì, ma un Deus absonditus, che si manifesterà solo nella resurrezione.

Risposta: La possibilità di vincere i Romani doveva per forza esserci, altrimenti dovremmo considerare Gesù un irresponsabile, un avventuriero, che aveva messo a repentaglio la vita dei propri seguaci. Il problema però non era solo quello di vincere la guerra (cosa che andava fatta senza creare una dittatura in stile davidico), ma anche quello di vincere la pace, cioè gestire in maniera democratica un Paese liberato. Senza democrazia popolare, nessuna rivoluzione si regge in piedi, anzi tende a trasformarsi in una nuova dittatura. Purtroppo gli eventi non hanno permesso al Cristo di sperimentare una diversa società, basata su giustizia e libertà. E speriamo che la sua morte non debba essere interpretata come un segno che, dopo tanta esperienza di schiavismo, tale obiettivo è diventato irrealizzabile. Altrimenti saremmo costretti a dar ragione ai credenti.

*

Anche supponendo che Gesù Cristo sia stato un extraterrestre dai poteri sovrumani, di sicuro, a contatto con gli umani, non avrebbe potuto esibirne neanche uno. A meno che non avesse voluto violare la libertà umana di credere o di non credere.

Tutto quanto di straordinario ha compiuto, che va ben oltre le capacità umane, dipende dal fatto che i redattori avevano accettato l'interpretazione petrina della tomba vuota come resurrezione. È evidente che se uno da morto è in grado di tornare in vita, allora da vivo sarebbe stato in grado di fare qualunque cosa. Ecco perché tutto quanto ha compiuto di straordinario va considerato inventato. Spesso anzi viene utilizzato per mistificare eventi realmente accaduti.

*

Gesù non ruppe solo con l'essenismo titubante del Battista e col fariseismo moderato di Nicodemo durante il tentativo di cacciare i sadducei dal Tempio, all'inizio della sua carriera politica, secondo la cronologia giovannea, ma ruppe anche con l'estremismo zelota, di tipo politico-religioso, quando, una volta trasferitosi in Galilea, in 5.000, sul Tabor, vollero farlo diventare re in stile davidico, chiedendogli di marciare su Gerusalemme per eliminare la guarnigione romana, senza cercare alcuna intesa con gli elementi migliori del giudaismo.

Fu in quella seconda occasione, la cui popolarità del Cristo scese ai minimi livelli, ch'egli chiese agli apostoli se volevano andarsene anche loro.

Ma perché rifiutò la proposta galilaico-zelotica? Non erano forse sufficienti 5.000 uomini armati contro i 600 Romani della Fortezza Antonia? Buona parte degli zeloti non era forse entrata nel movimento nazareno, rappresentata da Pietro e Simone il cananeo?

I motivi furono due:

1- Gesù non voleva realizzare una monarchia davidica ma una democrazia popolare (definiva se stesso col titolo di “figlio dell'uomo”, rifiutando quello di figlio di Davide, e anche sul titolo di messia nutriva forti riserve);

2- riteneva impossibile vincere l'inevitabile ritorsione romana, che avrebbe fatto uso di varie legioni, senza la partecipazione attiva dei Giudei e dei Samaritani.

Sicché solo dopo l'uccisione del leader politico Lazzaro, che aveva grande seguito da parte dei Giudei, riuscì a convincere il fariseismo progressista che con un'alleanza con gli elementi migliori della Galilea si sarebbe potuta compiere una vincente insurrezione antiromana.

Fu tradito dal fariseismo progressista, rappresentato da Giuda. Lo stesso fariseismo che con Paolo, dopo l'esecuzione capitale di Gesù, volle rifarsi una verginità politica, tagliando i ponti con le tradizioni giudaiche e creando una nuova religione. Non era questo l'obiettivo del Cristo, ma più di così il popolo ebraico non riuscì a fare.

L'ebraismo cristiano, influenzato dall'ellenismo, riuscirà a imporsi sulla cultura pagana solo con gli imperatori Costantino e Teodosio. E grazie anche alla pressione delle forze barbariche, che non conoscevano lo schiavismo come sistema sociale, si creò nel Medioevo un sistema meno violento, basato sulla servitù della gleba (autoconsumo, baratto e rendita feudale). Questo fino a quando, con la nascita dei Comuni italiani, il cattolicesimo romano non riuscì a creare una nuova religione: il cristianesimo borghese (capitalismo sul piano pratico e cristianesimo su quello teorico), che troverà poi nella riforma protestante la sua realizzazione compiuta sul piano religioso. Una riforma che, sul piano culturale, aprirà le porte all'umanesimo laico2, indifferente alla religione, mentre sul piano sociale le contraddizioni tipiche del capitalismo determineranno la nascita del socialismo.

*

Gesù aveva scelto il momento giusto per fare l'insurrezione. Al tempo di Augusto e di Tiberio Roma aveva già stabilito, grosso modo, i suoi confini: non era più in fase espansiva. A Teutoburgo e a Carre avevano subìto sconfitte disastrose da parte dei Germani e dei Parti.

Il Limes era ormai basato su alcuni grandi fiumi: Reno, Danubio, Eufrate. Non erano in grado di dominare le popolazioni germaniche, scito-carpatiche e partiche. Potevano espandersi solo in due direzioni: l'Africa (ma il deserto glielo impediva, anche se arrivarono a perlustrare le fonti del Nilo) e il Vicino Oriente.

Il Limes stabilito da Augusto era un luogo in cui i Romani difendevano l'impero, finché poi diventerà il luogo in cui si chiederà agli stessi barbari di difenderlo, offrendo in cambio vari privilegi.

In Palestina, dopo aver occupato la Siria, le legioni avevano occupato Giudea, Samaria e Idumea, ma non avevano ancora Galilea e Perea. Gli Idumei, peraltro, se il movimento nazareno avesse cacciato i Romani dalla Fortezza Antonia, si sarebbero subito alleati coi Giudei, come fecero con gli zeloti durante la guerra del 66-70. I Samaritani avevano già riconosciuto in Gesù il possibile leader di una rivolta contro Roma (il “salvatore del mondo”, Gv 4,42).

Insomma c'erano tutte le condizioni per una insurrezione popolare vittoriosa. Gesù non era un illuso né un avventuriero, non giocava a fare il rivoluzionario. E diciamo anche basta all'immagine stereotipata di un Cristo pacifista a oltranza.

Obiezione: Sicuro che fosse un momento adatto per insorgere? Finita l'espansione, Roma poteva colpire più duro dove si sarebbero potute presentare le rivolte.

Risposta: Se non fosse stato il momento più adatto, Gesù sarebbe apparso un irresponsabile e il tradimento di Giuda, che in fondo esprime l'ala moderata del movimento nazareno, sarebbe stato giustificato. Di sicuro Giuda non ha tradito per i soldi o perché era un infiltrato dei sadducei. Tanto meno perché questo era il suo ruolo nell'economia salvifica del padreterno.

I Romani usavano le conquiste militari di territori altrui come mezzo per risolvere le loro interne contraddizioni. Senza una politica estera aggressiva erano debolissimi in politica interna, continuamente soggetti a guerre civili. La storia della Repubblica lo dimostra ampiamente.

La guerra giudaica del 66-70 avrebbe potuto essere vinta se non fosse stata gestita dagli zeloti, notoriamente estremisti, che volevano imporsi persino sui Giudei e che non cercarono mai nessuna intesa coi Samaritani. Due cose che Gesù si guardò bene dal fare.

Obiezione: La rivolta del 70 è lì, ben documentata, con la sua pericolosità, mentre quella di Gesù non è stata registrata dagli storici. Bastò la famosa coorte per chiudere il problema sul Monte degli Ulivi. Anche l'uso della coorte è da chiarire, dato che è solo in Giovanni, ma è un indizio su Gesù a capo di una rivolta o protesta o manifestazione messianica. Presupporre che Gesù avesse tutto a favore e la rivolta del 70 lo fosse meno, si fa fatica a pensarlo. Bisogna guardare ai diversi effetti prodotti. Filone e Giuseppe Flavio ci riportano le concause della ribellione: la legge per imporre statue di Caligola nelle sinagoghe e nel Tempio, la corruzione crescente del Tempio e dei governatori romani, l'aumento dei profeti fanatici, l'aumento dell'uso della forza da parte dell'esercito romano. Le rivolte vanno preparate e arrivano in momenti critici di rottura tra società e potere costituito. Il governo di Pilato potrebbe aver dato inizio a rivolte, ma, senza altre concause, dubito che avrebbe potuto essere sfruttato sul lungo termine per una grande sollevazione, tanto che non si verificò e neppure sappiamo se ci fu davvero.

Quello che intendo dire è che davvero non abbiamo dati per supporre ottimali le condizioni del 30 circa.

Risposta: Gesù tentò di fare due rivolte, una contro il Tempio, l'altra contro la Fortezza Antonia, ed entrambe fallirono per il tradimento dei farisei. Gli storici di cosa avrebbero potuto parlare?

La rivolta del 66-70 fu completamente fallimentare proprio perché gli zeloti vollero gestirla in maniera autoritaria, anche contro i Giudei. Cosa che Gesù non avrebbe mai fatto.

Pilato e Caifa erano due persone senza scrupoli che si appoggiavano a vicenda. Dal 26 al 36 marciarono sempre all'unisono. Gesù aveva capito che se si colpiva uno si colpiva anche l'altro. Nel primo tentativo insurrezionale puntò su Caifa, nel secondo su Pilato.

Obiezione: A me pare un po' una forzatura questa coerenza e questa idea di una insurrezione tanto elaborata. Quando i Romani vanno ad arrestare Gesù, non c'è così tanta gente da poter costituire un problema. Sarebbe stato inverosimile attaccare la Fortezza Antonia con dentro 500-600 uomini armati. Io propendo più per un ingresso messianico finalizzato al Tempio. L'impressione è quella di una banda male organizzata, forse con Gesù davvero un visionario che contava negli angeli inviati dal Padre (letterali e non metaforici).

Risposta: Assurdo pensare a un movimento composto di soli 12 apostoli. Per me dovevano essere svariate migliaia, provenienti dalla Galilea e dalla Giudea. Se fosse stato a capo di pochissime persone, Pilato non avrebbe avuto paura di lui, non avrebbe imbastito un processo politico durato l'intera mattinata (non fece la stessa cosa per gli altri prigionieri zeloti), non avrebbe cercato di ammazzarlo con vari espedienti (fustigazione da ridurlo a una larva, scambio di prigionieri facendo scegliere al popolo). Aveva il terrore che potesse scoppiare una sommossa in cui tutta la guarnigione romana sarebbe di sicuro morta.

Obiezione: Giuda aveva legami coi sadducei per poter essere preso in considerazione come infiltrato? O Giuda è un nome dato a un personaggio mai davvero identificabile (non sappiamo davvero chi fosse, anche se appare giusto per quel suo ruolo nella Passione)?

Risposta: È vero che i sadducei volevano Gesù assolutamente morto, essendo una casta aristocratica molto privilegiata e collusa coi Romani. Ma per me Giuda proveniva da ambienti farisaici. Anzitutto lui viene fuori, cronologicamente, dopo che il capo fariseo Nicodemo si era pentito di non aver aiutato Gesù nell'occupazione del Tempio (mi riferisco al IV vangelo la cui sequenza di avvenimenti è migliore di quella sinottica).

Poi Giuda si scandalizza dello spreco del profumo costosissimo versato da Maria sorella di Lazzaro su Gesù, senza rendersi conto che l'insurrezione aveva anche lo scopo di eliminare la povertà, oltre che lo sfruttamento della Palestina da parte di Roma.

Infine Gesù dice a Giuda nell'ultima cena: “Quel che devi fare, fallo presto”. Quella era la notte in cui si doveva occupare la Fortezza Antonia. Chi doveva contattare Giuda? Per me i farisei. Gesù aveva bisogno di sapere se loro erano pronti. Invece tradirono come la volta precedente.

Obiezione: Lo studio delle fonti evidenzia con estrema chiarezza l'esistenza di due controfigure storiche che hanno ispirato il mito gesuano, sul quale sono stati successivamente innestati un'infinità di archetipi appartenenti agli antichi culti preesistenti, spesso di origine zodiacale o solare.

Risposta: Perché scrivere decine e decine di testi su un personaggio mai esistito? Capisco che l'immagine mistica o teologica del Cristo possa assomigliare a qualche altra divinità pagana. Ma mettere d'accordo così tanti redattori sarebbe stata un'impresa molto ardua. Omero i suoi miti se li scrisse da solo. Al massimo dei redattori successivi aggiunsero qualcosa ai suoi testi. Anche i grandi tragici greci scrivevano da soli i loro testi e non si preoccupavano di trovare conferme nei testi dei loro colleghi. Nei vangeli invece abbiamo una teologia dominante, quella petropaolina, che ha in un certo senso imposto un'interpretazione ufficiale, di tipo mistico o teologico, da dare al Cristo politico, e chi non la seguiva, veniva espulso dalla Chiesa. E in ogni caso come si può affermare che tutto è falso senza avere qualcosa di vero nella propria testa come punto di riferimento? Bisogna smetterla con questa mania di cercare l'esistenza o inesistenza di determinate persone sulla base di fonti scritte, che al 99% sono false. Qui dobbiamo parlare di idee, interpretazioni, scenari storici... molto più importanti delle singole persone. Gesù Cristo non è un personaggio inventato ma mistificato in senso teologico. La stragrande maggioranza degli esegeti è su questa posizione. A parte ovviamente quelli strettamente confessionali, le cui analisi lasciano il tempo che trovano. E comunque non credo che Gesù possa essere confuso con un leader zelota, anche se posso accettare l'idea che dietro il nome fasullo di “Barabba” si nasconda un leader zelota.

Obiezione: Tu pensi che ci sia qualcosa di vero nella storia di Giove, di Romolo, di Osiride, di Maometto?

Risposta: Qualcosa di vero c'è sempre. Non puoi dividere le fonti in vere o false: questo è manicheismo. Anche nella favola di Biancaneve è stato dimostrato che c'era qualcosa di vero. Non puoi tentare di interpretare solo quelle fonti che appaiono vere o verosimili, perché a priori non puoi saperlo se lo sono. È vero il mito di Edipo? Non lo sappiamo. Sappiamo però che Freud ci ha costruito sopra un punto fondamentale della sua psicanalisi, su cui sono state scritte milioni di pagine. È vera la versione nicciana della tragedia greca? Secondo me no, però lui ha scritto un capolavoro che rimarrà nella storia.

Obiezione: Se i testi non rappresentano il messaggio autentico di Cristo, vi sono dei testi che lo rappresentano? No! Non sono i testi che sono falsi ma la loro interpretazione. Il primo errore è credere che siano fatti storici. Dio non parla all'uomo attraverso delle scritture, che sono un prodotto umano. Al di là dei fatti storici i vangeli presentano un contenuto organico nel pensiero e questo è sicuramente autentico. Ma l'interpretazione di questo contenuto è affidata alla sensibilità dell'uomo, al suo retroterra culturale, alla sua visione della realtà.

Risposta: Sicuramente non vi sono dei testi che rappresentano Cristo meglio dei canonici (salvo per me la Sindone). Ed è scontato che Dio non parla attraverso delle “scritture”, poiché non esiste alcun Dio. Però non puoi dire che i testi di per sé non sono falsi, ma sono false solo le interpretazioni che se ne danno. I canonici sono frutto di interpretazioni false, distorte, mistiche dell'operato politico del Cristo. Qualcosa di storico deve per forza esserci, altrimenti dovremmo considerare gli ebrei più fantasiosi dei greci con le loro incredibili mitologie. Se non esistesse una base storica, sarebbe inutile mettersi qui a parlare di esegesi. Esattamente come non ci mettiamo a discutere sul valore storico dei miti pagani. Sarà poi la storia a decidere quale interpretazione che diamo è la più convincente. Di sicuro possiamo partire dal presupposto che qualunque interpretazione mistica, sacramentale, teologica è falsa in partenza.

Obiezione: È evidente che se ci sono tanti vangeli, il fenomeno Cristo deve essere storico, anche se non come è stato tramandato. Tuttavia all'uomo non interessa la storia né quei fatti che non ha visto personalmente. La scienza afferma che è vero ciò che produce risultati o riscontri. Pertanto il cristianesimo della Chiesa e i fatti su cui esso è basato e l'interpretazione che ne è stata fatta, sono veri se i risultati sono positivi per l'uomo e la società. L'albero si vede dai frutti. Due guerre mondiali combattute da popoli cristiani chiudono il discorso sulla positività del cristianesimo. Questo lascia aperta la possibilità che l'interpretazione del vangelo sia falsa o che in singoli rarissimi casi il cristianesimo abbia avuto effetti positivi.

Risposta: Devi però ammettere che sulla falsità della versione evangelica relativa all'operato di Gesù si discute dai tempi (illuministici) di Reimarus. Cioè gli intellettuali, con la loro cultura, la loro personale emancipazione dalle ubbie religiose, procedono per conto loro, non aspettano gli eventi catastrofici della storia. I quali eventi però possono sicuramente accelerare il processo verso l'ateismo, cioè verso il recupero della personalità umana del Cristo, privata di tutti gli addentellati mistici.

Obiezione: Non è dimostrando che i vangeli sono veri o falsi che emerge una nuova visione della realtà.

Risposta: Di sicuro non è lasciando i vangeli così come sono o lasciando alla Chiesa il diritto esclusivo a interpretarli, che possiamo farci un'altra rappresentazione del Cristo. E di sicuro se spogliamo i vangeli di tutti gli aspetti mistici, sacramentali, teologici e metafisici, possiamo avvicinarci di più a una interpretazione più coerente con la realtà dei fatti.

*

Di tentativi insurrezionali Gesù ha provato a farne due, il primo contro il Tempio e i suoi gestori (i sadducei), il secondo contro i Romani protetti dalla Fortezza Antonia. Caifa e Pilato sono andati d'amore e d'accordo per un decennio, dal 26 al 36. Colpire uno voleva dire colpire anche l'altro.

Questa cosa si capisce soprattutto nel IV vangelo, perché in origine, prima della manipolazione, fu scritto contro il protovangelo, che prevede solo una protesta anti-templare. In questo vangelo le pasque sono almeno due, proprio perché due sono i tentativi insurrezionali, di cui il secondo, contro la Fortezza Antonia, han dovuto rimuoverlo, altrimenti si sarebbe scoperto che il Cristo era un politico sovversivo. E i Sinottici han spostato il primo tentativo, contro il Tempio, nell'ultima pasqua, così risultava che lui ce l'aveva solo coi sacerdoti e non anche coi Romani.

Per me le due fonti scritte a disposizione sono, in ordine d'importanza, il IV vangelo e il protovangelo. La teologia petropaolina è presente in entrambi, ma in Marco è nativa, mentre in Giovanni è una sovrapposizione mistificante, appunto perché il IV vangelo originario era stato scritto contro quello marciano. Poi ritengo che la Sindone sia un reperto autentico, che avvalora la tesi del Cristo politico.

La prima insurrezione la si vede dopo la rottura tra Gesù e il Battista. Una parte dei battisti confluì nel gruppo che Gesù stava formando. Cercò di occupare il Tempio, ma i farisei, pur essendo avversi ai sadducei, tradirono. Poi Nicodemo si pentì del loro atteggiamento. Il secondo tentativo avvenne dopo la morte di Lazzaro, quando a Betania, convinto che i farisei l'avrebbero appoggiato, decise di entrare nella capitale con un movimento armato per occupare la Fortezza Antonia. Ma anche questa volta furono i farisei a tradirlo. Per me Giuda, ch'era un giudeo, proveniva da ambienti farisaici non zelotici.

Gesù si rifiutò di compiere il colpo di stato a Gerusalemme così come gli era stato chiesto di fare dai 5.000 Galilei, proprio perché voleva che l'insurrezione venisse fatta da Giudei e Galilei insieme, con l'appoggio esterno dei Samaritani.

Nessuno poteva sapere il momento in cui il movimento nazareno sarebbe entrato nella capitale per compiere l'insurrezione. Pilato nella Fortezza Antonia aveva solo una coorte, perché due coorti dentro non ci stavano. La sua sede era a Cesarea. Durante la Pasqua i pellegrini erano numerosissimi. Per me, se ci fosse stata una rivolta popolare, i Romani ne sarebbero usciti sconfitti, altrimenti Gesù non avrebbe preso a Betania la decisione di provarci. Doveva per forza avere l'appoggio dei farisei progressisti. Il fatto che i soldati l'abbiano torturato e schernito così violentemente sta proprio a indicare che di lui avevano avuto in quei giorni una grande paura. I vangeli non raccontano che fecero la stessa cosa agli altri tre zeloti, che pur avevano ammazzato un romano. E in ogni caso va escluso a priori che Gesù sia entrato con l'intenzione di farsi ammazzare o di immolarsi per riconciliare Dio col genere umano peccatore.

Noi non possiamo sapere su quante persone potesse contare Gesù per compiere l'insurrezione. Certamente un numero sufficiente per vincere la coorte romana e la polizia giudaica. Che poi tutta questa gente sia rimasta passiva durante il processo farsa di Pilato, questo va addebitato ai limiti della democrazia. Gesù avrebbe potuto fare in città un colpo di stato e imporre una dittatura, ma quanto sarebbe durata? Senza la partecipazione popolare dei Giudei, Galilei e Samaritani come avrebbe resistito alla ritorsione delle legioni romane?

Obiezione: Dove ricavi tutte queste affermazioni?

Risposta: Vendete il mantello e comprate una spada. Sono venuto a portare fuoco su questa terra e quanto vorrei fosse acceso. D'ora in avanti sarete separati persino dentro le vostre famiglie. Abbandona tutto e seguimi. Di queste frasi, tipiche di chi vuole compiere un'insurrezione, i vangeli son pieni. Lo dicono anche Brandon, Belo, Donnini, Eisler, Bloch, Zarcone, Reza Aslan, Sanders...

Obiezione: Gesù offre ai Romani la sua testa, onde evitare la rivolta che avrebbe causato un inutile bagno di sangue. Uno, il capo, per tutti: un gesto eroico e definitivo apprezzato da Pilato che si defila lavandosene le mani.

Risposta: Se Gesù si fosse comportato così, avrebbe dato ragione a Caifa: è meglio che uno solo muoia, piuttosto che l'intera nazione. Caifa dava per scontato che in una qualunque insurrezione antiromana, gli ebrei avrebbero perso. Aveva tutto l'interesse a pensarla così. Lui era stato scelto dai Romani, non dagli ebrei. In realtà Gesù si decise all'insurrezione quando era sufficientemente sicuro che l'avrebbe vinta, altrimenti sarebbe stato un pazzo. Avrebbe messo a repentaglio la vita di migliaia di seguaci. Si è consegnato nel Getsemani perché si era accorto che in quel momento le forze in campo erano impari.3 La sorpresa dell'attacco notturno era sfumata. Semmai avrà sperato che durante il processo farsa di Pilato i suoi insorgessero, ma non ebbero il coraggio di farlo. E comunque Pilato lo voleva morto a tutti i costi. La pesantissima fustigazione e le torture che gli ha fatto subire prima della crocifissione l'attestano abbondantemente.

Obiezione: Se Gesù non fosse andato a Gerusalemme, se non avesse rovesciato i tavoli dei cambiavalute e se non avesse chiesto a Giuda di tradirlo, avrebbe potuto continuare a predicare senza problemi, visto che i Romani ebbero un occhio di riguardo coi giudeo-cristiani. Questa volontà di martirio non la capisco, salvo voler credere al Vangelo di Giuda, ovvero che si fosse convinto che per ultimare il suo compito la sua parte corporea doveva essere sacrificata. Ma perché scegliere un modo così brutale? Quando gli islamici compiono attentati facendosi esplodere (convinti di poter passare per martiri ed essere accolti a braccia aperte da Allah), in genere sono fanatici o poverissimi o privi di cultura. Dove trovi queste caratteristiche in Gesù Cristo?

Risposta: Gesù andò a Gerusalemme perché se non avesse conquistato la capitale durante la pasqua, parlare di insurrezione nazionale sarebbe stato assolutamente velleitario. Tutte le rivoluzioni si fanno conquistando le capitali degli Stati o delle Nazioni.

La frase “Ciò che devi fare, fallo presto”, rivolta a Giuda, non era affatto un invito a tradirlo, ma un ordine politico-militare, con cui doveva sincerarsi sulla effettiva disponibilità dei farisei ad aiutarlo a compiere l'insurrezione. Gli stessi farisei infatti nella prima insurrezione, quella contro il Tempio gestito dai sadducei, erano venuti meno all'impegno di aiutarlo (poi Nicodemo si dovette scusare di non averlo fatto). Il IV vangelo parla abbastanza chiaro, avendo una cronologia completamente diversa da quella sinottica.

Non c'è in lui nessuna volontà mistica di martirio o di autoimmolazione, ma solo senso realistico delle cose.

Obiezione: Indubbiamente Pilato non era un misericordioso. Proviamo a mettere ordine. La coorte (600 soldati romani) è citata solo da Giovanni (18,1-11), che dice che c'erano anche “delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, che si recarono là con lanterne, torce e armi”. I Sinottici (Mc 14,43-52, Mt 26,47-56 e Lc 22,47-53) parlano di guardie mandate dai sacerdoti e di una gran folla. Luca poi spiega che, dopo aver cercato testimonianze, i sommi sacerdoti “consegnarono Gesù a Pilato”, quindi fu presumibilmente portato dopo alla Fortezza Antonia. David Donnini, nel suo interessante lavoro che propone Gesù come capo zelota, cita appunto la coorte. Ma sicuramente sappiamo che il vangelo di Giovanni, il più tardo dei quattro, è generalmente considerato quello meno attendibile dal punto di vista storico. Mi risulta inoltre che i colpi di flagello dovessero essere sempre meno di 40 (infatti secondo i vangeli gliene danno 39!). Anche perché con 120 colpi di flagello il prigioniero sarebbe quasi sicuramente morto prima di arrivare a essere messo in croce. Infine se ragioniamo da un punto di vista strettamente storico (mettendo da parte quindi la fede), dobbiamo ammettere che tutti i resoconti dettagliati del processo di Gesù sono quanto meno improbabili e, per quanto avvincenti, molto probabilmente inventati di sana pianta. Può darsi che vi siano stati discepoli (nascosti) di Gesù alla riunione del Sinedrio (prima parte del processo); appare invece obiettivamente impossibile che ve ne fossero all'interno della Fortezza Antonia, quando Pilato interrogava Gesù.

Risposta: Non avrebbe avuto alcun senso che un redattore alla fine del I sec., quand'era assodato il compromesso tra cristianesimo e politica romana, aggiungesse arbitrariamente che alla cattura di Gesù era presente una coorte romana: quindi per me quello è un particolare verosimile di Giovanni. Proprio nel IV vangelo un manipolatore s'è divertito a far vedere che Pilato era a un passo dal diventare cristiano (tant'è che la Chiesa copta lo venera assurdamente come un martire di Cristo). Si è però dimenticato di togliere la parola “coorte”. Forse perché non la riteneva in grado di smentire la tesi secondo cui i principali assassini di Gesù furono i Giudei. O forse l'ha lasciata proprio per far vedere che i sommi sacerdoti, i sadducei e i farisei più conservatori non si facevano scrupoli a fare i collaborazionisti di Pilato.

Che Gesù fu catturato dalla polizia giudaica e che poi fu Caifa a consegnarlo a Pilato, non ci piove.

Il IV vangelo ha degli aspetti storici infinitamente superiori ai Sinottici, frutto di una testimonianza oculare, benché il manipolatore l'abbia reso un testo altamente spiritualistico, affine allo gnosticismo.

Gesù non fu un capo zelota, anche se sicuramente nel suo movimento confluirono molti zeloti. Non voleva un regno teopolitico in stile davidico.

I 39 colpi di frusta era un'usanza ebraica, cui fu sottoposto p.es. Paolo. Pilato voleva far morire Gesù a tutti i costi, per questo gli fece dare 120 colpi, come attesta la Sindone.4 Nel caso in cui fosse stato costretto a liberarlo durante il processo per evitare una sommossa popolare, Pilato poteva stare comunque sicuro che Gesù non sarebbe stato in condizioni di fare alcunché. Anzi forse sarebbe morto lo stesso per le infezioni.

Se l'avesse ucciso prima della crocifissione, probabilmente sarebbe scoppiata una sollevazione. Aveva bisogno di un consenso popolare, e lo ottenne promettendo di liberare lo zelota Barabba, tanto l'avrebbe facilmente ripreso.

Non vi fu alcun processo a carico di Gesù all'interno del Sinedrio, poiché Caifa non poteva rischiare che i farisei progressisti pretendessero che venisse liberato. Tutti i dialoghi di Gesù con Pilato nella Fortezza Antonia sono chiaramente inventati.

Obiezione: Trovo una contraddizione in quello che dici. Se Pilato davvero pensava che Gesù fosse popolare, in teoria, proprio presentandolo alla folla, poteva suscitare una rivolta. Tanto più che sembra accreditata l'ipotesi che l'usanza di liberare un prigioniero non sia mai esistita.

Io vedo in questa ricostruzione dei vangeli il tentativo (riuscito) di spostare la colpa sui Giudei e di discolpare i Romani... Ma riguardo alle paure di Pilato, credo fossero inesistenti... Non ricordo dove l'ho letto, ma credo che la guarnigione a sua disposizione fosse di 6 coorti, cioè qualcosa come 3.000 uomini, sufficienti per sedare nel sangue qualsiasi rivolta, in una regione tra le più rivoltose.

Risposta: Il motivo per cui non scoppiò una rivolta contro i Romani durante il processo bisogna addebitarlo ai limiti della democrazia. Quante volte nella storia sembra funzionare meglio una dittatura? Secondo te Cristo sarebbe dovuto entrare a Gerusalemme in groppa a un cavallo e fare un colpo di stato? E la democrazia popolare dove la mettiamo?

Pilato risiedeva a Cesarea Marittima5. Solo durante la Pasqua si trasferiva con una scorta a Gerusalemme, nella Fortezza Antonia.6 Non era a capo di legioni perché era un prefetto o procuratore (al massimo poteva contare su truppe ausiliarie, per lo più samaritane). I Romani tenevano 4-5 legioni in Siria, dove avrebbero potuto essere trasferite in Palestina di fronte al pericolo di una guerra. I 5.000 Galilei che vollero farlo diventare monarca, avrebbero vinto facilmente i Romani della Giudea. Gesù rifiutò perché senza l'appoggio dei Giudei sarebbe stato impossibile vincere la ritorsione romana con le legioni della Siria.7 E l'appoggio l'ottenne solo dopo l'uccisione di Lazzaro, che doveva essere un capo farisaico. Ricorda che la guerra nel 70 fu persa proprio perché gli zeloti provenienti dalla Galilea, pur abbattendo velocemente i sadducei, vollero imporsi anche sui farisei.

*

Se Gesù avesse predicato la pace e non la spada, sarebbe stato favorevole a un compromesso con Roma. La spada invece voleva dire cacciarli dalla Palestina. Per avere la pace non ci sarebbe stato bisogno di vendere o abbandonare tutto (anche la propria famiglia!) e portare la propria croce: questa è la richiesta di un sovversivo che ha bisogno di militanti nell'immediato.

Obiezione: In effetti nei vangeli ci sono tracce nascoste dell'attività di un rivoluzionario: la predicazione mistificata di tipo teologico poteva essere in realtà un indottrinamento politico; l'entrata messianica a Gerusalemme la prova generale della rivoluzione; la cacciata dei mercanti una quasi insurrezione. Resta però assodato che tutti questi fatti Giuseppe Flavio, Filone e Giusto Tiberiade non li raccontano. Né tanto meno la storia giudaica rabbinica. Quindi si resta sempre nel presunto.

Risposta: T'immagini se fra 100 o 200 anni degli storici trovassero della nostra civiltà, completamente distrutta da una guerra atomica, gli archivi delle TV di Berlusconi... Cosa capirebbero dei problemi sociali che avevamo? Però gli storici si chiederanno lo stesso come sia stato possibile che una società senza problemi sia stata distrutta dalla guerra. È quello che facciamo noi coi vangeli. In fondo se agli ebrei stava bene stare sotto i Romani e ritenevano Gesù un piantagrane, per quale motivo han fatto una guerra sanguinosissima che è durata dal 66 al 135?

*

Le tesi evangeliche (canoniche e apocrife) sono stereotipate perché Gesù appare come un profeta che predica un regno non per questo mondo. Tutti i redattori, sulla base della teologia petropaolina, han trasformato il Cristo politico in un Cristo teologico.

Obiezione: Nel vangelo di Tommaso Gesù afferma che il regno dei cieli è già sulla terra; solo che gli uomini l'hanno dimenticato, non lo vedono più. Poi, certo, del profeta han fatto un Dio. Ma non credo che Gesù sia mai stato un personaggio politico. In tutti i vangeli non parla praticamente mai della situazione politica del tempo, o lo fa in modo marginale. Il suo messaggio è un altro: “Date a Cesare quel che è di Cesare...”?

Risposta: La frase su Dio e Cesare appartiene alla teologia paolina, che chiedeva ai Romani la separazione di Chiesa e Stato. Cristo non avrebbe concesso niente né a Cesare, perché voleva la liberazione della Palestina, né a Dio, perché ai Giudei, nel IV vangelo, diceva che “tutti gli uomini sono dèi” (10,34), e nel protovangelo qualificava se stesso come semplice “figlio d'uomo”.

*

Noi dovremmo riflettere su una cosa molto sconcertante. Al tempo di Gesù Cristo la Palestina era dominata da due dittature: quella romana (che pur non aveva ancora conquistato Galilea e Perea, gestite da Erode Antipa, amico dei Romani) e quella dei sadducei, che gestivano il Tempio e il cui sommo sacerdote veniva scelto dai Romani.

Indubbiamente Gesù fu fisicamente eliminato da queste due dittature, ma chi lo consegnò nelle loro mani fu buona parte del popolo ebraico. Cioè la principale responsabile della sua morte non fu la dittatura ma la democrazia!

I tentativi insurrezionali furono due, uno contro il Tempio, l'altro contro la Fortezza Antonia. Fallirono entrambi per colpa della indecisione dei farisei, che erano stati eversivi solo al tempo di Erode il Grande, quand'erano alleati con gli zeloti, e che al tempo di Gesù erano circa in 6.000, stando a Giuseppe Flavio. Dopo il 70 sostituirono i sadducei, completamente distrutti, e una parte creò il cristianesimo, con Paolo, che proseguì sul misticismo impostato da Pietro dopo la morte di Gesù, con la sua teoria della morte necessaria voluta dalla prescienza divina. L'altra parte sviluppò l'ebraismo in tutto il mondo.

Obiezione: Dove lo leggi un Gesù capo rivoluzionario?

Risposta: Dal titolo della croce, dal tipo di esecuzione e dal trattamento disumano che Pilato e i militari gli riservarono prima dell'esecuzione. Una cosa assurda perché Gesù non aveva ucciso alcun romano.

Obiezione: Ci fu in Galilea, poco prima della vicenda del rabbi itinerante, durante il censimento di Quirino, un capopopolo di nome Giuda che si ribellò ma fu sconfitto e i 2.000 insorti crocifissi. Non si sa che fine abbia fatto. Molto probabilmente è questa la persona da cui è liberamente tratto il personaggio Gesù.

Risposta: Zeloti e farisei furono uniti in Galilea al tempo di Erode il Grande, per questo Gesù aveva nel suo movimento una fetta di zeloti e in Giudea discuteva di continuo coi farisei (che, detto tra noi, andrebbero rivalutati). Doveva tenere a freno gli zeloti perché erano estremisti. Rifiutò di marciare su Gerusalemme con 5.000 di loro perché gli zeloti e i Galilei in generale non vedevano di buon occhio i Giudei, che non facevano quasi nulla per liberarsi dei Romani e dei sadducei. Ma fu tradito dai farisei due volte, la prima col tentativo di occupare il Tempio, la seconda col tentativo di occupare la Fortezza Antonia.

Obiezione: In effetti Flavio scrive che gli zeloti erano come i farisei nella dottrina religiosa ma non nell'azione politica. Gli zeloti erano eversivi, i farisei del Tempio “collaborazionisti”, anche se internamente anti-romani, mentre i sadducei erano filo-romani in toto. Ma questo cosa cambia?

Risposta: I farisei sono stati un partito molto attivo ma ambiguo. Cercavano un messia politico, ma non seppero riconoscerlo in Gesù, forse perché Gesù era indifferente alla religione. Temevano di perdere credibilità se avessero relativizzato l'importanza del sabato, dei cibi, dei digiuni... Il dialogo di Gesù con Nicodemo, per quanto falsificato da redattori tendenziosi, è illuminante per capire la diversità tra movimento farisaico e movimento nazareno. Più vicini al movimento nazareno erano i battisti, ma il Battista non capiva nulla di politica rivoluzionaria: faceva solo un'attività di tipo etico con risvolti giuridici. E nonostante questo risultava fastidioso a Erode. Pensa tu quanto Erode avesse intenzione di eliminare uno come Gesù! In Galilea furono proprio i farisei a salvarlo da lui e a indurlo a espatriare in Fenicia.

Obiezione: Il Battista – dice Flavio – era mistico, ma si sentiva pure un investitore o iniziatore di Giudei ribelli alla “via del Signore”, il che altro non era che la rivoluzione ebraica contro il potere vigente. Come al solito i cristiani ne hanno preso solo l'aspetto religioso.

Ho notato che nella tua analisi del libro Ateo e sovversivo deduci che il movimento nazareno era un movimento parallelo a quello zelota. Mentre gli zeloti erano rivoluzionari ma integralisti nello stesso tempo a livello religioso, Gesù invece era un ateo e si proponeva come il figlio dell'uomo, quindi non poteva collaborare con gli zeloti, perché c'era una differenza ideologica di fondo. Gli zeloti eredi di Giuda volevano ripristinare il regno religioso ebraico e libero di Davide. Viceversa, Gesù e i nazareni volevano una forma di potere popolare comunitario o collettivo, senza più classe sacerdotale elitaria e senza più religione. Ma ti rendi conto che se avessimo la certezza storica che il Gesù realmente storico sia stato questo, fu effettivamente il prototipo del socialismo futuro?

Risposta: Per me Cristo era ateo, anche perché ho sempre nutrito dei dubbi che il Battista l'abbia davvero battezzato. Nel IV vangelo è detto chiaramente che Gesù, a sua volta, non battezzava nessuno, anche se lo lasciava fare agli ex discepoli di suo cugino. Per me non credeva per niente in questo rito ai fini della liberazione nazionale. Era un rito troppo etico e troppo poco politico. Lo stesso Flavio non parla di nessun battesimo.

Anche secondo me il Battista ha preparato la strada a Gesù o addirittura a una rivolta antiromana. Ma non era abbastanza radicale. Non ha partecipato all'epurazione del Tempio, e questo ha determinato la sconfitta del suo movimento. Ha svolto un ruolo paragonabile a quello di Feuerbach nei confronti di Marx, tanto per intenderci. O a quello di Kautsky nei confronti di Lenin.

E comunque hai riassunto perfettamente. Ho dedotto il suo ateismo non solo quando dice nel IV vangelo, rivolto ai Giudei, “voi siete dèi”, ma anche quando dice alla samaritana: “pregare Dio al Tempio o sul monte Garizim non serve a niente ai fini della liberazione nazionale”. Inoltre rifiuta tutti i titoli messianici, accettando solo quello, generico, di “figlio dell'uomo”, che nell'AT indica solo l'uomo. Lo stesso credente potrebbe arrivare all'ateismo del Cristo, osservando che nelle guarigioni non viene mai invocato l'aiuto divino, e nei racconti di resurrezione si dà per scontato ch'egli sia risorto per virtù propria.

Se ci pensi la comunione eucaristica, seppur inventata da cristiani di origine pagana, è una trasposizione mistica di una stretta comunanza tribale di tipo sociale.8 Il cristianesimo è un falso comunismo, nel senso che ha conservato tracce delle idee socialiste del Cristo, ma le ha mistificate in chiave religiosa. “Mangiate il mio corpo e bevete il mio sangue” altro non voleva dire che ut unum sint. Che siano uno non in nome di Gesù ma in nome degli ideali del socialismo e della democrazia, che ognuno deve poi realizzare per essere se stesso.

E comunque non credo che avrebbe evitato di collaborare con gli zeloti per motivi ideologici. I motivi politici, relativi alla liberazione nazionale dall'invasore, erano molto più importanti.

Obiezione: La Bibbia riportava o no l'arrivo di un profeta? Dopo un po' se lo sono inventato...

Risposta: Quando si vivono situazioni disperate, di oppressione nazionale, si spera sempre in un liberatore nazionale. Anche oggi facciamo così, mandando su i populisti, i demagoghi, i parolai...

Obiezione: Roma aveva un ruolo istituzionale di difesa da attacchi esterni. I dissidi interni lasciava che fossero risolti dai popoli locali. Il proselitismo di Cristo non era percepito come una minaccia per Roma, e l'idea di un “re dei Giudei” veniva interpretata come il delirio di un folle senz'armi. Il tempo ha fatto sì che Roma stessa divenisse centro nevralgico religioso, con Costantino che, astuto politico, ideò il “cattolicesimo” (un miscuglio di Antico e Nuovo Testamento) per mettere d'accordo i popoli dell'impero sull'orlo di una guerra “santa”.

Risposta: Quello che dici è vero sul piano militare, ma su quello politico Roma si alleava sempre, là dove conquistava territori altrui, coi ceti più facoltosi e aristocratici. Anche se, quando li conquistava, diceva demagogicamente di voler fare gli interessi di chi era oppresso. E questi ceti in Israele (sadducei, anziani, pubblicani...) erano odiatissimi. La guerra giudaica del 70 sarà anche contro di loro.

*

Perché Cristo si rifiutò di compiere l'insurrezione antiromana quando gliela chiesero 5.000 Galilei e invece accettò di farla dopo la morte di Lazzaro?

È semplice: nel primo caso non avrebbe avuto il consenso dei Giudei, che non si consideravano certo inferiori ai Galilei (anzi, semmai era il contrario). Nel secondo caso invece, siccome era morto Lazzaro, un leader giudeo vicino ai farisei, e Gesù si era dichiarato disponibile a portarne a compimento l'obiettivo politico, vi era la possibilità di organizzare una vera insurrezione popolare e nazionale, che avrebbe anche potuto essere appoggiata dai Samaritani.

Qui sta la differenza tra avventurismo (che spesso sconfina nel terrorismo) e strategia rivoluzionaria vera e propria.

Obiezione: Fonte di queste notizie?

Risposta: Il IV vangelo, che devi depurare tutto il suo esasperato misticismo. La cronologia più attendibile è la sua, non certo quella dei Sinottici. Se è un romanzo, è sicuramente più verosimile degli altri vangeli romanzati.

Obiezione: Prospettiva interessante, tanto più che la moglie di questo Gesù potrebbe essere la sorella di Lazzaro.

Risposta: Gesù non era sposato, poiché quando frequentava il Battista aveva fatto, come lui, il voto di nazireato, che gli impediva appunto di sposarsi. Di qui barba e capelli lunghi e il titolo sulla croce, che non voleva certo dire “di Nazareth”, una località che fino al IV sec. non si sapeva neppure dove esistesse. E poi a Pilato importavano i titoli politici o quelli che facevano riconoscere universalmente il condannato, non i luoghi di provenienza, che nell'ambito di un impero erano diversissimi.

In effetti la sorella di Lazzaro è l'unica che lo fa piangere. E lui doveva conoscerla bene, perché erano tutti Giudei. Resta solo da capire se questa Maria coincida con la Maddalena o no. Quest'ultima di sicuro era innamorata di Gesù, altrimenti non sarebbe stata la prima a recarsi alla tomba di lui dopo poche ore che l'avevano giustiziato. Ma lui, a motivo del voto, non ricambiò. Il fatto però che le abbiano affibbiato il titolo di prostituta o di indemoniata, lascia pensare che non coincidesse con la sorella di Lazzaro. Tuttavia i Sinottici odiano la Maddalena, perché probabilmente si era posta contro la tesi di Pietro relativa alla morte necessaria del Cristo e alla parusia imminente. Giovanni invece la valorizza molto, non dice ch'era stata una prostituta, e Giovanni era contro il protovangelo. Devo inoltre dire che quando alcuni esegeti sostengono che alle nozze di Cana gli sposi erano Gesù e la Maddalena, si comportano solo in maniera ridicola. Tutta la pericope è un nonsenso sul piano pratico: al massimo può essere interpretata in chiave simbolica, per far capire la fine di Israele. Infatti essa non è agganciata a nulla, né prima né dopo (proprio come il racconto dell'adultera).

Obiezione: Eppure nei Sinottici per 9 volte Gesù viene appellato col titolo di Rabbi... e il Maestro deve essere sposato... Il fatto della prostituta credo sia una diminutio medievale per valorizzare la figura della madre di Gesù (poi c'era il discorso del celibato del clero). Fino ad allora Maria Maddalena è talmente accettata come sposa che Notre-Dame era dedicata a lei.

Risposta: Per me Gesù fece voto di nazireato, imitando il Battista, il che può farci pensare che Gesù abbia frequentato gli ambienti essenici di Qumran, che sicuramente erano più radicali dell'essenismo in generale, altrimenti non sarebbero andati a vivere nel deserto. Pertanto non poteva sposarsi, almeno finché il voto non fosse stato sciolto. Anche Paolo, per un certo tempo, fece un voto del genere. Anzi penso che Pilato abbia messo come titolo sulla croce le parole “Gesù nazareno” proprio per indicare una particolarità che rendeva Gesù universalmente noto. Non intendeva certo riferirsi a una provenienza geografica, che ai Romani “imperiali” non interessava per nulla. Per gli ebrei maschi era disdicevole portare lunghi capelli, a meno che appunto uno non avesse fatto un voto particolare. E poi ricorda che la samaritana, appena lo vede al pozzo, non solo capisce, dalla parlata, ch'era giudeo, ma anche che, portando lunghi capelli e lunga barba, poteva essere una persona saggia, un “profeta”. Infine c'è la Sindone che lo rappresenta così: la lunghezza di quei capelli e di quella barba, dal momento in cui fece il voto al momento in cui morì, può far pensare a un periodo di circa tre anni, che, guarda caso, è la cronologia delineata nel IV vangelo.

Obiezione: Tanto più che Gesù non poteva sbagliare, stavolta. Il tentativo di suo padre era già stato represso drasticamente 30 anni prima (lui ancora infante), e circa tremila cospiratori zeloti impalati o crocefissi. Aveva bisogno di molto consenso e appoggio nei piani alti. Forse qualcuno del Sinedrio era dalla sua parte.

Risposta: Fai coincidere Gesù con un leader zelota, ma sai bene che non è così. Gesù è giudeo doc. Il IV vangelo lo fa capire molte volte. Per es. quando Gesù incontra in Perea Andrea e Giovanni Zebedeo, che gli dicono: “Dove abiti?”. E lui risponde: “Venite e vedete”. E Giovanni aggiunge: “Erano le quattro del pomeriggio”. Quindi voleva dire che in poche ore sarebbero arrivati nella sua casa in Giudea. Inoltre in Gv 7,28 dice ai Giudei che sanno benissimo di dove lui è: se fosse nato in un villaggio insignificante come Nazareth chi l'avrebbe saputo? L'unico versetto davvero significativo che può far pensare a un'origine galilaica di Gesù è quello in cui i farisei rimproverano Nicodemo dicendogli: “Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea” (Gv 7,52). Un'affermazione molto strana, poiché, a detta dello stesso Giovanni, Nicodemo era un capo dei farisei, per cui sarebbe stato difficile rivolgersi a lui in una maniera così offensiva. Peraltro lo stesso Nicodemo, subito dopo l'epurazione del Tempio, aveva detto a Gesù: “Sappiamo che sei saggio”. Come se i farisei della Giudea lo sapessero da molto tempo. Ma un fariseo avrebbe mai detto una cosa del genere a un galileo?

Secondo me Gesù si trasferisce in Galilea solo dopo il fallimento della prima insurrezione, quella contro il Tempio, che i Sinottici mettono per ultima, perché sono antisemitici e vogliono far ricadere sui Giudei tutta la colpa della morte di Gesù. In questa maniera i cristiani potevano realizzare un compromesso politico con lo Stato romano. E in Galilea è inizialmente ospite nella casa di Pietro.

Obiezione: Da molte riflessioni si evince che Gesù fosse non solo zelota ma addirittura nazoreo, probabilmente di Gamala, nelle alture del Golan... Lo si desume dai vangeli, quando “scende” al lago Tiberiade. Dalla pianura non si scende, ma da un promontorio sì... e poi è plausibile una camminata a piedi di 40 minuti, piuttosto che 3 ore a dorso di mulo. Non trovi? E poi Nazareno per Nazoreo l'han scritto per nascondere l'estrazione terribile e indicibile... Tuttavia i Romani censivano tutto, e non si ha notizia di Nazareth se non ben dopo le guerre giudaiche.

Risposta: Ti ricordo che il protovangelo (base ermeneutica di Matteo e Luca) è tutto galilaico, in quanto fonte principale è lo stesso Pietro. A questo vangelo è stata aggiunta la teologia paolina successivamente (quella che include battesimo ed eucaristia, la chiusura posticcia sulla resurrezione, la figliolanza divina del Cristo, la confessione del centurione, ecc.). Pietro era sicuramente affiliato al partito zelota e odiava a morte i Giudei. Era nel suo interesse far vedere che Gesù fosse originario della Galilea. Tuttavia la samaritana, appena lo vede al pozzo, si accorge subito (dalla parlata) ch'era originario della Giudea, non solo perché proveniva da sud, ma anche perché le dice che “La salvezza viene dai Giudei”: un'affermazione che nessun galileo avrebbe mai fatto. Se fosse stato un galileo, lei non gli avrebbe detto che i Samaritani non vanno d'accordo coi Galilei, poiché non c'era un contenzioso storico-politico aperto. Invece c'era coi Giudei, perché Giovanni Ircano nel 128 a.C. aveva distrutto il loro Tempio sul monte Garizim. Un intellettuale o un politico giudeo non si sarebbe mai potuto rivolgere a un samaritano, entrando nel suo territorio, senza rischiare la propria incolumità. Infatti i farisei, che volevano assolutamente parlare con Gesù, rinunciano a entrare in Samaria.

Mi rendo conto che Cascioli ha fatto testo sugli esegeti laici nazionali. E Donnini gli è andato a ruota. Ma Gesù non è uno zelota, altrimenti coi 5.000 Galilei avrebbe marciato su Gerusalemme. Sarebbero stati più che sufficienti per sbaragliare la coorte romana nella Fortezza Antonia (600 militari). E poi? Come avrebbero fronteggiato la ritorsione romana proveniente dalla Siria senza l'appoggio dei Giudei? Nella guerra del 70 furono coinvolte varie legioni più truppe ausiliarie e altre forze ancora. Senza i Giudei i Galilei non c'è l'avrebbero mai fatta.

La guerra del 70 fallì proprio perché fu una guerra zelotica, con cui non solo si voleva cacciare lo straniero ma anche sottomettere la Giudea. Quando i Galilei vogliono farlo re, lui si nasconde, non perché il suo regno era “nei cieli”, ma perché voleva un'insurrezione nazionale, popolare, in cui nessuna etnia o nazionalità potesse prevalere sulle altre. Gesù voleva realizzare una democrazia non una monarchia in stile davidico.

Obiezione: Pietro era uno zelota spietato e senza capacità compromissorie (vedi Anania e Saffira negli Atti). Tuttavia da più parti ho rilevato la tesi che fosse addirittura fratello di sangue di Gesù.

Risposta: In Mc 6,3 i fratelli di Gesù sono quattro maschi, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda e un imprecisato numero di sorelle (anonime). Non sappiamo altro. Giacomo sostituì Pietro alla guida della comunità di Gerusalemme. Era un giudeo ortodosso e di Gesù non capì nulla. Gesù detestava i suoi parenti, tant'è che sulla croce affidò la madre vedova a Giovanni Zebedeo.

Obiezione: C'è l'ipotesi di Donnini secondo cui i soggetti in questione siano due, due Gesù (o Giosuè), fusi in un'unica narrazione che li intreccia da farne uno solo: uno zelota antiromano, un Che Guevara ante litteram, e un altro “figlio dei fiori”, un “figlio del padre”, Bar Abbas o Barabba... Che ne pensi?

Risposta: Purtroppo prima di Cascioli e Donnini tutti gli esegeti (protestanti o cattolici sudamericani) quando parlano del Gesù politico lo associano agli zeloti, perché secondo Giuseppe Flavio gli ebrei ribelli erano soprattutto zeloti della Galilea, i quali al tempo di Erode il Grande avevano trovato in molti farisei un appoggio significativo. Ma Gesù va oltre gli zeloti, non vuole un regno di Dio né predica una teologia politica. Il titolo di figlio di Davide lo rifiuta sempre. Accettava solo il titolo di figlio dell'uomo.

Barabba è ovviamente un nickname, diremmo oggi. Ma per me è una persona reale. Probabilmente era un capo zelota molto noto, che avrebbe anche potuto smentire il racconto degli evangelisti che presentano un Gesù pacifista e buonista a oltranza. Inoltre mettiti nei panni di un cristiano che legge il vangelo. I redattori presentano Barabba e gli altri due come criminali comuni, che meritavano di morire. Erano dei malfattori, non dei patrioti (per quanto terroristi). Se Pilato accetta lo scambio, proposto dai sacerdoti, tra Barabba e Gesù, allora l'antisemitismo, da parte del lettore cristiano, sale alle stelle (in fondo è questo l'obiettivo dei redattori: far cadere tutte le colpe della croce sui Giudei). Cioè un cristiano può arrivare a pensare che i Romani abbiano fatto bene a distruggere il Tempio e a schiavizzare tutti gli ebrei. Invece se Barabba è un patriota, uno si può anche chiedere: cosa aveva Gesù per non sembrare un “patriota” come lui? Non aveva forse detto di volersi sacrificare per le pecore perdute d'Israele? Ecco perché ritengo (per quanto non fosse un'usanza dei procuratori romani) che Pilato, come sua tattica personale, abbia optato per uno scambio di prigionieri, nella speranza di poter eliminare più facilmente quello che riteneva più pericoloso.

Obiezione: In effetti Giuseppe Flavio appiattisce le istanze rivoltose alla sola setta degli zeloti... Ma se tu ammetti che non vi era l'usanza di mettere ai voti chi dovesse venir liberato, come è possibile che Pilato abbia lasciato libero un pericoloso zelota? Io penso invece che nei vangeli vi sia una continua sovrapposizione di nomi e persone. Anche gli altri due crocifissi vengono definiti “ladroni”, ma probabilmente erano due ribelli terroristi o due zeloti patrioti. Si è data una traduzione sbagliata del greco “eteroi duo kakourgoi”.

Risposta: Secondo te chi è più pericoloso: il terrorista che ammazza qualcuno, ma dietro di sé non ha quasi nessuno, cioè è privo di sostegno popolare; o il politico che, in forza di tale sostegno, entra democraticamente e pacificamente a Gerusalemme, in groppa a un asino? I discepoli di Gesù erano tutti armati, ma sino all'ultimo Gesù vuol far capire che è in grado di occupare la Fortezza Antonia come e quando vuole, eppure spera che i Romani si arrendano senza spargimento di sangue. Mettiti nei panni di Pilato: di chi avresti più paura? Secondo te perché gli fa dare 120 frustate prima di giustiziarlo? Perché i soldati lo vessano con torture così pesanti? Questi non sono forse segni che lo odiavano a morte? È impossibile che non abbiano pensato che, se ci fosse stata un'insurrezione, nessuno di loro si sarebbe salvato. Pur di volerlo sulla croce, Pilato avrebbe fatto di tutto. Nei vangeli viene presentato come un fantoccio nelle mani dei sacerdoti, un uomo privo di personalità, un pavido menefreghista, ma come al solito siamo nell'ambito di una narrazione tendenziosa antisemitica, che nel mentre fa ricadere tutte le colpe sui Giudei, cerca un compromesso politico coi Romani, i cui termini sono molto semplici: noi smettiamo di contestare l'imperatore, ma voi non potete pretendere che noi gli si attribuisca un culto.

Obiezione: Ma se Gesù fosse stato, per fantasia diciamo, un capo rivoltoso, i suoi seguaci, perché invece di continuare la causa, magari con un altro capo, si sono fatti perseguitare senza quasi reagire in suo nome e in nome del messaggio evangelico? Che senso ha che il leader venga ucciso e loro, invece di combattere con le armi, si fanno trucidare perché annunciano la sua resurrezione e il messaggio salvifico?

Risposta: Anzitutto noi abbiamo dei testi che rispecchiano la teologia petropaolina, quella risultata vincente. Nella prima parte degli Atti l'unico vero protagonista degli apostoli è Pietro, l'inventore della tesi della resurrezione quale interpretazione della tomba vuota. Fu lui a dire ai Giudei che Gesù doveva morire secondo la prescienza divina, per insegnare agli uomini la loro impotenza a compiere il bene. Poi aggiunse che sarebbe tornato in pompa magna per liberare Israele, se però i sommi sacerdoti si fossero pentiti di ciò che gli avevano fatto. Poi sarà Paolo ad aggiungere, vista la mancata parusia, che Gesù era figlio unigenito di Dio in via esclusiva e che sarebbe tornato alla fine dei tempi per giudicare tutti, ebrei e pagani. Di qui la fine del primato politico-nazionale di Israele.

Noi non sappiamo se questa teologia fu condivisa dagli altri apostoli. Stando al IV vangelo non lo fu da parte di Tommaso, Filippo, Andrea... E certamente Giovanni Zebedeo scrisse il vangelo opponendosi a Marco, portavoce o comunque redattore di Pietro. Suo fratello Giacomo fu poi ucciso nel 44. Noi non sappiamo se tutto il movimento nazareno (poi chiamato cristiano) non partecipò alla guerra giudaica del 66-70. Cioè se fuggì dalla Palestina (andando a Pella, nella valle del Giordano, col vescovo Simone) per sottrarsi alle persecuzioni giudaiche o per non essere confuso coi Giudei agli occhi delle legioni romane. Sappiamo solo che Gesù fu un leader politico tradito non solo da Giuda ma anche, dopo la sua morte, da Pietro e da Paolo. Il fatto che i cristiani si lasciassero ammazzare dai Romani perché si rifiutavano di riconoscere la divinità all'imperatore, non sta di per sé a dimostrare che non erano disposti a cercare un compromesso con l'impero. Erano gli imperatori che non si fidavano dei cristiani, non il contrario. Tant'è che con Costantino si raggiunse un'intesa perfetta e con Teodosio addirittura si fece del cristianesimo la religione di stato, togliendole anche l'ultima capacità eversiva che le era rimasta.

Il fatto però che non si sappiano tante cose non vuol dire che non possiamo parlarne. Dobbiamo ragionare e concessis. Cioè dando per scontato che le cose sarebbero potute andare diversamente rispetto alla classica interpretazione confessionale o mistica.

Obiezione: Su che testo c'è scritto che Lazzaro era un leader e dov'è scritto che a Gesù fu chiesto di compiere un'insurrezione?

Risposta: Devi sempre partire dal presupposto che i vangeli sono una mistificazione teologica di fatti politici. Lazzaro era un leader politico giudaico molto vicino a Gesù proprio perché i Sinottici non ne parlano. Probabilmente si conoscevano da bambini, poiché il IV vangelo dice che gli era molto affezionato (ecco un'altra prova che Gesù era giudeo e non galileo). Era del partito farisaico perché al suo funerale c'erano i farisei (almeno quelli più progressisti). E siccome Gesù accetta di entrare a Betania (per quanto si fosse comportato in maniera prudente appena arrivato), è impossibile che non abbia parlato coi farisei. Sappiamo bene che i vangeli presentano negativamente i farisei solo perché sono condizionati dal tempo in cui sono stati scritti, dopo la distruzione del secondo Tempio, in cui il giudaismo farisaico si differenziava nettamente da quello cristiano.

Quando le sue sorelle dicono a Gesù che se fosse stato lì, lui non sarebbe morto, non intendono riferirsi a qualcosa di miracoloso, ma al fatto che l'avrebbe potuto difendere. Ma lui non poteva essere lì, proprio perché era ricercato dalla polizia giudaica, per cui si nascondeva in Transgiordania. Quindi Lazzaro aveva compiuto un'azione politica al di sopra delle proprie forze, senza coordinarla col movimento nazareno.

Quando si parla di resurrezione di Lazzaro si deve intendere la decisione che Gesù prese di far risorgere l'idea insurrezionale di Lazzaro (o Eleazaro9). E che questa decisione fu presa a Betania, nella stessa casa di Lazzaro, è attestato dal fatto che una sua sorella, Maria, ruppe un costoso vasetto di profumo, profumando capelli e piedi di Gesù, cioè facendo capire d'essere convinta che se Gesù avesse voluto, l'insurrezione nazionale sarebbe riuscita. Giuda invece, ch'era un fariseo moderato, si scandalizzò di quello spreco, facendo capire di non essere affatto sicuro del successo dell'insurrezione senza l'appoggio di tutti i farisei.

Commento: In effetti la rottura del vaso d'ambra in Betania sembra l'investitura a pretendente al trono: è l'unzione, il diventare unto, cristo, cioè aspirante al trono di Davide.

Risposta: Ricordi quando il cieco Bartimeo lo sfida dicendogli: “Se davvero sei il figlio di Davide, abbi pietà di me”, cioè dimostra che sei il migliore anche sul piano umano non solo politico. La guarigione ovviamente è inventata. Ma nel racconto gliela fa solo dopo che l'ha chiamato “maestro”. Gesù rifiutava il titolo politico-religioso e monarchico di figlio di Davide. Il redattore vuol far vedere che Gesù voleva essere il figlio di Dio con un regno ultraterreno da gestire. Ma il racconto resta significativo del fatto che le questioni umane erano per Gesù equivalenti a quelle politiche.

Commento: Quando prende il Tempio con un colpo di mano, fa capire al Sinedrio che lui si propone in antitesi a farisei e sadducei... Il Tempio era costantemente sorvegliato da servi armati: Gesù non avrebbe potuto fare quello sfogo isterico, se non con l'aiuto di sicari armati che tenessero buone le guardie ed eventuali sgherri romani.

Risposta: Quando ha fatto l'epurazione del Tempio doveva avere con sé una parte del movimento battista o essenico, rappresentato da Giovanni Zebedeo, e una parte degli zeloti, rappresentati forse dal fratello di Pietro, Andrea. Infatti i Galilei, quando si rifugia in Galilea dopo l'epurazione, gli fanno una gran festa. L'epurazione fallì perché i farisei non l'appoggiarono come avrebbero dovuto, essendo avversari dei sadducei. Poi Nicodemo lo volle incontrare in segreto per scusarsi.

Obiezione: Questa di Nicodemo con la cenere in testa non la immaginavo.

Risposta: Non ricordi che lo va a trovare di nascosto e gli dice di essere d'accordo sulla purificazione del Tempio? Nicodemo è stato surrettiziamente inserito nel racconto della sepoltura di Gesù probabilmente perché arrivò a convertirsi alla teologia paolina.

Obiezione: Ma di tutto questo non c'è un solo passo dove sia scritto...

Risposta: Prova a leggere Bultmann e vedrai che lui non mette la mano sul fuoco neanche su un versetto dei vangeli. E comunque quando i 5.000 Galilei gli chiesero di diventare re, non era forse per marciare su Gerusalemme e cacciare i Romani dalla Fortezza Antonia? Inoltre ti sei mai chiesto perché, una volta entrato trionfalmente a Gerusalemme, i redattori scrivono che i Giudei non credevano in lui? Ciò va considerato assolutamente falso. Gesù non era entrato per perdere ma per vincere. Non avrebbe messo a rischio la vita di migliaia di persone. Non era un avventuriero, un estremista irresponsabile.

Obiezione: Lazzaro era fariseo perché al suo funerale c'erano i farisei? Scusa dove lo leggi? Lazzaro era un leader politico molto vicino a Gesù proprio perché i Sinottici non ne parlano? Che logica è questa?

Risposta: Lazzaro era morto inaspettatamente, probabilmente in uno scontro armato coi Romani. Non poteva esser morto di malattia, perché in tal caso Gesù non avrebbe potuto far nulla per aiutarlo. Quando le sorelle gli dicono che se lui fosse stato lì, il fratello non sarebbe morto, non si aspettavano certo una guarigione miracolosa, ma un sostegno politico-militare.

Tuttavia, essendo ricercato dalla polizia giudaica e costantemente a rischio di linciaggio, Gesù non aveva potuto far nulla; era rimasto nascosto oltre il Giordano, fuori dalla Giudea. Quando però lo vennero ad avvisare che Lazzaro era moribondo, rischiò il tutto per tutto e s'incamminò, con alcuni discepoli, verso Betania, a pochi chilometri dalla capitale, dove avrebbe rischiato anche lui d'essere ammazzato. Infatti Tommaso glielo dice.

Lazzaro era un suo prezioso alleato giudaico. Nel testo si sono limitati a dire “Colui che tu ami è malato”. Gesù doveva conoscerlo da molto tempo, anche se nei vangeli non viene mai ricordato. Un successivo manipolatore, resosi conto di tale stranezza, ha cercato di rimediarvi, scrivendo al v. 2 che “Maria era quella che unse il Signore di olio profumato e gli asciugò i piedi coi suoi capelli”. Questa cosa però verrà fatta soltanto dopo qualche giorno (o qualche settimana) a questo episodio, tant'è che nel vangelo viene messa al capitolo successivo. Poi al v. 19 viene detto: “Molti Giudei erano andati da Marta e Maria per consolarle del loro fratello”. Molti Giudei? Ma allora Lazzaro era un personaggio famoso. Dunque perché in nessun vangelo se ne parla?

Quali Giudei andarono a trovarlo? Di sicuro non i sadducei o gli anziani. Non potevano essere che i farisei, almeno la parte più progressista del loro partito, anche se nel racconto vengono presentati come dei traditori. E Gesù va a trovarlo approfittando del fatto ch'era morto. Quello era il momento migliore per realizzare un'intesa coi farisei, ponendo Giudei e Galilei sullo stesso piano contro Roma. È a Betania che decide di proseguire il messaggio di liberazione dei Giudei espresso da Lazzaro. Lo fa “risorgere” in quella maniera.

Obiezione: Questa è un'interpretazione del vangelo. Come questa se ne possono creare di svariate. Comunque niente di storico o comprovato. Solo interpretazioni alla Biglino.

Risposta: Parlare di storia oggettiva in presenza di testi mistificanti come i vangeli è ridicolo. Gli esegeti fanno solo supposizioni. Nessun esegeta oggi direbbe che la sua interpretazione è scientifica perché conforme al dettato evangelico. Dovrebbe essere un fanatico o uno sprovveduto. Verrebbero negate le tre ricerche storiche fatte su Gesù Cristo. Noi dobbiamo dare per scontato che al di là di interpretazioni soggettive non possiamo andare. La stessa teologia petropaolina è un'interpretazione della vicenda di Gesù. E per me è una falsificazione, anche se non mi permetto di dire, come i mitologisti, che sia tutta un'invenzione.

Obiezione: Da dove derivi tutte queste certezze? Non mi scandalizzano le congetture, visto che ancora ne sappiamo così poco. Ciò che non comprendo è la certezza assoluta con la quale vengono presentate.

Risposta: Smettila di chiedermi quali testi ne parlano. Devi ragionare con la tua testa. Rifiuta i culti della personalità. Vai per ipotesi. Elabora delle interpretazioni. Confrontati con chi non la pensa come te. Io lo faccio da molto tempo, leggendo un'infinità di libri (decine di testi solo sulla Sindone, cui all'inizio non aveva dato alcuna importanza, poi mi sono convinto che è l'unico documento autentico di tutto il NT). Da quali testi giudaici Pietro ha elaborato l'idea della resurrezione di un corpo morto? Da nessuno. Non ce n'erano. Però sulla base della sua idea è nato il cristianesimo.

Obiezione: Dai quattro vangeli esce fuori un Gesù riformatore religioso, che anzi ha tradito le attese messianiche di tipo politico care ai gruppi religiosi del tempo, come per esempio gli zeloti.

Risposta: È vero, ma le attese che avevano erano di tipo teologico-politico. E Gesù le rifiutava, in quanto lui era soltanto un leader politico, anche se i redattori lo fanno passare per un leader solo religioso. Ma quando iniziano a scrivere, gli evangelisti erano dei soggetti politicamente sconfitti. E pur di sopravvivere si sono inventati una revisione di tipo religioso delle idee di Gesù.

Obiezione: Direi il contrario e cioè che lui rifiutasse quelle attese perché era un leader religioso e non politico; che poi il suo messaggio successivamente abbia avuto un risvolto sociale è vero, così come si può anche ipotizzare che nella cerchia dei suoi discepoli ci fosse qualche zelota, che però non aveva capito quale fosse la missione di Gesù. Del resto quali sarebbero le fonti storiche dalle quali verrebbe fuori la figura di Gesù leader politico fautore di presunte insurrezioni armate?

Risposta: Quindi tu prendi le fonti del NT secondo le intenzioni di chi l'ha prodotto? Ti rendi conto che è dai tempi di Reimaurs che non lo si fa più? Ci sono state ben tre ricerche sul Gesù storico e quasi nessun esegeta ha mai messo in dubbio che la gran parte dei vangeli è puramente redazionale.

Obiezione: E chi mette in dubbio che debba essere proprio il Gesù storico a doversi studiare e non solo quello della fede? Solo attraverso un'impostazione storica si può arrivare a delineare le tracce della complessa personalità del Nazareno.

Risposta: Noi non sappiamo nulla del Gesù storico. Abbiamo a che fare con testi ampiamente tendenziosi, preoccupati a trasformare il Gesù politico in un Cristo teologico. Tutte le interpretazioni sono necessariamente relative e soggettive. Purtroppo è solo su queste che possiamo lavorare. Se riteniamo, come Ambrogio Donini, seguace di Kryvelev, che allo stato attuale delle fonti non possiamo dire nulla di certo su Gesù Cristo, allora tanto vale smetterla con tutti i nostri discorsi. Mettere in piedi dei forum per ribadire tesi catechistiche è ridicolo. Saremmo lontani mille miglia dalle tre ricerche storiche su Gesù, dalla sinistra hegeliana, da Reimarus e da tutta la teologia protestante del '900, per non parlare di quella ateistica americana o di quella teopolitica dei cattolici sudamericani (scomunicati da Wojtyla e Ratzinger). Saremmo sempre i soliti italiani provinciali, quando invece dovremmo esser noi a tirare le conseguenze più logiche o radicali della demistificazione dei vangeli.

Obiezione: Premesso che non si può fare ricerca storica sul cristianesimo senza tenere conto dei vangeli, il problema del Gesù storico si è presentato anche nel protestantesimo, quando Ernst Käsemann, contestando il suo maestro Bultmann, nel 1953 disse: “o noi incontriamo il Gesù storico, o il nostro discorso è campato in aria, è un mito, è puro ragionamento”. Egli in sostanza afferma che noi possiamo e dobbiamo incontrare il Gesù della storia, analizzando il testo stesso dei vangeli.

Risposta: Käsemann e Bornkamm arrivarono a dire che il Cristo della fede (o biblico) è sostanzialmente equivalente al Gesù storico, benché mediato dalla fede religiosa dei suoi discepoli, che non ha fatto modifiche significative al suo messaggio. Quindi la differenza sta soltanto nei diversi livelli di “fede” tra l'uno (Gesù) e gli altri (i discepoli). In altre parole, se i cristiani hanno creduto nella resurrezione di Gesù, vuol dire che non si può prescindere da tale convinzione nella ricostruzione delle sue vicende. Per me questa è un'impostazione completamente sbagliata, perché del tutto mistica. Preferisco mille volte Bultmann, anche se non capisce nulla della politicità rivoluzionaria del Cristo.

Obiezione: È la prima volta che sento questa cosa su Lazzaro. Al massimo avevo sentito ch'era il cognato di Gesù, vista l'intimità del quartetto di Betania.

Risposta: Sicuramente dovevano essere molto amici. Forse Maria nutriva speranza di accasarsi con Gesù, vista la confidenza che dimostra d'avere col vasetto di profumo. Ma non ci sono riscontri su una stretta parentela, anche se non si può escluderla a priori. Come non si può escludere che questa Maria coincida con la Maddalena, dando ovviamente per scontato che l'epiteto di prostituta o indemoniata sia completamente inventato (e che le fu probabilmente attribuito dalla corrente petrina risultata vincente nel movimento nazareno).

Obiezione: Gesù davanti a Pilato non chiarì forse che il suo regno non era di questo mondo?

Risposta: Il dialogo tra Gesù e Pilato è completamente inventato, in quanto nessun apostolo poté esservi testimone. Soprattutto è inventata la frase che tu riporti, poiché, se fosse stata vera, Pilato non avrebbe rischiato la propria carriera eliminando uno che non aveva intenzione di far nulla contro Roma, anzi che poteva essere un alleato dei Romani contro i fanatici e speculatori che gestivano il Tempio o contro gli zeloti che facevano gli estremisti patrioti.

Obiezione: Sappiamo però che Pietro stava nel cortile della casa dei sacerdoti Anna e Caifa. Quindi un testimone c'era. Inoltre se Gesù ha detto che il suo regno non era di questo mondo, si può spiegare perché Pilato disse di non trovare in lui alcuna colpa.

Risposta: Pietro stava nel cortile della casa di Anna non di Caifa. E in quel cortile poté entrare grazie a Giovanni, che conosceva gli ambienti di Anna, probabilmente frequentati prima di diventare seguace di Gesù, tant'è che la portinaia lo fa entrare subito. E in quel cortile Pietro non poté ascoltare nulla, a differenza di Giovanni. Tutto il processo giudaico, con tanto di Sinedrio presente, descritto in Marco 14, quello tra Gesù e Caifa, è completamente inventato, è una parodia non solo surreale, ma, nel proprio marcato antisemitismo, anche vergognosa. Quanto a Pilato, dal trattamento che ha riservato a Gesù prima di mandarlo sul patibolo, è evidente che lo voleva assolutamente morto. La versione del IV vangelo relativa ai dialogo tra i due, messa da qualche manipolatore di Giovanni, è stata scritta per scaricare tutte le responsabilità sui Giudei, quindi è nettamente antisemitica.

Obiezione: In che modo Giovanni frequentava gli ambienti del capo sacerdote Anna, in Giudea, a Gerusalemme ? Gli portava il pesce da Cafarnao, in Galilea? Non era troppo giovane Giovanni per avere conoscenze così importanti?

Risposta: Per me Giovanni, ch'era giudeo, non galileo, voleva tentare la carriera ecclesiastica servendosi degli ambienti del sommo sacerdote Anna (o Anania), che non era come quel rinnegato di Caifa, essendo stato deposto da Valerio Grato. Eusebio di Cesarea riporta un'affermazione, attribuita a Policrate di Efeso (fine II sec.), secondo cui Giovanni Zebedeo faceva riferimento a una delle classi sacerdotali che gestivano il culto del Tempio di Gerusalemme. Probabilmente Giovanni aveva frequentato gli ambienti di Anania prima ancora di frequentare quelli del Battista. Anania era molto importante, anche più di Caifa, perché ebbe cinque figli sommi sacerdoti e lo stesso Caifa era suo genero.

Obiezione: “Cristo si rifiutò di compiere l'insurrezione antiromana quando gliela chiesero 5.000 Galilei”? Esattamente quando sarebbe avvenuta questa cosa?

Risposta: 5.000 uomini sono tanti, più che sufficienti per prendere il potere a Gerusalemme. Lui parla sul monte Tabor in Galilea e loro si convincono che può diventare re, sull'esempio di Davide. Così vien detto nel IV vangelo. Ma lui si nasconde perché rifiuta la proposta per due motivi: non vuole costruire una monarchia davidica ma una democrazia popolare; non vuole realizzare l'insurrezione antiromana senza il contributo dei Giudei, perché sapeva benissimo che una cosa era cacciare la coorte romana stanziata nella Fortezza Antonia; un'altra, ben diversa, resistere alla ritorsione delle legioni romane della Siria. Il suo rifiuto comporta l'abbandono dei Galilei alla sua causa rivoluzionaria, al punto che lui è costretto a chiedere ai suoi apostoli se volevano andarsene anche loro.

Obiezione: Non riesco a credere che si possano davvero ancora leggere i vangeli con questo ingenuo approccio letteralista. Stiamo evidentemente parlando della pericope della moltiplicazione dei pani, che è stata dimostrata da oltre due decenni una mera fiction letteraria esemplata sui viaggi di Telemaco, che va prima da Nestore a Pilo poi a Sparta da Menelao.

Risposta: Quale approccio letteralista? Io nego che sia mai avvenuta una moltiplicazione dei pani e dei pesci. Quel miracolo è stato messo per mistificare qualcosa ch'era accaduto sul piano politico. Lui parlava sul monte Tabor, dopo che i discepoli in missione avevano raccolto 5.000 seguaci. Questi s'infiammano, anche se non sappiamo perché: i redattori censurano completamente il discorso di Gesù. Vogliono farlo re e portarlo a Gerusalemme (contro i sadducei e i Romani), ma lui rifiuta, non ritenendo quello il modo giusto. Gli apostoli rimangono scioccati. Pensavano che quello sarebbe stato il momento più opportuno e con le forze più che sufficienti. Invece non avevano ancora capito che lui voleva realizzare la democrazia non la monarchia, un'insurrezione guidata non dai soli Galilei, ma anche dai Giudei. Dove sta il problema in questa semplice ricostruzione dei fatti?

Obiezione: “Quel miracolo è stato messo per mistificare qualcosa ch'era accaduto sul piano politico”. Questa è allo stesso tempo fantasia pura e un terribile paralogismo, qualcosa che cozza contro la logica di base. Non credevo che esistessero ancora i “Teorici della Cospirazione”, liberi sognatori senza istruzione che vivono solo nel dorato mondo dei dilettanti fai-da-te dell'Internet. È una tesi che, ammesso che abbia mai avuto dignità accademica, è scaduta da (molti) decenni, roba che fa semplicemente ridere. Vi credevo tutti estinti nel secolo passato. L'ultimo epitaffio ve lo ha dedicato vent'anni fa John P. Meier (un super-prete che non gode certo delle mie simpatie): “Certamente ci saranno sempre degli scrittori che asseriscono che gli evangelisti hanno celato l'autentico Gesù storico – cioè Gesù il violento rivoluzionario che fu messo a morte per aver cercato di suscitare una rivolta contro Roma – e lo hanno sostituito con l'imbarazzante figura del mite e amorevole Gesù dei vangeli. In un certo senso non c'è motivo di discutere con questi tanto convinti “Teorici della cospirazione”. La massa di tradizioni evangeliche prodotte dagli studiosi per confutare la teoria della “cospirazione” non fa altro che dimostrare a questi teorici della “cospirazione” la pervasiva natura della mistificazione. Questa situazione somiglia un po' a un circolo vizioso. Da un lato i teorici della “cospirazione” sostengono che la mistificazione è stata così massiccia e ampia da ingannare la maggior parte degli studiosi. Tuttavia, dall'altro lato, ci vien chiesto di supporre che gli evangelisti siano stati straordinariamente inetti nella loro mistificazione. Inavvertitamente essi avrebbero lasciato nei vangeli materiale sufficiente perché coloro che hanno occhi per vedere – ossia, i teorici della “cospirazione” – possano intendere la verità nascosta di Gesù, il rivoluzionario armato”. (Un ebreo marginale, vol. III, pp. 608-609).

Provo a spiegare perché l'approccio letteralista è sbagliato e fallace fin nelle fondamenta logiche. Non è proprio possibile pensare di poter fare cherry-picking ad arbitrio, estraendo presunta “Vera Storia” dal Mito e costruirci sopra castelli in aria ancora più fantasiosi. Non si può fare, semplicemente. Quello che abbiamo per le mani è un episodio completamente mitico, anzi due (la moltiplicazione dei pani e la camminata sull'acqua). Tra queste due scene miracolose Giovanni ha intercalato una frasetta: “Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo”, frasetta che voi “Teorici della cospirazione” pretendete di elevare a “Vera Storia” (sic!).

Potrei stare qui due ore a elencare tutti gli antecedenti letterari utilizzati per confezionare questi episodi mitici, completamente mitici. Sono tanti, si va dalla Telemachia di Omero ai prodigi di Eliseo, poi Mosè sul monte nel deserto che passa il testimone a Giosuè, le citazioni di Ezechiele, i pani che Achimelech offre a Davide, le citazioni dei rituali eleusini di Demetra, ecc.

Come si può pensare di pescare “pepite storiche” all'interno di storielle fantasy come queste? Pensare che possano conservare un qualsiasi nucleo di materiale storico è semplicemente ridicolo. Costruirci sopra fantasiosi castelli è anche peggio, compreso il monte Tabor (che tra l'altro sta a una trentina di km dal lago, non sulle sue rive).

Risposta: Penso che sia piuttosto inutile parlare con chi ritiene che nei vangeli sia tutto mitologico. Per me i mitologisti sono l'altra faccia della medaglia, cioè si pongono sullo stesso piano dei teologici (i confessionisti o catechistici), che considerano tutto vero quanto descritto nei vangeli. Gli evangelisti non hanno inventato delle favole, come facevano Esopo e Fedro, né hanno elaborato dei miti per intrattenere un pubblico annoiato. Han fatto qualcosa di molto più grave: han falsificato o mistificato degli eventi reali. Che poi in quest'operazione fraudolenta abbiano usato figure retoriche o costruzioni immaginifiche vicine ai racconti mitologici, o che recuperino alcuni episodi leggendari dell'Antico Testamento, è un altro discorso. Ma questo secondo aspetto lo lascio agli specialisti. Per me i vangeli sono testi politici in cui la teologia ha voluto intenzionalmente travisare la realtà. Sono stati elaborati in seguito alla sconfitta politica del movimento nazareno, in seguito alla rinuncia all'obiettivo dell'insurrezione antiromana; e invece di fare autocritica, le comunità cristiane, al seguito della teologia petropaolina, han cercato di trovare un compromesso con l'impero romano. Tutto qui.

*

Gesù non era un rabbino, non era iscritto a nessun “partito di Dio”, non ha mai cercato di far parte del Sinedrio. Non frequentava le sinagoghe, se non quella di Cafarnao, da cui però era stato subito espulso. Scribi e farisei l'avvertivano come un avversario pericoloso e minacciavano di scomunicare chiunque lo riconoscesse come “messia”. Anziani, sadducei e sommi sacerdoti lo volevano morto. Di “religioso”, in sostanza, non aveva nulla, tant'è che alla samaritana disse che pregare Dio nel Tempio o sul monte Garizim non sarebbe servito a niente per liberare la Palestina dai Romani. A causa di questa indifferenza per le questioni religiose, che arrivava fino a considerare di natura divina tutti gli esseri umani, a volte ha rischiato d'essere linciato. Ritiene sostanzialmente superata la legge di Mosè. Rifiuta il maschilismo ebraico, anche se si è impegnato a non sposarsi finché non avesse adempiuto il proprio voto di nazireato, che fece insieme al Battista, di cui condivideva il comunismo essenico, anche se gli sembrava molto limitativo il rito del battesimo. Non lo si vede mai pregare nel Tempio o praticare i consueti rituali di purificazione o di digiuno. E non fa dei precetti alimentari una questione dogmatica. Anzi dal Tempio cerca di cacciare i sadducei, senza però riuscirvi per colpa del mancato appoggio dei farisei (di questo Nicodemo si scuserà). Il Pater non può essere una sua preghiera, perché parla di “regno dei cieli” e rappresenta un Dio onnipotente e onnisciente, nei cui confronti l'uomo è una nullità. In presenza di bisogni concreti (come la fame o l'assistenza ai malati) non si opponeva alla violazione del sabato, ch'era uno dei precetti fondamentali della Torah. Quando partecipa alle feste di precetto, a Gerusalemme, ne approfitta per discutere di politica coi maggiori partiti. Non ha mai accettato nessun titolo religioso o teologico-politico. Non pone alcuna difficoltà a riconoscere la grandezza morale di persone lontane dal giudaismo, tant'è che va a cercare consensi nella Decapoli e nella Fenicia, e nell'ultima Pasqua alcuni Greci vogliono parlare con lui. Il fatto che conoscesse bene le Scritture appariva come un'anomalia, poiché l'interpretazione ufficiale, rigorosa, dei sacri testi era riservata a un personale specializzato, che aveva dovuto subire esami su esami per poter svolgere il proprio ruolo. E lui non aveva fatto un percorso specifico in questa direzione. Infine non fa dei legami di sangue una questione di principio, tant'è che oppone ai parenti più stretti i discepoli che lo seguivano e sulla croce affida sua madre vedova al discepolo prediletto, che non era suo parente.

Tutto questo appare abbastanza evidente soprattutto nel I e nel IV vangelo, anche se gli evangelisti (canonici e apocrifi) fan di tutto per trasformare il Gesù politico in un Cristo teologico, il Gesù della storia in un Cristo della fede. Lo fanno entrare a Gerusalemme non per vincere ma per perdere, per farsi immolare, non per occupare la Fortezza Antonia, cacciando la guarnigione romana e compiendo una insurrezione nazionale. L'idea petrina che la sua morte sia stata necessaria, voluta dalla prescienza divina, per dimostrare l'impotenza umana, fu profondamente sbagliata. Così come lo fu l'idea paolina di considerare Gesù l'unigenito figlio di Dio in via esclusiva, che sarebbe tornato alla fine dei tempi per giudicare l'intero genere umano. L'unico elemento che poteva far pensare che in Gesù Cristo vi fosse qualcosa di poco chiaro non furono certo i miracoli (poiché non ne fece alcuno, a meno che non si vogliano far rientrare alcune guarigioni nella psicopatologia), ma fu la stranezza della tomba vuota e il lenzuolo funebre trovato al suo interno, le cui macchie effettivamente risultavano inspiegabili. Ciò tuttavia non autorizzava a sostituire l'obiettivo dell'insurrezione con la tesi mistica della resurrezione. È stato un errore dare più peso a ciò che fece da morto, dimenticando quel che fece da vivo.

Obiezione: Era un rabbino, perché veniva chiamato così da molti. Conosceva i testi molto bene. Voleva solo riformare la religione ebraica ma non ci è riuscito.

Risposta: I rabbini erano petulanti, noiosi, cavillosi, legati a mille interpretazioni della legge. Lui non fa mai queste cose. Contesta solo le interpretazioni più assurde che davano i Giudei, come quella di non assistere i propri genitori solo perché si era fatta un'offerta a Dio, o quella d'aver inventato il libello del ripudio a favore dei maschi, o come quella di trasgredire il sabato in nome della circoncisione e poi accusare lui di farlo in nome di un bisogno umano oggettivo... Non ricordi quando la guardia del Tempio dice: “Nessuno ha mai parlato come quest'uomo” (Gv 7,46)?

Precisazione: Il rabbino era un capo spirituale di una comunità ebraica. “Rabbi” è un titolo onorifico che indica un dottore della Legge. “Rabboni” sta per “mio maestro”. Apostoli e discepoli, quando interloquivano con Gesù, lo chiamavano “rabbi”, mentre il termine “rabboni” esprimeva maggiore stima e trasporto di tipo confidenziale, anche se il significato era sempre “maestro”. Gesù studiò presso la comunità essenica per diventare rabbino, anche se non si mise mai a capo di una comunità ebraica, preferendo la predicazione itinerante, fermo restante il suo indiscusso titolo e la sua preparazione di “rabbi”. Che Gesù facesse parte della corrente ebraica degli esseni è cosa ormai nota.

Risposta: In effetti che avesse titolo a commentare la legge è dimostrato dal fatto che glielo permettono nelle sinagoghe, da dove però viene presto espulso. Quindi se lo chiamano rabbi lo fanno contro il parere dei rabbini ortodossi, per i quali era solo un eretico.

Tuttavia ritengo sia sbagliato sostenere che Gesù abbia partecipato alla comunità essenica condividendone tutto l'operato. Il battesimo del Battista si rifiutava di somministrarlo, anche se non lo impediva agli ex discepoli del Battista passati da lui. Questo perché lo riteneva uno strumento insufficiente a compiere l'insurrezione nazionale. Lo dimostra il fatto che il Battista si rifiuta di partecipare all'epurazione del Tempio, cioè alla cacciata dei corrotti sadducei dalla sua gestione. Il Battista non si sentiva “messia”, non voleva porsi a capo di alcun movimento politico. Era solo un profeta etico-religioso che al massimo criticava Erode sul piano giuridico-formale a causa del suo secondo matrimonio.

Questo peraltro fa pensare che Gesù avesse superato in cuor suo anche tutte le pratiche etico-religiose o rituali degli esseni, che vivevano isolati (seppur in regime comunitario o comunistico) nel deserto. Al massimo può aver apprezzato l'esigenza di eliminare la proprietà privata dei mezzi produttivi. Tant'è che quando nasce il cristianesimo petropaolino tali pratiche religiose vengono recuperate e trasformate in “sacramenti” (battesimo, eucaristia...), come documentano i testi di Qumran. Cioè mentre il cristianesimo “tradisce” il movimento nazareno, impostato politicamente, recupera nel contempo il lato religioso dell'essenismo. Tale compromesso è ben documentato nel racconto sinottico del battesimo di Gesù da parte del Battista, che molto probabilmente non è mai avvenuto, anche perché viene descritto in maniera del tutto mistica. Al massimo Gesù può aver imitato il Battista nel voto di nazireato, portando sino alla morte barba e capelli lunghi e vietando a se stesso di sposarsi finché non avesse adempiuto il voto.

Obiezione: Gesù ha appreso e stazionato presso la comunità essenica finché lo ha ritenuto opportuno, in quanto egli non condivideva in pieno i loro obiettivi. Ciò detto, è difficile stabilire con esattezza se l'allontanamento da questa comunità abbia coinciso con la decisione d'intervenire politicamente. Personalmente credo che tale decisione sia stata maturata dopo un determinato periodo di predicazione itinerante, durante la quale il contatto e le esigenze dei fedeli avranno contribuito alla decisione politica di Gesù. È scontato altresì che il cristianesimo, così come lo conosciamo, è più opera di Paolo che di Gesù.

Risposta: Volevo dirti che io mi baso sulla cronologia del IV vangelo, perché ritengo quella marciana (ripresa da Matteo e Luca) completamente sbagliata, soprattutto là dove si fa concludere la vita di Gesù con la purificazione del Tempio e la resurrezione in Galilea. Il che è servito per attribuire ai Giudei, con tutto l'antisemitismo possibile, l'intera responsabilità della morte di Gesù, quando invece Pilato lo voleva morto non meno di Caifa.

E stando a Giovanni la rottura tra Gesù e il Battista avviene proprio in concomitanza dell'insurrezione contro il Tempio, all'inizio della carriera politica del Cristo, che in un certo senso ereditò, sviluppandola politicamente, quella etico-giuridica di suo cugino. Il Battista non aderì all'epurazione non perché non detestasse i sadducei, ma perché non la riteneva fattibile. Tra i due però non ci fu più alcuna riconciliazione.

Obiezione: I suoi devoti lo chiamavano rabbi: “Gesù le disse: Maria! Lei si voltò e gli disse in ebraico: rabbunì!, che significa: maestro!”.

Risposta: “Rabbunì” non significa semplicemente “maestro” ma “mio maestro”. È più confidenziale, non è formale. Anche Bartimeo usa lo stesso termine. Non c'è distacco reverenziale, ma intimità. C'è molta differenza. I rabbini erano disprezzati perché dicevano una cosa e ne facevano un'altra.

Obiezione: Nei Sinottici conto nove volte che viene chiamato rabbi, ma se lo era, doveva essere sposato.

Risposta: In realtà non era sposato, per questo non era un rabbi come gli altri. È come se io dicessi a te: sei un esegeta di tutto rispetto, oppure sei un mio amico. In quel “mio amico” c'è già dentro l'esegeta di tutto rispetto. Invece se ci fosse solo questo, non è detto che ci sarebbe l'amicizia personale. Indubbiamente il matrimonio era importante per gli ebrei, un dovere sociale. I figli erano una benedizione. Chi non si sposava veniva guardato con sospetto. Dovevi appunto aver fatto un voto per non suscitare retropensieri molto sconvenienti. Gli apostoli erano tutti sposati, a eccezione di Giovanni. Almeno così dicono. Forse anche per questo Gesù gli affidò la madre vedova, fregandosene altamente dei propri fratelli, che non l'avevano mai capito.

Obiezione: “E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello”. Non vorrei sbagliarmi ma la “frangia” al mantello era tipica dei “rabbini”.

Risposta: Peccato che la frase che hai riportato non rispecchia in alcun modo la realtà ma solo la fantasia dei redattori superstiziosi.

Obiezione: A me sembra che il tuo post dipinga il Cristo in maniera falsata. Quella che lei hai descritto è la tua idea di Gesù, non è Gesù.

Risposta: E quale sarebbe il vero Gesù? Quello mistico dei vangeli? Quello degli esegeti confessionali? C'è una differenza abissale tra il Gesù degli esegeti russi (che partono dalle opere sul cristianesimo di Engels e Kautsky) e quello di tutti gli altri esegeti cattolici: come mai? Solo questi ultimi hanno ragione? Ma se persino l'esegesi più significativa, a livello mondiale, è ritenuta quella protestante! I migliori esegeti cattolici copiano da quelli protestanti. Anzi, i migliori esegeti cattolici restano in difetto persino nei confronti degli esegeti ortodossi, che sono i più conservatori di tutti: pensa solo a come interpretano il primato di Pietro, il ruolo infratrinitario ed eucaristico dello Spirito, la cattolicità della Chiesa, ecc. Lo vuoi capire che dobbiamo discutere su fonti inautentiche, che hanno inventato, falsificato e mistificato l'autentico messaggio del Cristo?

Obiezione: Nel tuo post il vero e il falso si mescolano sapientemente in modo da sviare i lettori distratti. Non mi sembra che tu abbia reso un buon servizio alla verità.

Risposta: E la verità quale sarebbe? Quella mistica dei vangeli? Quella confessionale degli esegeti? “Che cos'è la verità?”, scrivevano i redattori del IV vangelo per far credere che Pilato fosse uno scettico, senza rendersi conto che invece proprio lui voleva Gesù assolutamente morto.

Obiezione: Tutto il IV vangelo dice qual è la verità, il vero motivo della venuta di Gesù nel mondo, la necessità della morte, risurrezione e ascensione. I testimoni, i martiri, i padri della Chiesa forniscono ampie spiegazioni del tutto. Il fatto che oggi, dopo 2000 anni, siamo ancora qui a parlarne, dovrebbe avere un significato.

Risposta: Ti mancano purtroppo anche i presupposti minimi per compiere un'esegesi di tipo laico. Eppure basterebbe leggersi qualcosa delle tre ricerche sul Gesù storico che hanno un valore internazionale.

Obiezione: I rabbini di solito erano sposati, ma c'erano le eccezioni e la sua è sicuramente una di queste, altrimenti non avrebbe potuto dire agli altri di rinnegare e lasciare casa e mogli per seguirlo, se lui per primo ne avesse avuta una. Lui dice anche che non ha una casa come gli uccelli e le volpi... Dubito che avesse altro per la testa, anche se sicuramente qualche donna si sarà innamorata di lui. Certamente non la Maddalena, che in realtà doveva essere su con gli anni e non certo la bella fanciulla come veniva un tempo descritta o dipinta... Era una vedova o una donna non sposata di un certo ceto sociale, che a un certo punto della vita ha deciso di dare tutto (anche materialmente ) per la causa e lo ha seguito. Lei infatti, con altre donne, “manteneva il gruppo” coi propri soldi.

Risposta: Che la Maddalena fosse innamorata di lui lo fa capire bene il IV vangelo, dove non vi è nessuna acredine nei suoi confronti. Tant'è che lei si reca alla tomba non dopo tre giorni ma poche ore dopo ch'era stato sepolto, e non per completare la sepoltura affrettata ma semplicemente per piangere sulla sua tomba.

Questo personaggio è piuttosto complesso, anche perché ritiene che il corpo sia stato trafugato dai Giudei e non, come Pietro, che sia risorto. Di qui l'idea dei Sinottici di farla passare per una indemoniata.

Probabilmente con la sua tesi la Maddalena era convinta di fare un favore maggiore alla causa rivoluzionaria. Infatti, se si fosse diffusa l'idea che i capi giudei non si erano soltanto accontentati di far giustiziare il messia dai Romani, ma ne avevano anche trafugato il cadavere di notte, mostrando così tutta la loro pochezza d'animo, ovvero l'incredibile paura che avevano persino di un cadavere, il discredito su di loro sarebbe stato assai più grande di quello che si sarebbe ottenuto dicendo che, nonostante le loro intenzioni di morte, il messia era ugualmente risorto e che quindi presto sarebbe tornato in maniera trionfale. Chi avrebbe creduto a una cosa così stravagante?

Mc 16,9 tradisce un astio particolarmente forte per la Maddalena, ricordando p.es. che, pur avendo essa parlato per prima di resurrezione, avendo “rivisto” il Cristo coi propri occhi, non vollero crederle, a motivo del fatto ch'essa era stata un tempo indemoniata.

L'identificazione della Maddalena con la peccatrice di cui parla Lc 7,37 ss. è stata esplicitamente rigettata dalla Chiesa cattolica soltanto nel 1969, durante il Concilio Vaticano II! Come anche fu abolita l'accusa antisemitica di “deicidio” rivolta agli ebrei.

*

Perché i credenti non vedono di buon occhio l'immagine di un Cristo politicamente sovversivo? Eppure negli anni '70 era la più diffusa, soprattutto tra i teologi della liberazione, tra i cristiani per il socialismo, tra i catto-comunisti, ma anche tra i cattolici modernisti d'inizio '900, tra gli anarco-socialisti che lottavano per l'unificazione nazionale.

1) Perché viviamo in un periodo in cui si pensa che con la politica non si è in grado di risolvere alcun vero problema. Quindi al massimo ci si affida al volontariato.

2) Perché quelli che appartengono a un'area geografica di Paesi agiati non hanno alcun interesse a sostenere un'immagine del genere.

3) Perché i cattolici italiani, non essendo abituati a ragionare con la loro testa, si fidano di ciò che dicono le Scritture, il Magistero e, se sono intellettuali, gli esegeti più importanti.

4) Perché qualunque tentativo di valorizzare il lato politicamente eversivo del Cristo porta, prima o poi, a uscire dalla Chiesa e persino ad assumere posizioni laicistiche.

5) Perché i credenti pensano che 2000 anni di storia del cristianesimo non possano reggersi su invenzioni, falsificazioni e mistificazioni. Un fondo di verità sul Gesù della fede o sul Cristo teologico deve per forza esserci.

Obiezione: Perché era una forzatura novecentesca, allo stesso modo dei marxisti che strumentalizzavano le guerre servili, i Gracchi e Spartaco, o dei fascisti che facevano lo stesso con la storia dell'antica Roma. Cristo non era un rivoluzionario politico, ma nel suo messaggio si rivoluziona l'intera esistenza dell'uomo. Non si accontenta solo della politica e sarebbe riduttivo vederlo come un proto-socialista, tralasciando poi come si stia parlando di un ebreo di 2000 anni fa, vissuto 18 secoli prima di Marx e della rivoluzione industriale. Il declino delle ideologie socialiste dagli anni '80-'90 ad oggi ha semplicemente messo fine all'utilità anche politica di simili paragoni. In un epoca post-ideologica non ci sono più quelle necessità politico-ideologiche di vedere Cristo come un soggetto politicamente eversivo. Tra l'altro quei cattolici socialisti e comunisti in Italia sono sempre stati una fascia o marginale o minoritaria del mondo cattolico italiano incline al moderatismo (ieri come oggi).

Risposta: Eppure con l'evento Gesù si parla di comunismo primitivo o primordiale, quello che neppure il socialismo scientifico ha mai apprezzato, abbacinato com'era dai progressi della rivoluzione industriale. E se tutta l'operazione politica di Gesù la riconducessimo al recupero di quel tipo di comunismo, privo di proprietà privata dei mezzi produttivi, di discriminazione sociale e di genere, caratterizzato da autoconsumo, baratto delle eccedenze, rispetto della natura... che ne pensi? Diresti ch'era un illuso? Uno fuori del suo tempo? Ma allora anche gli esseni lo erano. Se l'idea di comunione eucaristica era in realtà una metafora, un simbolo di una socializzazione molto più impegnativa, non ti sentiresti di accettarla? Pensa solo al fatto che nel IV vangelo non c'è nessuna eucaristia ma solo comunione spirituale e materiale...

Obiezione: Direi che si fraintende completamente il messaggio del Cristo, similmente a quei suoi contemporanei che volevano farlo re. Peraltro nel IV vangelo il discorso sull'eucarestia è semplicemente posto in un'altra occasione e non nell'ultima cena. E Cristo parla sempre e comunque di mangiare la sua carne e bere il suo sangue.

Risposta: Quindi tu preferisci un Cristo filosofo, come quello descritto dal giovane Hegel? Una sorta di Buddha, di bonzo, di monaco itinerante... Non molto diverso dai profeti neotestamentari e dallo stesso Battista... Quindi secondo te non esisteva alcuna alternativa praticabile alla richiesta dei 5.000 Galilei di fare un colpo di stato a Gerusalemme e di proclamarsi re di tipo davidico?

Gesù non ci ha insegnato a essere democratici? a desiderare un'insurrezione popolare per liberarsi dei nemici interni al proprio Paese, fossero essi stranieri o collusi con loro? Dunque per che cosa quel venduto di Levi abbandonò la sua lucrosa carriera per diventare un seguace di Gesù? Quale speranza l'aveva indotto ad abbandonare tutto? Perché il giovane ricco, che pur diceva di rispettare tutta la legge, non ebbe lo stesso coraggio? la stessa motivazione di Matteo? Qual era la differenza tra i due? Non era forse nel grande obiettivo di liberarsi definitivamente di un nemico insopportabile? anche a costo di rimetterci tutti i propri beni e persino la propria vita?

Mangiare carne umana e berne il sangue sai bene che Gesù non avrebbe mai potuto dirlo a degli ebrei. Quella è frase redazionale, che però ti fa capire che l'esigenza di vivere una comunione di intenti doveva essere molto forte.

Obiezione: Il nemico da cui Cristo voleva liberare l'uomo era ed è il peccato, non la classe o gli oppressori di questo mondo o quelli che si ritengono tali. Qui non si tratta di quale Cristo preferiamo, ma di chi era il Cristo, che non ha mai voluto arruolare una milizia o guidare una rivolta.

Risposta: Nel IV vangelo (che è un prodotto manipolato del vangelo originario di Giovanni) i sacramenti non hanno alcun vero ruolo, perché ciò che più conta è la comunità monastica, lo stare insieme dalla mattina alla sera, affrontando tensioni di non poco conto. Di qui l'esigenza di stemperarle col lavoro manuale e rurale (vedi la parabola della vite e i tralci) e con gesti simbolici, come quello di lavarsi i piedi reciprocamente. Viceversa i sacramenti fan già parte della Chiesa strutturata, formalizzata, gerarchica...

Obiezione: Se per questo non avrebbe neppure potuto dire a degli ebrei ch'era il figlio di Dio, perché gli ebrei ovviamente l'avrebbero percepito come una persona blasfema, un bestemmiatore. Resta il fatto che glielo dice.

Risposta: Tu pensi davvero che Gesù avrebbe mortificato i suoi compaesani dicendo che “solo lui” era figlio di Dio e tutti loro non lo erano? Nel vangelo di Marco l'unico appellativo che usa è “figlio dell'uomo”, in cui tutti potevano riconoscersi.

Obiezione: La causa primaria del fatto che non si apprezzi la politicità del Cristo è riscontrabile semplicemente nella trasformazione del paleocristianesimo in costantinismo, cui segue, coerentemente, l'ulteriore cambiamento che attribuisce potere temporale alla Chiesa, ritenuta intermediaria o vicaria del potere divino. Il potere economico militare politico addestra mentalmente i sudditi. Dopo questo bagno di realtà si potrebbe iniziare ad analizzare il rapporto tra cristianesimo e potere.

Risposta: Di tanto in tanto nella storia della Chiesa vediamo esperienze comunitarie che contestano l'idea di Stato confessionale o di Chiesa di stato o, peggio ancora, di Stato della chiesa. Contestano la corruzione delle gerarchie e propongono, guarda caso, un ritorno alle origini preschiavistiche o prefeudali o preborghesi. Monaci che si ritirano nel deserto, esperienze cenobitiche, movimenti pauperistici (giudicati ereticali dalle gerarchie), gesuiti in Paraguay che anticipano il socialismo, la comunità di Bose e via dicendo. Tutti sostengono d'essere cristiani. Ma in che senso? Non è forse in un senso anteriore allo stesso cristianesimo? E se Cristo avesse voluto recuperare proprio questa modalità di vita? che magari era stata presente nello stesso ebraismo del passato? Non l'aveva già vista a Qumran? Cosa l'aveva indotto a desiderare un'insurrezione nazionale?

Obiezione: Qualsiasi prospettiva si voglia assumere, obbliga all'accettazione della carica rivoluzionaria del cristianesimo. Non insurrezionale ma rivoluzionaria. Marx ci si avvicina prendendola dal lato economico... Ha ragione sino a quando non si spinge fino all'assolutismo materialistico, poiché qui si vedono i suoi limiti. Il rapporto tra uomo e spirito va al di là della materialità della vita.

Risposta: Di sicuro il socialismo non sarà mai un'alternativa al cristianesimo se non dimostrerà d'essergli superiore anche sul piano etico-morale. Abbiamo visto troppe rivoluzioni condotte su giusti princìpi politici, trasformarsi in esperienze mostruose sul piano umano. D'altra parte anche le idee del cristianesimo possono essere assai meglio delle persone che le mettono in pratica. Ed è vero naturalmente anche il contrario: esistono cristiani che sono migliori delle idee che professano.

Obiezione: Il capitalismo sicuramente ha fatto più morti, ma tu dimmi quale pensiero economico si avvicina di più a come immaginiamo una società cristica. Certamente l'usuraio liberal-capitalista non può annoverarsi nell'ambito del vero cristianesimo.

Risposta: Ricordi quando scoppiò la riforma protestante? All'inizio tutti erano convinti di essere migliori della gerarchia vaticana corrotta. Si voleva tornare al cristianesimo primitivo. Però qual è fu il risultato? Si inventò un cristianesimo borghese, che, se ci pensi, l'avevamo già prodotto noi coi Comuni del Mille. Solo che la nostra borghesia rimase cattolica, soggetta al potere clericale. Invece quella nordeuropea fece la rivoluzione. Ma per ottenere cosa? Una vera alternativa alla rendita feudale? Semplicemente si sostituì tale rendita col profitto capitalistico, commerciale e industriale. Fu vera gloria? Lo vediamo oggi a che disastro siamo arrivati. Questo per dirti che il cristianesimo può essere strumentalizzato ad libitum.

Obiezione: Per questo ritengo che il marxismo sia il progetto tecnico maggiormente congruo col messaggio cristico. Il marxismo condanna la ricchezza individuale, così come l'esasperata concezione del lavoro. Inoltre il marxismo condanna l'alienazione tra uomo e esistenza...

Risposta: Il socialismo scientifico sarà democratico solo quando non sarà statale ma autogestito dalla società. È stato sempre detto ma non è mai stato fatto. Poi deve smettere di avere il culto dell'industria. Oggi abbiamo bisogno di difendere strenuamente il diritto della natura di riprodursi il più possibile, per il nostro stesso bene. Infine bisogna che tutte le ideologie mettano in primo piano il principio della libertà di coscienza, senza il quale tutti gli altri valori non contano nulla.

Conferma: Ma infatti non mi pare che ai teologi della liberazione sia stata riservata una grande fine, sia da parte dei vertici delle autocrazie contro cui si battevano, sia da parte del capo della Chiesa cattolica dell'epoca (non esattamente estraneo a un certo occhiolino verso le dittature di destra).

Risposta: In effetti, se ci pensi, quel tipo di teologia sudamericana è stata sul piano sia teorico che pratico il meglio che la Chiesa cattolica abbia prodotto negli anni '70. In Italia si chiamava cristianesimo per il socialismo. Quei teologi contestarono anche il Concilio Vaticano II, perché non aveva tenuto conto del Terzo mondo. D'altra parte come poteva farlo? Quello era un Concilio preposto a realizzare un compromesso tra cristianesimo e capitalismo. Un Concilio che doveva superare le rigidità antimodernistiche del Concilio precedente.

Poi però quando si sarebbe dovuta valorizzare la Chiesa e la teologia sudamericana, son venute fuori scomuniche e sospensioni a divinis e minacce di riduzione allo stato laicale. Gli anatemi di Wojtyla e Ratzinger ce li ricordiamo tutti. Non si voleva alcun rapporto tra cristianesimo e socialismo. Anche a costo di mettersi coi peggiori dittatori di quel continente. Quanti sono usciti dalla Chiesa negli anni '70? Tanti, ti assicuro. Uno ce l'hai di fronte.

Conferma: In effetti la teologia della liberazione potrebbe avere ancora oggi un ruolo fondamentale nel promuovere correttivi al globalismo e all'indifferenza generale. E mi sembra che Bergoglio sia proprio in questa ottica di pensiero.

Risposta: Solo che l'odierna teologia della liberazione (almeno quella di Boff) si limita a fare un discorso esclusivamente ambientalistico, ecologico. Come d'altra parte fa Bergoglio. Può bastare per superare il rapporto di dipendenza che lega il Terzo mondo all'occidente? Non credo. Un'alternativa a questo rapporto è quello che si sta instaurando tra Terzo mondo e Cina. Funzionerà democraticamente? Ci credo ancora meno. Pechino offre miliardi di dollari a palate senza pretendere ricette neoliberistiche. Si accontenta di sfruttare a mani basse le risorse dei Paesi beneficiari. In cambio ci saranno più infrastrutture, più servizi sociali, ma la dipendenza resterà. E il cristianesimo assisterà impotente alla trasformazione del continente? Al momento non vedo alcuna premessa per dire di no.

Obiezione: Il messaggio di Gesù, se vissuto, tende a concretizzarsi nella vita quotidiana, aiutandoci a liberarci del nostro ego, cioè portandoci a un livello di condivisione che potrebbe essere veramente il sale della terra. Ma l'insegnamento e la vita di Gesù ci portano anche a osservare che Lui rifiutò il potere. Il suo regno parte dal cambiare noi stessi interiormente, per poi poter vivere relazioni d'amore e condividere ogni cosa (materiale e non) col nostro prossimo. È un regno che parte dal basso ed è consapevole che, pur vivendo nel mondo, non è di “questo mondo”.

Risposta: Se ci pensi, stai esprimendo la posizione del Battista. Punti anzitutto sulla morale interiore. Il resto è solo una conseguenza. Se tutti fossimo virtuosi, non ci sarebbe bisogno di altro.

Il problema però è che in ogni società una fetta di cittadini, per gli interessi che ha da difendere, non ne vuol sapere d'essere virtuosa, anzi, impedisce agli altri di esserlo, mettendoli in condizione dove la virtù diventa un'eccezione, un lusso. Nella miseria privazione emarginazione si può anche diventare cinici crudeli spietati.

Per me Gesù esprime l'esigenza di andare al di là del mero sforzo morale. Il giovane ricco era già buono, rispettoso della legge, ma per Gesù non era assolutamente sufficiente. Se vuoi seguire un leader rivoluzionario, devi essere disposto a vendere tutto ciò che hai, a prendere la tua croce e a impegnarti nel realizzare un obiettivo comune, valido per un'intera nazione. Alla fine è la politica che pone le condizioni esterne che permettono alla morale di svilupparsi più facilmente nella propria coscienza.

Obiezione: Gesù di fronte a Pilato (Gv 18,28-38): “Il mio regno non è di questo mondo. Se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché io non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù”.

Risposta: Se tu fossi stato Pilato, di fronte a una persona così inoffensiva per il potere politico romano, avresti chiesto che fosse colpito da 120 colpi di frusta? Avresti permesso ai tuoi militari di deridere malmenare torturare un prigioniero assolutamente indifeso? Avresti deciso di condannarlo con la sentenza più infamante di quell'epoca, quella che si dava agli schiavi ribelli? Avresti scritto nel titolo della croce che la motivazione della condanna stava nel fatto che pretendeva di essere o di diventare il re di Israele? Sii sincera... Le parole che riporti sono completamente inventate e anche molto antisemitiche.

Obiezione: Indubbiamente l'annuncio del Regno di Dio da parte del Battista o di Gesù poteva suonare come una minaccia, senza però esserlo nei fatti. Diverse volte i Romani commisero atrocità nei confronti degli ebrei, non avendo alcun rispetto per i loro usi e costumi... Nelle opere di G. Flavio emergono chiaramente questi aspetti. Nei vangeli – non dobbiamo dimenticarcelo – si parla poi di prove false costruite ad arte per condannare a morte Gesù. Se veramente Gesù fosse stato a capo di un gruppo di rivoluzionari, dopo la sua morte in croce altri avrebbero portato avanti la rivoluzione in suo nome. Non risulta invece da nessuna parte che i cristiani si unirono a zeloti e sicari, né G. Flavio afferma cose del genere. Per cui, o è avvenuta una manipolazione incredibile delle fonti da parte degli autori cristiani, che non ha lasciato alcuna traccia evidente (nemmeno a livello archeologico), oppure né Gesù né i suoi discepoli ebbero l'intenzione di fare la rivoluzione.

È evidente che Gesù dava fastidio per altri motivi, che non hanno a che fare né con la politica né con la religione: non era né un ribelle né un eretico blasfemo. Nei vangeli a me sembra che Gesù se la prenda in modo particolare col fascino del denaro. Lui dice che non si possono servire due padroni, Dio e Mammona: non dice Dio e Roma. Per cui è evidente ch'egli prende di mira non tanto il potere quanto la ricchezza. Il suo insegnamento effettivamente mirava a una sorta di comunismo ante litteram, non nel senso di abolizione della proprietà privata ma di un'equa redistribuzione della ricchezza.

Non solo, ma ciò che stupisce gli storici è l'incredibile sensibilità dimostrata da Gesù nei confronti delle donne. Nel gruppo di Gesù ci sono parecchie donne che lo seguono, che sono sue discepole: questo era abbastanza insolito per quell'epoca. Peraltro Gesù chiede ai suoi discepoli sposati di vivere come Adamo ed Eva nell'Eden prima del peccato. I discepoli sposati devono vivere come eunuchi, senza rapporti sessuali (Adamo ed Eva nell'Eden non avevano figli), e soprattutto non è consentito all'uomo di ripudiare la moglie (se non in caso di porneia / zenut, cioè di rapporto sessuale illecito, così come definito nella Legge [non si parla di adulterio / moicheia]). Noi rischiamo di avere un percezione sbagliata del vincolo dell'indissolubilità del matrimonio, come una pesante catena che lega gli sposi, ma in realtà ciò era visto soprattutto come una tutela per le donne, che diversamente rischiavano di essere ripudiate per motivazioni stupide, trovandosi poi nella condizione di prostituirsi o di morire di fame (non è un caso se saranno proprio le donne a incontrare per prime il risorto).

Tutti questi elementi dell'insegnamento di Gesù davano sicuramente fastidio a molti ebrei, poiché erano totalmente dissonanti coi princìpi della società patriarcale maschilista del tempo. G. Flavio, non a caso, ritiene responsabili della morte di Gesù i “notabili tra noi”, ovvero le persone più importanti (capi famiglia?) di Giuda (in genere si pensa solo ai sadducei). Negli scritti cristiani ci sarà poi una forte polemica nei confronti dei Giudei (da cui sfocerà nel corso dei secoli la terribile piaga dell'antisemitismo). Ma forse il termine giudeo è da intendere non tanto in senso religioso quanto etnico, benché a quei tempi non ci fosse molta distinzione tra giudeo o giudaita.

Risposta: In effetti la mancanza di prove che i cristiani fecero qualcosa di politicamente sovversivo dopo la morte di Gesù, è abbastanza sconcertante. Sappiamo che Giacomo Zebedeo fu eliminato una decina d'anni dopo per ordine di Erode Agrippa, ma sembra più che altro un caso isolato. I cristiani della teologia petrina venivano perseguitati dai Giudei perché predicavano un messia morto e risorto. Ma tutto il Nuovo Testamento è ben lungi dall'attribuire ai Romani una qualche persecuzione nei confronti dei cristiani, anche se l'Apocalisse lascia intendere, qua e là, il contrario (Roma è la “Grande Babilonia”). Inoltre solo con Nerone iniziano le persecuzioni: sotto di lui vengono giustiziati sia Pietro che Paolo, e molto probabilmente in un momento in cui i Romani non distinguevano neanche i Giudei dai cristiani. Secondo le leggende solo Giovanni non morì di morte violenta.

Quanto all'indissolubilità del matrimonio, penso sia un'invenzione della Chiesa romana, in quanto non esiste nei vangeli e neppure nelle altre Chiese cristiane. La stessa Sacra Rota prevede vari casi di nullità, essendosi resa conto che l'indissolubilità, portata all'eccesso, è una mostruosità. La pornéia dei vangeli andava interpretata, molto semplicemente, come adulterio, sicché doveva per forza essere ammesso il divorzio. L'indissolubilità ha senso se c'è l'amore, ma l'amore non può essere imposto da una legge.

Ho trovato un po' capziosa la tua affermazione, secondo cui il comunismo predicato da Gesù non era in direzione dell'abolizione della proprietà privata ma solo di un'equa redistribuzione della ricchezza. Di fatto non esiste un comunismo che non preveda l'abolizione della proprietà privata dei fondamentali mezzi produttivi. Semmai si può discutere su come vada gestita la proprietà comune: dalla società o dallo Stato? Il comunismo infatti parla anche di progressiva estinzione dello Stato e di autogestione da parte della società.

Obiezione: Il comunismo è un'ideologia atea e materialista che ha insanguinato il Novecento.

Risposta: Se per questo l'hanno fatto anche il cristianesimo e il capitalismo. La storia è un mattatoio dove i macellai professano qualunque ideologia, laica e religiosa.

Obiezione: Non direi che sia equivalente. Il capitalismo ha portato anche progresso e benessere sociale. Il comunismo no. E il cristianesimo ha sicuramente compiuto molte ingiustizie, ma quando venivano fatte si pensava d'essere nel giusto, come p.es. nel caso delle crociate. Poi, siccome i tempi cambiano, muta anche la percezione dei valori. Oggi p.es. applichiamo la legge secondo il modo accusatorio e non inquisitorio. Ma questa sensibilità la si deve allo stesso cristianesimo. È in virtù dei valori cristiani che ci si è opposti a fascismo, nazismo e comunismo.

Risposta: Certo, il capitalismo ha portato anche benessere materiale, ma devi ammettere che il benessere di cui godiamo noi occidentali, viene per lo più pagato dal malessere del Terzo mondo, cioè di quei Paesi che abbiamo iniziato a colonizzare dai tempi di Colombo. E in fondo ancora oggi, seppure in forme meno brutali, continuiamo a farlo.

Indubbiamente il cristianesimo contiene aspetti di grande umanità, ma la sua connessione molto stretta col potere politico (dai tempi di Costantino) ha reso questi aspetti più che altro teorici. Là dove esiste uno Stato confessionale o uno Stato della chiesa o una Chiesa di stato, i valori vengono sistematicamente contraddetti dalla prassi, tant'è che il progresso dei valori umani è stato fatto in occidente non grazie al cristianesimo ma nonostante il cristianesimo.

Obiezione: Il cristianesimo è un riferimento nella storia che equivale a progresso e sviluppo, anche nell'ambito del diritto e della morale: cosa che oggi viene rigettata. Oggi c'è un ritorno al paganesimo che è una retrocessione alla condizione umana precristiana, quando la vita umana veniva considerata secondaria rispetto all'interesse personale. Questa cultura moderna della morte e del terrore conviene a chi vuole, in nome del bene comune, un mondo tutto per sé. È così per la classe dirigente cinese, come pure per quella dell'élite economica dell'occidente.

Risposta: Il capitalismo è strettamente legato al cristianesimo. È nato prima in Italia, al tempo dei Comuni borghesi di religione cattolica, e poi si è sviluppato nel mondo protestante, soprattutto calvinistico (Stati Uniti, Olanda, Inghilterra, Francia, ecc.). Ed è stato un capitalismo eminentemente individualistico. I Paesi con altre religioni: islam, ebraismo, indo-buddidmo, shintoismo... l'hanno importato da noi e l'hanno sviluppato secondo le loro tradizioni, che sono prevalentemente collettivistiche.

Obiezione: I cattolici non sono abituati a ragionare con la loro testa... perché gli altri sì? C'è per caso qualcuno che non è influenzato da altri nel proprio modo di ragionare?

Risposta: Lo dicevo in rapporto ai protestanti. Tutta la migliore esegesi, nell'ambito del cristianesimo, proviene dal protestantesimo, proprio perché in questa confessione gli intellettuali sono abituati a sentirsi poco vincolati al magistero. Gli esegeti cattolici non fanno che copiare quelli protestanti. Gli esegeti cattolici più originali, per molti aspetti superiori agli stessi protestanti, appartengono alla teologia della liberazione.

Obiezione: Gesù non era e non voleva essere un capo politico. Ancora oggi, 2000 anni dopo, si commette l'errore degli apostoli, che lo vedevano come “messia politico”. Quando nel Tempio ha rovesciato i tavoli di cambiavalute e venditori di animali, il popolo non l'ha seguito, se ne è infischiato.

Risposta: Se non voleva essere un capo politico, tutta la Chiesa cristiana è fuorilegge dai tempi di Costantino, quando questi volle presiedere il Niceno I per raggiungere l'unità dogmatica contro gli ariani. Dopo di lui abbiamo avuto Stati confessionali, Chiese di stato e Stato della chiesa. Però non mi sembra che i cattolici vogliano tornare alla situazione della Chiesa primitiva. I primi a impegnarsi politicamente contro lo Stato della chiesa che abbiamo in patria dovrebbero essere i cattolici. Invece preferiscono parlare di regno dei cieli e solo sul piano teorico.

Obiezione: Che c'entra Costantino con Gesù? A parte che Costantino doveva a tutti i costi avere una religione di stato: è storia che ci tentò anzitutto coi sacerdoti di Mitra, ma questi si rifiutarono. Dopodiché avvicinò le Chiese cristiane, ovviamente attratte dai benefici e privilegi che ne sarebbero derivati, ed esse permisero a Costantino addirittura di convocare un Concilio. E comunque oggi i cristiani non esistono più. Lo si è solo perché il nome è nel registro dei battezzati; si prega solo per star bene su questa terra; ci si gira dall'altro lato di fronte all'ingiustizia per non essere coinvolti. La maggior parte dei cristiani (cattolici o protestanti) crede che tutti “renderanno conto a Dio”, ma non comprendono che anche per le omissioni di denuncia di fronte all'ingiustizia renderemo conto a Dio. Se oggi Gesù tornasse, verrebbe nuovamente ucciso...

Risposta: In effetti la vera degenerazione della Chiesa cristiana non iniziò con Costantino, che tutto sommato rimase pagano, ma con Teodosio, che creò lo Stato confessionale e la Chiesa di stato. Questa svolta, con cui si pose fine al paganesimo, fu voluta sia a est che a ovest dell'impero. Da noi fu ampiamente giustificata da Agostino e Ambrogio.

Da allora non si è più tornati indietro. Cioè se la Chiesa l'ha fatto, è stato solo perché costretta dalle rivoluzioni borghesi e socialiste. In Italia addirittura si è passati dalla Chiesa di stato allo Stato della chiesa, legittimando il passaggio con la falsa Donazione di Costantino, cui si è creduto fino all'Umanesimo.

Il che naturalmente non vuol dire che le confessioni non cristiane siano più aperte al regime di separazione tra Chiesa e Stato: basta vedere l'ebraismo, l'islam, l'induismo...

*

Quale credente sarebbe disposto ad accettare che nell'arco della sua vita Gesù non ha mai fatto vedere che poteva avere una natura sovrumana? Cioè che se si fosse comportato come un essere superiore avrebbe immediatamente violato la libertà di coscienza dei suoi interlocutori (discepoli o avversari che fossero), obbligandoli a credere nell'evidenza e sentendosi in diritto di condannarli se non l'avessero fatto?

Domanda: Che cos'è il miracolo?

Risposta: È qualcosa che non appartiene alle possibilità umane, a meno che non si voglia sostenere che le possibilità umane sono infinite. “Farete cose anche più grandi delle mie”, dice in Gv 14,12. In che senso? In senso tecnoscientifico? È escluso. Oppure dobbiamo pensare che con un lavoro su di sé (basato su digiuni, concentrazione ecc.) uno effettivamente è in grado di fare cose che agli altri umani non è consentito? Ma anche se fosse così, a che servirebbe? Noi abbiamo bisogno di creare una società più giusta e democratica, alla portata di tutti, senza bisogno di alcun miracolo.

Domanda: Ma conosciamo davvero le possibilità umane?

Risposta: Non conosciamo le possibilità umane. Se gli apostoli potessero vedere quel che abbiamo fatto con la tecnologia, direbbero che siamo stati molto più grandi di Gesù Cristo. Però davvero per creare una società migliore di quella attuale, abbiamo bisogno di capacità straordinarie? Non sarebbe sufficiente essere se stessi, umani e naturali? Tanto con tutta questa scienza non abbiamo fatto altro che distruggere il pianeta, e se scoppia una guerra nucleare sarà davvero l'apocalisse.

Obiezione: Stando al racconto dei vangeli, Gesù ha più volte mostrato di fare miracoli, dimostrando che Dio operava in lui. Il problema è però che secondo voi i vangeli non sono attendibili, quindi è un ragionamento circolare: le prove della natura divina di Gesù sono nei vangeli, ma i vangeli non sono delle prove, poiché si basano sulla fede, quindi non ci sono prove della natura divina di Gesù. Quindi la tua domanda di partenza è completamente inutile e capziosa.

Risposta: La domanda è più semplice: se tu vedessi uno compiere prodigi spettacolari e ti dicesse che è in grado di farli perché ha una natura divina, gli crederesti? Non avresti alcun dubbio? Perché quindi pretendi che gli ebrei dovessero credere senza discutere? Peraltro il messia che aspettavano non era scritto da nessuna parte che dovesse avere una natura divina o che fosse un taumaturgo eccezionale. Perché i credenti non si abituano a credere come i non credenti? La fede è una prerogativa dell'uomo in generale, non del credente in particolare.

Obiezione: Si dimentica sempre che non ci sono solo le Sacre Scritture a testimoniare di Gesù, ma anche i mistici e i profeti.

Risposta: In effetti è così: i vangeli non sono attendibili là dove vanno oltre le umane capacità. E se anche il Cristo le avesse avute, non avrebbe potuto esibirle, poiché avrebbe scandalizzato l'utenza, avrebbe come imposto di credere nella sua natura divina. Come se avesse detto: “Io posso fare ciò che voglio e tu, se non credi, sei in malafede”. “Tutti i peccati saranno perdonati, ma non quello contro lo Spirito”. Il che voleva dire che bisognava credere all'evidenza. Ma a quale evidenza? A quella di uno che fa cose oltre le capacità umane? Tu pensi che Gesù pretendesse una cosa così assurda? Una cosa che andava a violare il principio fondamentale della libertà di coscienza, secondo cui uno va lasciato libero di credere o di non credere. Non era Pascal che diceva: “C'è luce sufficiente per chi vuol credere, ma c'è buio sufficiente per chi non vuol credere”?

*

Perché, anche supponendo che il Cristo sia davvero risorto, un credente deve arrivare a dire che di tutto quello ch'egli ha fatto e detto in vita, questa è stata la cosa più significativa? Per quale ragione vincere la morte va considerato assolutamente più importante che costruire una società più libera e giusta?

Si rendono conto i credenti che Gesù Cristo avrebbe potuto infischiarsene dei gravi problemi sociali della Palestina, morire di vecchiaia e risorgere ugualmente? Se si fosse comportato così, sarebbe stato apprezzato nella stessa identica maniera?

Obiezione: Credo che l'incarnazione, la passione e la risurrezione siano (anche per chi non ci crede e analizza i fatti del vangelo come un semplice racconto) i momenti più importanti della vita di Cristo sulla terra, semplicemente perché è stato l'unico nella storia a vivere eventi del genere... Di eroi che hanno lottato per la giustizia dobbiamo essere contenti che ce ne siano stati tanti, ma nessuno ha influito sull'essenza stessa dell'uomo come ha fatto lui. Che dalla fede cristiana debba derivare un certo orientamento per la società e la politica, questo è solo un prodotto derivato, non il fulcro del messaggio cristiano.

Risposta: Passione ci può stare, ma incarnazione e resurrezione sono concetti mistici, che non possono minimamente influire sui problemi dell'umanità. La passione invece ci può insegnare tante cose: l'esigenza di lottare per una liberazione nazionale dal nemico usurpatore, la necessità di compiere una rivoluzione popolare per realizzare giustizia sociale e libertà personale, il dovere di affermare una democrazia politica, non una monarchia ereditaria o uno Stato confessionale. La passione insegna anche che il popolo conta più dei militari, che una cosa è compiere una rivoluzione di popolo; un'altra, del tutto diversa, è il colpo di stato. Insegna anche che di fronte all'eventualità di un tradimento non è possibile instaurare un regime di terrore all'interno del movimento, in cui tutti devono sospettare di tutti. Se Gesù non fosse stato un leader democratico, se non avesse avuto grande seguito popolare, i Romani e i collaborazionisti sadducei non sarebbero stati terrorizzati dalla sua grande influenza, non avrebbero imbastito un processo farsa, non avrebbero fatto di tutto per metterlo in condizioni di non nuocere. Sì, la passione ancora oggi ha da insegnare molto ai potenti delle nazioni.

Obiezione: Penso che la consapevolezza d'essere stati redenti dal sacrificio del figlio di Dio possa influire sulla vita di ognuno. Basti pensare a tutte quelle persone che hanno colto la possibilità di cambiare vita grazie alla fede in Dio, quella fede che gli faceva capire che valeva la pena cambiare. Inoltre la risurrezione permette al cristianesimo di non essere dualista come la filosofia platonica e di valorizzare a pieno il corpo nel suo essere inscindibile con l'anima. Nel vangelo c'è scritto che non di solo pane vive l'uomo. Appunto perché l'uomo aspira a dei valori che non sono immanenti e politici ma trascendenti. A parer mio è anacronistico applicare categorie politiche attuali come Stato confessionale o democrazia a fatti di 2000 anni fa. Inoltre da che fonti si verificherebbe la matrice politica che avrebbe teoricamente guidato Gesù?

Risposta: “Non di solo pane vive l'uomo” voleva dire non essere attaccati alla materialità della vita, al mero consumo del cibo (e del sesso). Non puoi far rientrare anche la politica in questa limitatezza e persino volgarità della vita umana. Se lo fai, firmi una cambiale in bianco ai politici che ci governano, che, non trovando alcuna opposizione da parte dei cittadini, si sentiranno sempre più autorizzati non solo a vivere di solo pane, ma anche a cercare sempre più potere per dominare il mondo.

Ti ricordo che si parlava già di democrazia nella Grecia classica di mezzo millennio prima della nascita di Cristo. E la Grecia era a due passi dalla Palestina.

Ti ricordo anche che Gesù è stato giustiziato dai Romani con un tipo di esecuzione riservata agli schiavi ribelli, e nel titulus della croce Pilato scrisse “Re dei Giudei”. Se Gesù fosse stato solo un profeta o un mistico, Pilato non avrebbe rischiato di compromettere la sua carriera infliggendo una condanna insensata.

Obiezione: Cristo, col suo messaggio d'amore e tutto quello di buono che ci ha lasciato, indica proprio la via verso un mondo migliore, verso l'eternità. L'aveva capito bene il Mahatma Ghandi, che, pur essendo induista, in riferimento al Sermone del monte di Gesù, disse che se tutti gli uomini l'avessero messo in pratica. il nostro mondo avrebbe raggiunto la sospirata pace.

Tramite la sua risurrezione fisica, Gesù dà la possibilità a tutti gli esseri umani di risorgere, non solo fisicamente come lui, al tempo previsto, ma anche subito a livello spirituale e a livello di evoluzione di coscienza per una società migliore e più umana.

Risposta: Quindi tutti quelli che non credono nella resurrezione, non saranno mai capaci di realizzare una società giusta e libera? Se fosse così, quale intesa potresti realizzare coi credenti non cristiani?

Obiezione: È il contrario. Gesù nel Sermone del monte asseriva: “Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati Figli di Dio...”. La salvezza è nelle parole e nelle opere di bene, che sono alla portata di tutti, credenti e non. San Paolo non faceva alcuna differenza tra giudeo e pagano.

Risposta: Peccato che la posizione equidistante di Paolo venne sconfessata sin dallo Stato teodosiano, che praticamente abolì nel 380 la tolleranza religiosa prevista nell'Editto di Milano del 313. E la Chiesa ne fu ben contenta. Poi nel 529 l'imperatore Giustiniano ordinò la chiusura di tutte le scuole filosofiche pagane nell'impero bizantino. Fanatici cristiani uccisero la matematica Ipazia. E così via, almeno fino al Concilio Vaticano II, che cominciò di nuovo ad aprirsi al mondo non strettamente cattolico.

Devi comunque ammettere che ha poco senso sostenere che un mondo migliore può essere solo ultraterreno. L'idea di aldilà non è forse un modo di dire che il genere umano non è capace di cercare giustizia e libertà su questa Terra? Eppure la schiavitù è nata solo 6000 anni fa, con gli Egizi e i mesopotamici. Per quale motivo non è più possibile tornare al comunismo primitivo? Perché dobbiamo sentirci rassegnati al male?

Obiezione: Diciamo che l'espressione della possibilità di risorgere invera ogni azione e parola precedente. Se Gesù se ne fosse “infischiato” dei problemi della Palestina, non avrebbe inverato un bel niente. Ipotizzare Gesù Cristo che se ne “infischia” è come chiedere come sarebbe andata la Francia se Napoleone avesse fatto la casalinga.

Risposta: Cioè se non fosse risorto, quanto ha fatto e detto in vita non avrebbe avuto lo stesso peso? Eppure non lo seguivano di certo per ciò che avrebbe fatto da morto. Anzi, se si fosse interessato solo alle questioni morali, come faceva il Battista, che non si sentiva un leader politico, avrebbe sicuramente avuto molto meno successo. Tu pensi che la religione propugnata dal Battista oggi non ha alcun seguito solo perché lui non è risorto? O perché sul piano politico non valeva nulla?

Obiezione: Il messaggio di Cristo è solo parzialmente un messaggio politico. È piuttosto un pensiero di promozione dell'uomo globale, che passa attraverso un'idea che presuppone un rapporto con Dio e quindi ha una dimensione spirituale. Ciò non vuol dire che bisogna credere in Dio per promuovere l'uomo. Cristo riesce a dire che Dio ha un tale rapporto d'“amore” con l'uomo che può annullare, in termini escatologici, l'evento della morte. La sua risurrezione invera questo messaggio, ma sarebbe ovviamente stupido pensare ch'egli dovrebbe essere ancora tra noi come un highlander invincibile. Questo è il motivo per cui, secondo me, quanto egli ha detto in vita, pur importante per chi lo ascoltava direttamente, assume tutto un altro valore se messo in rapporto alla risurrezione.

Risposta: Non posso ribadire che cose già dette: per me è stato sbagliato reinterpretare ciò che Gesù aveva detto e fatto in vita a partire dalla tomba vuota. La modalità della sua scomparsa doveva restare circoscritta nell'ambito delle cose inspiegabili: invece se ne è fatta la chiave di volta per interpretare tutto il resto, tradendo così il suo messaggio di liberazione. Tu dirai che tale svolgimento dei fatti era inevitabile. Può darsi, ma questo non vuol dire che non sia stato sbagliato.

Obiezione: Vallo a dire a Zanotelli (prova a leggere cosa si scrive su “Nigrizia”), agli innumerevoli religiosi e laici che vanno nel cosiddetto Terzo mondo, ai preti che si fanno ammazzare dalla mafia e in America latina (sì, certo, Oscar Romero hanno faticato a santificarlo). Nella Chiesa i cattolici hanno svariatissime posizioni: ci sono quelli che vorrebbero ritornare al latino e ci sono quelli che esplicitano posizioni particolarmente progressiste. Certamente c'è uno zoccolo duro in Vaticano, che non ha nessuna voglia di cedere il proprio potere. Tuttavia un cristiano che vuole approfondire la propria coscienza credente può trovare tante possibilità per farlo sul piano pratico.

Risposta: Lo zoccolo duro del Vaticano purtroppo dura dalla Donazione di Sutri del 728, che secondo gli storici ha fatto partire il potere temporale del papato, cui non si è più ufficialmente rinunciato, nella convinzione che senza di quello la fede non conti più nulla. Mi rendo però conto che molti credenti, presi singolarmente, siano assai migliori delle gerarchie che li governano.

Obiezione: Gesù si è occupato principalmente del suo popolo, Israele. Il Salvatore salva dal peccato personale e sociale, indica la via e la realizza, ricapitolando in sé la storia e proiettandola verso il Regno, che è già qui. Perché vivisezionare un messaggio integrale e perfetto al solo scopo di recidere il mistero che in esso è contenuto? Ragionare col “se” è inutile. Così è.

Risposta: Se il regno è già qui, dov'è? Cosa intendi per “regno”? Ti sembra che uno Stato della chiesa come quello Vaticano sia una prefigurazione del regno celeste? Quando mai Gesù ha preteso di costruire un regno i cui gestori fossero dei preti?

Obiezione: Per Regno di Dio non si è mai intesa la Chiesa, ma... la realtà trasfigurata di chi segue il Cristo (e tanto altro...).

Risposta: Veramente il motto principale è “Extra Ecclesiam nulla salus”. Lo dice anche il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992: “non possono essere salvati quanti, conoscendo la Chiesa come fondata da Cristo e necessaria alla salvezza, non vi entrassero e non vi perseverassero”. Anche se poi è stata costretta ad aggiungere, facendo vedere che ha recepito i princìpi della democrazia laica: “grazie a Cristo e alla sua Chiesa possono conseguire la salvezza eterna quanti, senza loro colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma cercano sinceramente Dio e, sotto l'influsso della grazia, si sforzano di compiere la sua volontà conosciuta attraverso il dettame della coscienza”. Ma a queste ambiguità del Vaticano siamo abituati.

Obiezione: Cioè vuoi decidere tu quello che sarebbe stato meglio per Gesù Cristo?

Risposta: La domanda è: se Gesù Cristo fosse morto di vecchiaia, ammesso che i Romani non lo ritenessero così pericoloso da metterlo in croce, e fosse risorto lo stesso, sarebbe stato apprezzato nella stessa maniera dai cristiani? In fondo se era una divinità, avrebbero potuto scegliere tranquillamente fra due alternative: opporsi al sistema dominante al punto da finire giustiziato, oppure fare una semplice battaglia morale, come quella del Battista. Avrebbe comunque dimostrato, alla fine della sua vita, che la morte può essere vinta e che esiste un regno dei cieli, le due cose che ai credenti premono di più.

Obiezione: Gesù Cristo non è venuto sulla terra per fare la propria volontà ma quella del Padre.

Risposta: È terribile questo modo di dire: “Non faccio la mia volontà ma quella di mio padre (che mi ha mandato)”. Sembra una forma di dittatura patriarcale con tanto di culto della personalità.

*

Supponendo che il Cristo fosse davvero stato il figlio unigenito di Dio, cioè supponendo che avesse una natura divina in via esclusiva (non in forma allegorica o metaforica) e avesse in qualche modo cercato di dimostrarlo con guarigioni e miracoli al di là delle capacità umane, non avrebbe forse, in tal modo, violato immediatamente la libertà di coscienza degli esseri umani, che vanno lasciati liberi di credere o di non credere? Quando esistono forzature o evidenze che inducono a credere in qualcosa (tanto più in qualcosa di sovrannaturale), gli esseri umani non vengono forse inevitabilmente ridotti a marionette o ad animali da addestrare?

Si noti peraltro che nei vangeli si parla sempre di un “maschio” nato da un altro “maschio”, senza alcuna presenza femminile ben distinta, se non quella vaga della “ruah” ebraica, poi trasformata in “pneuma” dai redattori cristiani. Non è forse questa una patente violazione del principio dell'uguaglianza di genere?

*

Noi non sappiamo se esiste un Dio facente funzione di “Padre”, e neppure ci interessa, poiché pensare a qualcuno di “onnisciente” e “onnipotente” è umiliante per la natura umana. Però è giusto pensare che se Cristo è a capo di tutta la creazione (come vuole il Prologo giovanneo), deve per forza esserlo anche lo Spirito, il Pneuma, il soffio vitale, cioè la variante femminile, la sua controparte, in quanto in principio non vi è l'uno immobile, statico, pago di sé, ma l'uno che si qualifica sdoppiandosi immediatamente in due entità diverse. Il due rappresenta la diversità che si completa nel rapporto di genere, fondendo le parti, ma senza confonderle, senza giustapposizioni di sorta. Se si accetta che in principio vi è il Logos, bisogna anche aggiungere che presso di lui era il Pneuma, la parte femminile della divino-umanità.

Obiezione: Se Dio (trascendente o immanente) fosse maschio o femmina, e non entrambi, non sarebbe divino.

Se Dio non fosse onnipotente, onnipresente, onnisciente e simili, non sarebbe divino.

Tutte le creature invece sono finite, limitate, parziali, anche se in modo o misura diversa. È la normale differenza tra Creatore e creature: nulla di umiliante.

Risposta: È con questi ragionamenti mistici che poi sul piano politico si sponsorizzano le dittature.

*

Ci sono domande che potrebbero avere un senso persino oggi, a distanza di 2000 anni di storia.

Posto che Cristo era una persona mentalmente sana, equilibrata, dotata di raziocinio, e non un avventuriero irresponsabile o un fanatico del martirio, che speranze aveva di liberare la Palestina dal peggiore impero schiavistico della storia antica?

Perché non è entrato a Gerusalemme come un generale romano, compiendo non una rivoluzione popolare ma un colpo di stato?

Perché la sua idea di insurrezione nazionale e popolare non è stata portata avanti dai suoi seguaci dopo la sua morte?

Per quale motivo si è data così tanta importanza alla misteriosa scomparsa del suo corpo dalla tomba, quando non si è mai usata la Sindone come prova di quella scomparsa?

Ci sono elementi nei vangeli che permettono di classificare la posizione del Cristo come ideologicamente atea e politicamente sovversiva?

È possibile sostenere che tutta la battaglia condotta dal Cristo contro lo schiavismo romano e il collaborazionismo dei capi giudei aveva come unica finalità quella di riportare la Palestina al comunismo primitivo, quello pre-schiavistico?

Perché il Cristo ha ritenuto che per realizzare l'insurrezione nazionale non fosse necessario scrivere neanche una parola?

Perché Gesù ha compiuto il voto del nazireato rifiutando il matrimonio?

Perché si è preoccupato sulla croce di consegnare sua madre a Giovanni, quando avrebbero potuto assisterla i suoi fratelli e sorelle? (Esistono davvero questi fratelli e sorelle, oppure nel protovangelo sono stati messi in opposizione alla madre di Gesù? Oppure dietro il nome della madre di Gesù, ai piedi della croce, si nasconde quello della Maddalena, cui il Cristo avrebbe chiesto di sposare il suo discepolo preferito? e magari di andarsene dalla Palestina, perché se avevano ammazzato così il “legno verde”, cosa avrebbero potuto fare col “legno secco”?)

Che cos'è che ha reso vincente il messaggio evangelico sul paganesimo, nonostante fosse politicamente revisionista rispetto al messaggio originario del Cristo?

Dobbiamo considerare inevitabile il tradimento di una rivoluzione o di un tentativo rivoluzionario, al punto che per impedirlo è giusto imporre un regime di terrore?

Obiezione: Disquisire sulle possibili azioni e intenzioni di un uomo di 2000 anni fa che non ha lasciato alcun suo scritto, di cui si conoscono solo pochi anni di vita (raccontati da terzi che non lo conobbero), è solo tempo perso: tutti e nessuno possono aver ragione.

Risposta: Quindi per te ipotesi di tipo etico-politico sono campate per aria? Pensi che si possa combattere il cristianesimo dicendo che Gesù non è mai esistito, quando i primi a farcelo credere sono stati proprio i preti?

Obiezione: Si devono usare argomenti credibili, che poggino su basi reali, ad es. sui contenuti dei rotoli del mar Morto e su quelli dei vangeli apocrifi.

Risposta: I vangeli apocrifi sono nel complesso ancora più fantasiosi di quelli canonici. Per me hanno un valore prossimo allo zero. Io avrei messo negli apocrifi anche quelle parti di Luca e Matteo che parlano di natività del Cristo, perché sono chiaramente inventate.

Quanto a Qumran abbiamo capito da un pezzo che i sacramenti della teologia petropaolina derivano da questa comunità. Cioè sono un prodotto importato in seguito all'intesa tra cristiani e battisti dopo la morte del Cristo. I cristiani hanno accettato dei battisti gli aspetti mistici, esoterici (battesimo, eucaristia...), mentre i battisti (ex esseni) hanno accettato, ma non tutti, che il Cristo era risorto e andava considerato l'unico vero figlio di Dio.

Obiezione: I vangeli son tutti dei romanzi di fantasia religiosa, scritti e riscritti in epoche diverse: è il confronto tra loro che li mette in ridicolo.

Qumran ti dice che, se è esistito qualcuno con una storia simile allo pseudo-messia, questi è il “maestro di giustizia” fatto uccidere dal sacerdote empio, ma 60-80 anni prima. Poi che Pietro povero pescatore di lago, ignorante come una capra, possa aver ideato una propria teoria mi sembra poco credibile.

Risposta: E tu pensi che Gesù avrebbe potuto fare una insurrezione contro i sadducei e i Romani con dei seguaci ignoranti? Davvero hai mai visto un ebreo ignorante? Loro che sono “il popolo del libro”...

Obiezione: Stai confondendo le élite (sacerdoti, scribi, regnanti) col popolo e non t'immedesimi nei tempi. Gli ebrei erano12 tribù disperse sul territorio semidesertico e non avevano cognizione d'essere un unico popolo, poiché parlavano più dialetti di almeno tre differenti lingue e quelli di 2000 anni fa erano già da almeno 200 anni che migravano ovunque per fame (compresa Roma). Erano prevalentemente pastori di ovini e spesso erano anche predoni che vivevano di rapina delle carovane. L'ignoranza era pari alla povertà e alla superstizione, ovvero assoluta. Essere ribelli non implica avere una cultura, ma elaborare teorie religiose sì.

Risposta: Guarda che i molteplici testi scritti dai cristiani sull'evento Gesù, canonici o apocrifi che siano, e tutto il NT, non sono stati scritti dai sacerdoti o dagli scribi o dai leviti. L'immagine di pescatori analfabeti è semplicemente ridicola (i fratelli Zebedeo erano Giudei e di sicuro non facevano i pescatori, se non forse nel periodo in cui furono costretti a espatriare in Galilea dopo la fallita epurazione del Tempio). La lettura e la scrittura sono fondamentali per qualunque ebreo. Magari leggono solo cose religiose, come gli islamici, ma di sicuro non sono analfabeti. La lingua parlata in tutta la Palestina era l'antichissimo aramaico, con varianti in Samaria e Galilea, soprattutto nella pronuncia, ma si capivano perfettamente. L'aramaico, la lingua del Talmud, era capito anche nella Decapoli, nell'Idumea, nel Libano... Ancora oggi si parla in Siria, in Turchia, in Iraq... Gli ebrei pecorai di cui parli tu sono esistiti al tempo di Abramo, e quasi sicuramente non erano neppure poveri, poiché allora gli allevatori erano più ricchi degli agricoltori.

Obiezione: Io penso che tu confondi diversi piani. Gli ebrei di allora in Palestina nulla hanno da spartire con gli ebrei occidentali attuali o anche del 1500-1600, trasformati forzatamente dalla Chiesa cattolica in usurai. Tu leggi e interpreti gli avvenimenti con la mentalità odierna, ma così non era: la preoccupazione principale della gente del tempo, escluse poche élite, era di riempire la pancia. Devi pensare che allora le élite istruite della Grecia, i famosi filosofi delle varie scuole avevano un bagaglio di saperi inferiori a quelli che ha oggi un bimbo di 11 anni.

Risposta: Ma se gli stessi abitanti di Qumran avevano una incredibile biblioteca! Chi li obbligava ad averla, visto che avevano scelto di vivere nel deserto? Quando mai i beduini islamici hanno avuto delle biblioteche nel deserto? La diffusione della cultura era assicurata dalle stesse sinagoghe volute dai farisei. Gli ebrei che vivevano nelle città della Palestina, ma anche dell'Egitto non erano affatto degli analfabeti. Non si compie un'insurrezione antiromana con gli ignoranti facilmente manipolabili e suggestionabili, anche perché la ritorsione romana sarebbe stata durissima e si doveva avere per forza consapevolezza di ciò che si aveva intenzione di fare.

Obiezione: Quanti seguaci di Gesù erano sacerdoti, scribi, uomini di genio e di talento? Perfino Gesù non aveva una cultura e la formazione di un rabbino, e infatti in tutti i vangeli egli evita un confronto diretto coi sacerdoti. Gesù è il re dei poveri, il consolatore dei miseri e degli ignoranti, che speravano in lui di ereditare il regno, ma le loro aspettative vennero disattese e lo stesso Gesù alla fine si stancò di loro.

Risposta: In Matteo (13,53ss.): È venuto nella sua patria e “insegnava” nella loro sinagoga e la gente rimaneva “stupita” e diceva: Da dove mai viene a costui questa “sapienza”? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose? E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua.

In Luca (2,46ss.): Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.

In Marco (1,21ss.): Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise a insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi.

Gesù era un intellettuale e gli apostoli anche. Senza intellettuali non si fa alcuna rivoluzione.

Obiezione: Ma questo lo dice il vangelo per esaltare la figura di Gesù. Nessun dialogo diretto coi “dottori” è riportato nei vangeli, altrimenti si poteva vedere come Gesù sarebbe stato “asfaltato” intellettualmente da qualunque rabbino del tempo.

Risposta: Rileggiti Mc 12,28-34 e ti convincerai del contrario. Le diatribe affrontate dal Cristo coi poteri costituiti non sono poche e solo oggi gli esegeti ebraici ammettono che aveva ragione.

Obiezione: Gesù parla il linguaggio del popolo, della massa e tutti i vangeli sono impostati da far credere che Gesù sia intellettualmente ispirato dal Padre celeste, e che nessuno dei dottori o rabbini è in grado di tenergli testa. In Mc 12,28-34 lo scriba gli disse: “Bene, Maestro! Tu hai detto secondo verità, che vi è un solo Dio e che all'infuori di lui non ce n'è alcun altro; e che amarlo con tutto il cuore, con tutto l'intelletto, con tutta la forza, e amare il prossimo come se stesso, è molto più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. Questa è l'affermazione meno intellettuale che uno scriba potesse fare, e per tale motivo Gesù gli dà ragione!

Risposta: Gli scribi non erano intellettuali nel senso che il popolo non riusciva a capirli. Il loro linguaggio era molto semplice, anche perché l'aramaico non era certo al livello delle astrazioni del greco. Semmai erano considerati dei saputelli, in quanto usavano più fonti per dimostrare che avevano ragione.

*

Perché tutti i racconti evangelici di riapparizione del Cristo sono falsi o pie invenzioni?

Per due motivi: o Gesù non è mai morto sulla croce ed è stato rianimato nel sepolcro; o non era lui a essere stato crocifisso.

Se invece diamo per scontato ch'era proprio lui e ch'era proprio morto, allora la motivazione è un'altra.

1- Il discepolo deve assumersi le sue responsabilità: se non sei stato capace d'impedire la crocifissione, che diritto hai di rivedere vivo il crocifisso?

2- Anche supponendo che Gesù volesse perdonare coloro che non sapevano cosa facevano, non avrebbe comunque potuto manifestarlo.

Lui aveva semplicemente rappresentato una buona occasione per liberarsi di un nemico esterno (i Romani) e di un nemico interno (i collaborazionisti). Una volta rifiutata la proposta, gli uomini devono arrangiarsi da soli a cercarne un'altra. Se l'avessero rivisto, sarebbero stati indotti a credere che su questa Terra non è possibile realizzare alcuna società libera e giusta.

Che cos'è quindi il cristianesimo? È una forma etico-religiosa di stoicismo, in cui il credente si sforza di essere virtuoso in attesa di poter ottenere come premio un paradiso ultraterreno.

Quindi per recuperare il vero messaggio umano e politico del Cristo, bisogna anzitutto superare il cristianesimo.

Obiezione: Giuseppe d'Arimatea lo fa seppellire su richiesta dei familiari di Gesù nella sua tomba, prima della sera della Pasqua. Terminata la festività, la salma viene spostata e allontanata dai seguaci. A quel punto “sparisce” definitivamente. Le donne vanno alla tomba in visita e la trovano vuota.

Risposta: La versione corretta è quella del IV vangelo. Le donne che vanno alla tomba sono due, di cui una è Maria Maddalena e l'altra è anonima. Non vanno per ungere il cadavere, sia perché sanno che l'uscio è chiuso da una pesante pietra rotolante, sia perché il sepolcro appartiene all'Arimatea e non sono autorizzate a entrarci. Inoltre le donne non potevano inumare cadaveri maschili. Quindi nei Sinottici sono state inventate, forse perché i redattori sapevano dell'indecenza di aver deposto il corpo di Gesù nella tomba tutto sporco di sangue, col solo lenzuolo che l'avvolgeva. D'altronde l'Arimatea non voleva trasgredire il sabato pasquale alle porte, che impediva qualunque contatto coi cadaveri.

E le donne del IV vangelo non ci vanno tre giorni dopo (quello è solo un riferimento veterotestamentario alla vicenda di Giona nella balena), ma il mattino dopo l'esecuzione capitale, quindi non molte ore dopo la sepoltura. Era ancora buio. La Maddalena forse era innamorata di lui. Forse era andata per piangerlo. Quando trovano l'uscio aperto, pensano subito al trafugamento del cadavere. Solo quando vi entrano Pietro e Giovanni capiscono che ciò sarebbe stato assurdo, in quanto nessuno avrebbe tolto il lenzuolo dal cadavere e trasportato il corpo tutto sporco di sangue da un'altra parte. Gli ebrei avevano orrore del sangue, e toccare un cadavere del genere durante il sabato pasquale sarebbe stato assolutamente vergognoso.

Obiezione: La resurrezione è stata accettata dai discepoli come dato certo. Poi è diventata oggetto di fede per chi non l'aveva vista.

Risposta: Il dato certo è uno solo per me: il lenzuolo che avvolgeva il corpo, trovato riposto e ripiegato da una parte del sepolcro, come dice il IV vangelo. Per me coincide con la Sindone. Pietro e Giovanni non hanno trovato altro, se non i legacci per terra, che tenevano unito il lenzuolo in più punti. Vedendo il lenzuolo con l'immagine impressa, hanno escluso il trafugamento (anche perché non avrebbe avuto senso rubare il corpo tutto sporco di sangue togliendolo dal telo), ma invece di parlare di strana scomparsa, han preferito parlare di “resurrezione”, senza avere alcuna prova se non il lenzuolo, che però non dimostra niente con certezza. Ecco perché non l'hanno usato come prova. Era meglio parlare di “fede” nella resurrezione. Poi, siccome molti non ci credevano, hanno inventato i racconti di riapparizione, facendo credere che la resurrezione era un dato certo che poteva diventare per le generazioni future un oggetto di fede.

Obiezione: Poiché il venerdì fu crocefisso e la sera del venerdì (cioè sabato) già sepolto provvisoriamente da Giuseppe d'Arimatea, per me l'han recuperato la sera successiva al termine del sabato. Domenica mattina vanno le donne. Il sabato mattina non avrebbero potuto presentarsi.

Risposta: Se volevano rubare il corpo o trasferirlo altrove, potevano farlo solo la sera stessa in cui l'avevano messo nel sepolcro, perché il mattino dopo la Maddalena era lì. Ma l'unico che avrebbe potuto farlo era Giovanni, perché l'unico apostolo presente all'esecuzione e l'unico che sapeva dove avevano messo il corpo, tant'è che quando corre con Pietro, lo precede, perché sapeva benissimo dove l'avevano messo. Ma ti pare verosimile che Giovanni avesse trasferito il corpo altrove senza dire nulla a Pietro? No di sicuro (quando la Maddalena li va ad avvisare, li trova nella stessa abitazione). Anzi se c'è uno che si oppone alla tesi petrina della resurrezione è proprio Giovanni, perché con quella tesi si rinunciava all'insurrezione.

Obiezione: Quella della “rianimazione” nel sepolcro, con i Romani che controllavano, mi era sfuggita.

Risposta: Se ti leggi Biglino-Esposito, Dèi e semidei, si sostiene la tesi che sulla croce la bevanda drogata lo fece dormire, il colpo di lancia non fu mortale, e aloe e mirra nel sepolcro servirono per rianimarlo. Pura fantascienza. Quanto ai Romani davanti al sepolcro li ha inventati Matteo. T'immagini se i colleghi di Pilato avessero saputo che lui aveva fatto mettere delle guardie per smentire l'idea di resurrezione che avevano i cristiani? Sarebbero morti dal ridere! L'avrebbero preso in giro sino alla fine dei suoi giorni.

Obiezione: Dovresti, forse, rileggere ciò che hai scritto, non subito perché sei ancora convinto della “verità” delle tue asserzioni, ma tra qualche anno, quando ti discosterai da questo modo di pensare, perché il tempo e le esperienze di vita vissuta fanno cambiare i nostri pensieri.

Risposta: Guarda che quello che ho scritto è frutto di 30 anni di ricerche. Ho già scritto una quindicina di libri sul NT. Non sto giocando. Non m'interessa di convincere nessuno. Sto solo cercando obiezioni convincenti per fare un altro libro, ma dai credenti, che spesso non hanno argomentazioni personali, se non quelle ufficiali, è difficile ricavare qualcosa di innovativo. Voi rifiutate le cose per partito preso e non entrate mai nel merito delle argomentazioni, anche perché sembra che non sappiate nulla dell'esegesi critica che si è sviluppata a partire da Reimarus e si è sviluppata nelle tre ricerche storiche su Gesù Cristo.

Obiezione: Quindi secondo te gli apostoli ci hanno imbrogliato e la nostra fede è frutto di un inganno? Dunque non vale la pena credere nella resurrezione? E tutto sarebbe finito? Ma questo è ciò che volevano i Giudei di allora.

Risposta: Diciamo che lì per lì gli apostoli han parlato di resurrezione avendo in mano solo la Sindone, che escludeva il trafugamento. Certo, parlare di resurrezione era improprio, in quanto nessuno ha mai più rivisto vivo il Cristo. E la Sindone mostrava solo una stranezza, non poteva dimostrare l'attendibilità dell'interpretazione petrina della tomba vuota come resurrezione. L'imbroglio vero e proprio è venuto dopo, quando con Paolo si è cominciato a dire che Gesù era risorto perché figlio di Dio in via esclusiva. In ogni caso non ha senso credere in Gesù Cristo solo perché Pietro ha parlato di “resurrezione”, come se di tutto quello che ha detto e fatto in vita al limite non c'importasse nulla.

Obiezione: Dunque gli undici sono degli ingenui; Paolo è un dritto che mette tutti nel sacco. Ma guarda che fantasia! Tutti discepoli di Lutero che rifiutano la lettera di Giacomo perché parla delle opere oltre la fede. Ma questa non è storia!

Risposta: Veramente se leggi gli Atti i protagonisti sono due: Pietro e Paolo, per questo si parla di teologia petropaolina. Degli altri apostoli sappiano assai poco. Paolo non fa altro che radicalizzare la teologia petrina. Se Cristo è risorto, allora può essere anche figlio di Dio. Se non è tornato subito, allora non voleva realizzare la liberazione nazionale della Palestina, ma riconciliare l'intero genere umano col Padre eterno, che dai tempi del peccato originale aveva voglia di eliminarlo dalla faccia della terra, come già aveva fatto col diluvio universale, salvando solo pochissime persone. Cristo, nuovo Adamo, tornerà alla fine dei tempi per il giudizio universale. Nel frattempo abbiate fede nella sua divinità e comportatevi in maniera virtuosa. Lo schiavismo non può essere superato. Onesimo deve tornare da Filemone. Noi non combattiamo contro la carne e il sangue ma contro le potenze dell'aria.

Obiezione: I vangeli sono stati scritti dai testimoni oculari di quegli eventi! La Sindone può essere un falso, e in ogni caso, se lo è, ciò non pregiudica la credibilità degli scritti degli apostoli! È chiaro che bisogna credere per fede a quegli scritti, ma non si può negare a priori ciò che non si può provare! La fede non ha bisogno di prove: o c'è o non c'è!

Risposta: Lo sai che molti esegeti direbbero che sei matta a dire che i vangeli sono stati scritti da testimoni oculari? Però io voglio venirti incontro: Marco, nella sua versione più antica, rifletteva il pensiero di Pietro. Poi qualcuno ha aggiunto delle parti che rispecchiassero anche la teologia paolina, molto più robusta di quella petrina. Anche il IV vangelo, in origine, è stato scritto da un testimone oculare, ma siccome era troppo antagonista nei confronti di Marco, hanno pensato bene di manipolarlo in chiave altamente mistica e gnostica. Quanto agli altri due Sinottici, o copiano da Marco o copiano da una fonte che di attendibile non ha nulla. Di sicuro non sono due testimoni oculari. Dunque Marco e per me soprattutto Giovanni contengono aspetti attendibili, come è attendibile la Sindone. Perché mai dovrei credergli per fede? Non sai distinguere le parti umanamente accettabili da quelle sicuramente inventate?

Obiezione: Basta leggere quello che scrive san Paolo per convincersi che la resurrezione non solo è accettata, ma è stata la motivazione a diffondere ovunque la fede cristiana. Qualche studioso avanza anche l'ipotesi che i vangeli siano stati scritti per non trascurare l'insegnamento e l'opera di Gesù prima della resurrezione, ma bisogna ammettere, in ultima istanza, che senza la resurrezione tutto il Nuovo Testamento perde logica, equilibrio e razionalità, per cui la cosiddetta esegesi laica è costretta a inventarsi costruzioni e teorie assurde, eliminando tutti i versetti che ritiene scomodi.

Risposta: Non puoi parlare di resurrezione se non rivedi vivo un corpo morto. Avrebbero dovuto accontentarsi di parlare di strana scomparsa, basandosi sulla Sindone. Ma in questa maniera avrebbero potuto inventarsi una nuova religione? No di sicuro.

Obiezione: Ma puoi parlare di resurrezione se rivedi vivo un corpo morto. E gli apostoli lo hanno visto, lo hanno toccato, hanno mangiato con Lui. Anzi il verbo greco che usa il vangelo significa “palpare”: Gesù aveva un corpo concreto, vero, palpabile e gli apostoli non potevano tacere un fatto così incredibile e inaspettato. Da lì trovano la forza per convertire il mondo morendo da martiri.

Risposta: Mettiti nei panni di Gesù Cristo, naturalmente per quanto possibile, visto che tu ritieni abbia una natura divina completamente diversa dalla nostra. Sai di non essere stato messo in croce solo per colpa di Giuda, Caifa e Pilato, ma anche perché i tuoi discepoli non hanno avuto il coraggio di reagire prontamente con una sommossa popolare durante il processo. Erano in tanti a seguirti ma alla prova dei fatti la partecipazione democratica ha fatto cilecca. Ne prendi atto e però fai capire ai tuoi discepoli, con l'unico strumento che hai a disposizione, la Sindone, che in te c'era qualcosa che andava al di là delle apparenze. Non puoi fare altro, non puoi spiegare il senso di questa stranezza, perché vivi in una dimensione diversa dalla nostra. Quel che potevi fare sulla Terra, l'hai fatto. Ti sei assunto le tue responsabilità. E ora vuoi che i tuoi discepoli facciano altrettanto. Ora, se tu avessi voluto ripresentarti, farti vedere redivivo, quale inevitabile sentimento avresti indotto nei discepoli? Che cosa avrebbero potuto chiederti? Una cosa sola: “Quando torni per vincere i tuoi nemici? Vogliamo Israele libero”. E che cosa ti saresti risposto? “Eh, troppo comodo. Voi cercate in me un dio che risolva da solo i vostri problemi, ma voi ve li dovete risolvere per conto vostro, altrimenti resterete sempre dei bambini”. E così hanno aspettato invano la parusia trionfale imminente. Dopodiché entra in scena Paolo, che smentisce Pietro, dicendogli: “Se Cristo non torna, è perché non vuole liberare Israele, ma vuole redimere l'intero genere umano dal peccato originale, quello per cui Dio l'aveva abbandonato al suo destino di autodistruzione. Quindi potrà tornare solo alla fine dei tempi. La terra rispetto ai cieli non conta niente, perché noi non facciamo politica ma etica religiosa. Bisogna vivere come se si fosse già morti”. E Paolo infatti lo dirà: “Chi mi libererà da questo corpo di morte?” (Rm 7,18ss.).

Obiezione: Ma non puoi slegare, o decontestualizzare, i racconti della resurrezione da tutto ciò che Gesù disse ai suoi discepoli quando era ancora vivo. Ci sono decine di passi dove Gesù annuncia la sua morte in croce in vista della definitiva resurrezione e la vittoria di questa sulla morte...

Risposta: T'immagini se davvero Gesù avesse più volte profetizzato che entrando a Gerusalemme di sicuro l'avrebbero ammazzato? Al massimo avrà potuto dire che c'era un margine di rischio. Altrimenti chi l'avrebbe seguito? Chiunque avrebbe potuto pensare che in quella pasqua decisiva sarebbe morto con lui. Come gli disse Tommaso quando Gesù decise di andare a Betania nella casa di Lazzaro. Poteva anche essere un esaltato con manie suicide, no? Anche Jim Jones convinse tutti i suoi adepti a suicidarsi con lui.

Obiezione: Ma poi scusi, lei è uno storico? Quali sono le sue pubblicazioni? Che valore hanno le sue presunte pubblicazioni nell'ambito della teologia cattolica, visto che parla di cristianesimo? Come fa a dire che i racconti della resurrezione sono inventati? Ma lei naviga proprio a vista!

Risposta: Ecco un altro disposto a discutere solo se l'interlocutore è qualificato e universalmente riconosciuto perché autore di molte pubblicazioni acclarate. Come se un autore del genere possa perdere il suo tempo in Facebook! Devi smetterla con questo culto della personalità e iniziare a ragionare con la tua testa nel merito dei post. Altrimenti mi fai fare la parte di Gesù Cristo quando gli dicevano: “Da dove gli viene tutto questo sapere?”, “Nessuno ha mai parlato come quest'uomo”, e altre scemenze del genere.

Obiezione: Il primo motivo del tuo elenco lo possiamo escludere: alla crocifissione hanno assistito tutti, sia amici che nemici di Gesù, e tutti ne hanno constatato la morte, per di più con una ferita di lancia al costato, giusto per non lasciare dubbi. Il suo cadavere è stato deposto dai soldati romani e la sua tomba sorvegliata dalle guardie del Tempio. Almeno su questo potremmo essere d'accordo, non pensi?

Risposta: Gesù Cristo è davvero salito sulla croce ed è davvero morto. Nel IV vangelo la prova è la ferita nel costato. Il soldato non avrebbe rischiato la propria vita se non avesse avuto l'assoluta certezza che Gesù era già morto al momento in cui lo volle colpire al cuore. Altrimenti gli avrebbe spezzato le ginocchia con la spada. Non è stato sepolto dai Romani ma dal fariseo Giuseppe e dai suoi servitori (la figura di Nicodemo è stata aggiunta da qualche redattore, forse perché diventò cristiano). Se davvero Nicodemo fosse andato a seppellire Gesù, i Sinottici l'avrebbero detto, anche perché era molto più importante lui di Giuseppe d'Arimatea o di Giairo o di Zaccheo.

Le guardie romane davanti al sepolcro sono un'invenzione di Matteo, il quale pensò così di rispondere all'accusa di trafugamento del corpo. Pilato non le avrebbe mai messe solo perché qualcuno, tra i sadducei, sospettava che Gesù potesse risorgere. Sarebbe stato un insulto alla sua intelligenza. I sadducei peraltro non credevano neppure nella resurrezione. Al massimo potevano essere stati Giuseppe e Nicodemo a pretendere delle guardie per proteggere il sepolcro, ma da chi, visto che tutti avevano potuto constatare ch'era davvero morto? Chi sapeva che sarebbe risorto? Nessuno. E nessuno avrebbe rubato un cadavere il sabato santo, vietando a se stesso di partecipare alla pasqua.

Obiezione: Per quanto riguarda la seconda ipotesi, anche questa è da escludere per un motivo molto semplice: non puoi costruire uno schema su Gesù e poi tenere soltanto i versetti che entrano nel tuo schema e togliere quelli che non c'entrano. Il vangelo o si accetta tutto intero o si rifiuta tutto intero: non si capisce perché certe volte gli evangelisti sono credibili e altre volte no. O sono credibili sempre oppure non sono credibili mai. Non puoi deciderlo tu: se lo fai compi un'operazione ideologica, che esiste solo nella tua testa, non nella realtà viva dei vangeli.

Risposta: È l'abc dell'esegesi laica accettare alcune cose dei vangeli e rifiutarne altre. Non vengono letti per diventare credenti. E neppure vengono cestinati in nome dell'ateismo.

Obiezione: Tu ti poni sempre la stessa domanda: chi è Gesù? E tenti sempre di dare una risposta che elimini il soprannaturale dai vangeli. Ma se eliminiamo tutti i miracoli di Gesù e la resurrezione, i vangeli diventano slegati, incomprensibili, assurdi, e quindi non credibili. Se togli il sovrannaturale, togli logicità al vangelo e quindi gli fai perdere ogni credibilità, anche umana. Perché mai non ribadire anche qui la logicità e la coerenza dei contenuti della fede? Per te han diritto di parola solo chi li nega.

Risposta: Se togli il sovrannaturale capisci la mistificazione. Se lo mantieni accetti l'interpretazione confessionale. Non siamo qui per ribadire i contenuti della fede che ci vengono trasmessi da 2000 anni. Non nascondo che il NT abbia una propria logica, che fondamentalmente è quella paolina, seppur essa abbia radicalizzato in senso teologico quella petrina. Ma è proprio la logica di fondo che è sbagliata e che nega il vero messaggio gesuano. Tale messaggio andava colto nel momento in cui lui era vivo o comunque per quello che lui aveva detto e fatto quando lottava per liberare Israele. Invece se ne è costruito uno dopo che lui era morto, e sulla base di questo si sono inventate cose mistiche che hanno falsificato quelle politiche.

Obiezione: Non trovo sensato dire che gli apostoli sono credibili quando si parla della tomba vuota e non sono credibili quando incontrano il risorto a Emmaus o quando appare a san Tommaso.

Risposta: La scoperta della tomba vuota è un fatto umano, ancorché poco spiegabile. Incontrarsi con un redivivo rientra nel fantasy.

Obiezione: Sono curioso di vedere dove vuoi andare a parare. In fondo se Gesù non è Dio perché gli dedichi tante attenzioni?

Risposta: Chi ha mai detto che Gesù non è Dio? È stato lui a dire ai suoi interlocutori, nel IV vangelo: “Voi siete dèi”. Quindi lo sono tutti.

Obiezione: Se tutti lo sono, nessuno lo è.

Risposta: Se tutti lo sono, tutti lo sono. È questa la tautologia di Gesù. Le differenze sono solo formali o relative. Si è mostrato come noi perché diventassimo come lui. Questo anche i cristiani lo dicono. Basta solo convincersi che non esiste alcun Dio onnipotente e onnisciente, perché in caso contrario saremmo solo dei burattini nelle sue mani. E poi t'immagini un dio del genere che ci mette 13,7 miliardi di anni per creare la porzione di universo che noi riusciamo a vedere...

Obiezione: Fai il tuo solito errore logico: prendi solo i versetti che puoi piegare ai tuoi schemi. Gli altri li elimini. Non lo trovi un modo assurdo di procedere?

Risposta: Non è colpa mia se i redattori hanno falsificato quanto detto e fatto da Gesù. Sono stati loro a costringerci, dai tempi di Reimarus, a mettere dei filtri. Per me Gesù era sostanzialmente un ateo e di sicuro un politico sovversivo, odiatissimo dai Romani, oltre che dalla casta sacerdotale giudaica.

Obiezione: Se leggi solo gli autori che partono dal presupposto che i miracoli e la resurrezione sono invenzioni... da un presupposto assurdo nasce un pensiero assurdo. Non puoi leggere solo gli esegeti che la pensano come te.

Risposta: Credere ai miracoli non alla portata dell'uomo è infantile. Credere nella resurrezione senza riapparizioni è quanto meno improprio.

Obiezione: Discutere con chi giustifica ogni cosa che diverge dalla sua idea, dicendo “quel passo è falsificato”, cioè prendendo sempre ciò che gli fa comodo e snaturando le cose, è come discutere di astronomia con un terrapiattista.

Risposta: Potrei dire la stessa cosa di chi prende alla lettera qualunque parola dei vangeli. È come se tu non avessi letto neanche un libro della moderna ricerca su Gesù.

Obiezione: Perché per te Gesù è così importante, visto che ne parli sempre?

Risposta: Perché penso che su di lui sia stata compiuta una mistificazione colossale, e penso che sia giunta l'ora di porvi rimedio. E qui debbo dirti che non faccio molta differenza tra ortodossi, cattolici e protestanti. Indubbiamente la migliore esegesi è quella protestante, ma si tratta sempre di un'esegesi religiosa, che non mette mai in discussione l'esistenza di Dio, anche perché se i teologi accademici lo facessero, verrebbero licenziati.

Obiezione: I vangeli sono scritti in un greco di traduzione, ovvero sono la traduzione di originali ebraici, che quindi risalgono a pochi anni dopo la vita di Gesù. Gli evangelisti erano quindi obbligati a raccontare i fatti esattamente come si erano svolti, perché molti dei testimoni di quei fatti erano ancora in vita. Quale maggior garanzia di storicità di questa?

Risposta: Anche se dici cose inesatte, in quanto gli originali in ebraico non li abbiamo, e anzi i testi in greco che ci sono arrivati sono copie di copie, voglio darti ragione su una cosa: per me la mistificazione è iniziata subito, proprio dentro il sepolcro vuoto, ed è stato Pietro a inventarla.

Obiezione: Gesù non aveva alcun messaggio politico: “Il mio regno non è di questo mondo”, disse a Pilato.

Risposta: Se il regno di Gesù era nei cieli, Pilato meritava d'essere denunciato dai cristiani per aver ucciso un filosofo mistico, politicamente innocuo. Perché non l'hanno fatto? Quando Pilato sterminò un gruppo di Samaritani facinorosi fu denunciato e perse il posto di prefetto.

Obiezione: Gesù voleva liberare soltanto il Tempio, ma non perché erano collaborazionisti. E poi dove hai letto che voleva liberare la Palestina dai Romani? Non guarisce forse il servo del centurione?

Risposta: Se non avesse voluto liberare la Palestina dai Romani, pensi che Pilato l'avrebbe giustiziato? Un prefetto che gestisce la Giudea per un decennio (nessun altro fu come lui) avrebbe preso la cantonata più grande della sua vita? Quanto al centurione, citato da Matteo e Luca, è assurdo: una bella sviolinata al compromesso cristiano/romano che i redattori volevano trasmettere ai loro lettori. Nel IV vangelo chi lo contatta è in realtà Cuza, funzionario di quell'Erode Antipa, collaborazionista dei Romani, che voleva eliminare Gesù, come già aveva fatto col Battista. Ma che si tratti di una guarigione a distanza va escluso a priori. Chissà cosa è stato mistificato in quel racconto... Seguace effettiva del Cristo sarà soltanto la moglie di Cuza, Giovanna, stando a Lc 8,3 e 24,10. Chissà, forse si era separata dal marito...

Obiezione: Che c'entra la Palestina con la Giudea? Se Gesù era erede al trono di Davide, acclamato re in Gerusalemme capitale della Giudea, che interessava a lui dei Filistei? A quel tempo non esisteva neppure la Palestina, in quanto inventata solo secoli dopo da Adriano in spregio a Dio.

Risposta: Ho usato “Palestina” per dire che voleva liberare Giudea Galilea Perea Samaria e, perché no?, mettiamo dentro anche Idumea, Decapoli. E poi perché escludere la Fenicia, visto ch'era andato a Tiro e Sidone? E tu pensi che non avrebbe cercato di aiutare la Siria, una volta vinta l'insurrezione in Giudea? Lo sai che nelle guerre giudaiche gli Idumei si misero dalla parte degli zeloti? E chi ti ha detto che voleva diventare re della Giudea? Forse l'iscrizione sulla croce? Ma se fosse stato così, perché rifiutò la proposta dei 5.000 Galilei di marciare su Gerusalemme in qualità di re, come riportato nel IV vangelo?

*

“Chi vede me vede il Padre” (Gv 12,45), è un'affermazione ateistica o religiosa?

I credenti, ovviamente, l'hanno interpretata in chiave religiosa, in un senso favorevole alla figliolanza divina in via esclusiva di Gesù. Solo lui era autorizzato (in virtù della resurrezione) a fare un'affermazione del genere. Pertanto bisogna credergli sulla parola.

Cioè il credente ha fede in un'affermazione teologica perché ha già fede in un'interpretazione mistica della tomba vuota, quella petrina, la quale non si è limitata a costatare la scomparsa di un cadavere, ma ha preteso di dire, senza averlo rivisto vivo, che il corpo era risorto. A questa interpretazione Paolo aggiungerà una spiegazione ulteriore del fatto: Gesù è risorto perché Figlio di Dio in via esclusiva, come solo lui poteva esserlo, in quanto ha potuto vincere la morte.

Ma immaginiamo se davvero Gesù possa aver detto quella frase del IV vangelo mentre era ancora in vita. Come l'avrebbero interpretata i discepoli? Se erano credenti in Jahvè, avrebbero pensato che Gesù stesse bestemmiando, in quanto nessuno nel mondo ebraico si sarebbe mai potuto permettere di identificarsi in maniera così stretta e unilaterale con la divinità.

Sarebbe apparso, oltre che empio, un esaltato, un folle, sicuramente uno da emarginare, da espellere da qualunque luogo di culto, anzi meritevole di morte, senza neanche imbastire un processo. Un qualunque ebreo l'avrebbe considerato un ateo presuntuoso.

Supponiamo invece che quella frase l'avesse detta davanti a un pubblico di atei. Cosa avrebbero pensato? Se Gesù si fosse equiparato a Dio in via esclusiva, negando ai discepoli di poter fare altrettanto, l'avrebbero molto probabilmente giudicato un imbonitore, uno di quei santoni che vuole ingannare la gente semplice. Chi gli avesse creduto sulla parola, sarebbe stato abbacinato da un culto della personalità. Dio non esiste, ma un uomo particolare, speciale agli occhi del popolo, può sostituirlo in tutto e per tutto. I grandi dittatori della storia, ma anche i papi (infallibili, vicari di Cristo ecc.) rientrano in questa categoria di esaltati (atei o credenti che siano non fa molta differenza).

Supponiamo invece che Gesù volesse dire che non esiste alcun dio ma solo l'uomo, e che ogni uomo, volendo, è una sorta di dio di se stesso. In tal caso avrebbe fatto un'affermazione ateistica sensata, umanamente accettabile, razionalmente condivisibile, o sarebbe comunque apparso un presuntuoso, un arrogante insopportabile? La risposta per un ateo è facile.

Ecco quindi perché i vangeli sono una mistificazione: un'affermazione verosimile è stata inserita in un contesto fuorviante, che l'ha resa del tutto falsa.

*

L'equiparazione di Gesù con Dio, presente nei vangeli, viene considerata dai Giudei una forma di ateismo. Invece i cristiani la considerano come la forma più alta di teismo fatta da Gesù. Dove sta la mistificazione in quelle fonti? La mistificazione sta nel fatto che i redattori, presentando un Cristo dai poteri sovrannaturali, condannano senza riserve l'incredulità dei Giudei, quando in realtà un Cristo del genere avrebbe violato la libertà di coscienza dei propri interlocutori, per cui la decisione di condannarlo sarebbe stata giustificata. Inoltre i redattori sostengono che Cristo affermava il proprio teismo in via esclusiva, quando invece egli sosteneva la divinità di ogni uomo, conformemente alla sua visione ateistica della realtà. Condannare senza mezzi termini i Giudei solo perché non credevano nella divinità del Cristo è stata un'operazione indegna dei redattori dei vangeli (condizionati dal loro antisemitismo), i quali avrebbero dovuto invece fare autocritica per non aver saputo realizzare il progetto insurrezionale del Cristo.

*

Entrati nel sepolcro, Pietro e Giovanni cosa si dissero? Proviamo a immaginarlo...

[Pietro] Che senso ha rubare il corpo d'un morto? Pensavano che avremmo fatto di questa tomba un luogo di culto?

[Giovanni] Guarda per terra. Ci sono le bende che tenevano legato il lenzuolo. Guarda là, c'è anche il lenzuolo ripiegato su se stesso.

[Pietro] Che senso ha rubare un corpo nudo, tutto sporco di sangue e lasciare il lenzuolo ripiegato da una parte?

[Giovanni] Io capisco soltanto che qui è avvenuto qualcosa di strano, che non riesco a spiegarmi. Dai un'occhiata al lenzuolo. Che razza di macchie sono queste? Ti sembrano normali? Come si sono formate?

[Pietro] Giovanni stammi a sentire. Non siamo stati noi a rubare il corpo, e chi l'ha fatto doveva essere fuori di testa a togliere il lenzuolo. Cosa raccontiamo agli altri? Che non riusciamo a spiegarci come sia scomparso? Rischiamo noi di passare per matti. Diciamo che è risorto e vediamo i farisei come reagiscono, visto che credono a questa idea di resurrezione.

[Giovanni] Ma come fai a dire che è risorto se non l'abbiamo rivisto? Passeremo per matti lo stesso. Chi ci crederà?

[Pietro] Lascia fare a me. Se è davvero risorto per conto suo, non può non tornare. Deve per forza tornare e fare strage dei suoi nemici. Si è lasciato ammazzare solo per farci capire che siamo dei buoni a nulla. Non siamo capaci di liberarci né dei romani né dei sadducei. Se i farisei accettano l'idea che è risorto, siamo a posto. L'hanno tradito da vivo, non potranno rifarlo se credono che è lui il messia.

[Giovanni] E se non torna? Che figura ci facciamo? Se aspettiamo che torni e poi non torna, noi abbiamo perso l'occasione di fare l'insurrezione. Non vorrai sostituire l'obiettivo dell'insurrezione con la fede nella resurrezione?

[Pietro] Perché fai tutte queste domande? Pensiamo al presente. Bisognerà pur dire qualcosa agli altri! O vuoi forse sostenere che i Giudei han rubato il corpo e ci han lasciato il lenzuolo? Sarebbe ancora più ridicolo, no!?

[Giovanni] Tu stai scherzando col fuoco. Se quello non torna, dovremo vergognarci tutta la vita. Come fai a pensare che i farisei, in nome dell'idea che hanno di resurrezione, crederanno a una tomba miracolosamente vuota? E soprattutto come fai a essere sicuro che se anche ci credessero, sarebbero disposti a insorgere?

[Pietro] Noi diamo ai farisei l'ultima possibilità. Se lui è risorto, deve per forza tornare. Se i farisei non credono né che sia risorto né che torni, per loro è finita. Verranno sterminati insieme ai romani. Tanto lui deve tornare per forza.

Obiezione: Un bel mischione di vangeli. Giovanni parla sì di bende, ma di sudario che copriva solo il capo, niente lenzuolo che copriva l'intero corpo. Di quello se ne parla negli altri vangeli, che però non parlano di bende. E nessuno fa accenno a macchie strane sui teli.

Risposta: Io mi sono basato solo sul IV vangelo, senza prenderlo alla lettera in tutta la pericope della scoperta della tomba vuota. Gli ebrei non usavano sudari come Egizi e Romani. A meno che “sudario” non voglia dire “lenzuolo”. Quel che han trovato era il lenzuolo, tenuto stretto da alcuni legacci, che trovarono per terra. Se nel telo non avessero visto la sagoma non si sarebbero inventati la resurrezione, anche se il telo in realtà non dimostrava proprio nulla, altrimenti l'avrebbero usato come prova.

Obiezione: Certo, se possiamo forzare i testi secondo le nostre idee, tutto diventa più facile.

Risposta: I vangeli sono pieni di manipolazioni successive. Per es. nel IV è scritto che Nicodemo portò aromi profumati, ma è falso, perché non avevano tempo per lavarlo e ungerlo. Chissà perché l'han messo. Forse Nicodemo diventò cristiano al tempo di Paolo. Erano entrambi farisei.

Obiezione: Dal momento che non siamo certi dell'aderenza agli originali, possiamo inventarceli a nostro piacimento e manipolarli in libertà.

Risposta: Esattamente così! Gli stessi vangeli hanno inventato parecchie cose, anzi quasi tutte, su Gesù Cristo. Non vedo perché non dovrei farlo io. Il sudario è un semplice fazzoletto. Se davvero gliel'avessero messo in faccia, nel lenzuolo non avremmo potuto vedere il volto, visto che le fibrille del telo sono impresse solo in maniera molto superficiale. Al massimo i due apostoli avrebbero potuto trovarlo per terra, insieme ai legacci con cui avevano tenuto legato in più punti il lenzuolo. Di sicuro non avrebbe avuto alcun senso trovarlo ripiegato su se stesso, mentre il lenzuolo chissà dov'era. Il sudario di Oviedo, che pur ha lo stesso gruppo sanguigno e molti pollini analoghi10, molto probabilmente era stato usato prima di avvolgerlo nel lenzuolo.

Il redattore-manipolatore della pericope non sapeva di cosa stesse parlando, anche perché, se davvero gli avessero messo un sudario in faccia, l'avrebbero fatto dopo aver lavato e profumato il cadavere, non certo prima. Forse è lo stesso manipolatore che nel racconto della resurrezione di Lazzaro scrive che questi era tutto fasciato o bendato. Persino agli esegeti ebraici è venuto da ridere leggendo questo brano.

Obiezione: Basterebbe per i credenti leggere i quattro vangeli a cui sono devoti per capire la truffa della Sindone. Non ne parla nessuno, neanche gli apocrifi, neanche Paolo, che l'avrebbe potuta usare a scopo propagandistico per la nuova religione da lui inventata.

Risposta: La Sindone è l'unico documento autentico di tutto il Nuovo Testamento, l'unico che ti faccia capire con certezza che Gesù non era un pacifista e Pilato non era un buonista che voleva salvarlo.

Obiezione: La Sindone non è un documento ma un lenzuolo contraffatto medievale fatto passare per quello che ricoprì Gesù nella tomba.

Risposta: Certo nel Medioevo conoscevano la differenza tra positivo e negativo fotografico, potevano produrre immagini tridimensionali, sapevano esattamente che in testa non aveva una corona di spine ma un casco, che i chiodi non venivano messi nelle mani ma nei polsi, che dal costato gli erano usciti due tipologie di sangue e tante altre migliaia di cose che ti risparmio. Perché mi fai essere ironico su argomenti del genere?

Tu guardi la Sindone come prova della resurrezione. Lo fecero anche gli apostoli. Come mai non poterono usarla a sostegno della tesi? Perché quel lenzuolo mostra solo una stranezza, non dimostra alcun fatto, tant'è che si dovettero inventare ch'egli era riapparso vivo e vegeto. Quel reperto va esaminato in chiave politica, come smentita della versione edulcorata dei vangeli nei confronti di Gesù e di Pilato. Pilato lo voleva morto a tutti i costi perché evidentemente considerava Gesù un leader politico molto pericoloso.

Obiezione: Fare delle congetture su avvenimenti di 2000 anni fa è fuori del razionale. Non ci sono ad oggi prove certe e inconfutabili e scientifiche che i fatti del vangelo siano veri o abbiano un fondo di verità. La nostra mente è troppo condizionata da due millenni di cristianesimo.

Risposta: Le congetture si fanno sempre e su qualunque cosa, anche sulle piramidi egizie o su Stonehenge. Non esistono documenti incontrovertibili. La storia non è una scienza.

Obiezione: Le piramidi egizie si toccano con mano, possiamo avvalerci di prove scientifiche per capirne le origini. L'unico che ha toccato con mano Gesù è stato san Tommaso. Le congetture si possono fare sui fatti storici, non su testi che non sono basati sulla storia.

Risposta: Guarda che chi ha scritto il testo assurdo della ricomparsa di Gesù in casa degli apostoli per far capire a Tommaso ch'era davvero risorto, non sapeva neppure che i chiodi non glieli avevano messi nelle mani ma nei polsi. Inoltre fa passare Gesù attraverso i muri, come se fosse un fantasma, in contrasto col racconto della tomba vuota, in cui gli apostoli trovarono l'uscio aperto. Inoltre fa esclamare a Tommaso una frase assurda: “Mio Signore e mio Dio”. Gli ebrei lo chiamavano “rabbi” non “kyrios”, e di sicuro Tommaso non avrebbe potuto chiamarlo “Dio”, in quanto Gesù era ateo. Il testo è assurdo anche per un altro motivo fondamentale: nessuno l'ha più rivisto vivo, per cui tutti i racconti di riapparizione sono inventati.

Obiezione: Al sepolcro sono presenti soltanto delle donne. I Sinottici parlano chiaro.

Risposta: Le donne con gli aromi in mano i Sinottici le han messe perché si sono vergognati d'averlo sepolto così com'era, sporco di sangue, in tutta fretta, perché stava arrivando il sabato, che corrisponde al venerdì sera. Ma non esistono donne che al terzo giorno vanno a inumare il corpo di Gesù, proprio perché non potevano farlo, essendo Gesù un maschio (che andava inumato da maschi), essendo la tomba di proprietà di Giuseppe (ci voleva il suo consenso per aprirla) ed essendo chiusa (per aprirla ci volevano gli uomini).

Giovanni doveva per forza essere presente per almeno tre ragioni: è l'unico che parla di ferita al costato; quando corre con Pietro verso il sepolcro lo precede non tanto perché più giovane, quanto perché non ha bisogno che sia la Maddalena a indicarglielo: sapeva benissimo dov'era. E poi è a lui che Gesù affida la madre, evidentemente in polemica col suo parentado. Inoltre tutta l'iconografia della crocifissione ha sempre messo ai piedi della croce tre persone: la madre di Gesù, la Maddalena e Giovanni.

La tomba fu trovata già aperta e con dentro solo la Sindone il sabato mattina (quando ancora era buio), cioè non molte ore dopo che l'avevano messo nel sepolcro.11 E fu trovata così dalla Maddalena e da un'amica anonima, che non erano andate per lavare e ungere il corpo, ma per piangerlo o per mettere dei fiori, degli ornamenti... Entrambe sapevano dove l'avevano sepolto. Il resto detto dai Sinottici sono tutte sciocchezze messe lì da redattori che non sapevano nulla: l'angelo, le guardie davanti al Tempio, il giovanetto, le tre donne, i profumi, il terremoto... Anche i tre giorni non esistono: sono stati messi in riferimento a passi veterotestamentari.

Non si può transigere sull'assoluta importanza di Giovanni rispetto ai Sinottici. Marco, Matteo e Luca non sanno nulla della modalità della crocifissione, deposizione e inumazione, proprio perché Pietro non era presente in quel momento. È Marco che detta legge, in quanto Matteo e Luca copiano da lui, e Marco dice cose del tutto inventate. Le donne vedono dove lo seppelliscono, ma non possono far nulla di nulla. L'unico affidabile è Giovanni, perché è stato un testimone oculare. Il suo vangelo originario è stato certamente manipolato da monaci cristiani vicini allo gnosticismo e all'essenismo, ma questo non vuol dire che non siano rimaste delle parti autentiche. È Giovanni che fa capire che il lenzuolo che aveva avvolto il corpo di Gesù corrisponde alla Sindone. È lui che dice che fu trovato ripiegato e posto da una parte, come se dovesse essere conservato. Se fosse stato un semplice telo sporco di sangue pensi che avrebbero avuto così tanta cura a conservarlo?

*

Ecco una storia laica della vita di Gesù da raccontare ai nostri figli sotto l'albero di Natale.

Due millenni fa esisteva una regione chiamata Palestina, che non sopportava la dominazione dei Romani e ogni tanto la popolazione si ribellava. Solo i più ricchi non lo facevano. Sia i proprietari di grandi terre e quanti, non avendo le terre, volevano arricchirsi col denaro, sia i gestori del Tempio di Gerusalemme e i sovrani degli Stati vassalli di Roma preferivano scendere a compromessi coi dominatori, poiché li giudicavano troppo forti sul piano militare.

Purtroppo le rivolte venivano sempre represse nel sangue. Non c'era una strategia comune, che mettesse d'accordo tutti. Le questioni etniche o religiose tenevano divise le masse e i Romani ne approfittavano.

Un giorno venne fuori uno, di nome Gesù, che cominciò a predicare una insurrezione nazionale che superasse tutte le differenze etniche e religiose.

Senonché tutte le volte che si dichiarava ateo, per superare le rivalità religiose, i teologi più fanatici lo volevano lapidare. Inoltre non riusciva a convincere i Giudei a non sentirsi superiori né ai Galilei né ai Samaritani. Non riusciva neppur a far capire che non si doveva costruire un regno come quello di Davide, ma una società giusta e libera, cioè una democrazia sociale non una monarchia teologica.

In molti erano contro di lui, ma nessuno riusciva a catturarlo, sia perché si nascondeva di continuo, sia perché quando si presentava in pubblico, molta gente lo seguiva e lo proteggeva. Ovviamente i Romani non volevano prenderlo a causa del suo ateismo, ma piuttosto perché voleva compiere una insurrezione contro di loro.

Quando, grazie a un tradimento, i teologi fanatici riuscirono a prenderlo, non ebbero il coraggio di lapidarlo, proprio perché lui era troppo famoso. Così preferirono consegnarlo ai Romani, il cui governatore, Pilato, era molto astuto. Infatti con vari trucchi riuscì a dimostrare che la morte di Gesù non era lui a volerla, ma la stessa popolazione giudaica.

Tutto ciò però non servì a nulla. 30 anni dopo scoppiò una grande rivolta ebraica, che però, non accettando nessun insegnamento di Gesù, portò alla rovina completa della Palestina. Tanto che ci vollero altri 1900 anni prima che qualcuno potesse riproporre l'idea di uno Stato di Israele. E quando quell'idea venne finalmente realizzata, di nuovo scoppiarono infinite polemiche per questioni etniche e religiose.

*

Una cosa che dovrò chiarire dopo esser passato a miglior vita è il motivo per cui un manipolatore del IV vangelo ha avvertito il bisogno di far vedere che la samaritana incontrata da Gesù al pozzo di Giacobbe era una mezza prostituta.

Quando lui le chiede di dargli da bere, lei si stupisce della domanda, perché dalla parlata aveva capito ch'era un giudeo. Se fosse stato un galileo si sarebbe stupita di meno, anche se non mancavano frizioni politiche tra le due etnie, in quanto i samaritani offrivano truppe ausiliarie ai Romani. Ma nei confronti dei Giudei l'odio era feroce, di tipo ideologico. Tant'è che i farisei rinunciano a inseguire Gesù in Samaria per parlare con lui sull'epurazione del Tempio, che in fondo era fallita per colpa loro, come ammise Nicodemo, obtorto collo, nel suo colloquio privato con Gesù.

Per capire che Gesù aveva compiuto a Gerusalemme qualcosa di molto eclatante, la samaritana non aveva bisogno di sapere che lui era una persona speciale, in grado d'indovinare il mestiere che lei faceva. Le bastava credergli sulla parola. In fondo, se erano diretti in Galilea, non avevano bisogno di passare attraverso la Samaria: era quindi evidente che avevano necessità di farlo a titolo precauzionale.

Ma da un'altra cosa quella donna capì che Gesù era una persona diversa dagli altri uomini: portava lunghi capelli, segno del voto di nazireato. Quando gli dice: “Vedo che sei un profeta”, non intendeva dire ch'era un indovino, ma ch'era un leader, con tanto di seguaci attorno.

E gli fa quella domanda, la cui risposta per un giudeo doveva apparire scontata. Sembrava quindi una provocazione: “Dov'è che bisogna pregare Dio?”. E lui le diede una risposta che la lasciò a bocca aperta: “Né al tempio né sul vostro monte”. Sembrava che avesse formulato un nuovo principio, mai sentito prima in Palestina: la libertà di coscienza in merito all'atteggiamento da tenere verso le questioni religiose.

Una dichiarazione del genere era sufficiente per portare Gesù al villaggio e farlo conoscere agli altri. Nessun leader giudeo (ma neppure un galileo) avrebbe mai detto una cosa del genere.

Quando poi s'incontrarono, Gesù fece capire loro che per liberarsi dei Romani e dei sadducei collaborazionisti bisognava andare oltre le differenze religiose, oltre le separazioni etniche. Condivisero l'idea, al punto che lo definirono “Salvatore del mondo”.

Ecco ora vorrei sapere che bisogno aveva il manipolatore di aggiungere che la samaritana era una prostituta. Dovrai darmi delle buone motivazioni, altrimenti una bassezza del genere non te la perdonerò.

Obiezione: Ma il vangelo non dice che fosse una prostituta.

Risposta: “Hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito”, era un modo di dire ch'era una prostituta (anche se sul piano pratico poteva non esserlo).12 Ma la domanda da fare è un'altra: Perché il manipolatore offende moralmente la donna quando nella realtà Gesù stava realizzando coi samaritani un'intesa politica avente come obiettivo la liberazione della Palestina? Cioè perché dopo aver chiesto da bere a una nemica per i Giudei, facendole capire che per lui non lo era, improvvisamente la deve mettere in imbarazzo, umiliandola, su una questione di carattere personale? In fondo Gesù e la donna non si erano mai visti né conosciuti: che bisogno aveva il manipolatore di mostrare che Gesù, dall'alto della sua onniscienza, era in grado di conoscere bene il passato poco edificante di quella donna? Qui c'è una bassezza morale da spiegare oltre che da biasimare. E per me la spiegazione può essere una sola: i Samaritani non si convertirono al cristianesimo. Cioè proprio nel racconto che indica la possibilità di un'intesa politica tra loro e il movimento nazareno, il falsificatore del IV vangelo fa capire che con loro non era possibile alcuna vera intesa teologica.

*

Visto che siamo sotto Natale, voglio spendere due parole a favore dell'origine giudaica del Cristo. Prendiamo Gv 4,43ss.: “Trascorsi due giorni, partì di là (dalla Samaria) per andare in Galilea. Gesù stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria. Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa (pasquale)”.

La sua patria quindi era la Giudea, ch'era stato costretto a lasciare dopo la fallita epurazione del Tempio, per sottrarsi all'arresto da parte della polizia giudaica. In Galilea invece viene accolto in maniera trionfale, perché aveva avuto il coraggio di fare una cosa che tutto il popolo desiderava, soprattutto quello galilaico.

Se andò in Galilea prima di compiere l'epurazione, come appare in Gv 1,43, fu perché, dopo aver incontrato Pietro, ch'era uno zelota, aveva bisogno di un appoggio significativo per epurare il Tempio. Pietro lo conobbe attraverso il fratello Andrea, seguace del Battista.

Questo è sufficiente per escludere che sia nato a Nazareth. Ma allora non ha neppure senso che sia nato a Betlemme, ove i genitori si sarebbero recati per il censimento facendo un viaggio assurdo dalla Galilea alla Giudea, mentre Maria era in procinto di partorire. Betlemme è stata scelta simbolicamente, perché qui era nato il re Davide.

Gesù non è nato né a Nazareth né a Gamala (come alcuni esegeti sostengono per porre una relazione tra lui e il movimento zelota), ma molto probabilmente è nato a Gerusalemme.

Ma allora perché non dirlo chiaramente? Perché la teologia petrina, essendo nettamente antigiudaica, voleva attribuirgli un'origine galilaica.

La famiglia di Gesù era imparentata con quella del Battista, che viveva a Gerusalemme. Gesù stesso conosceva molto bene Lazzaro e le sue sorelle, che vivevano a Betania, a pochi km da Gerusalemme.

Quando compie l'epurazione del Tempio, era già molto noto a Gerusalemme. Nicodemo, incontrandolo privatamente, gli riconosce una notevole autorevolezza (Gv 3,2). Anche il Battista fa lo stesso e anzi lo indica come possibile messia d'Israele. Sulla base di cosa però non lo sappiamo. L'unico evangelista che avrebbe potuto raccontarci qualcosa era Giovanni Zebedeo, che però in quel momento era un seguace del Battista. Di sicuro se Gesù non fosse stato già importante, non avrebbe avuto la forza di dividere il movimento battista in due parti.

Obiezione: Scusa ma che problema c'è se è nato a Betlemme?

Risposta: Perché non ha senso un viaggio lungo quando Maria è quasi al nono mese. Perché i Romani non chiedevano che gli ebrei pagassero sulla base del luogo di nascita. Perché la coincidenza tra Gesù e Davide, in relazione a Betlemme, è troppo forte per essere vera. Perché è inspiegabile la mancanza di posto in albergo, incredibile l'indifferenza della gente nei confronti di una donna incinta, stranissima la fede religiosa dei pastori e dei magi... (in Matteo il bambino-Gesù non viene accettato da Israele ma solo dal mondo pagano: i re magi; in Luca non viene accettato dai potenti ma solo dagli umili: i pastori). Siamo in pieno misticismo. E poi altri dèi sono nati in una grotta: Dioniso, Ermes, Oro, Zeus, Mitra.

Domanda: Ma alla fine, tutti questi movimenti o sette religiose / rivoluzionarie ribelli, di quante persone erano formate e da cosa erano composte: forse banditi, predoni carovanieri, pastori pecorai, commercianti, artigiani? Quelle zone, dato il clima e il territorio, non erano molto popolate, e forte era la miseria, la fame, l'ignoranza e la superstizione...

Risposta: Secondo Jeremias Gerusalemme aveva circa 30.000 abitanti. Durante la Pasqua si arrivava ad almeno 125.000. Nel corso della guerra giudaica del 66-70 i morti furono centinaia di migliaia: Giuseppe Flavio parla addirittura di 1,1 milioni di morti, su una popolazione complessiva di circa 2,5 milioni. Tacito sostiene che i morti a Gerusalemme furono circa 600.000. Soltanto i prigionieri portati a Roma furono 97.000. Sempre secondo Giuseppe Flavio c'erano più di 6.000 farisei.

Ti ricordo che i Romani, prima con l'impero d'occidente poi con quello d'oriente, tennero la Palestina fino a quando non fu conquistata dagli Arabi nel VII. Quindi non dovettero considerarla una zona così sottosviluppata.

Aggiunta al post iniziale

Solo Luca e Matteo sostengono che Gesù sia nato a Betlemme (il paese nativo di Davide), e solo Luca ne spiega la ragione chiamando in causa il censimento di Quirinio. Giuseppe Flavio però non menziona un censimento fatto durante il regno di Erode il Grande (che morì nel 4 a.C.), ma parla di un censimento fatto da Quirinio nel 7 d.C. Ora, siccome i Romani facevano censimenti ogni 14 anni, è probabile che Gesù sia nato nel 7 a.C., prima che Quirinio fosse governatore della Siria (cosa che diventò solo nel 6 d.C.). In tal caso sarebbe esclusa la morte a 33 anni: semmai a 36-37.

Mt 2,22s. sostiene che Maria e Giuseppe lasciarono Betlemme per Nazareth perché avevano paura di Archelao, successore di Erode il Grande. E motiva questo dicendo che era stato predetto dai profeti, ma non si sa da dove abbia preso la citazione del v. 23 (“giunto in Galilea, abitò in una città detta Nazareth, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti: Egli sarà chiamato Nazareno”). Di Nazareth in realtà non si sa nulla fino al IV sec.

Mt 2,6 riporta a modo suo una frase di Michea 5,1: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele”. In realtà Michea scrive: “Sei la più piccola delle tribù di Giuda” e da te uscirà un messia politico-militare (5,5), che “calpesta e sbrana” (v. 7).

In Marco e Giovanni Gesù è di Nazareth: Mc 6,1 la definisce esplicitamente come “patria” di Gesù. Ma Marco riflette la posizione fortemente antigiudaica di Pietro.

Le circostanze del viaggio a Betlemme (riportate da Matteo e Luca) sono del tutto inverosimili: Maria era ormai prossima a partorire e non avrebbe avuto senso fare un viaggio così lungo, inspiegabile la mancanza di posto in albergo, incredibile l'indifferenza della gente nei confronti di una donna incinta, la fede dei pastori e dei magi è del tutto eccezionale... (in Matteo il bambino-Gesù non viene accettato da Israele ma solo dal mondo pagano: i re magi; in Luca non viene accettato dai potenti ma solo dagli umili: i pastori).

Sino al IV sec. è esistito, proprio sul posto consacrato oggi al ricordo della natività, un santuario dedicato alla nascita di Adone, il signore dei culti orientali di salvezza (altri dèi sono nati in una grotta: Dioniso, Ermes, Oro, Zeus, Mitra).

La basilica della natività risale ai tempi di Giustiniano. È stato proprio s. Girolamo a scrivere che la grotta venne scoperta intorno al 400!

Giovanni, che avrebbe potuto dire una parola definitiva sulla nascita di Gesù, si rifiutò di farlo, oppure fu censurato per non contraddire la versione marciana sull'origine galilaica di Gesù. È vero ch'egli afferma che Giuseppe era di Nazareth (1,45) e mette in bocca a Natanaele la convinzione che Gesù fosse originario di questo villaggio (1,46). Ma Natanaele non si sa chi sia. In ogni caso per gli ebrei contava soprattutto, per la questione del sangue, la nascita da parte della madre non del padre. Senza poi considerare che il IV vangelo è stato profondamente manipolato in senso antigiudaico.

Inoltre Giovanni spiega che l'opinione comune riteneva Gesù un galileo, in quanto in Galilea egli aveva trascorso gran parte della sua vita (7,40ss.). Ma questo non vuol dire che fosse nato in Galilea, tant'è che in 4,43 Giovanni dice chiaramente che andò a vivere in Galilea dopo la fallita epurazione del Tempio. Durante il viaggio come profugo politico, dopo che la samaritana lo riconosce come giudeo dalla parlata, in Galilea il funzionario di Erode, Cuza, lo contatta perché sa che viene dalla Giudea.

Di sicuro a Giovanni non interessa la tesi secondo cui il messia doveva nascere a Betlemme. Il che però non vuol dire che Gesù sia un galileo. Sarebbe tranquillamente potuto nascere a Gerusalemme, visto che Maria era imparentata con Elisabetta, madre del Battista.

Quando in Gv 7,52 i farisei rimproverano duramente Nicodemo di non credere nella necessità che il messia nasca in Giudea, non si vuole per forza sottintendere che Gesù fosse galileo, ma si voleva evidenziare quanto fossero razzisti i Giudei nei confronti dei Galilei.

*

Se diamo per buona l'ipotesi della partenogenesi di Maria (pur insensata sul piano scientifico quando riferita agli umani), dobbiamo altresì ammettere che l'unica persona dei vangeli che sia stata capace di verificarla con certezza non può che essere stata lei stessa, la quale però non poteva essere in grado di spiegarsene la ragione.

È quindi possibile, se era in procinto di sposarsi, che lei, essendo ancora vergine, non abbia raccontato nulla a Giuseppe (che sicuramente non l'avrebbe capita) e che lui non si sia accorto di nulla.

Il che spiegherebbe il motivo per cui il vangelo marciano (redatto nel 68-70) non parli minimamente di questa cosa. E se consideriamo che i racconti natalizi di Matteo e Luca sono del tutto mitologici (in quanto influenzati da religioni pagane), si spiegherebbe anche il silenzio del IV vangelo.

Tuttavia se questa tesi è vera, contraddice quella evangelica, secondo cui lei fu costretta ad avvisare Giuseppe, il quale, pur con molta riluttanza, decise di non esporla al pubblico disprezzo. In fondo era rimasta vergine, che per gli ebrei maschi è ciò che conta.

In ogni caso se gli ha raccontato qualcosa e Giuseppe non l'ha ripudiata, è difficile credere che Giuseppe non abbia preteso di fare altri figli, sulla legittimità dei quali non avrebbe nutrito alcun dubbio. È difficile pensare a una moglie che, per difendere la propria illibatezza, si oppone alla volontà del marito (che peraltro l'aveva salvata dall'ignominia). Stando ai vangeli i due sposi ebbero almeno altri sei figli. Il che, per una famiglia ebraica di allora, era del tutto normale (le ragazze si sposavano molto presto). Quindi il dogma cristiano secondo cui Maria rimase vergine prima, dopo e durante il parto, non avrebbe davvero alcun senso. Né che i fratelli di Gesù fossero in realtà suoi cugini o fratellastri avuti da Giuseppe in un precedente o successivo matrimonio.

(Torna su)

3) Sugli evangelisti

Gli evangelisti non ebbero soltanto la presunzione di dire che, siccome Gesù aveva compiuto qualcosa di straordinario da morto, allora bisognava credere che avesse fatto e detto cose non meno straordinarie anche da vivo; non ebbero solo la preoccupazione di dimostrare alle autorità romane che i cristiani non andavano considerati politicamente pericolosi come gli ebrei nella guerra giudaica del 70, ma ebbero anche la pretesa di celare agli stessi cristiani la pusillanimità che avevano dimostrato nel non voler proseguire il messaggio di liberazione politico-nazionale del Cristo. Stando a quel che raccontano i vangeli, è impossibile non pensare che i redattori non abbiano abusato della credulità popolare. Ma, quel che è più grave, è che nel cristianesimo primitivo è mancata una qualunque forma di autocritica. Al massimo si è propagandata l'idea che ci si deve sentire dei poveri peccatori, bisognosi di continua assistenza divina, cioè si è trasformato lo stoicismo laico dei Romani in uno stoicismo religioso, sostituendo la parola “destino” con la parola “Dio”.

Obiezione: È la stessa Enciclopedia Cattolica che afferma che “l'intestazione di Marco, Matteo, Luca e Giovanni fu attribuita postuma” ai vangeli, e che “i canonici non furono scritti nel I secolo d.C.” e che gli apocrifi sono più antichi dei canonici.

Risposta: Per me i canonici furono scritti nel I sec. (qualche aggiunta al IV vangelo può essere stata fatta nel secolo successivo). Alcuni apocrifi sono stati scritti nel I sec. ma la maggior parte si basa sui canonici o comunque rappresentano delle variazioni all'interno della medesima teologia petropaolina. Non vedo significative differenze, rispetto ai canonici, circa la tesi del Cristo teologico. Alcuni esegeti parlando di “memoria orale” antecedente alla scrittura dei vangeli, ma per me, se è esistita una memoria orale che è poi rifluita nei vangeli (per dare maggiore attendibilità a quelli scritti nel I sec.), allora bisogna dire che la trasformazione del Cristo politico in Cristo teologico è avvenuta subito, forse addirittura dentro il sepolcro stesso, quando Pietro ha interpretato la tomba vuota come resurrezione.

*

Si calcola che le parole cambiate dai copisti cristiani relativamente all'intero NT siano state tra le 200.000 e le 300.000 o forse più. Ci sono più differenze tra i manoscritti giunti a noi che parole nel NT. Nessuna copia coincide perfettamente con un'altra. E ce ne sono arrivate 5.400, totali o parziali, in greco (da minuscoli frammenti di una riga a tomi che contengono tutti i 27 libri).

Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del NT, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali. I manoscritti più antichi delle lettere di Paolo risalgono all'incirca al 200, cioè quasi 150 anni dopo che lui le scrisse. Manoscritti completi di tutto il NT ne abbiamo solo dal IV sec., alla fine del quale si decise il canone.

Non fa un po' ridere quando qualcuno, vedendo interpretazioni esegetiche difformi da quelle ufficiali, si mette a chiedere “dove sono le fonti”? Non ha senso dividere le interpretazioni in ortodosse ed eretiche, come non ne aveva all'inizio della formulazione della teologia petropaolina, che portò alla nascita del cristianesimo.

Obiezione: I dati che considerano una forbice tra 200.000 e 300.000 sono solo ridicoli. Non esiste nessuna evidenza che i manoscritti risalgano al 200 e.v., mentre la datazione degli originali all'anno 50 è pura fantasia. Le 7 lettere paoline cosiddette autentiche saranno anche state scritte nel I secolo, ma non hanno niente che possa riferirsi alla religione del figlio di Dio. Neanche lì dove si legge il nome “Gesù”, che in maniera fin troppo evidente risulta essere stato aggiunto dopo (provate a sopprimere l'inciso dove c'è il nome Gesù: il periodo scorre sempre fluido).

Risposta: Anzitutto le affermazioni che riporto provengono da un libro di Bart Ehrman (Gesù non l'ha mai detto), non è farina del mio sacco, e sono certamente provocatorie, come spesso fanno gli esegeti americani. In secondo luogo per me è sufficientemente chiaro che il cristianesimo originario, quello più primitivo, può essere definito come “teologia petropaolina”, nel senso che Paolo non ha inventato tutto da solo, ma si è innestato sulle tesi petrine relative alla morte necessaria del Cristo, voluta dalla prescienza divina; poi il Cristo risorto sarebbe dovuto riapparire in pompa magna in tempi brevi, dando alle autorità giudaiche il tempo per pentirsi di ciò che avevano fatto e di riconoscere che Gesù era il vero messia da attendere.

Obiezione: Sulla parusia lo stesso “Paolo” si contraddice, a dimostrazione che la persona/autore non è mai esistita (come non è esistito nessun Pietro), ma è esistita una teologia di coinvolgimento universalistico fortemente contrapposta a quella giudaica. Il materiale redazionale originale non sapremo mai a quando risale, di sicuro non al I secolo.

Risposta: Paolo ha svolto le tesi mistiche petrine in una maniera che lo stesso Pietro fece molta fatica ad accettare, in quanto Paolo rinunciò a qualunque politica rivoluzionaria di liberazione della Palestina, e per fare ciò fu costretto a spiritualizzare al massimo la figura di Gesù. Quando Paolo, riguardo alla parusia del Cristo, inizia a posticiparla sine die, rispetto alla previsione immediata di Pietro, rompe inevitabilmente anche con Pietro (sarà poi Pietro a riconciliarsi con lui). Spostando la parusia alla fine dei tempi, Paolo è costretto a porre gli ebrei sullo stesso piano etico dei pagani (cosa che per un ebreo sarebbe stato come bestemmiare). Con lui la politica del cristianesimo si riduce unicamente a non riconoscere all'imperatore alcun carattere di sacralità, alcuna funzione liturgica ed ecclesiastica (pontifex maximus) vincolante anche per i cristiani. Il che per i Romani era sufficiente per procedere con le persecuzioni.

*

Vuoi che la proto-ortodossia del cristianesimo primitivo, confluita poi nel canone del NT, non avesse ragione a eliminare tutta quella letteratura bislacca su Gesù Cristo, oggi denominata come gnosticismo, docetismo, ebionismo ecc.?

Oggi l'esegesi laica denuncia la trasformazione del Cristo politico in Cristo teologico, ma se si esamina ciò che è rimasto di quella letteratura apocrifa si resta abbastanza sconcertati di quante assurdità sia capace la fantasia umana.

E tuttavia bisogna ammettere una cosa: è stato un errore aver eliminato quella letteratura, poiché uno deve esercitarsi da solo a discernere il grano dal loglio. Solo che questa consapevolezza è maturata tardi, e non grazie al cristianesimo, ma con lo sviluppo della secolarizzazione, che non soltanto ha laicizzato i contenuti della religione cristiana (come ha fatto gran parte della filosofia occidentale), ma è anche arrivata a dire che, a fronte della liberazione sociale e politica, una religione vale l'altra, in quanto tutte profondamente limitate.

In ogni caso se non s'interpretano i vangeli in maniera politica, restano solo due strade: quella confessionale piena di assurdo misticismo e quella negazionista, che ritiene Gesù un mito. Due facce della stessa medaglia, poiché con entrambe è impossibile discutere. I mitologisti, quando vogliono negare un'esistenza storica al Cristo, non si rendono conto che i primi a farlo sono stati gli stessi cristiani. Capisco che bisogna combattere l'idea che il Cristo teologico abbia una pretesa di storicità, ma non possiamo buttar via l'acqua sporca col bambino dentro.

Chi pensa che “interpretare” voglia dire “inventarsi le cose”, è solo uno sciocco. Anche i vangeli sono un'interpretazione di ciò che fece e disse Gesù. Tutto è un'interpretazione. Anche Pietro, pur non avendo mai più rivisto vivo Gesù, interpretò la tomba vuota come resurrezione. Una parola con cui sostituì un'altra ben più impegnativa: insurrezione. Per trovare qualcosa di autentico nei vangeli bisogna anzitutto eliminare tutto il loro misticismo, cioè considerare la teologia una sovrapposizione mistificante della politica. E che questa teologia sia ecclesiastica, gnostica, apocalittica ecc., non fa alcuna differenza.

Ritenere che nei vangeli sia tutto inventato è assurdo, è qualunquistico, è anarcoide. Anche perché quello che conta non sono le persone ma le interpretazioni che si danno agli eventi. Non ha nessuna importanza che i personaggi siano reali o fantastici. Polifemo è esistito? No, però esprime un passato preschiavistico, che Omero ha voluto rendere mostruoso per far vedere che la civiltà schiavistica rappresentata da Ulisse era migliore. Quindi ciò che Polifemo rappresentava era reale? Sì.

L'esegesi è da sempre uno scontro di interpretazioni. Ci sono già stati, negli ultimi secoli, tre filoni storici di ricerca sulla vera identità del Cristo. Se gli esegeti avessero potuto lavorare su testi scritti da Gesù, a quest'ora avrebbero capito come stanno le cose, ma lui, di suo, non ha lasciato che la Sindone, che gli esegeti però, invece di vederla come una smentita dell'immagine stereotipata del Cristo pacifista ad oltranza, vanno a cercare in essa delle conferme evangeliche. Ma se la Sindone è vera, i vangeli mentono spudoratamente.

E poi ho i miei dubbi che se Gesù avesse scritto qualcosa, le interpretazioni al suo testo sarebbero state univoche.

*

Chi ha scritto l'ultimo cap. del IV vangelo, almeno nella forma originaria, è stato Giovanni. Poi il testo è stato manipolato misticamente da qualcuno, per non contraddire la teologia paolina.

Ma perché sono sicuro che sia stato Giovanni?

1- Perché qui Giovanni si contrappone nettamente a Pietro. Gesù deve chiedere a Pietro per ben tre volte se si pente d'averlo tradito!

2- Giovanni critica Pietro d'aver avuto la pretesa, quand'era giovane, d'imporre la sua interpretazione della tomba vuota come morte necessaria voluta dalla prescienza divina, come resurrezione (pur senza mai averlo rivisto vivo), come parusia trionfale e imminente. Ciò facendo, aveva distolto il movimento nazareno dal compiere autonomamente l'insurrezione antiromana. Poi, divenuto più anziano, si era dovuto piegare alla volontà di Paolo, che, non vedendo alcuna parusia imminente, aveva definitivamente rinunciato a liberare la Palestina, poi si era inventato l'esclusiva figliolanza divina del Cristo, e infine aveva spostato la parusia alla fine dei tempi.

Giovanni era consapevole d'essere stato la più importante opposizione alla teologia petropaolina. Ecco perché non morirà mai.

*

Ecco un esempio di redazione tendenziosa.

Muore Lazzaro, probabilmente in uno scontro armato coi Romani, che il IV vangelo manipolato non può dire. Lo stesso nome è inventato. Gesù lo stimava moltissimo, ma non aveva potuto aiutarlo perché nascosto in un luogo isolato, fuori della Giudea, essendo ricercato dalla polizia giudaica.

Rischiando, Gesù lascia il rifugio e giunge a Betania. Vede molti farisei progressisti che piangono il loro capo politico. Pensa che quello potrebbe essere il momento buono per unire le forze giudaiche con quelle galilaiche.

Si lascia convincere anche da Marta e Maria a proseguire gli ideali di liberazione nazionale di Lazzaro. Avrà naturalmente bisogno dell'appoggio farisaico una volta entrato nella capitale. Dà l'ordine di vendere i mantelli e acquistare una spada.

Per ringraziarlo di questa decisione, Maria lo riempie di un profumo costosissimo, convinta che, entrando a Gerusalemme, lui vincerà, perché sostenuto da migliaia di persone. Giuda invece storce il naso perché teme che senza l'appoggio dei farisei, non ce la faranno.

Il testo del IV vangelo è in opposizione alla versione mistica riportata in Mc 14,1ss. Vediamone i motivi.

Primo indizio. Pur di non parlare di Lazzaro, Marco parla di un lebbroso, collocato assurdamente in una casa privata frequentata da molte persone. Quindi la donna non è imparentata con Lazzaro. Non viene citata per nome, per cui non appare neppure come sorella di Marta. Per Luca (7,36 ss), che è medico, non c'era ovviamente un lebbroso in casa, ma al massimo un fariseo. E per far vedere che il fariseo era un ipocrita, dice che la donna, pur essendo una prostituta, aveva fatto una cosa molto apprezzata da Gesù, mentre il fariseo si era limitato a guardarla in modo sprezzante, mettendo persino in discussione che Gesù avesse una natura divina, altrimenti questi si sarebbe dovuto accorgere subito che lei faceva un mestiere vergognoso. Luca cita Marta e Maria in altro contesto, in maniera catechetica.

Secondo indizio. Marco fa vedere che Giuda tradisce per motivi economici: infatti l'apostolo decide di tradirlo subito dopo aver criticato la donna per il suo spreco e subito dopo che lei era stata giustificata da Gesù. Nel IV vangelo un manipolatore, sulla base del protovangelo, ha voluto aggiungere che Giuda era un ladro, anche perché nei Sinottici aveva chiesto 30 denari ai sacerdoti, cifra già esistente nell'AT13 e qui del tutto inventata. Un ladro gestiva la cassa comune?

Terzo indizio. Marco dice che la donna, profumando Gesù, aveva intuito che sarebbe morto di lì a poco, per cui va ricordata come una profetessa. Gesù invece nel IV vangelo dice chiaramente che il profumo era già suo, in quanto Maria l'aveva acquistato per quando sarebbe morto. Ma non viene detto che Maria l'aveva usato in quanto aveva profetizzato che lui sarebbe morto di lì a pochi giorni. Al contrario: lei voleva anticipare il suo successo come leader politico.

Quarto indizio. In tutti i vangeli Gesù afferma che la donna non meritava d'essere criticata, perché i poveri li avrebbero sempre avuti con loro. Pertanto il gesto andava interpretato come un'eccezione fatta a una persona straordinaria, in procinto di morire dopo qualche giorno per il bene dell'umanità. Nel IV vangelo la frase sui poveri è stata ripresa identica dal protovangelo, ma è falsa, perché sarebbe stato assurdo che Gesù non volesse risolvere, con l'insurrezione antiromana, anche il problema della povertà. Qui si vede bene come i manipolatori del IV vangelo fossero strettamente legati alla teologia petropaolina.

Quinto e ultimo indizio. Se Maria aveva acquistato un profumo molto costoso per il giorno della sepoltura di Gesù, era innamorata di lui? Non è forse lei l'unica persona che riesce a commuoverlo? Non si erano sposati solo perché lui aveva fatto voto di nazireato? Questa donna coincide con Maria Maddalena? Quindi la Maddalena non viene citata in Marco perché era un'avversaria della teologia petrina? E Luca rincara la dose dicendo ch'era anche una ex prostituta o indemoniata? Quindi Maria sorella di Lazzaro coincide con la Maddalena e non era una ex prostituta né un simbolo del pentimento, bensì una persona eversiva, di origine giudaica, detestata dalla Chiesa primitiva capeggiata da Pietro?

*

Spesso, quando in Facebook si parla in maniera politicamente eversiva di Gesù Cristo, s'incontrano utenti che chiedono quali siano le fonti che permettono di sostenere determinate tesi. Fanno questo senza rendersi conto che non esistono fonti oggettive o incontrovertibili da nessuna parte. Tutto è soggetto a interpretazioni. Gli stessi vangeli vanno considerati delle interpretazioni su ciò che Gesù ha veramente detto e fatto. Non si può avere un atteggiamento magico nei confronti delle fonti, ritenendo che alcune siano assolutamente false e altre assolutamente vere. Lo stesso Pietro, quando vide la tomba vuota, non si limitò a dire ch'era accaduta una strana scomparsa del cadavere, ma parlò proprio di “resurrezione”, pur non avendo mai rivisto Gesù redivivo, come documenta peraltro lo stesso vangelo marciano, preliminarmente privato della chiusa posticcia.

Certo, la Donazione di Costantino è un falso patentato, eppure proprio quel falso ci ha fatto capire come sia nata nell'ambito della Chiesa romana l'ambizione a trasformarsi da Chiesa di stato a Stato della chiesa, contrapponendosi al basileus bizantino e alla Chiesa ortodossa.

Obiezione: Non esistono fonti per sostenere le tue tesi sul ribellismo del Cristo. Qualsiasi ricostruzione fantasiosa è ipotizzabile, ma senza basi concrete non è degna d'essere presa sul serio.

Risposta: Sai bene che non esistono fonti oggettive sul cristianesimo e le chiedi a me? Nessuna fonte può mai essere considerata oggettiva, di nessun evento storico. È puerile pensarlo. Gli intellettuali in genere sono al servizio del potere politico o economico. Lo stesso strumento della scrittura è oggettivamente molto limitato, passibile di mille interpretazioni. Lo scontro è sulla attendibilità delle interpretazioni non sulla veridicità delle fonti, proprio perché, anche se tu le trovassi, troveresti sempre qualcuno che avrebbe qualcosa da ridire.

In ogni caso non parlo di ribellioni realizzate. Gesù Cristo fece due “tentativi” insurrezionali (il primo contro il Tempio, il secondo contro la Fortezza Antonia) che andarono falliti per colpa di vari tradimenti (Giuda e i farisei). Era un democratico, non voleva imporsi con la forza (entrò in groppa a un asino non a un cavallo), benché un'insurrezione popolare avrebbe richiesto l'uso della forza contro gli occupanti romani (che spontaneamente non sarebbero mai andati via) e i collaborazionisti interni, legati ai loro privilegi di casta. Pilato e Caifa andarono d'amore e d'accorto per un decennio (26-36). Di qui la necessità di vendere il mantello e di comprarsi una spada: cosa che fece Pietro e sicuramente tutti gli altri, tant'è che i fratelli Zebedeo volevano essere i luogotenenti di Gesù dopo essere entrati e aver vinto a Gerusalemme.

Obiezione: Non è una contraddizione dire che Gesù era un democratico, cioè non voleva imporsi con la forza, e parlare di necessità di vendere il mantello e di comprarsi una spada?

Risposta: Essere democratico non vuol dire non usare la forza come legittima difesa. Quest'ultima è sempre stata permessa. La forza va vietata quando è gratuita, quando serve per sfruttare, opprimere, discriminare... Questo è l'abc della democrazia.

Obiezione: Quindi la storia del porgere l'altra guancia e il divieto di uccidere son balle?

Risposta: Se non parti dal presupposto che i vangeli han trasformato un Cristo politico in un Cristo teologico, qualsiasi versetto o pericope ti citassi non saresti in grado di interpretarli. Useresti un criterio letterale quando invece i testi bisogna decostruirli. Queste cose per chi fa esegesi sono il pane quotidiano. Mai letto Bultmann? Lui non avrebbe messo la mano sul fuoco neppure su un versetto. Porgere l'altra guancia vuol dire resistere al nemico fino alla morte. Negare la legittima difesa nei confronti di un occupante straniero del proprio Paese è solo da sciocchi.

Obiezione: Il vangelo dice con chiarezza che un terribile terremoto ha squassato Gerusalemme quando Gesù morì, le cui vie si erano riempite di santi morti e risorti. Quindi perché prender per buona la cifra di 600 uomini che catturarono Gesù nel Getsemani e non gli zombi che invasero Gerusalemme?

Risposta: Confondi degli eventi umanamente accettabili, realisticamente possibili, con le ricostruzioni fantastiche di tipo redazionale. Gli evangelisti hanno trasformato il Cristo storico in un Cristo metafisico. Devi saper discernere le due cose. Devi saper cercare ciò che è plausibile da ciò che non lo è perché tendenzioso, favorevole alla teologia petropaolina. Invece tu sfrutti il misticismo e le mistificazioni per dire che è tutto falso. Questo in psicologia si chiama “effetto alone”.

Obiezione: Tu parti dal presupposto che Gesù fosse un ribelle e interpreti il resto in modo che sia allineato e conforme a quello da cui sei partito.

Risposta: Mi sembri come quegli avversari di Gesù che gli chiedevano di mostrare un segno per potergli credere. È con la tua testa che devi ragionare, non con le fonti degli altri... Tutti partono da propri presupposti o precomprensioni. Non hai letto Gadamer? Uno se ne può liberare non se incontra fonti scritte più “obiettive” (che il più delle volte non esistono), ma se si confronta con ipotesi più convincenti. Anche nel caso in cui Gesù ci avesse lasciato un proprio “vangelo”, l'avremmo travisato lo stesso. Lo facciamo con la Sindone, che è un reperto unico al mondo: figurati con un testo scritto.

Obiezione: Invece se Gesù avesse scritto un proprio vangelo sarebbe stato molto meglio. Io non credo a una Bibbia ispirata da Dio. Il Nuovo Testamento è stato scritto da uomini con la mentalità e l'attendibilità che potevano avere più di 2000 anni fa. È tutta opera umana, o meglio di una classe clericale autoreferenziale.

Risposta: Non esistono fonti che parlino da sole. Dipende sempre dall'interpretazione che se ne dà. La scrittura non rende più vera la vita. Anzi la fossilizza, mentre la vita è determinata dalla dialettica, è sempre mutevole. Non a caso la scrittura è uno strumento nato con le società schiavistiche. Per milioni di anni nessuna popolazione l'ha mai ritenuta indispensabile. Al massimo si facevano dei graffiti sulle pareti delle caverne.

Obiezione: Il cristianesimo in sé per sé è una buona dottrina. Anche il comunismo di Marx non è una cattiva dottrina. Il problema sta in chi interpreta e si fa portavoce di queste dottrine. Sono dottrine che espongono idee e non atti notarili d'investitura. Chi comanda e ha la forza, ha sempre avuto bisogno di un'investitura divina che rafforzi il suo potere presso il popolo ignorante.

Risposta: Il cristianesimo è una dottrina della distribuzione egualitaria dei beni comuni, ma non è una dottrina della produzione di beni comuni sulla base della proprietà condivisa dei principali mezzi produttivi. Non essendo anche questo, la distribuzione dei beni diventa inevitabilmente la distribuzione del superfluo. Solo nelle realtà monastiche il cristianesimo prevede la proprietà comune dei mezzi produttivi. Spesso però queste realtà monastiche diventavano nel Medioevo dei grandi proprietari terrieri e sfruttavano i contadini come servi della gleba. Il comunismo della proprietà puoi vederlo a Qumran, al tempo degli esseni.

*

Quando nel Prologo di Giovanni si dice che in principio è il Logos, dov'è Dio? Se ogni cosa è stata fatta dal Logos o per suo mezzo, quando nel Genesi si dice: “Facciamo l'uomo a nostra immagine”, l'autore era lo stesso Logos? Ma allora dov'è Dio? Gesù era ateo?

Obiezione: Lo dice lo stesso Prologo di Giovanni: il Lògos era con Dio ed era lui stesso Dio. Il Lògos, ossia la sua Parola, è lo strumento mediante cui Dio crea e si relaziona con le sue creature. Il Lògos è di fatto una “emanazione” di Dio stesso, una sua ipostasi. Quindi Dio è nel Lògos, nel suo agire. La tua domanda mi sembra capziosa.

Risposta: Bella risposta catechistica, che conosciamo da quando siamo nati. Adesso prova a togliere Dio, prova a considerare l'avverbio “presso” non riferito a una vicinanza fisica ma a una caratteristica naturale. Gesù è dio e uomo nello stesso tempo, il lato maschile di un'entità divisa per genere, poiché in principio non può esserci l'uno bensì il due. Che ti cambia se hai la possibilità di sentirti divino-umano come lui? Lui è di natura, noi per partecipazione (direbbero i tomisti), ma come essenza umana universale siamo entrambi eterni e nessuno può violare la nostra libertà di coscienza o indurci a fare cose che non vorremmo. “Perché mi lapidate quando vi dico che siete tutti dèi”? dice ai Giudei in Gv 10,35.

Obiezione: Noi siamo nati al momento del nostro concepimento, Lui è “generato non creato della stessa sostanza del Padre”. È un mistero. Perché continuare a scervellarsi ancora oggi dopo 1700 anni da Nicea?

Risposta: Lui era la Parola, la Vita, la Luce, la Verità, la Grazia? Lo siamo anche noi! Altrimenti se solo lui è tutto questo, noi chi siamo? Poveri peccatori incapaci di fare alcunché? È questa la dignità dell'essere umano che voleva insegnarci? Dobbiamo stare sottomessi perché il peccato originale si è trasmesso per via ereditaria, genetica, e ci impedisce di compiere qualunque vero bene? Ricordi quando nel IV vangelo Filippo gli chiede: “Mostraci il Padre e ci basta”. E lui gli risponde: “Chi ha visto me ha visto il Padre”. Ti rendi conto che se tutti noi non avessimo la possibilità di sentirci delle divinità, potremmo anche pensare che Cristo era una specie di mitomane? Anche David Koresh, con la sua setta di fanatici, si riteneva “inviato da Dio”.

Obiezione: “Il Verbo era Dio”, così dice Giovanni nel Prologo. Bisognerebbe leggere più attentamente e senza pregiudizi il vangelo, evitando per onestà intellettuale d'insinuare dubbi fuori luogo.

Risposta: Gli autori del Prologo (è accertato che sono più di uno) non si rendono conto che se le loro parole vengono portate alle conseguenze più logiche, si arriva a pensare che tra Dio e Gesù non vi sia alcuna differenza, nel senso che potrebbe anche non esistere alcun Dio diverso da Gesù, che però era un uomo. Infatti se tutto è stato fatto da lui o per mezzo di lui, al genere umano dovrebbe interessare poco sapere se esiste o no un'altra divinità ancora.

Il Prologo, in fondo, potrebbe essere considerato un inno a Cristo, non a Dio. Non esordisce dicendo: “In principio era Dio, e presso Dio era il Logos, e il Logos era Dio”. Partendo direttamente dal Logos, pone Dio in subordine o addirittura lo nega. Il fatto che nessuna cosa sia stata fatta senza la volontà del Logos, indica che la presenza di un'entità diversa dal Logos, il cosiddetto “Dio-padre”, è del tutto irrilevante, o comunque lo è la credenza nella sua esistenza.

Obiezione: Questa è la risposta alla tua domanda da parte di uno dei più grandi geni e studiosi della Bibbia, forse di tutti i tempi: Isaac Newton. “Cristo è anche chiamato il Dio che in principio era con Dio” (Gv 1,1), a significare ch'egli era quel Dio che camminò nel Paradiso durante la brezza del giorno e giudicò Adamo, Eva e il Serpente e per mezzo del quale Dio Padre fece tutte le cose in principio e diede le promesse ai Patriarchi...14

Risposta: Mi sembra che il tuo commento, rispetto a tutti gli altri di tipo catechistico, sia il migliore. Si potrebbe cioè pensare che quanto gli ebrei ritenevano Dio onnipotente e onnisciente, in realtà non sia che un uomo-dio, che ha partorito, insieme a un'entità femminile, l'uomo e la donna a sua immagine e somiglianza. Quindi non esiste alcun Dio diverso da Gesù Cristo, e le sue creature sono divine come lui. “Presso Dio” non vuol dire “vicino a un'entità diversa da sé” (come il catechismo insegna), ma vuol dire che la propria natura è “divina”, è prossima alla divinità, quindi eterna, infinita, esattamente come la materia, esattamente come noi. Ecco spiegato il senso del dialogo nel IV vangelo, quando i Giudei dicono a Gesù: “Non ti lapidiamo per le tue opere buone ma perché ti fai come Dio”. E lui risponde: “Tutti gli uomini sono dèi”. Stava facendo professione di ateismo!

Obiezione: Per comprendere meglio il concetto, bisogna partire da un solido presupposto biblico, che è questo: nessun uomo può vedere il Creatore e vivere. Infatti la Bibbia ci dice che nessuno ha mai visto Dio (Gv 1,18), tranne il Signore Gesù Cristo. In Esodo 33,20 Dio dice: “Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere”. Quindi è probabile che in Eden ci fosse anche Gesù Cristo a interfacciarsi con Adamo ed Eva. Secondo Newton Cristo è l'artefice della creazione di Dio, poi chiamato anche Michele nell'Apocalisse. Anche i primi patriarchi dell'Antico Testamento non videro mai Dio, ma videro i suoi rappresentanti terreni, angeli o messaggeri celesti, che parlavano in nome Suo.

Risposta: Ma se nessuno può vedere Dio e vivere, allora che esista o no, non fa molta differenza. Nel racconto del Genesi viene però detto che Dio passeggiava nell'Eden insieme ad Adamo ed Eva, quindi potevano vederlo. Quindi era umano. Niente di speciale.

Quando il Prologo dice che nessuno ha mai visto Dio è come se dicesse che tutto quello che è stato detto di Dio è falso. Ossia di ciò di cui non si può parlare, sarebbe meglio tacere – parafrasando Wittgenstein. Se a interfacciarsi coi progenitori c'era solo Gesù Cristo (ma doveva esserci anche un'entità femminile, se no saremmo misogini), allora si potrebbe dire che il cristianesimo, seppur nell'ambito limitato del proprio misticismo, ha capito che Dio in realtà è irrilevante per l'uomo, essendo Gesù l'unico cui ha senso rivolgersi, anche perché tutto il creato è opera sua, e se esiste un Dio onnipotente e onnisciente è affar suo non nostro.

Che i patriarchi vedessero angeli e messaggeri celesti è cosa che ti saresti dovuto risparmiare, perché qui siamo nel fantasy allo stato puro. Il concetto di Dio va esaminato in maniera puramente astratta. E quando Gesù dice ai Giudei che tutti gli uomini sono dèi, intende proprio dire che lui non si sentiva una divinità in senso esclusivo. Tutti gli uomini hanno una natura divina. La differenza può stare nel fatto che lui per noi è un archè, mentre noi siamo un prodotto derivato. Ma resta il fatto che abbiamo una coscienza inviolabile e che nessuno può leggerci i pensieri o condizionare la nostra volontà. Altrimenti saremmo solo dei burattini.

Obiezione: Adamo ed Eva nell'Eden non hanno visto nessun umano: erano loro i primi esseri umani creati a “immagine di Dio”. Quel qualcuno che probabilmente hanno visto, era in forma visibile Gesù Cristo nella sua forma pre-umana. Se nessuno ha mai visto Dio, non è assolutamente vero che “tutto quello che ha detto è falso”. Come ti dicevo, Dio non è da solo, ma ha anche una corte angelica, miriadi di angeli o messaggeri, esseri spirituali, non terrestri, dai poteri molto superiori agli uomini, che a volte si sono anche materializzati e hanno parlato a diversi esseri umani, in Suo nome, rappresentandolo e comunicando i propri voleri e disposizioni, anche tramite leggi (che sono state scritte nella Bibbia) in modo semplice e comprensibile affinché capissero anche persone di 3000 anni fa. Non siamo nel fantasy. Non conosci le Scritture. Io non invento niente. Posso citarti tutti gli incontri di patriarchi e profeti con angeli citati nei libri dell'Antico Testamento.

Risposta: Non ho capito, stai prendendo la Bibbia alla lettera? Quale esegeta oggi lo fa? Hai mai letto Liverani sull'A.T.? Oppure Le tracce di Mosè di Finkelstein? Non c'è neanche un evento che nella Bibbia possa essere preso così com'è.

Obiezione: Il Vangelo di Giovanni non credo avesse interesse a mostrare Gesù in odore di ateismo. Rispondendo ai Giudei, Gesù, proprio allo scopo di non essere frainteso e considerato blasfemo, disse la famosa frase “voi siete dèi”, citando il Salmo 82,6 con l'intento di riferirsi all'essenza divina presente nell'essere umano. Il vangelo in questione è una composizione gnosticheggiante, che alcuni addirittura attribuiscono a Cerinto (maestro gnostico del II secolo), ma tale vangelo riuscì a entrare nel canone due secoli dopo, grazie al suo orientamento politico-teologico in senso prettamente ortodosso, com'era inteso dai cristiani della scuola di pensiero di Paolo.

Risposta: Quale vangelo di Giovanni? Secondo te perché è stato così pesantemente manipolato? Secondo me perché era nettamente contro Marco, cioè contro la teologia petropaolina. Solo che poter sopravvivere ha dovuto sottostare alla censura sul nome dell'autore e alla trasformazione in senso mistico-gnostico del suo contenuto. Per me chi riesce a capire il IV vangelo non ha bisogno di leggere altro, poiché lì, nella versione originaria, c'era la rappresentazione di un Cristo ateo e politicamente sovversivo.

Il vangelo attuale indubbiamente dovette passare al vaglio della teologia paolina, ma siccome fu elaborato in ambienti monastici, esprimeva comunque una teologia diversa (pensa solo che non prevede l'eucaristia nell'ultima cena ma solo la lavanda dei piedi).

La famosa frase di Gesù (“Voi siete dèi”) voleva appunto dire che quando lui si paragonava a Dio, non voleva farlo in via esclusiva, proprio perché ognuno avrebbe potuto farlo. Questo ateismo però per gli ebrei ortodossi era insopportabile.

Obiezione: Tutte le tue argomentazioni, in questa come in altre verità di fede, tendono a sviare da quanto universalmente accettato e creduto nel cattolicesimo.

Risposta: Se uno scrive: “Dio nessuno l'ha mai visto. Solo Gesù l'ha rivelato”, tu cosa pensi? Con una semplice affermazione del genere ha mandato a rotoli tutte le epifanie e teofanie di Jahvè nell'A.T. Mosè che si copre il volto perché ha visto Dio diventa ridicolo. Può essere giusto accettato in forma allegorica.

Praticamente uno solo diventa titolato a parlare di Dio, uno che però ha creato il genere umano, quindi siamo tutti delle divinità. Vogliamo considerare Gesù l'unico vero Dio presente nell'universo? Egli però aveva tutte le caratteristiche dell'essere umano: dunque anche noi siamo dèi. C'è differenza tra la sua divinità e la nostra? Se c'è non c'interessa, poiché se siamo divini siamo eterni, e se siamo eterni non siamo mai nati. Noi, come essenza umana universale, esistiamo da sempre.

Le tenebre non l'hanno accolto? Siamo liberi di scegliere, proprio perché umani. Gli animali non scelgono. Abbiamo fatto una scelta sbagliata? Ne abbiamo pagato le conseguenze, e continueremo a pagarle se non faremo la scelta giusta. Ma la scelta giusta non sarà quella di credere in lui come “Figlio di Dio”; sarà piuttosto quella di credere in lui come “figlio dell'uomo” (il titolo che lui si è scelto), che sarà come credere in noi stessi, in quello che dovremmo essere. Quindi lui in realtà ci ha fatto soltanto conoscere come l'uomo dovrebbe essere.

Obiezione: Teofanie ed epifanie non hanno mai mostrato il volto di Dio. Mosè fu nascosto in una roccia mentre passava la gloria di Dio.

Risposta: Se nessuno l'ha mai visto, come mai l'autore del Prologo ha avuto il bisogno di precisarlo? La frase è evidentemente antigiudaica (oltre che antipagana), benché il giudaismo, agli occhi dei pagani, fosse già una forma di ateismo, dovuto alla irrappresentabilità di Dio.

Per me l'ha fatto perché nell'A.T. sono tanti i racconti in cui Dio sembra essere un'entità che parla a tu per tu coi vari protagonisti: Abramo, Sara, Mosè, Giobbe, Giona... Quel versetto fa capire che tutto quanto è stato detto di Dio va rivisto, poiché l'unico che poteva parlarne è Gesù Cristo.

Ora però dovremmo fare un passo avanti e dire che tutto quanto ha detto il cristianesimo va rivisto, poiché qualunque essere umano è una divinità.

*

I vangeli non raccontano la verità dei fatti ma fanno sognare a occhi aperti. Si rivolgono a lettori che hanno già la fede e che sono disposti ad accettare qualunque prodigio, qualunque scelta di vita da parte di una persona che ritengono di origine divina, quindi necessariamente buona. Sono stati scritti per un pubblico che non viveva più nella Palestina e che quindi era a contatto con ambienti pagani o che addirittura proveniva da questi stessi ambienti, dove i miti e le leggende facevano parte delle tradizioni popolari. Il che però non vuole affatto dire che non vi sia un sostrato di verità storica, artificialmente manipolato da redattori preoccupati di trasformare il Cristo politico in un Cristo teologico. Se si sostiene che nei vangeli è tutto inventato, non se ne capisce per niente il lato mistificatorio.

Obiezione: Mi pare un po' congetturale come ricostruzione, considerando che non sappiamo nulla riguardo agli autori dei vangeli, quando sono stati scritti, dove, etc. La datazione va dal 30-40 d.C. al 120 d.C. Convenzionalmente si ritiene che siano stati scritti tra il 70 e il 90 d.C. anche se prove non ne abbiamo. Le fonti antiche ad es. sembrano datare i vangeli prima del 70 d.C., il che non si può del tutto escludere. Per cui senza una “Qumran cristiana” continueremo a elaborare teorie fantasiose. Per il momento, a mio avviso, ha più senso fidarsi entro certi limiti del testo dei vangeli e delle poche fonti extrabibliche a disposizione, che complessivamente sono concordi. Diversamente dobbiamo immaginarci manipolazioni dei testi che sono tutte da dimostrare.

Risposta: Sulle dimostrazioni delle manipolazioni l'esegesi va avanti dai tempi di Reimarus e chissà per quanto altro tempo lo farà.

Certamente la prima bozza dei vangeli è anteriore al 70 ma quella definitiva del protovangelo è successiva, poiché parla della distruzione del Tempio. Anche la versione definitiva del IV vangelo è posteriore al I sec. Ma la sua versione originaria doveva essere di almeno 30-40 anni prima, poiché si opponeva nettamente al protovangelo.

Obiezione: Manipolazioni ce ne sono state, ma non come hai scritto. Neanche Ehrman arriva a tanto. È predominante ormai l'idea che Gesù fosse un profeta apocalittico, forse influenzato dalla tradizione enochica. Certamente gli autori dei vangeli si rifacevano alla tradizione enochica, che non a caso fu conservata dagli autori cristiani (e rigettata dai farisei).

Risposta: Se Gesù fosse stato solo un profeta apocalittico, sarebbe impossibile distinguerlo dal Battista. Quest'ultimo invece rifiuta l'epurazione del Tempio, per cui Gesù è costretto a rompere i rapporti con lui e a proseguire per la sua strada.

Obiezione: Veramente è ciò che pensa gran parte del mondo accademico. Il Battista era già morto quando avviene l'epurazione del Tempio di Gesù.

Risposta: Io mi baso sulla cronologia giovannea, molto più attendibile di quella marciana, che pone l'epurazione nell'ultima pasqua.

*

I vangeli sono stati scritti quando era venuta meno la speranza di liberare la Palestina dai Romani. Quindi sono testi politicamente revisionisti, finalizzati a un compromesso con la potenza romana, anche se appaiono eversivi, in quanto rifiutano qualunque culto pagano e soprattutto il riconoscimento del carattere divino agli imperatori (il che non vuol dire che il cristianesimo primitivo non sia infarcito di paganesimo). I vangeli predicano la separazione di Chiesa e Stato, cosa inconcepibile per i Romani, che consideravano la religione uno strumento del potere politico. La rinuncia a tale separazione, da parte della Chiesa, avverrà soltanto quando il cristianesimo diverrà religione di stato.

Qualunque discorso storicistico sull'esistenza o inesistenza di Cristo è stucchevole, in quanto il NT va interpretato in chiave esclusivamente etico-politica. Ed è in questa chiave che il cristianesimo va superato.

*

Se sulla morte del Cristo diamo la colpa ai soli Giudei, come fanno i vangeli, che in questo sono nettamente antisemitici, non riusciremo a comprenderne la causa. Né si può pensare ch'era destinato a morire perché i Romani erano troppo forti. Nella foresta di Teutoburgo, qualche anno prima, alcune legioni romane erano state completamente distrutte dai Germani e da allora gli imperatori posero il Reno a confine dell'impero. Perché mai la stessa cosa non sarebbe potuta avvenire in Palestina? I Romani non riuscirono mai a sottomettere i Parti. Per me quella morte va spiegata anche con una motivazione che i seguaci di Gesù, ben presenti durante il processo orchestrato da Pilato, non ebbero mai il coraggio di ammettere e di cui non fecero mai autocritica, se non, con la teologia paolina, rifacendosi alle conseguenze del peccato originale, secondo cui l'uomo è incapace di compiere il bene con le proprie forze. Il motivo stava appunto nel fatto che il suo movimento non ebbe il coraggio di assumersi delle responsabilità personali, si fidò troppo della clemenza delle autorità, non accettò l'idea che in certi casi occorre la “spada” per risolvere l'ingiustizia. È vero, dopo la sua morte aumentò il coraggio, fino ad accettare il martirio, ma venne finalizzato a realizzare una teologia-politica che di rivoluzionario non aveva più niente, se non l'idea di separare lo Stato (Cesare) dalla Chiesa (Dio), non riconoscendo agli imperatori e al paganesimo alcun tipo di “culto”.

*

Quali sono gli unici due vangeli che contano qualcosa? Marco e Giovanni. La versione originaria del IV vangelo era stata scritta contro il protovangelo. Poi, per inserirla nel canone o nella teologia paolina, han dovuto manometterla profondamente. Tutti gli altri vangeli, canonici e apocrifi, non valgono nulla o quasi.

Ora per parlare del Cristo politico quale vangelo fino ad oggi si è utilizzato? Il primo, perché il IV appariva troppo teologico. Ma dal primo cosa si capisce? Che Gesù era sì un politico, ma solo contro i sadducei, i sommi sacerdoti, il Tempio.

Reinterpretando Marco si è arrivati a dire che in realtà Gesù doveva essere anche contro i Romani, poiché quel vangelo è stato scritto per cercare un compromesso politico tra cristianesimo e politica imperiale.

Qui finisce la migliore esegesi critica del '900. Infatti quando si è voluto smontare il valore teologico del IV vangelo cosa si è detto? Ch'era un testo gnostico. Questa la tesi di Bultmann. Invece quello è un testo politico. Lo gnosticismo semmai è stato usato per mistificarlo. Ed è un testo che molto meglio di Marco fa capire che Gesù era anzitutto un antiromano e che, per compiere l'insurrezione nazionale, cercava ampi consensi tra varie popolazioni ebraiche: anzitutto galilaiche, giudaiche e samaritane (ma, stando ai Sinottici, aveva frequentato anche la Decapoli e la Fenicia). Nel IV vangelo si parla anche di persone di origine greca che vogliono parlare con lui dopo l'ingresso messianico.

Perché questo vangelo, almeno nella sua versione originaria, è antiromano, oltre che contrario ai sadducei collaborazionisti? Ingresso armato a Gerusalemme; accoglienza di Gesù come messia liberatore dal nemico invasore della Palestina; presenza della coorte nel Getsemani; trattamento disumano riservato a Gesù dai soldati romani, che avevano temuto l'occupazione della Fortezza Antonia; processo-farsa durato un'intera mattinata in quanto Pilato temeva una sommossa popolare; iscrizione politica del titolo della croce; modalità dell'esecuzione capitale, specifica per i sediziosi; l'immagine della Sindone conferma l'alta pericolosità politica del messia e l'intenzione di Pilato di volerlo morto a tutti i costi.

Obiezione: Un bel ragionamento concluso male: la citazione della Sindone se la poteva risparmiare...

Risposta: È una mia convinzione personale, che non inficia il resto che ho detto. In ogni caso uso la Sindone in chiave politica non religiosa.

Obiezione: Nessun vangelo conta qualcosa, sono tutti del IV secolo, salvo prove contrarie.

Risposta: Quasi nessun esegeta mette in dubbio che i canonici siano stati scritti nel I sec., salvo alcune parti del IV vangelo, che sono del II. Se per te neanche Marco e Giovanni hanno alcuna credibilità, il discorso è già chiuso. Invece bisogna vedere in almeno questi due vangeli degli indizi probatori, che possano essere interpretati in modo da ricavare una ricostruzione dei fatti sufficientemente coerente. Chi sostiene che sono inattendibili, senza dimostrare sulla base di quale logica, semplicemente facendo riferimento a caratteristiche tecniche (copie di copie ecc.), non si rende conto che il discorso è infinitamente più complesso. Un copista può alterare il testo di un altro copista, ma non può reimpostare integralmente il significato del contenuto del testo. La mistificazione dei vangeli non dipese certo dai copisti ma dalla teologia petropaolina.

*

La questione del “segno dal cielo” (Mc 8,11-13) richiesto dai farisei a Gesù come condizione per credere nel suo messaggio di liberazione, fa venire in mente quanti, nei forum dedicati al cristianesimo primitivo, chiedono a qualcuno che scrive un post controverso, non in linea con le tesi ufficiali, di esibire le sue credenziali, i titoli di studio, le fonti utilizzate ecc.

L'idea di politica che avevano i farisei, di ieri e di oggi, è sempre la stessa: solo pochi sono veramente in grado di esercitarla, oppure, se preferite, solo pochi sono autorizzati a dire cose sensate sui vangeli.

Anche durante la cacciata dei mercanti dal Tempio avevano chiesto a Gesù a che titolo, con quale permesso facesse quelle cose (Mc 11,27 ss.). E lui aveva risposto che per compierle non c'era bisogno di alcuna particolare autorizzazione: era l'evidenza (della corruzione) che lo esigeva. Ed era una corruzione che riguardava più i sadducei che i mercanti, perché le licenze commerciali le concedevano i gestori del Tempio.

Analoghe domande i farisei ponevano a Gesù quando trasgrediva il sabato in nome di una grave esigenza da soddisfare: assistere i malati. Chiedevano un “segno” proprio mentre negavano l'“evidenza”.

Per tutta risposta Gesù rifiuta sempre di dimostrare con un “segno” straordinario di essere autorizzato ad aspirare alla leadership di Israele contro Roma. Non vuole far valere alcun carisma particolare, non vuol imporsi in modo autoritario, non vuol dimostrare militarmente d'essere più forte di qualsivoglia legione romana. Chi chiede un “segno” di tipo “miracoloso”, eccezionale, inevitabilmente finisce col promuovere il culto della personalità.

Egli si rifiutava di concedere “segni inequivocabili” di alcun genere (che in pratica non possono essere offerti da nessuno), anche perché, in caso contrario, avrebbe immediatamente violato la libertà di scelta dell'uomo.

*

Che significa “porgere l'altra guancia”? Lo spiega, con tutti i suoi limiti, Mt 5,38s., che pone l'espressione soltanto in antitesi alla legge veterotestamentaria del “taglione”.

La morale della sua pericope semplicemente afferma che di fronte a un torto non va cercata immediatamente la vendetta personale o la giustizia sommaria, ma va piuttosto cercata la possibilità del perdono, affinché il torto subìto non diventi più grande di quello che in effetti è stato.

Il che non esclude la necessità della giustizia: Paolo non si appellava forse ai tribunali romani per avere giustizia contro gli ebrei che lo perseguitavano per le sue opinioni politico-religiose? Chi offende non deve credere nella possibilità di poter reiterare il torto impunemente.

Il limite di Matteo sta però nel fatto che non intende riferirsi minimamente ai rapporti che si devono tenere con l'oppressore (nazionale o straniero). Cioè non arriva a capire che l'espressione “porgi l'altra guancia” significa “resistere al nemico sino alla morte”, se questo serve per salvaguardare le proprie idee o determinati princìpi condivisi da una collettività.

Quando il nemico è più forte, bisogna assecondarlo, poiché sarebbe un suicidio non tener conto dei rapporti di forza, ma assecondarlo nelle “forme” non significa dover per forza condividere le sue idee, i suoi criteri di vita ecc. “Porgere l'altra guancia” non significa “porgere la mente”.

Quindi l'atteggiamento apparentemente remissivo va vissuto solo in attesa di tempi migliori, quando, a forza di predicare l'alternativa, i rapporti di forza saranno radicalmente mutati. E sarà allora che si insorgerà.

Obiezione: A me questa interpretazione del “nemico oppressore” mi sembra alquanto stiracchiata e non vedo nessun fondamento nel “resistere al nemico fino alla morte”.

Risposta: Quindi sei a favore della remissione a oltranza?

Obiezione: Stiamo parlando di quello che scrive il Vangelo, non di quello che penso io. Quindi ripeto che l'interpretazione da lei data è quantomeno immotivata. Le ricordo, a proposito, che Cristo stesso parla spessissimo di “giustizia”, che non è sinonimo di “vendetta”.

Risposta: Il vangelo va interpretato. Non esistono fonti che parlano da sole.

Obiezione: Certo, ma piegare le interpretazioni per sostenere una propria tesi mi sembra assolutamente ridicolo.

Risposta: Anche interpretare la tomba vuota come resurrezione (senza aver rivisto vivo Gesù), senza limitarsi a constatare la strana scomparsa del corpo, è stato arbitrario, non credi? Tutto il NT è una trasformazione del Cristo politico in un Cristo teologico.

Precisazione: Mi fa piacere essere finalmente in accordo con un tuo contributo (magari non spinto all'insurrezione auspicata nell'ultima frase, perché sai che non credo al Gesù rivoluzionario armato). Per capire infatti il “porgere l'altra guancia” basta vedere l'atteggiamento di Gesù quando viene percosso, ovvero “se ho ragione perché mi percuoti?” (Gv 18,23); quindi se ho ragione me ne puoi dare pure un altro, perché sei più forte e hai la possibilità di farlo... ma ho ragione ugualmente. Quindi prego, percuotimi l'altra guancia e non arretrerò dalle mie posizioni.

Risposta: I militari – si sa – non vanno tanto per il sottile. Pretendono rispetto, obbedienza, sottomissione. Un atteggiamento come quello di Gesù appariva troppo difforme da quelli cui la guardia era abituata quando vedeva Anania interloquire con qualcuno. Le autorità vanno rispettate per quello che sono, a prescindere da ciò che dicono o fanno, altrimenti l'anarchia è inevitabile. Questa sembra essere la posizione servile dell'ufficiale giudaico che, colpendo Gesù, voleva evidentemente mettersi in mostra, fare lo zelante.

Gesù gli fece notare la superficialità del suo gesto violento. In pratica gli chiedeva di ragionare con la sua testa e non di assumere un ruolo precostituito, per convenzione. I militari hanno una coscienza come tutti gli altri: non devono sentirsi dei burattini nelle mani di chi li comanda.

Precisazione: Il testo vuol dire: non replicare a ogni minima cosa, sopportare le mosche moleste. Ma quando è proprio necessario, difendersi non è peccato.

Risposta: Infatti una rivoluzione o insurrezione può essere definita come una forma di legittima difesa.

Obiezione: Le parole di Gesù, se la sua interpretazione è giusta, non le avrebbe capite il popolo minuto. Cioè sarebbero state destinate a spiriti eletti.

Risposta: Per me sono rivolte a un popolo stufo di stare sottomesso.

Obiezione: In tal caso avrebbe dovuto dire: “Non porgete l'altra guancia, reagite, difendetevi!”. Il popolo comprende solo così, a chiare lettere!

Risposta: Se avesse detto così, avrebbe favorito la vendetta privata. Il popolo ebraico non era a digiuno di finezze semantiche. Quando diceva “Non sono venuto per i sani ma per i malati”, era finemente ironico, perché in quel momento giudicava molto negativamente il proprio interlocutore che si autoriteneva molto sano.

Obiezione: Per capire il senso della frase “porgi l'altra guancia” basta avvicinarsi alla filosofia indiana, conoscere gli scritti vedici, la Bhagavad Gita in particolare. Non è da scartare l'idea che il Cristo porti a compimento una tradizione risalente a Krishna Buddha Zaratustra ecc.

Risposta: Il problema è che Gesù non si poneva come filosofo o semplice profeta, ma come un politico sedizioso contro i Romani e l'aristocrazia ebraica collusa con loro.

*

Un credente pensa che i racconti di riapparizione del Cristo siano autentici. Un laico invece li ritiene inventati e non li prende neanche in considerazione. Dove sta la verità in queste due posizioni estreme. Nel mezzo, dicevano i latini.

Per capirci prendiamo il secondo finale del IV vangelo, cioè il cap. 21, scritto da un anonimo molto vicino a Giovanni perché conosce bene la sua rivalità con Pietro.

Facendo credere che Gesù è risorto ed è riapparso, l'autore mostra d'aver accettato, seppur a malincuore, la teologia paolina, per cui può pensare che il suo racconto supererà il vaglio della censura. Però dietro questa finzione letteraria (che implica anche l'impronunciabilità del nome di Giovanni) vuol dire lo stesso qualcosa di scomodo.

Anzitutto dice che i discepoli più importanti erano 7 e non 12, e tra loro spiccavano Pietro il galileo e Giovanni il giudeo. Nessuno di loro era stato capace di raggiungere l'obiettivo del messaggio insurrezionale di Gesù (non pescano nulla). Pietro neppure lo riconosce: dev'essere Giovanni a farglielo capire.

Quando finalmente anche Pietro lo riconosce, si vergogna della propria spavalderia (la nudità), si mette una veste e cerca di raggiungerlo. Ma il dialogo tra i due mostra tutti i limiti di Pietro. Infatti Gesù gli dice: “Quand'eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”.

Che cosa voleva dire? Due cose: 1) di fronte alla tomba vuota passò l'interpretazione petrina della resurrezione, con cui si chiedeva al movimento nazareno di attendere passivamente il ritorno immediato e trionfale del Cristo; 2) a causa della mancata parusia, fu la teologia di Paolo a prevalere su quella di Pietro.

Per ben tre volte Gesù, rivolgendosi a Pietro, è costretto a chiedergli se è disposto davvero a seguirlo di nuovo nell'istanza politica originaria, quella di liberare Israele dai nemici che lo schiavizzano. Pietro si pente di ciò che ha fatto e decide di ricominciare tutto da capo. Poi però chiede a Gesù perché non ha rivolto la stessa domanda a Giovanni. La risposta è molto chiara: lui non aveva tradito. Per questo il redattore anonimo dice che Giovanni non sarebbe mai morto.

Domanda: Potrebbe spiegare meglio perché, in virtù della mancata parusia, Paolo prevale su Pietro?

Risposta: Per Pietro la parusia del Cristo doveva avvenire quanto prima ed essere trionfale contro i Romani e i collaborazionisti ebrei. In ciò all'inizio anche Paolo credeva, dopo la conversione al cristianesimo petrino. Poi siccome non ci fu alcuna parusia, Paolo decise di rinunciare a qualunque liberazione politica di Israele, e posticipò la parusia alla fine dei tempi, mettendo sullo stesso piano ebrei e pagani. Cosa che Pietro non avrebbe voluto fare, come dimostra l'incidente ad Antiochia.

Obiezione: Io direi che Gesù, a differenza di Lazzaro, non resuscitò per morire di nuovo, ma per passare direttamente a miglior vita. Ma ammetto che è anche una questione di linguaggio. La croce non è l'ultima cosa, eppure non si tratta di culto di un eroe divino. Inoltre il senso è dato dalla presenza di Dio. I suoi vedevano Gesù ma erano increduli. In realtà Gesù era proprio vivo di nuovo con loro. Questo io deduco dalla testimonianza biblica.

Risposta: “I suoi vedevano Gesù risorto”... Immagino tu lo intenda in senso metaforico. Diciamo che Gesù è davvero morto in croce, è scomparso in maniera strana nel sepolcro, lasciando di sé solo la Sindone, non si è fatto più rivedere da nessuno. Pietro ha sostenuto l'idea della resurrezione, associandola a una parusia trionfale in tempi brevi, poi, quando questa parusia non s'è verificata, è subentrato Paolo che l'ha spostata alla fine dei tempi, rinunciando definitivamente a liberare la Palestina dai Romani, facendo di Gesù l'unigenito figlio di Dio redentore dell'umanità, di fronte al quale ebrei e gentili sono posti sullo stesso piano.

*

Quel “Noli me tangere” in Gv 20,17 mi ha sempre un po' turbato, soprattutto nel suo originale greco, che dovrebbe essere tradotto letteralmente: “non continuare a toccarmi” o “smetti di stringerti a me”. La Cei naturalmente ha preferito l'espressione più pudica: “Non mi trattenere”. Haptô è un verbo molto particolare: non vuol dire solo toccare in senso sessuale, ma anche accendere, infiammare, aderire strettamente...

Chi ha inventato di sana pianta quel racconto doveva conoscere la Maddalena molto bene e sapere del suo debole sentimentale per Gesù, che lui non poteva ricambiare, avendo fatto il voto di nazireato. Il racconto è strano anche perché appare molto intimistico, al punto da risultare fuori luogo in un vangelo così politicizzato come il IV (almeno nella sua versione originaria).

Far dire a Gesù una frase del genere sembra addirittura presumere che lei fosse autorizzata a “toccarlo” quand'era vivo. Ma nei vangeli l'unica donna che può pretendere una tale confidenza è la sorella di Lazzaro, quando usa il vasetto profumato, in un frangente così tragico che lui finì per commuoversi.

Dunque le due Marie coincidevano? Una giudea di Betania e l'altra galilea di Magdala? Se erano due persone diverse, allora forse il racconto vuol soltanto dire che la Maddalena avrebbe voluto “toccarlo”, cioè sposarlo, senza però riuscirvi.

L'identificazione delle due Marie è stata esplicitamente rigettata dalla Chiesa cattolica solo nel 1969, durante il Concilio Vaticano II.

Per il resto sappiamo che nei Sinottici, a differenza del IV vangelo (dove viene esaltata), la figura della Maddalena è spesso messa in cattiva luce: è addirittura paragonata a una prostituta, se non a una super indemoniata.

Quindi si può presumere che tra lei e Pietro ci sia stata una forte rottura, come risulta in alcuni vangeli apocrifi. Ma su cosa verteva questa rivalità?

Obiezione: In quale sinottico hai letto che la Maddalena era una prostituta se non nelle fantasie di Gregorio Magno?

Risposta: La Maddalena per Luca 8,2 e Mc 16,9 è indemoniata, per Lc 7,37 è una prostituta, anche se non è detto esplicitamente che fosse lei.

Obiezione: Da dove lo deduci che si sta riferendo alla Maddalena?

Risposta: Dal gesto che compie, che non può certo essere riferito alla sorella di Lazzaro, che proprio in Luca viene esaltata come contemplativa.

Obiezione: Che problemi potrebbe aver avuto l'evangelista nel proseguire la pericope scrivendo magari... “da quel giorno la peccatrice si unì a tutti gli altri discepoli, il suo nome era...”?

Risposta: Non so. Forse non ne aveva bisogno, perché a quel tempo indemoniata e prostituta spesso coincidevano. Anche eretica e prostituta le fanno coincidere, come nel caso della samaritana.

Obiezione: Ma c'erano solo quelle due Marie? Se non era una era l'altra? Da dove saltano fuori queste convinzioni?

Risposta: Per me Luca eredita da Marco l'ostracismo nei confronti della Maddalena. Per il resto non so che dirti.

Obiezione: È una tua opinione, non un'evidenza scritta.

Risposta: Veramente la domanda che ponevo era un'altra: perché i Sinottici detestano la Maddalena, mentre il IV vangelo la esalta?

Obiezione: I Sinottici non detestano assolutamente Maria di Magdala. Al sepolcro la mettono sempre al primo posto, prima della madre di Gesù.

Risposta: Mc 16,9 tradisce un astio particolarmente forte per la Maddalena, ricordando che, pur avendo essa parlato per prima di resurrezione, avendo “rivisto” il Cristo coi propri occhi, non vollero crederle, a motivo del fatto ch'essa era stata un tempo indemoniata.

Obiezione: Il fatto di non crederle non dipendeva dai suoi precedenti “demoniaci”, ma dalla misoginia imperante in quei tempi, senza poi considerare che gli apostoli erano scappati e sul Golgota e al sepolcro ci sono quasi esclusivamente donne.

Risposta: L'interpretazione che la Maddalena diede della tomba vuota (il corpo era stato trafugato dai capi giudei), cozzava contro quella petrina, che invece parlava di resurrezione. Con la sua tesi lei era convinta di fare un favore maggiore alla causa rivoluzionaria. Infatti, se si fosse diffusa l'idea che i capi giudei non si erano soltanto accontentati di far giustiziare il messia dai Romani, ma ne avevano anche trafugato il cadavere di notte, mostrando così l'incredibile paura che avevano persino di un cadavere, il discredito su di loro sarebbe stato assai più grande di quello che si sarebbe ottenuto dicendo che, nonostante le loro intenzioni di morte, il messia era ugualmente risorto e che quindi presto sarebbe tornato in maniera trionfale. Chi avrebbe creduto a una cosa così stravagante?

Obiezione: Probabilmente la Maddalena riteneva che se “resurrezione” c'era stata, andava considerata come un “fatto personale” del Cristo, non come un argomento da trattare pubblicamente, poiché in virtù di essa si rinunciava all'insurrezione antiromana e si attendeva passivamente la parusia. Comunque non ho capito quali sono i passi che dimostrano odio verso Maria di Magdala.

Risposta: Nella chiusura posticcia di Marco appare evidente che l'idea di resurrezione viene fatta passare come una tesi interpretativa di una discepola di secondo rango come la Maddalena (una sorta di superstizione consolatoria popolana), che i Dodici arrivano ad accettare solo dopo aver “rivisto”, loro stessi, il Cristo redivivo, cioè solo dopo aver capito ch'egli non sarebbe più tornato e che loro, da soli, non si sentivano in grado di proseguire l'idea della guerra antiromana.

Marco sembra far credere che alla tesi della resurrezione, formulata dalla Maddalena, Pietro fu costretto ad aderire per tenere unito il movimento, che altrimenti, di fronte alla morte del Cristo, si sarebbe sbandato: fu cioè una concessione che il leader intellettuale fece al popolo ignorante. In realtà la tesi della resurrezione era tutta petrina.

A testimonianza che la Maddalena fu espulsa dalla Chiesa petrina, lo dimostra anche Paolo, che in tutte le sue lettere non la cita mai, neanche una volta. Eppure lei risultò essere la donna più importante tra quelle che seguirono Gesù come discepole: è il solo nome ad essere comune a tutte le liste di donne presenti nei vangeli. Secondo Gv 19,25 fu l'unica donna nei pressi della croce a non essere parente del messia.

Obiezione: Sono tue interpretazioni finalizzate alla guerra antiromana, ma nei vangeli non esiste niente di tutto ciò.

Risposta: Alcuni apocrifi (p. es. il Vangelo di Maria, quello di Tommaso, quello degli Egiziani) vollero far credere che la Maddalena aveva beneficiato della prima apparizione del Cristo e che questi le aveva rivelato, prima che agli apostoli, alcune cose molto importanti circa la missione da proseguire dopo il suo ritorno al Padre. E in questo gli apocrifi mettono in risalto una certa rivalità tra Pietro (spalleggiato dal fratello Andrea) e la Maddalena. Cioè alcune comunità si servirono della Maddalena per contestare l'autoritarismo e il maschilismo della Chiesa cristiana. Pietro e Andrea rappresentano posizioni ortodosse che rifiutano l'autorità delle donne a insegnare.

Vorrei anche aggiungere che la Maddalena forse è stata la prima a dare della tomba vuota un'interpretazione simbolica: il Cristo deve restare “vivo” come ideale, per continuare il suo messaggio di liberazione nazionale. Pietro fece sua questa versione, ma vi aggiunse significati fantasiosi di tipo mistico (morte necessaria voluta dalla prescienza divina, parusia trionfale imminente), ai quali Paolo aggiunse il giudizio universale, la figliolanza divina ecc. L'interpretazione della tomba vuota, data dalla Maddalena, diventò in Pietrouna sorta di teoria della sconfitta politica, da sublimarsi in chiave etico-religiosa.

Obiezione: La Maddalena era solo una donna! In tutti gli Atti o in altri documenti non trovi donne in posizioni di rilievo. Accudivano Gesù e i Dodici, niente di più. La stessa Madre di Gesù non ha alcuna posizione di rilievo nel I sec. della Chiesa.

Risposta: Non puoi prendere i vangeli alla lettera. Nessun esegeta lo fa. Perché lo chiedi a me?

Obiezione: Non li prendo assolutamente alla lettera, ma non seguo certamente le invenzioni degli Apocrifi o motivazioni politico insurrezionali che non hanno assolutamente riscontro in tutto il Nuovo Testamento.

Risposta: Per me i Sinottici hanno inventato una Maddalena indemoniata perché volevano screditarla. Nell'antichità alcuni l'hanno paragonata all'adultera pentita. L'esegesi cattolica vede nella Maddalena l'incapacità di saper riconoscere il Cristo risorto, appunto perché la fede in questione è ancora primitiva, ingenua, poco profonda. Lei pensa ancora a una “liberazione” quando invece doveva pensare a una “redenzione”, e quindi pensa a un corpo “trafugato”, quando invece avrebbe dovuto credere in un corpo “risorto”.

L'espressione “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre” (Gv 20,17), apparentemente non ha molto senso, in quanto lei avrebbe voluto “trattenerlo”, proprio per non farlo “salire”. È come se il “noli me tangere” stia in una via di mezzo tra una forma di speranza ingenua ma sincera (“il Cristo, benché crocifisso, vive ancora tra noi”) e una forma teologica, intellettualistica, che fa passare la speranza per una illusione (“il Cristo non può essere tra noi, perché deve salire al Padre”). Cioè se il messia doveva morire per poi risorgere e ascendere in cielo, è inutile pensare che esista una missione “politica” da compiere. Finché non tornava al Padre, la possibilità c'era, secondo Pietro. Ma per la Maddalena attendere la parusia forse aveva poco senso. In ciò la pensava come Giovanni Zebedeo.

Più di così non so che dirti.

Obiezione: È molto più facile pensare a un corpo trafugato che a uno risorto. In Matteo è scritto che gli apostoli vengono mandati in Galilea, sul monte, dove l'avrebbero rivisto. Vanno, vedono, ma Matteo scrive che in cuor loro dubitavano.

Risposta: Gli esegeti dovrebbero verificare l'ipotesi di una trasformazione progressiva della tesi mitologica della Maddalena, secondo cui il messia non poteva morire, nel senso che le sue idee, il suo spirito continuavano a essere fonte di motivazioni per continuare la battaglia politica per la liberazione nazionale. Una trasformazione che ha portato a elaborare la tesi teologica di Pietro secondo cui, invece, il Cristo doveva morire per poi risorgere, idea che poi Paolo, rinunciando all'idea di “imminente parusia”, porterà alle conseguenze più radicali, togliendo definitivamente a Israele qualunque primato storico.

Se tu neghi le motivazioni politiche, prendi i vangeli e il NT alla lettera, che è quella teologica. Tertium non datur.

*

Che i vangeli presuppongano la fede è assodato da un pezzo. Non sono stati scritti per convincere il lettore ad acquisire qualcosa che non ha, ma per confermargli ciò che già possiede. Cioè è come se invitassero a credere che se p.es. Gesù, nel racconto della tempesta sedata, placa le acque del lago di Tiberiade, o se in un altro racconto ci cammina sopra, dopo aver moltiplicato pani e pesci, allora vuol dire che alla fine della sua vita, chiuso nel sepolcro, poteva anche risorgere.

Praticamente gli autori dei vangeli invitano a leggerli come se esistesse una sequenza cronologica di eventi miracolosi sempre più straordinari. I protagonisti coevi a Gesù dovevano solo abituarsi a credere che quando si ha fede, nulla è impossibile.

In realtà i vangeli non sono stati scritti sulla base di eventi prodigiosi realmente accaduti, ma sulla base di eventi che in teoria sarebbero potuti tranquillamente accadere, una volta accettato quello più straordinario di tutti, assolutamente impossibile per l'essere umano: risorgere dopo essere chiaramente morto.

Gli evangelisti sono partiti dalla constatazione della tomba vuota e ci hanno costruito sopra tutti i racconti fantastici che sappiamo. E il lettore non si meraviglia di ciò, appunto perché fa lo stesso ragionamento: uno che risorge potrebbe essere in grado di compiere, da vivo, qualunque prodigio.

Ora, qual è il problema principale di questa impostazione immaginifica delle cose? È quello di suscitare degli atteggiamenti antisemitici. Cioè alla fine della lettura dei vangeli uno inevitabilmente si chiede come abbiano potuto gli ebrei non credere a un uomo che, per quello che faceva, andava considerato sovrumano. È evidente quindi che sono un popolo “maledetto”: questa la conclusione che il lettore trae. E il fatto che abbiano crocifisso il figlio di Dio lo dimostra. Era inevitabile che gli ebrei lo facessero, proprio perché si rifiutavano di ammettere l'evidenza.

Il secondo effetto negativo è correlato a questo. I vangeli abituano i credenti a pensare che con un intervento divino ogni problema possa essere risolto. Di conseguenza quando i gravi problemi non vengono risolti, è facile che venga fuori qualcuno pronto a dire che gli uomini sono troppo peccatori, non hanno abbastanza fede, non vogliono pentirsi sinceramente di tutto il male compiuto. Cioè nel mentre si alimenta la fiducia negli atti spettacolari del Cristo, si chiede anche al credente di attendere con pazienza che qualcuno, dall'alto, gli risolva tutti i problemi nei cui confronti egli si sente impotente.

Alla fine si resta intrappolati in una dimensione favolistica in cui l'autoreferenzialità è la regola. E questo è un meccanismo che si ritrova anche in chi dice di non avere una fede religiosa, ma si limita a credere in un'entità esterna alla sua sfera d'influenza, come può essere p.es. uno Stato, un partito, un leader politico o un dittatore militare.

Obiezione: Gli ebrei non gli hanno creduto semplicemente perché tutti i prodigi compiuti da Gesù erano già stati compiuti dai profeti del Vecchio Testamento. Dal passaggio del mar Rosso alla manna nel deserto, dalla resurrezione del figlio della vedova di Naim per arrivare all'ascesa in cielo di Elia su un carro di fuoco, sino alla guarigione dalla lebbra di un generale assiro da parte di Eliseo.

La dichiarazione di Gesù di non essere venuto a cancellare la Torah, ma di portarla a compimento rende gli ebrei ancora più convinti di possedere tutte le rivelazioni necessarie alla salvezza, senza bisogno di accettarne di nuove.

Risposta: Se quello che dici è vero, non avrebbe avuto alcun senso opporsi al suo messaggio, tanto meno consegnare Gesù al nemico straniero, oppressore in patria. Anzi, avrebbero potuto cogliere l'occasione per fare un'insurrezione nazionale. Invece si sono comportati in maniera opposta. Quindi doveva esserci qualcosa in ciò che diceva e faceva di molto fastidioso, al punto da indurli a comportarsi in una maniera autolesionistica.15

Obiezione: Cristo risorto è apparso prima alle donne, poi agli apostoli. San Paolo afferma che è apparso a 500 persone e, in sfida a chi non credeva, ha detto: sono ancora viventi coloro che lo conoscevano e che sono testimoni. Poi sono stati scritti i vangeli, perché ne restasse testimonianza storica.

Risposta: Il problema è che io non credo in nessuna riapparizione del Cristo, anche se sono disposto ad accettare l'idea di una strana scomparsa del corpo dal sepolcro. Una qualunque riapparizione avrebbe indotto a credere nell'evidenza, e ciò contrasta con la libertà di coscienza degli uomini, che va appunto lasciata libera di credere o di non credere. Rivederlo avrebbe potuto voler dire attendere con ansia il suo ritorno trionfale contro i nemici: il che sarebbe stato lesivo del diritto che ha l'uomo di risolvere da sé le proprie contraddizioni. Hanno sperato che tornasse quanto prima perché avranno pensato che, se davvero aveva i poteri di una divinità, non avrebbe avuto senso lasciarsi morire in croce. Il fatto d'essere morto in una maniera così orribile veniva interpretato come una forma di dimostrazione che gli uomini sono incapaci di alcun vero bene. Ma è triste pensare una cosa così priva di speranza. Gli uomini non possono continuare a restare dei bambini che non sanno quello che fanno.

Obiezione: In tanti, in troppi e diversi tra loro, in circostanza diverse hanno visto il risorto e non può essere stato un abbaglio collettivo...

Risposta: Mettiti nei panni di Gesù Cristo e chiediti: Ha senso che io riappaia? Per fare cosa? In che modo rischierei di condizionarli? Che cosa sarebbero indotti a chiedermi? E se non potessi concederglielo, cosa penserebbero di me? Se riesci a dare una risposta a queste domande, capirai perché non poteva farsi rivedere vivo.

Obiezione: Solita analisi per dimostrare la matrice antisemitica dei vangeli. Goffo tentativo di manipolare la realtà parlando di ebrei in generale che non hanno accettato Cristo, invece di scrivere che furono i sacerdoti sadducei che non volevano perdere il loro potere.

Risposta: Sì, in effetti chi lo ha voluto morto sono stati i sadducei e aggiungi anche gli anziani (aristocrazia laica e religiosa), e mettiamoci dentro anche molti scribi e una fetta dei farisei (senza dimenticare gli erodiani); per non parlare dei Romani (ma su questo i vangeli tacciono perché sono stati scritti per cercare un compromesso politico con l'impero).

Il problema però è un altro: chi davvero l'ha fatto fuori? La dittatura dei poteri forti? Senza dubbio, ma in ultima istanza l'ha fatto fuori anche la democrazia popolare, quella che nell'ultima settimana di pasqua non ha avuto il coraggio d'insorgere, quella che ha scelto Barabba al posto di Gesù, quella che, dopo averlo visto orrendamente flagellato, aveva ritenuto che da lui non avrebbe potuto ottenere alcuna liberazione politica.

Obiezione: Gli ebrei non possono essere accusati di non aver creduto ad eventi miracolistici, compresa la presunta resurrezione, che non sono mai avvenuti nella realtà, ma solo nella fantasia malata di alcune pie donne e nella fantasia ugualmente malata di alcuni che avevano abbandonato tutto, mogli e figli, nella convinzione di risolvere il problema personale e d'Israele e che poi si sono ritrovati davanti a un clamoroso fallimento, e hanno voluto continuare a credere sulla base di presunte e false profezie. Molti discepoli si dispersero, altri invece vollero continuare a sperare sulla base di una diversa e poco probabile interpretazione degli eventi. Ma questo cosa c'entra con l'antisemitismo?

Risposta: Non metto in dubbio che gli ebrei non possano essere accusati di “deicidio” per non aver creduto nelle capacità miracolistiche del Cristo. La Chiesa cristiana però l'ha fatto. E in questo ha trovato una bella sponda negli stessi vangeli. Tant'è che per quasi 2000 anni non ha avuto dubbi che i “perfidi” ebrei fossero un “popolo maledetto”.

Obiezione: Il tuo problema consiste nel dubitare senza poter dimostrare che i fatti che neghi non siano avvenuti.

Risposta: Cerca di capire la differenza tra “mostrare” e “dimostrare”. Nessuno può dimostrare con certezza un bel nulla. Se lo potessimo fare, avremmo risolto tutti i nostri problemi. Non esisterebbero due soluzioni opposte. Non ci sarebbe contraddittorio, dialettica, ma solo unanimità, sempre e comunque. Che è poi il sogno di tutte le dittature...

*

Sarà capitato a chiunque, soprattutto se ha una certa età, di veder morire un parente stretto molto molto caro. E di desiderare di rivederlo vivo. Magari non proprio così come se ne è andato, ma più giovane o più bello o più sano, o con un carattere più dolce, più sereno. Anzi, quanto più l'evento è stato recente, tanto più si è sperato di poterlo rivedere. Magari per chiedergli scusa di qualcosa, o per fargli qualche domanda importante, rimasta senza risposta. E si è sperato di poterlo fare in un rapporto a tu per tu, o anche da lontano, o in un sogno. E si è pianto, anche tanto. E ci si è immaginati di vedere un corpo non esattamente uguale al nostro, ma qualcosa di etereo, di impalpabile, con cui però poter comunicare tranquillamente.

Tutti questi desideri o queste sensazioni ci fanno capire che non esiste un aldilà e un aldiquà, ma un'unica dimensione in due forme diverse. Siamo esseri terreni e allo stesso tempo universali.

Ma perché tutti questi desideri sono rimasti insoddisfatti? Perché un abisso li separa dalla realtà. Ed è un bene soprattutto per noi, perché moriremmo di paura se rivedessimo i nostri cari. Se ci apparissero in momenti inaspettati, il cuore non reggerebbe l'emozione, ci prenderebbe una sensazione di panico. Anche il solo pensiero che potrebbero farlo, ci farebbe sentire costantemente angosciati. Oppure vorremmo morire anche noi per raggiungerli.

In ogni caso la nostra coscienza verrebbe subito violata, perché penseremmo d'essere continuamente sorvegliati, anche nei nostri pensieri, nelle nostre intenzioni. Ad ogni problema di una certa gravità chiederemmo un aiuto ultraterreno. Smetteremmo di crescere, di assumerci delle responsabilità personali. Ci vanteremmo di avere un rapporto speciale con un'entità divenuta extraterrestre.

Questo spiega il motivo per cui tutti i racconti evangelici di riapparizione di Gesù sono pie invenzioni. Come lo fu l'apparizione di Gesù a san Paolo. Come lo sono tutte le apparizioni della Vergine nei vari luoghi di culto. Un abisso invalicabile separa noi da loro, come giustamente disse Luca nella parabola del povero Lazzaro e del ricco epulone.

Obiezione: Gesù non era un resuscitato ma un “riapparso”, perché non era né morto né crocifisso. Gli apostoli non avevano assistito alla sua presunta crocifissione (neanche Giovanni): credevano ch'era un risorto, invece lui non era mai morto. Giuda era stato crocifisso.

Risposta: L'idea che Gesù non sia morto in croce, che sia morto qualcun altro al suo posto, che l'abbiano sepolto da un'altra parte, che l'abbiano rinvenuto o risvegliato nel sepolcro ecc., sono idee che circolano da un pezzo tra i detrattori dei vangeli. Ma vengono tutte sconfessate da ciò che dice Giovanni nel suo vangelo, a proposito del colpo di lancia del soldato nel costato di Gesù. Uscì sangue e acqua e lui era già morto.16 Il cristianesimo non si combatte con queste amenità o sostenendo dei falsi storici. Ci vuol ben altro. I racconti di riapparizione sono stati scritti sapendo benissimo ch'era morto e credendo nella teologia petropaolina che lo voleva risorto.

Obiezione: Gli esegeti sostengono che non c'era Giovanni ai piedi della croce. Nessuno sa con certezza chi abbia scritto il IV vangelo, né a chi si riferisca l'espressione “discepolo prediletto”.

Risposta: L'identità di Giovanni è rimasta nascosta perché Giovanni era in rotta con Pietro a causa della tesi della resurrezione, che Pietro associava alla parusia immediata e trionfale del Cristo, che obbligava il movimento nazareno ad assumere un atteggiamento passivo, attendista. Il IV vangelo è l'unico davvero che conta, perché si oppone nettamente a Marco. Naturalmente per rientrare nei canonici ha dovuto subire pesanti manipolazioni gnostico-spiritualistiche da parte di una comunità monastica.

Obiezione: Sapendo che il suo vero autore è ignoto, la sua credibilità storica rimane appesa alle pinzette.

Risposta: Guarda che per me è il contrario: proprio perché la sua identità è stata censurata, io gli attribuisco grande credibilità storica!

Obiezione: Dire che la sua identità è stata censurata, sapendo che il suo vangelo è stato scritto da un ignoto, mi sembra una cosa che di storico non abbia nulla.

Risposta: A parte che i vangeli non sono esattamente dei testi storici, ma più che altro catechetici o edificanti, resta il fatto che l'attribuzione del IV vangelo a Giovanni ha origini antichissime. Semmai non è chiaro chi l'abbia pesantemente manomesso. Alcuni dicono Cerinto. Ma secondo Ireneo il IV vangelo fu scritto proprio per confutare la dottrina gnostica di Cerinto.

*

Ci sono ancora dei cattolici che pensano che la dottrina vaticana dell'indissolubilità del matrimonio provenga addirittura da fonti evangeliche, in particolare da Mc 10,2-12.

Ovviamente nessuno mette in dubbio che in Cristo vi fossero già elementi a favore dell'uguaglianza dei sessi e della loro piena comunione sul piano spirituale e materiale, contro la facoltà che i maschi ebrei si erano presi di ripudiare le mogli senza tante spiegazioni.

Tuttavia la frase “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei”, non voleva dire che il divorzio non poteva mai essere ammesso, ma soltanto che l'uomo che divorzia con superficialità, solo perché si ritiene superiore alla donna, è come se commettesse adulterio. Piuttosto che comportarsi così, è meglio non sposarsi affatto.

Mt 19,9 infatti ci tiene a precisare, a scanso di equivoci, che quando c'è concubinato, cioè adulterio, il divorzio diventa legittimo. Una precisazione però inutile, poiché un amore giunto al suo fallimento rende possibile il divorzio: non c'è bisogno di appellarsi al concubinato per aumentarne la legittimità.

In ogni caso la Chiesa romana ha creduto di poter dedurre da Marco l'indissolubilità del matrimonio, come se l'amore potesse essere imposto ope legis.

In realtà il testo di Marco non insegna altro che l'esigenza di approfondire con l'amore il rapporto di coppia: solo quando, nonostante l'impegno, la buona fede e la serietà dimostrati, la comunione si spezza, al punto che si ritiene impossibile ricomporla (poiché senza reciprocità l'amore non esiste), solo allora il divorzio trova la sua ragion d'essere e, con esso, il problema di realizzare una vera comunione di vita col nuovo partner.

Obiezione: Le cause di scioglimento sono già contemplate. Il passo di Marco sottolinea che non possono essere soggettive.

Risposta: Se ti riferisci alle cause di scioglimento del matrimonio previste dalla Sacra Rota, Marco non ne prevede neanche una. Semmai dovresti dire che la stessa Chiesa romana si è resa conto che il principio dell'indissolubilità era assurdo, per cui si è vista costretta a porre riparo con le cause di annullamento, che però hanno aggiunto nuove assurdità, in quanto chi si è sposato in chiesa e ha ottenuto l'annullamento è come se non fosse mai stato sposato!

Obiezione: A scanso di equivoci, Matteo 19,9 non è un passo utilizzabile per fare dottrina: è stato aggiunto da uno scriba bugiardo, poiché il resto delle Scritture afferma che il vincolo del matrimonio è rotto solo con la morte di uno dei coniugi.

Risposta: Dovresti parlare con un ortodosso o un protestante. Il divorzio è ammesso da tutte le religioni, e in fondo anche da quella romana, che lo chiama “annullamento”. L'elenco di tutte le motivazioni per richiederlo è molto lungo, tanto che alla fine non si capisce più quale sia la vera differenza tra un divorzio e un annullamento.

Conferma: In verità il matrimonio era già un “sacramento” presso gli ebrei. Appare però falsa la dottrina cattolica in tema di scioglimento del matrimonio. Gesù lo prevede in caso d'impudicizia. La Chiesa, per escludere l'adulterio tra le cause di scioglimento del matrimonio, ha argomentato con delle vere assurdità, racchiuse in due termini greci, moicheia e porneia, come se Gesù fosse ateniese. In realtà basta acquistare il libro dei mitzvot ebraici, che è inalterato da 4000 anni, per leggere che tra ciò che gli ebrei consideravano impudicizia c'era anche e soprattutto l'adulterio. Del resto la Chiesa ortodossa interpreta correttamente in questo modo.

*

Non capisco perché avercela con Paolo quando si chiamava Saulo. Perseguitava giustamente i cristiani, in quanto negavano la possibilità di liberarsi dei Romani con le sole forze del popolo. Quelli predicavano la parusia imminente e trionfale del messia crocifisso e risorto... Ma in questa maniera infondevano speranze illusorie, demoralizzavano chi voleva combattere senza aspettarsi un segno dal cielo.

Che poi lui, fariseo, lo facesse con l'autorità dei sacerdoti, sadducei, che spesso erano avversari politici dei farisei, dovrebbe farci riflettere. Davvero i sadducei volevano liberarsi dei Romani? O chiedevano a lui di perseguitare i cristiani, perché non sopportavano che nessuno li criticasse per aver permesso a Pilato di far fuori un potenziale messia politico liberatore? Volevano rifarsi una verginità agli occhi del popolo insofferente dell'oppressore straniero e dei suoi collaborazionisti interni, tra i quali soprattutto gli stessi sadducei?

Insomma perché Paolo si lasciava strumentalizzare così facilmente dal potere costituito? Voleva fare una qualche carriera prestigiosa? Oppure era in buona fede e pensava che i cristiani andassero perseguitati per il bene di Israele? Ma secondo Paolo qual era questo bene? Compiere una insurrezione popolare come avrebbe voluto fare Gesù, oppure limitarsi a dei compromessi con Roma per salvare il salvabile, come appunto facevano i sadducei?

Quando Paolo perseguitava i cristiani (seguaci di Pietro), lo faceva per difendere la strategia eversiva del Cristo (a prescindere dal mandato sacerdotale ricevuto per incarcerarli)? Ma allora siamo sicuri che Paolo non abbia mai conosciuto quel che Gesù aveva fatto e detto in vita? Siamo sicuri che lo stesso Paolo, perseguitando i seguaci della teologia petrina, non abbia cercato di restituire dignità politica al partito farisaico, che aveva tradito il tentativo insurrezionale del Cristo?

Obiezione: Non si capisce come uno che non ha sentito la predicazione di Cristo, ma ha perseguitato i cristiani, sia improvvisamente diventato diffusore del cristianesimo.

Risposta: Per me Paolo era un teopolitico di razza, ma si sentiva uno sconfitto, perché non vedeva via d'uscita al dominio romano. Fu così che pensò di riciclarsi accettando la tesi mistica di Pietro sulla resurrezione e parusia immediata e trionfale del Cristo. Poi, quando si rese conto che anche la parusia immediata sarebbe stata irrealizzabile, la spostò alla fine dei tempi, eliminando la separazione tra ebrei e gentili. Fu lui a trasformare il Cristo da politico a teologico, da liberatore a redentore.

*

“La gente chi dice che io sia?” (Mc 8,27), chiede Gesù agli apostoli. A questa domanda le risposte sono quattro, di cui tre evidentemente sbagliate. Per quello ch'egli dice, assomiglia – secondo la gente comune – al Battista o a Elia o a uno dei profeti.

Tuttavia Pietro vuol far vedere che gli apostoli lo seguono per motivi teopolitici, non semplicemente etici: ecco perché gli dice apertamente che per loro è il messia (davidico) che deve liberare la Palestina dai Romani e dalla corruzione del Tempio.

Ora, perché nell'economia salvifica del protovangelo anche questo è un errore di identificazione? Perché – stando alla mistificazione redazionale di questo testo, che risente dell'influenza paolina – Gesù non voleva apparire come un messia teologico-politico, ma solo teologico.

Infatti per quale motivo Gesù gli dice di non rivelare a nessuno la sua identità? Proprio perché nel vangelo marciano Gesù non ha intenzione di diventare né messia politico (in quanto sostanzialmente il suo vero regno è nei cieli), né messia teologico-politico (poiché egli rifiuta la tradizione giudaica, di tipo davidico o anche maccabaico).

Secondo Marco, Gesù ha un'intenzione opposta: quella di diventare “martire”, e questa scelta esistenziale è possibile soltanto in una visione meramente teologica. Se proprio si vuol attribuire a tale scelta esistenziale un valore politico, questo non può essere che indiretto, nel senso che il cristianesimo si pone in maniera scismatica nei confronti del giudaismo.

Ma se ha intenzione di diventare “martire”, davvero la gente sbaglia a equipararlo al Battista, a Elia, a uno dei profeti? Non sono forse morti in maniera violenta i profeti veterotestamentari? Quindi chi ha più ragione: Pietro o la gente comune?

Nessuno in realtà ha ragione, poiché il redattore vuol far capire, mistificando le cose, che Gesù voleva sì essere come un profeta etico che si fa ammazzare, ma anche come uno che sarebbe apparso più grande di tutti i profeti, in quanto dalla tomba sarebbe risorto, essendo figlio di Dio.

Naturalmente Pietro, secondo il redattore, non poteva capire queste parole, sicché “prese Gesù da parte e cominciò a rimproverarlo” (Mc 8,32): il popolo vuole un messia liberatore, non semplicemente un redentore religioso dal peccato originale. Senonché Gesù, in questo vangelo, nega la sua vocazione politica e, parlando di resurrezione, ne afferma una che è soltanto teologica.

Come saranno andate in realtà le cose? quelle che Marco non può dire perché troppo compromettenti nei rapporti tra impero romano e cristianesimo primitivo? La diatriba sarà avvenuta sul senso della parola “messianicità”. Secondo la tradizione ebraica il messia doveva avere una specificità religiosa, che Cristo però rifiutava; inoltre il messia veterotestamentario era a favore della monarchia, non della democrazia; s'imponeva più che altro con la forza delle armi, non disdegnando il colpo di stato, e sempre era aiutato da un esercito di professionisti.

Gesù invece voleva una rivoluzione popolare, democraticamente intesa, senza la quale sarebbe stato impossibile vincere le legioni romane. Quindi la controversia era tra avventurismo galilaico (quello del vero Pietro) e realismo intertribale: l'insurrezione armata non avrebbe mai potuto prescindere dal contributo decisivo, paritetico, di almeno tre realtà geopolitiche ben distinte: Giudea, Galilea e Samaria, cui altre si sarebbero potute unire (Idumea, Decapoli ecc.).

In ogni caso se davvero Gesù avesse parlato di martirio a tutti i costi, Pietro avrebbe fatto bene a “rimproverarlo”. Di chi erano seguaci? di un pazzo autolesionista?

Nel vangelo di Marco le cose vengono però rovesciate: il matto è Pietro, il quale non capisce che la missione di Gesù è di tipo etico-religioso, non politico. Quindi è giusto che sia piuttosto lui ad essere rimproverato dal suo maestro: “Vattene da me, Satana! Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini”.

E Pietro, in fondo, è ben contento di apparire come un discepolo che non capisce nulla: così può convincere meglio il lettore pagano che la teologia petropaolina, sottesa a questo vangelo, meritava di vincere su tutte le altre ideologie.

(Torna su)

4) Tesi degli esegeti

Tesi di Ratzinger: Giuda era uno zelota e voleva un messia vincente che guidasse una rivolta contro i Romani, ma Gesù aveva deluso queste attese. Si sentiva tradito, per cui decise a sua volta di tradirlo. Gli zeloti erano un gruppo politico-religioso, partigiano accanito dell'indipendenza politica del regno ebraico, nonché difensori dell'ortodossia e dell'integralismo ebraici. Erano considerati dai Romani alla stregua di terroristi e criminali comuni.

Giuda comunque tradì non solo perché si sentiva tradito nelle sue aspettative messianiche, ma anche per i 30 denari. E Gesù, con la sua prescienza, sapeva che Giuda l'avrebbe tradito. Giuda non se ne andò dal movimento nazareno proprio perché aveva intenzione di tradirlo. Quindi era proprio un falso demoniaco.17

Ratzinger usa questa tesi per sostenere che Gesù non era un leader rivoluzionario ma un pacifista a oltranza, il cui regno è solo nei cieli. Quindi come saranno andate le cose? Nella maniera opposta: Gesù voleva fare l'insurrezione antiromana, ma Giuda, che proveniva da ambienti farisaici, non zelotici, era convinto che senza l'appoggio fattivo della maggioranza dei farisei, sarebbe stato impossibile fare qualunque cosa di eversivo in Giudea.

Giuda dovette verificare l'effettiva disponibilità dei farisei nella notte decisiva del Cenacolo. Questo il senso della richiesta di Gesù: “Quel che devi fare, fallo presto”. Molto probabilmente Gesù avrebbe occupato la Fortezza Antonia anche senza l'appoggio della maggioranza dei farisei, ma aveva comunque bisogno di sapere su quali forze poteva contare.

Giuda quindi non aveva intenzione di tradire, ma lo fece sul momento, convinto dai farisei, i quali gli avranno anche assicurato che Gesù non sarebbe stato consegnato ai Romani ma tenuto prigioniero nelle carceri giudaiche.

Giuda in sostanza era un fariseo progressista, politicamente moderato, che si suicidò quando vide che Gesù era stato consegnato ai Romani.

Che fosse un moderato lo si capisce dal fatto che a Betania, pochi giorni prima dell'ingresso messianico, si scandalizzò che la sorella di Lazzaro avesse sprecato un profumo molto costoso a favore di Gesù. Maria l'aveva fatto come se volesse ungere un messia vittorioso. Giuda invece voleva far capire che senza l'appoggio dei farisei non si poteva essere sicuri di niente. I fatti gli diedero ragione, ma se non avesse tradito, gli avrebbero dato torto, poiché per Gesù era giunto il momento di dimostrare che si poteva occupare la Fortezza Antonia e quindi il Tempio anche senza l'appoggio di tutti i farisei.

Obiezione: Giuda è quello che ha sacrificato se stesso per la volontà di Gesù, molto di più degli altri apostoli che lo hanno rinnegato e sono fuggiti...

Risposta: Cioè Gesù voleva che Giuda lo tradisse? Un folle che voleva autoimmolarsi?

Obiezione: Voleva autoimmolarsi pensando di generare con il suo sacrificio un movimento di pensiero che contrastasse l'impero romano. La storia è piena di personalità che creano una frattura nel sistema ordinario attraverso un'azione che prevede il proprio sacrificio.

Risposta: Quel che dici è vero, ma chi cerca il martirio a tutti i costi è folle, poiché prima vanno cercate altre soluzioni. “Se è bene avere dei crocifissi, non è bene avere dei crocifissori”. L'idea di sacrificio c'è comunque in tutte le religioni. Gli uomini si sentono in colpa nei confronti della divinità, di cui han tradito la fiducia. Che è poi in realtà un senso di colpa dovuto al passaggio dal comunismo primitivo allo schiavismo. Quindi in realtà è una colpa nei confronti di se stessi, che si è pensato di risolvere inventandosi un dio cui offrire sacrifici periodici, a volte anche molto cruenti (perché umani), non simbolici come p.es. quello del caprone mandato a morire nel deserto.

Obiezione: Giacomo Matteotti sapeva di venir ucciso, ma non si è fermato di fronte alle minacce del fascismo. Dopo il suo discorso in aula aveva detto ai suoi colleghi che si congratulavano con lui, di “preparare anche un discorso funebre...”.

Risposta: Certamente Gesù dimostrò che non aveva intenzione di sottrarsi al martirio. Entrando a Gerusalemme non poteva sapere a priori chi avrebbe vinto, anche se delle possibilità doveva averle, altrimenti sarebbe stato un irresponsabile, un avventuriero, che manda a morte migliaia di seguaci per una previsione totalmente sbagliata. Una strategia vittoriosa doveva per forza averla. Non si può giocare a fare i rivoluzionari. E di sicuro doveva sapere che se avesse perso, avrebbe cercato di sottrarsi alla cattura, com'è naturale che sia; e che, se non avesse potuto farlo, avrebbe almeno cercato di salvare i suoi, offrendo se stesso spontaneamente in cambio. Come poi fece. Cioè voglio dirti, l'intenzione originaria non era quella di autoimmolarsi per dare un insegnamento morale al popolo, ma era quella politica di trionfare sul nemico, magari senza infierire, senza spargimento di sangue, chiedendo semplicemente ai Romani di arrendersi, assicurando loro che non sarebbero stati giustiziati.

Obiezione: Se Gesù sapeva chi l'avrebbe tradito, allora vuol dire che tutto era già scritto, quindi non dipendeva dalla sua volontà, e comunque senza Giuda non si poteva svolgere la passione e tutto il resto della favola!

Risposta: In realtà Gesù non sapeva niente. Non poteva avere la scienza infusa. E anche se l'avesse avuta, non avrebbe potuto mostrarla. I vangeli sono testi tendenziosi che vanno reinterpretati. Sono stati scritti da una comunità sconfitta politicamente, che doveva in qualche modo reinventarsi, e l'ha fatto teologicamente. Al giorno d'oggi difficilmente avrebbe scelto lo strumento della teologia.

Obiezione: 1. Giuda è stato ucciso dalla “giustizia proletaria” di Pietro, oppure eliminato dal potere, come nel caso del finto suicidio del banchiere Calvi sotto il ponte dei Frati Neri a Londra. Giuda è stato trovato appeso a un fico. 2. Quando Gesù lancia quella bizzarra maledizione del fico, penso alluda all'improvvisa defezione, alla vigilia della progettata rivolta, di un gruppo determinato, riconoscibile (allora) nel simbolo di un Fico. In quest'ottica Giuda può anche benissimo essere stato un normale infiltrato da parte del potere.

Risposta: Peccato che il lancio della maledizione al fico sia completamente inventato. Quel racconto è solo una metafora della sterilità di Israele. E comunque se hai ragione, è strano che il redattore non abbia posto direttamente un parallelo tra Giuda e il fico, visto che Giuda è sempre considerato in maniera riprovevole sin dall'inizio.

*

Non pochi esegeti sostengono che se si vuole pensare a un Gesù politicizzato, è bene sapere che nel tempo e nei luoghi in cui lui è vissuto era impossibile separare la religione dalla politica.

Per me questa è una tesi valida per gli zeloti o i farisei o gli esseni, ma non per il Cristo e, se ci pensiamo, neppure per i suoi carnefici, collusi coi Romani: i sadducei. Che separavano ben volentieri le autentiche istanze religiose dal loro potere politico ed economico. Peraltro credevano solo nella Torah, come i Samaritani.

Quanto a Gesù bisogna dire che sin dal momento del suo rapporto coi Samaritani (successivo alla fallita occupazione del Tempio, secondo la cronologia giovannea) si ha l'impressione che la questione religiosa, in sé e per sé, non rientri negli argomenti da affrontare per risolvere il problema della liberazione nazionale dai Romani e dalla casta sacerdotale corrotta e collusa.

Coi Samaritani Gesù semplicemente si limita ad affermare il principio della libertà di coscienza in materia di atteggiamento da tenere nei riguardi della fede religiosa: cioè pregare Dio al Tempio o sul monte Garizim è del tutto indifferente ai fini dell'insurrezione.

Per il resto, tutto ciò che dice in chiave teologica va considerato “redazionale”.

Obiezione: Non credo che sia corretto definire i sacerdoti corrotti e collusi coi Romani. Secondo me operavano per evitare guai con gli invasori. La riprova l'abbiamo la sera della cattura di Gesù: furono loro a mandare la masnada all'orto del Getsemani ad arrestarlo, all'insaputa dei Romani, per bloccarne l'azione rivoluzionaria che avrebbe scatenato una feroce e sanguinaria reazione.

Risposta: Sono ormai decine gli esegeti che hanno scritto che i vangeli sono il frutto di un compromesso tra cristiani e impero romano. Gli evangelisti hanno spoliticizzato completamente il movimento nazareno sulla base della teologia petropaolina. Chi fa esegesi un minimo critica queste cose dovrebbe darle per scontate. Diversamente si continua a fare esegesi confessionale, che dai tempi di Reimarus non serve più a niente.

Obiezione: I Romani erano ignari dell'azione rivoluzionaria del Gesù, e non sta scritto da nessuna parte che lo cercavano. Giuda prese un gruppo di soldati forniti dai sacerdoti, non una coorte. Ai Romani viene consegnato in seguito, e Pilato, essendo all'oscuro di quanto accaduto, non sapeva cosa doveva fargli.

Risposta: Guarda che nel testo greco è proprio scritto “coorte”18, in riferimento a quella stanziata nella Fortezza Antonia, che controllava da vicino il Tempio (600 militari circa). Certo non sarà stato Giuda a chiamarla. Certo la coorte non avrebbe attaccato per prima. Certo era lì solo in funzione ausiliaria. Nondimeno c'era, poiché Gesù non era entrato da solo a Gerusalemme, ma con un movimento alle spalle (per di più armato: “vendete il mantello e comprate una spada”, è detto in Lc 22,36, e Pietro dimostrò di averla) ed era stato accolto da centinaia di persone. I Romani, se non si fossero arresi immediatamente, non avrebbero avuto alcuna possibilità di salvarsi se l'intera città fosse insorta contro di loro. E anche i sadducei avrebbero dovuto chiudersi in casa.

A ciò potrei aggiungere che non credo che Giuda abbia avuto intenzione di tradire Gesù al fine di consegnarlo ai Romani. Altrimenti non riesco a spiegarmi il suo suicidio. Un qualche rimorso di coscienza doveva averlo, a meno che non si sia ammazzato perché sapeva che qualcuno del movimento nazareno prima o poi gliel'avrebbe fatta pagare cara.

Probabilmente le persone che l'hanno indotto a tradire (per me son stati i farisei moderati), gli avevano promesso che Gesù sarebbe stato tenuto soltanto nelle carceri giudaiche. Invece i sadducei, senza convocare il Sinedrio (ecco perché la pericope di Mc 15,1ss. è fasulla), lo consegnarono subito a Pilato, proprio allo scopo di eliminarlo più facilmente. Sapevano bene infatti che anche Pilato lo voleva morto. Se Gesù non fosse stato così temuto e popolare, i sadducei l'avrebbero giustiziato per conto loro, come fecero con Stefano e con Giacomo Zebedeo.

Obiezione: Giuda suicida? E dopo essersi impiccato fece pure harakiri? È ovvio che Giuda fu punito impiccandolo, e in aggiunta fu pure eviscerato come facevano i sicari.

Conferma: Pilato nei vangeli viene presentato come “una brava persona che non sapeva che fare”, ma lo storico Giuseppe Flavio lo definisce come un freddo e crudele assassino che mandava a morte anche senza processo. Gli evangelisti “scaricarono” la colpa sugli ebrei per evitare di addossarla ai Romani, che avevano spada e potere, visto che il vangelo fu predicato in territori occupati da loro. I Romani consideravano Gesù un pericolo. Metà degli apostoli erano “zeloti”, compreso Pietro, che nei testi originali in greco era definito “barjona” (che significa appunto zelota), diventato poi arbitrariamente Bar Jona, cioè “figlio di Giona” per coprire la sua identità zelota... Altrimenti come ti spieghi che un rude pescatore al momento della cattura avesse una spada? La tirò fuori e recise con un colpo solo l'orecchio del servo del sommo sacerdote, degno del migliore maestro d'armi.

Precisazione: Io penso che Pietro volesse proprio uccidere Malco, il capo delle guardie del Tempio. Quello però si scansò velocemente e ci rimise solo un orecchio. Quello scriteriato di Pietro non si rendeva conto dell'esistenza di una forte discrepanza numerica tra loro e il nemico. Per fortuna che Gesù, vista la malaparata, decise di consegnarsi spontaneamente, a condizione che i suoi fossero lasciati andare. E per fortuna che il nemico accettò la proposta, altrimenti sarebbe stata una strage. Le insurrezioni si fanno sempre di notte, mentre il nemico dorme, ma in quel caso l'effetto sorpresa era sfumato. Una volta consegnatosi, Gesù non aveva altra possibilità di salvarsi che in virtù di un'insurrezione durante la prigionia. Ma il motivo per cui ciò non avvenne va attribuito alla debolezza umana.

Obiezione: L'ipotesi che Pietro volesse uccidere Malco è verosimile. Gesù riattacca l'orecchio al servo, perché, se questo fosse rimasto menomato fisicamente, poi non avrebbe potuto intraprendere la carriera di sacerdote (era impedito ai menomati).

Non sono d'accordo sullo “scriteriato”: Pietro era uno zelota, non era un fesso qualsiasi... E conosceva, nel momento di aggregarsi al gruppo, già Gesù. Ti pare che io incontro un tipo che non so chi sia, che lui mi chieda di seguirlo, e io lascio tutto da un momento all'altro per seguirlo? Metà degli Apostoli erano zeloti... Non credo che fossero così sprovveduti come ci vengono, invece, presentati. O quantomeno credo che iniziassero a seguire Gesù perché lo vedevano come capo “politico”...

Risposta: Davvero credi che Gesù abbia riattaccato l'orecchio? Ne parla solo Luca ed è puro misticismo.

Parlando di Pietro, volevo dire scriteriato o istintivo nel senso che non aveva calcolato la discrepanza delle forze in campo. La cattura avvenne di notte, ma Gesù doveva essersi reso conto che se si fossero difesi, sarebbero morti tutti. La notte non li avrebbe protetti, poiché il nemico era arrivato munito di torce e lampade, che permettevano a Gesù di rendersi conto della sua consistenza. Per me quando ha detto “Chi cercate?”, voleva far capire ch'erano pronti a difendersi. Non a caso le guardie fecero solo il suo nome. Sapevano bene che anche molti di loro sarebbero morti. Ecco perché accettarono di buon grado la proposta che lui si consegnasse spontaneamente, ottenendo in cambio che tutti i suoi discepoli fuggissero. E noi non sappiamo proprio quanti fossero questi discepoli... Certamente non pochi.

Obiezione: Sull'orecchio riattaccato mi attengo a quel che c'è scritto nei vangeli. Se poi la cosa sia da leggere testualmente o da interpretare, è personale. Nessuno, a mio avviso, può decidere di suo ciò che è letterale e ciò che è da interpretare (il misticismo). Altrimenti rischiamo di finire come certi teologi che ti dicono, alla bisogna: “questo è da interpretare, questo invece è letterale”. Anche i 600 soldati romani sarebbero da “interpretare”: potrebbe essere un'esagerazione dell'evangelista per sottolineare l'importanza di Gesù. Perché i soldati romani non hanno portato Gesù direttamente nella Fortezza Antonia?

La tua ipotesi, non da scartare, che Gesù abbia considerato la disparità di forze è possibile, ma dovremmo chiederci perché i Romani avrebbero catturato solo il “capo” e non anche gli altri rivoltosi, che, anzi, a quel punto avrebbero potuto organizzare qualche sommossa per liberarlo. Se la polizia interviene a un summit di criminali, non arresta solo il loro capo, ma tutti... Non credo proprio che abbiano consegnato Gesù al sommo sacerdote e di notte: i prigionieri dei Romani venivano portati nella famigerata Fortezza Antonia.

Facendo comunque finta che l'episodio sia vero, così come ci è stato descritto nel IV vangelo, dobbiamo ammettere che una mobilitazione così massiccia di soldati romani, di notte tra l'altro, non poteva essere fatta se non per una vera e propria retata. Quindi che sia stato catturato solo Gesù mi riesce difficile immaginarlo, come a te riesce difficile immaginare l'orecchio risanato di Malco.

Risposta: In effetti non hai tutti i torti. Mandare 600 militari per non fare nulla è un po' ridicolo. Di sicuro non sarebbero potuti andare senza il consenso di Pilato. Ma è anche vero che Pilato non avrebbe mai scontentato Caifa, ch'era il suo migliore alleato. Per cui penso davvero che glieli abbia concessi solo in funzione ausiliaria, nell'eventualità che i nazareni si fossero difesi: cosa che fece solo Pietro, subito redarguito da Gesù, e non perché questi avesse la vocazione al martirio, ma perché era realista e si rendeva conto che, se si fossero difesi, avrebbero avuto la peggio, benché il buio avrebbe potuto in parte proteggerli.

Inoltre noi non sappiamo esattamente in quanti fossero nel Getsemani. Cioè se nel Cenacolo erano in dodici, non è detto che nel Getsemani non fossero delle centinaia, pronti a entrare nella capitale e occupare la Fortezza Antonia e il Tempio. Sarebbe stato assurdo fare un'insurrezione con dodici persone. Di sicuro Cristo non è entrato a Gerusalemme solo coi discepoli più stretti: dietro di lui dovevano esserci centinaia, forse migliaia di persone. Già sul Tabor ben 5.000 Galilei erano disposti a farlo diventare re. E quando entrò, altre centinaia si misero dalla sua parte. E di sicuro erano tutti armati. Piuttosto vien da chiedersi come mai tutte queste persone non abbiano fatto proprio nulla per liberarlo dai Romani. Qui è la democrazia che non ha funzionato. Nel momento cruciale i discepoli hanno avuto paura. Molto strana questa cosa, perché poi tutti gli apostoli, salvo Giovanni, sono stati ammazzati.

Obiezione: L'idea di un Cristo politico non è chiara per niente. Stando a quanto dici tra il 30 e il 40 d. C. capeggiò a Gerusalemme una rivolta contro i Romani, fallita perché non ebbe l'appoggio degli ebrei; venne accusato e condannato per lesa maestà. Ma secondo me l'episodio che ne decretò la morte fu quello del Tempio, in cui Gesù mette le mani nelle tasche sia dei Romani che dei sadducei. Quindi non morì per salvare gli uomini dal peccato originale (cosa inventata da Paolo), ma per aver duramente criticato la scellerata alleanza fra Romani e sacerdoti del Tempio, facendo sue le istanze di un popolo sempre più schiavo dei Romani e succube di una classe sacerdotale arrogante e prepotente. Quindi per me Gesù resta affine allo zelotismo: basta analizzare i nomi dei suoi discepoli.

Risposta: La rivolta fallì per un tradimento all'ultimo minuto interno al movimento nazareno, del tutto imprevisto, che a me ha fatto venire in mente quello di Kamenev e Zinov'ev nei confronti dei bolscevichi. Poi fallì perché durante il processo non vi fu una resistenza popolare significativa contro Pilato. Infine perché l'insurrezione non si fece neppure dopo la sua morte, in quanto con Pietro si cominciò a parlare di “resurrezione”.

Non mancò l'appoggio di “tutti” gli ebrei, ma di una parte significativa (propendo per i farisei, troppo pavidi nei confronti dei sadducei). I farisei avevano combattuto insieme agli zeloti, uscendone sconfitti, sotto Erode il Grande. Poi, morta la classe sacerdotale dei sadducei dopo il 70, ripresero le fila del giudaismo sopravvissuto. E non è escluso che col Paolo fariseo una parte del partito abbia cercato di rifarsi la verginità, sostenendo la tesi petrina della resurrezione.

Stando alla cronologia del IV vangelo l'epurazione del Tempio, che forse doveva concludersi con la cacciata dei sommi sacerdoti e dei sadducei dalla sua gestione, avvenne all'inizio dell'attività politica di Gesù. Anche questa fallì per il mancato appoggio dei farisei (e dei seguaci del Battista, solo una parte dei quali confluì nel movimento di Gesù). Nicodemo, uno dei capi dei farisei, si scusò con Gesù privatamente.

Quando vi fu l'ultimo ingresso nella capitale, l'obiettivo era più ambizioso: cacciare i Romani dalla Fortezza Antonia e organizzare un'insurrezione popolare per cacciarli da Cesarea Marittima.

Obiezione: Nelle Divinae Institutiones Lattanzio afferma che “Gesù fu a capo di 900 zeloti” (per quanto riguarda il Gesù zelota leggiti Porfirio19 e Giuseppe Flavio, nonché Celso, rivalutato dalla moderna filologia). Quanto poi al processo a Gesù, oggi non pochi studiosi avanzano seri dubbi che possa addirittura esserci stato. Quanto alla cronologia del IV vangelo, oggi molti teologi avanzano l'ipotesi che possa non essere stato scritto da Giovanni: il Kirshner e il Deschner lo dicono a chiare lettere. Secondo me è normale che la rivolta che capeggiò dovesse fallire: all'interno dei suoi discepoli ci furono traditori.

Risposta: Per me il Cristo storico fu un leader politico sovversivo diverso dai leader zeloti, poiché non collegava teologia e politica, essendo sostanzialmente un ateo. E in politica non usava metodi terroristici.

Tentò di fare due insurrezioni: la prima, all'inizio della sua carriera, contro il Tempio, fallita per colpa dei farisei (il cui capo Nicodemo chiese scusa privatamente a Gesù, il quale comunque fu costretto a espatriare in Galilea). La seconda fu quella contro la Fortezza Antonia, che fallì per colpa del tradimento di Giuda, che secondo me fu convinto a tradire dagli stessi farisei.

Gesù ebbe rapporti con gli zeloti solo in Galilea, ma quando lo spinsero a occupare la capitale con un colpo di stato, lui rifiutò, non perché era un pacifista ad oltranza, ma perché voleva un'insurrezione popolare in cui risultassero alleati Galilei e Giudei, con l'appoggio esterno dei Samaritani. E questa alleanza fu possibile solo dopo la morte di Lazzaro.

*

Un integrista o fondamentalista, in campo esegetico, lo si riconosce sempre da almeno una di queste caratteristiche:

1. non compie mai nessuna vera autocritica, neppure di fronte all'evidenza, perché preferisce sempre dar la colpa a qualcuno;

2. non ha alcun senso della storia o della realtà, in quanto tende a reinterpretarla secondo il proprio uso e consumo;

3. non riconosce alcun valore alle idee diverse dalle proprie, salvo poi appropriarsene facendo vedere che sono state partorite dalla sua mente o che hanno trovato la migliore realizzazione grazie alla sua volontà.

Queste caratteristiche possono ritrovarsi in chiunque, a prescindere dal fatto che sia credente o non credente.

*

Il massimo dell'ateismo possibile, restando nell'ambito della religione (e del monoteismo in particolare), è quello di equiparare un uomo a (un) dio.

È noto che sia l'ebraismo che il cristianesimo sono due forme di ateismo rispetto all'ingenuo politeismo pagano: l'uno rende Dio totalmente nascosto (o comunque percepibile solo in via del tutto eccezionale, in forme assai particolari, come accadeva ai patriarchi, a Mosè e ai profeti); l'altro lo rende sì visibile ma solo in Cristo, e tutti gli esseri umani devono passare attraverso di lui per avere un'esperienza della divinità. L'ateismo ebraico viene garantito, in un certo senso, dal monoteismo assoluto e invalicabile; nei cristiani invece viene garantito dal fatto che solo nel suo figlio unigenito Dio può rivelarsi.

Esiste quindi nel cristianesimo una sorta di materializzazione umanistica di Dio ovvero di autorappresentazione antropologizzata della divinità: non a caso i teologi parleranno subito di “Dio incarnato” (quale prototipo dell'umanità), dando così origine a una sorta di “bi-teismo”, che poi diventerà “tri-teismo”, quando s'introdurrà lo Spirito Santo nell'economia salvifica, quale terza persona della trinità (la femminile “sophia”, l'aspetto non istituzionalizzato della fede, in quanto “lo spirito soffia dove vuole”, Gv 3,8).

La divinità resta anche nel cristianesimo una realtà esterna all'uomo (seppure in forma meno assoluta), essendo l'uomo votato comunque al male, incapace di compiere il bene con le sole sue forze, a causa del peccato d'origine. Il fatto di voler accettare una presenza divina come forma estrinseca all'essere umano induce tutte le religioni, e quindi anche il cristianesimo, a non credere possibile un'autenticità terrena. L'uomo deve semplicemente vivere di fede, confidando nella grazia divina che salva. La salvezza terrena è solo spirituale, poiché la morte, essendo inevitabile, rimanda all'aldilà la necessità di vivere secondo una piena libertà, materiale e spirituale. Nella propria mistificazione il cristianesimo considera la morte il principale effetto negativo del peccato d'origine, superiore alla stessa schiavitù sociale.

Commento: Di fatto ebrei e cristiani erano percepiti come atei dai pagani per il loro modo d'intendere il divino. Col cristianesimo Dio da trascendente e invisibile si fa immanente e visibile... avviene una transizione, che però alcuni Giudei agognavano. Infatti il desiderio che Dio in persona si rivelasse nella storia fa parte del pensiero apocalittico, per cui il cristianesimo rispose a questa necessità. Da ciò poi derivò un nuovo modo d'intendere il divino a motivo del fatto che la divinità si era rivelata.

Risposta: Al tuo commento potrei aggiungere che l'umanesimo laico è in fondo un passo avanti rispetto al cristianesimo. Certo occorrono millenni per fare questi passi, ma è perché la nostra specie non è così intelligente come sembra. Comunque il progresso starebbe in questo: bisogna smetterla di considerare il Cristo come la sola vera incarnazione della divinità. Siamo tutti, in quanto essere umani, degli dèi (lo stesso Gesù lo disse in Gv 10,34). Siamo divinità dotate di libero arbitrio, che è quello che ci permette di scegliere il nostro destino, buono o cattivo che sia. Senza dover aspettare un padreterno che ci liberi dal male.

Obiezione: Non è affatto raro leggere, soprattutto su libri di orientamento cattolico di autori illuminati, che ogni cristiano è in qualche modo “Dio”, parte del divino... non in senso panteistico ma panenteistico. Anche papa Francesco sembra appartenere a questo orientamento dottrinale, già presente nel misticismo ebraico e nello spiritualismo indiano. L'enciclica sull'ambiente Laudato si' riflette molto bene questa prospettiva panenteistica... è ateismo e nello stesso tempo non lo è.

Risposta: Se un Dio esiste non può essere più grande dell'uomo che lo pensa, altrimenti il riconoscimento sarebbe impossibile.

Obiezione: L'unica cosa su cui ho una perplessità è il fatto che i Giudei agognavano una transizione. In realtà Dio s'incarna nel mondo in maniera del tutto sorprendente per i Giudei, in modalità per loro sconvolgenti. Gli ebrei anzi ritenevano del tutto impossibile l'incarnazione di Dio in un uomo, la ritenevano una vera e propria bestemmia. L'arrivo di Gesù come Dio che si è fatto carne è stato un fatto inatteso, cui han creduto fino in fondo solo dopo aver constatato la resurrezione e la vittoria di Cristo sulla morte.

Risposta: La tesi della resurrezione è un'interpretazione della tomba vuota. Se Cristo fosse davvero riapparso avrebbe violato la libertà di coscienza.

Obiezione: Se Cristo non fosse apparso come vero uomo e vero Dio agli apostoli, il cristianesimo non sarebbe mai esistito. Nessuna libertà di coscienza violata. Gli apostoli hanno scelto liberamente di amare il Salvatore del mondo.

Risposta: Il cristianesimo è nato sulla base dell'interpretazione petrina della tomba vuota come resurrezione, ma questo non vuol dire che Cristo sia riapparso agli apostoli, tant'è che la versione originaria del protovangelo neppure lo prevede. L'angelo dice alle donne che Gesù avrebbe atteso gli apostoli in Galilea, ma non viene detto che lo rividero. E comunque una qualunque riapparizione avrebbe negato il postulato fondamentale del cristianesimo, quello per il quale nella resurrezione bisogna credere per fede, non perché qualcuno l'ha rivisto vivo. C'è una bella differenza tra fede e costatazione di fatto. La tesi della resurrezione si basa sulla fede. La costatazione si basa sulla tomba vuota.

Obiezione: Devi distinguere tra la cristologia emergente nei vangeli e i dogmi elaborati secoli dopo. Nella tradizione sinottica Gesù è al massimo un messia superumano, cioè un essere semidivino, inammissibile per il fariseismo successivo al 70 d.C., ma ammissibile per il giudaismo del secondo Tempio, che era molto variegato (i farisei erano una delle tante correnti, ma non detenevano il potere e il controllo dell'ortodossia). Nel vangelo secondo Giovanni avviene un qualcosa di nuovo: la figura di Gesù diventa ancora più divina, pur restando distinta dal Padre creatore. Io onestamente non sono così convinto che nella mente dell'autore di questo vangelo Gesù fosse identificabile con Dio. Io continuo a leggere un testo molto oscuro e ricco di doppi sensi... Quando si dice che il Logos si è incarnato, ad es., si arriva subito alla conclusione che Gesù è il Logos... Ma in realtà in nessun caso si sottolinea questa identità di persone. Esistono tra l'altro antiche formule trinitarie in cui al posto del Figlio c'è il Logos, ovvero Padre, Logos e Spirito. Trinità sì, ma con una diversa composizione... L'identificazione del Logos con Gesù è successiva al I sec. d.C., ma forse non così scontata come si può credere.

Per Paolo poi Gesù è il nuovo Adamo, per cui sembra quasi che Gesù sia una creatura... Ecco dunque che la divinità di Gesù è piuttosto sfumata e non c'è alcuna identificazione netta tra Gesù e il Padre. Gesù sembra essere un Avatar del divino, un essere semidivino perfettamente umano e quindi, proprio perché perfettamente umano, molto simile al Padre, pur distinguendosi dal Padre. Tuttavia Gesù non è solo Dio ma è anche uomo come noi, Vero Dio ma anche Vero uomo, e non è il Padre creatore. Quando si dice che Gesù è Dio, in realtà si dovrebbe dire che non è né solo Dio, né solo uomo. Se enfatizzassi troppo la divinità di Gesù sconfinerei nello gnosticismo, diversamente sconfinerei nell'arianesimo. Nel corso del tempo a me sembra che sia prevalsa l'idea Gesù = Dio... Ma – ripeto – a mio avviso il modo d'intendere Gesù da principio era molto sfumato e giocava su certa teologia templare legata alla tradizione enochica.

Risposta: Il IV vangelo è il più politico di tutti, l'unico che lasci intravedere l'istanza eversiva di un Cristo che voleva l'insurrezione nazionale. Se non fosse stato manipolato da uno spiritualismo monastico all'ennesima potenza, noi non l'avremmo mai letto. Ma la versione originaria forse un giorno la troveremo. Per me chi comprende il background di quel vangelo, nato per opporsi al protovangelo, non ha bisogno di leggersi altro.

Quanto al Prologo, la figura centrale non è Dio ma Gesù. Togli Dio e il senso resta ancora più convincente. Se c'è un Dio, è solo il Logos, oltre al Pneuma, poiché in principio vi è il due non l'uno, e noi siamo suoi figli, dèi come loro due. Se tutto è stato fatto per mezzo loro, allora Dio non esiste, e se esiste non riguarda noi. Gesù Cristo era per forza di cose un ateo. Dobbiamo solo convincerci che non solo lui è Dio ma anche noi.

Obiezione: Forse un ateismo ante litteram... che dà la sensazione di non esserlo o forse un ateismo inconsapevole. Il panenteismo mescola comunque il teismo e il panteismo materialista ateo: è un compromesso.

Risposta: Considera che tutte le forme di ateismo sono abbastanza riduttive se non ridicole. Ritengono la materia eterna e infinita, ma l'essere umano no. Negano Dio ma negano anche l'uomo. Per me l'unico vero ateismo è quello che pone materia ed essenza umana sullo stesso piano. Anche noi non siamo mai nati e mai moriremo. L'uomo è materia che ha raggiunto l'autoconsapevolezza di sé. Unica differenza tra noi e la materia è che questa è determinata solo da leggi universali e necessarie. Noi invece abbiamo anche la libertà di coscienza, poiché è questa che in ultima istanza ci caratterizza nella nostra umanità.

Obiezione: Il problema del tuo ragionamento è il principio di tutto. Come ha avuto origine il cosmo? In un ottica panenteistica è possibile... diversamente no.

Risposta: La concezione che abbiamo noi di universo è condizionata dal nostro punto di vista terreno. Siamo come dentro un ventre materno e tutta la creazione soffre le doglie del parto. Sentiamo la madre che ride o piange, che parla o canta, ma non possiamo pretendere di più. Lo stesso big bang potrebbe essere un aspetto dell'universo o dei pluriversi, un'esplosione del Logos spermatikos avvenuta in una sua porzione. Non abbiamo bisogno di sapere quando siamo nati se in realtà non siamo mai nati. Non ci ricordiamo nulla del periodo fetale, eppure senza di quello non saremmo qui a discutere di noi stessi. Un punto di inizio per tutte le cose deve per forza esserci, ma quando le cose si sviluppano non ci serve sapere dove questo punto sia. Ci interessa il prodotto finito, che è poi in perenne evoluzione. Anche la divinoumanità può essere stata, all'inizio, una specie di “non essere”, che poi però si è evoluta, e non ha bisogno di ricordare la propria origine. Quel che siamo stati si perde nell'inconscio, e non per questo ci sentiamo mancanti di qualcosa. Che importa a noi di sapere com'eravamo nel ventre di nostra madre, ora che sappiamo che non moriremo mai?

Obiezione: Nel Vangelo è scritto chiaro e tondo che Gesù è apparso dopo la sua morte, lo hanno toccato, hanno messo le dita nelle sue ferite, han mangiato insieme, e una volta Gesù stesso ha preparato da mangiare per loro. Agli apostoli è stato dato moltissimo, ma la giustizia perfetta di Dio ha chiesto molto di più a loro, votandoli quasi tutti al martirio per testimoniare la loro fede nel Cristo. Del resto tutta la vita di Dio è stato un continuo constatare che Gesù è Dio, col potere assoluto sugli elementi, sulle malattie e i demoni, col potere che è solo di Dio di rimettere i peccati e vincere la morte con la resurrezione di Lazzaro. Questo non ha impedito ai farisei di metterlo a morte e a Giuda di tradirlo.

Risposta: Non puoi interpretare i vangeli così come i redattori volevano essere interpretati. Tutto quanto va oltre l'umanesimo razionale devi considerarlo inventato, falsificato o mistificato. Se Gesù fosse davvero stato così come viene rappresentato e gli ebrei, nonostante ciò, non gli hanno creduto, l'antisemitismo diventerebbe inevitabile. E infatti gli evangelisti lo sono. I Giudei vengono condannati qua talis. È ingenuo pensare che i vangeli parlino chiaro. Nessuna fonte storica parla chiaro. Tutto è soggetto a interpretazione. Ti immagini se dovessimo interpretare Cesare sulla base dei libri che lui ha scritto su se stesso?

Obiezione: Il peccato originale è quello dell'uomo che non riconosce Dio e si considera lui stesso dio, decidendo cosa è bene e cosa è male. Una via che porta al male, alla malattia morale e alla morte definitiva, ossia la dannazione eterna.

Risposta: L'uomo deve conoscere la differenza tra bene e male, deve poter decidere dove è l'uno e dove l'altro. Se anche nell'Eden non avesse peccato, prima o poi quella conoscenza doveva acquisirla, proprio perché in virtù di essa usciamo dall'innocenza ingenua dei bambini. Non siamo fatti per stare sottomessi come sudditi ma per agire responsabilmente come cittadini. E in ogni caso Paolo dice che non c'è colpa senza la consapevolezza della colpa, per cui anche prima del peccato originale si aveva consapevolezza di ciò che esisteva al di fuori dell'Eden e delle conseguenze cui si sarebbe andati incontro, trasgredendo il divieto. In fondo quel peccato non rappresenta che il passaggio dal comunismo primordiale allo schiavismo.

Obiezione: Ma Dio non ha fatto l'uomo a propria immagine e somiglianza? E quindi non è forse possibile che in una restaurazione l'uomo possa essere in qualche modo divinizzato, com'era in origine?

Risposta: A propria immagine e somiglianza però non può voler dire che è in grado di leggere i nostri pensieri, se no non vale. La libertà di coscienza è una nostra facoltà che non può essere violata o condizionata da nessuno.

*

Cosa disse di così sconvolgente su Gesù il linguista tedesco Reimarus da non avere il coraggio di pubblicarlo? (Da notare che a lui si fa risalire l'esegesi laica).

La tesi che sosteneva, formulata per la prima volta al mondo, era la seguente: il Gesù storico non ha nulla a che fare col Cristo teologico rappresentato nei vangeli. Il primo doveva essere, come tanti altri messia di quel tempo, un uomo politicamente sovversivo, intenzionato a cacciare i Romani dalla Palestina, anche se afflitto da illusioni messianiche. Il cristianesimo nacque quando, dopo il fallimento della sua impresa, gli apostoli, che non si erano rassegnati, trafugarono il suo cadavere facendo credere ch'era risorto. Di qui la trasformazione del Gesù storico-politico in un Cristo mistico-teologico.

Ma dov'è che sbagliava?

Obiezione: Gesù dava fastidio più alla casta sacerdotale legata al Tempio che ai Romani. Comunque all'epoca di Reimarus certe cose non si potevano dire.

Risposta: Certo un Cristo che parlava di “regno dei cieli” non poteva dar fastidio ai Romani, che anzi avrebbero potuto averlo come alleato contro i gestori del Tempio e il Sinedrio, culturalmente chiusi alle influenze pagane. Ma il Cristo pacifista ad oltranza è un'immagine tendenziosa (stereotipata) dei redattori, che scrissero i vangeli anche per cercare un compromesso coi Romani vittoriosi in Palestina. Di fatto contro Gesù si trovarono d'accordo tanto i Romani quanto i sommi sacerdoti (sempre scelti dai Romani) e i sadducei (sempre collaborazionisti con Roma). Gli uni per motivi politici, gli altri per quelli teologici.

Obiezione: Un predicatore che dava fastidio non deve essere necessariamente a capo di un gruppo di sovversivi in armi. Lo si evince dalla vicenda del Battista.

Risposta: È vero, solo che quando Erode catturò il Battista non ci mise molto tempo a farlo fuori, proprio perché sapeva che non si sarebbe ribellato nessuno. Infatti nessuna autorità giudaica protestò, né insorse la comunità essenica. Con Gesù invece le guardie del Tempio non riuscivano proprio a catturarlo, perché veniva sempre difeso da qualcuno, o comunque lui riusciva a nascondersi facilmente, e Pilato per giustiziarlo dovette imbastire un processo farsa che durò un'intera mattinata, proprio perché Gesù era molto popolare e Pilato sapeva bene che se l'avesse giustiziato come gli altri terroristi condannati insieme a lui, buona parte della città sarebbe insorta e con 600 militari, rinchiusi nella Fortezza Antonia, lui non avrebbe avuto scampo.

Obiezione: Questo pseudostudioso sbagliava per il semplice fatto che le sue erano illazioni senza riscontri storico/scientifici.

Risposta: Parlare di riscontri storico/scientifici coi vangeli, che di storico o di scientifico non hanno quasi nulla, non ti sembra pretendere un po' troppo? Reimarus era un cultore di lingue antiche: leggeva i testi dell'AT e del NT nelle lingue originali. Non era uno sprovveduto. Dov'è dunque che sbaglia? Bada che a partire da lui nasce non solo la storiografia mitologistica ma anche quella storicistica.

Obiezione: Da storico direi che è ineccepibile. Magari si può discutere sulla convinzione che Gesù fosse un rivoluzionario, ma uno storico che applica il metodo scientifico non può che accettare la tesi del trafugamento del corpo, peraltro testimoniata anche in Matteo laddove il giorno dopo la Parasceve i sacerdoti si recano da Pilato temendo il trafugamento.

Risposta: Sul trafugamento del corpo anche la Maddalena e la sua amica anonima erano convinte, ma non erano entrate nel sepolcro. Solo quando vi entrano Pietro e Giovanni si rendono conto che il corpo non poteva essere stato rubato. Trovarono il lenzuolo che l'aveva avvolto ripiegato e posto da una parte, viene detto nel IV vangelo. Per loro non avrebbe avuto senso trafugare un corpo senza anche il lenzuolo che l'avvolgeva, anche perché gli ebrei hanno orrore del sangue (di regola i cadaveri insanguinati venivano interrati senza neppure essere lavati). E i seguaci del Cristo non potevano essere stati, sia perché non sapevano dove l'avevano sepolto (solo Giuseppe, i suoi servi, Giovanni e alcune donne lo sapevano), sia perché nessuno prima di Pietro aveva mai parlato di resurrezione (per qualunque ebreo sarebbe stato un argomento insensato, se riferito a una singola persona nel tempo presente). E Pietro iniziò a parlarne dopo aver constatato la tomba vuota. Tutte le previsioni di Gesù in merito a quel che gli sarebbe accaduto a Gerusalemme sono chiaramente inventate.

Inventata è anche l'idea matteana di mettere le guardie del Tempio a custodia della tomba. È evidente che l'ha scritta perché tra i capi giudei qualcuno aveva accusato i cristiani d'aver sepolto il corpo in un luogo diverso per far credere ch'era risorto.

Obiezione: Veramente l'idea di resurrezione i farisei l'avevano.

Risposta: Hai ragione, tant'è che Paolo la sfrutta contro i sadducei per sottrarsi alla cattura della polizia del Tempio. C'è poi il racconto emblematico degli scheletri che risorgono in Ezechiele. Ma è indubbio che essa ha più origini pagane. E Paolo, essendo di Tarso, conosceva bene i miti pagani. Questi miti avevano un'influenza sicuramente maggiore in Galilea rispetto alla Giudea. Forse per questo Pietro interpretò subito la tomba vuota come resurrezione. Anche nel racconto giovanneo di Lazzaro Marta fa capire che aveva un'idea di resurrezione, ma era un'idea vaga, per la fine dei tempi. Il che a me ha fatto capire che Marta, Maria e Lazzaro fossero filo-farisei. Il ruolo dei farisei andrebbe politicamente rivalutato, anche se ormai sono entrati nell'immaginario collettivo come un partito di ipocriti. Al pari degli zeloti come partito estremista o terroristico.

Obiezione: Tutto dipende se parliamo di fede o di storia. Per lo storico gli uomini non risorgono, specie quando c'è tutto il tempo di trafugare il cadavere (come sospettano i sacerdoti), visto che le guardie romane vi vengono poste solo il giorno dopo. Peraltro nella versione originaria del vangelo marciano, oggi considerato più antico, si parla di tomba vuota, senza alcun cenno alla resurrezione. Il tutto si consolida osservando che la più antica setta giudaico-cristiano, quella degli Ebioniti, non credeva nella resurrezione. Direi che per lo storico è più che sufficiente. Di certo non lo è per il credente, che però non ha bisogno di conferme storiche.

Risposta: Veramente in Mc 16,6 è scritto: “Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro ch'egli vi precede in Galilea”. Cioè per Marco, seguace di Pietro, la tomba è vuota perché Gesù doveva risorgere. Un'interpretazione assurda, che non solo contraddice il fatto che al massimo si poteva parlare di strana scomparsa di un cadavere, ma anche il fatto che Pietro arrivò a formulare la tesi della resurrezione non prima ma dopo la constatazione della tomba vuota, anche se nel protovangelo Gesù ne parla, redazionalmente, prima. E siccome Pietro era antigiudaico, Marco volle aggiungere che Gesù li aspettava in Galilea. Per fare cosa non viene detto, ma Pietro in un primo momento sperò in una parusia immediata e trionfale non solo contro i Romani ma anche contro i capi giudaici. Poi sarà Paolo a smontarlo definitamente, mettendo ebrei e pagani sullo stesso piano ed eliminando ogni idea di messia politico.

Obiezione: Non c'è più nessuno storico serio che sostiene l'ipotesi di un Gesù rivoluzionario politico. Riguardo al sepolcro, non è certo che Gesù sia stato effettivamente deposto in un sepolcro (potrebbe anche essere stato gettato in una fossa comune). Ne parlano solo i vangeli ma gli altri testi del NT non ne parlano. Per cui se non è sicuro il sepolcro, non ha nemmeno senso parlare di trafugamento. A livello storico si può dire che Gesù è esistito, è stato crocifisso e che i discepoli credevano che fosse risorto.

Risposta: Veramente son tanti gli esegeti che parlano di un Cristo politico, a partire appunto da Reimarus. Non si è mai smesso di crederlo. Gesù e gli zeloti di Brandon è del 1967. E lui si rifaceva a Eisler, Stauffer, Hengel. In Italia basta leggersi Donnini, Tranfo, Zarcone... Ma poi ci sono i testi dei teologi sudamericani della liberazione, in primis Belo. Di recente ha parlato di Cristo politico l'esegeta islamico Reza Aslan, che meriterebbe d'essere discusso.

Quanto alla sepoltura di Gesù, appare chiaro che fu messo da Giuseppe nel proprio sepolcro proprio per evitare che venisse interrato in una fossa comune. Era unanimemente considerato troppo importante perché avesse un destino così meschino.

Obiezione: Li conosco ma sono studi vecchi e alcuni poco scientifici o al di fuori del dibattito accademico. Martin Hengel ha scritto un testo sugli zeloti ma non mi risulta che sostenga la tesi di un Gesù zelota. Ho letto il libro diverse volte ma più che altro Hengel commenta G. Flavio.

Risposta: Hai ragione su Hengel, ma devi ammettere che senza i suoi studi sugli zeloti non sarebbe venuto fuori Brandon, che ha considerato Gesù, sbagliando, un leader zelota, quando in realtà era un leader politico estraneo alla religione. Di recente, si fa per dire, il rapporto tra Gesù e zeloti è stato ripreso dalla coppia Horsley e Hanson, Banditi, Profeti e Messia (del 1985, e che in Italia, provinciali come siamo, abbiamo tradotto solo un decennio dopo).

Obiezione: Il Gesù politico, ma non zelota o rivoluzionario, potrebbe essere collegato alla predicazione del Regno di Dio. Qualcuno ritiene non tanto che stesse organizzando la rivolta armata, come faranno poi sicari e zeloti, ma che attendesse l'intervento soprannaturale di Dio, che avrebbe liberato la Palestina dai Romani; un po' come, secondo la Bibbia, era avvenuto al tempo di Ezechia, quando gli Assiri sarebbero stati uccisi dall'angelo della morte (in realtà erano ritornati in patria, poiché i Babilonesi stavano invadendo i loro territori). Questa ipotesi sembra essere ancora valida, ma a mio avviso si scontra con la principale fonte dell'epoca, ovvero G. Flavio, che non annovera i cristiani tra coloro che in un qualche modo erano collegati alla rivolta contro Roma. Non dobbiamo dimenticare che G. Flavio era un sacerdote, fariseo, filoromano. Personalmente propendo che Gesù volesse annunciare un nuovo eone, una nuova era all'insegna della spiritualità. Tutto per Gesù assume un significato diverso, dall'idea di Regno a quella di risurrezione. Il suo insegnamento è tutto incentrato sul rinnovamento spirituale d'Israele, su una rinascita spirituale del suo popolo, in accordo coi profeti. In genere il Gesù spirituale è poco valorizzato dalla storiografia, benché i testi cristiani trasudino spiritualità da tutti i pori. C'è effettivamente il sospetto che dietro l'immagine spirituale di Gesù ci sia quella di un uomo che invece voleva sgominare i Romani, restaurando le 12 tribù d'Israele: in modo non violento, semplicemente perché auspicava che il lavoro sporco lo dovesse fare Dio. Gli apostoli pertanto dovevano essere i nuovi capi di Israele. Purtroppo però nulla di tutto ciò avvenne e da qui forse la rielaborazione in chiave spirituale di Gesù, cioè il piano B. Ma a me questa ipotesi non convince affatto.

Quanto al trafugamento del cadavere, diversi storici dubitano dell'esistenza di un sepolcro (p.es. Kessler), poiché se ne parla solo nei vangeli, non negli altri testi del NT. Non si può affatto escludere che il corpo sia stato gettato in una fossa comune, come avveniva per tutti i crocifissi. È anche vero che non molto tempo fa è stato scoperto il sepolcro di un giudeo crocifisso, ma è l'unico elemento a favore del sepolcro.

Risposta: Per me quando è scoppiata la prima guerra giudaica, conclusasi nel 70, i cristiani, seguaci della teologia petropaolina, non vi parteciparono. I seguaci di Paolo odiavano a morte i Giudei e non avrebbero mai difeso la Palestina con le armi. Pietro, per un certo tempo, dopo la morte di Gesù, avrebbe voluto farlo, convinto che la parusia fosse imminente, ma dopo l'evasione dal carcere, l'esilio fuori dalla Giudea e l'incidente di Antiochia smise definitivamente di crederci e fece in modo d'essere scavalcato da Paolo. Ecco perché oggi diciamo che il vero fondatore, cioè quello definitivo, del cristianesimo è stato Paolo.

Quello che dici te, sulla predicazione mistica del Cristo, rispecchia quanto scritto nei vangeli, nella loro versione ufficiale, che però è una mistificazione del Cristo reale, quello storico e politico. Nei Sinottici appare chiarissimo che Gesù si oppone continuamente alla visione politica dei suoi discepoli, in quanto parla di morte necessaria per il bene del genere umano, della quale però non bisogna preoccuparsi in quanto ad essa avrebbe fatto seguito la resurrezione. Queste però son tutte stupidaggini, poiché nessuno avrebbe rischiato di morire per un leader che predicava la propria autoimmolazione. Saremmo in piena follia.

Obiezione: Credo che le perplessità di Reimarus, considerati i tempi in cui è vissuto, fossero più che giustificate. C'è da considerare inoltre che già oggi è difficile percorrere la pista del Gesù storico, in quanto tale tesi non è mai ben condivisa. Gesù va presentato in veste umana, non divina, come un dottore della Legge che scelse la propria sorte appoggiando una linea politica per compiere un disegno da lui ritenuto salvifico perché portatore di giustizia. Io poi ritengo ch'egli non sia morto sulla croce, visto che i vangeli parlano di sue riapparizioni. Gesù si allontanò definitivamente dalla Palestina, per raggiungere il Kasmir, dove morì di vecchiaia e dove tuttora esiste la sua tomba a Rozabal.

Risposta: Che Gesù sia morto in croce lo dice Giovanni, riferendosi al colpo di lancia al costato, confermato dalla Sindone, di cui il protovangelo non sa nulla perché Pietro non era presente sul Golghota. Non emise un gemito perché era già morto, e se anche fosse stato moribondo, sarebbe di sicuro morto con una lancia che ti spezza il cuore, facendo uscire sangue e acqua, cioè globuli rossi e plasma.

Obiezione: Non è detto che la lancia abbia trafitto il cuore. Difatti il vangelo dice che dalla ferita uscì acqua e sangue, quindi è verosimile che la lancia non abbia oltrepassato la pleura viscerale e che quindi non siano stati lesi né cuore né polmone. Il liquido (essudato sieroso) era semplicemente quello che si trova tra pleura parietale e pleura viscerale in casi di trauma o di infezioni.

Risposta: Tu pensi che un romano non sapesse infliggere con una lancia un colpo mortale al fianco o un colpo con cui verificare che il nemico fosse davvero morto? Il militare del più grande esercito del mondo avrebbe potuto fallire su una cosa del genere, rischiando d'essere giustiziato da Pilato, che aveva voluto Cristo morto a tutti i costi?

Obiezione: In un convegno sulla Sindone, in cui c'erano anche medici e specialisti in medicina legale, venne spiegata l'ipotesi che il Cristo potesse salvarsi pur essendo colpito da una lancia al costato. Anzitutto si disse che non era pratica consueta che si trafiggesse un crocifisso, anche perché il condannato non poteva essere soppresso: la morte doveva sopraggiungere per consunzione. Quando è stato colpito, forse non era morto ma in coma e forse il colpo di lancia, anziché ucciderlo, lo avrebbe potuto salvare. Cioè può aver avuto un collasso polmonare (un idrotorace in stato comatoso), che, se non corretto, porta al tamponamento cardiaco e poi alla morte. Il rimedio a tale eventualità è semplice: si inserisce una cannula o un ago di grosso calibro in uno degli spazi intercostali declivi, in modo da svuotare l'intercapedine tra gabbia toracica e polmone, in modo che questo possa tornare ad espandersi.

Longino quindi ha trafitto il condannato non per ucciderlo, perché gli era proibito, ma solo per vedere se fosse ancora vivo, perché in tal caso avrebbe dovuto eseguire il crurifragio per accelerarne la morte, cosa che non avvenne, in quanto Gesù, non avendo avuto alcuna reazione, è stato considerato morto. Alla notizia di tale decesso, Pilato, rispettando la parola data, fa consegnare la salma a Giuseppe d'Arimatea che lo fa trasportare nel suo sepolcro privato. Qui avviene che il crocifisso si riprende, perché non era morto, e quindi viene opportunamente soccorso e medicato.

Risposta: Non voglio darti una risposta da medico o patologo, perché sono tutt'altro. Voglio solo dirti che per negare la resurrezione non c'è alcun bisogno di negare anche la morte di Gesù. Io ritengo la Sindone autentica ma non mi sogno neanche lontanamente di dire che quella è una prova della resurrezione. In quel telo Gesù è chiaramente morto, perché in quelle condizioni disumane non poteva che morire (sarebbe morto per le infezioni anche se Pilato fosse stato costretto a liberarlo). In croce ci restò poche ore, perché il processo durò l'intera mattinata e i sacerdoti chiesero di uccidere i crocifissi in quanto, secondo il computo ebraico di contare le ore, stava per arrivare il sabato. Quindi in pratica già verso le 17 di pomeriggio l'han tolto dalla croce (alle 18 era già sabato). E gli han messo un lenzuolo in fretta e furia, senza lavarlo, perché volevano rispettare le usanze ebraiche relative al contatto coi cadaveri nel giorno di pasqua, ch'era vietatissimo.

L'islam afferma cose assurde sul Gesù crocifisso: che non fu lui a morire (ma Giuda o Simone di Cirene), che se fu lui, non morì affatto in croce, perché fu curato con un unguento speciale, che ascese in cielo dopo essere morto di vecchiaia, ecc. Per me l'islam è troppo condizionato dalla religione, per cui non riesce a distinguere la realtà dalla fantasia. Prima di tentare un'esegesi critica dei vangeli, occorre assolutamente liberarsi di tutti i condizionamenti teologici o mistici.

Obiezione: Non trovo la tesi di Reimarus così sconvolgente, anzi è una delle tante in circolazione da parte di chi, da storico, magari ateo o agnostico, nega la sua resurrezione. Più sconvolgente sarebbe se avesse detto che Cristo era un essere divino proveniente da un altro mondo.

Risposta: La tesi è sconvolgente perché nessun esegeta aveva avuto il coraggio di dire che Gesù era stato un messia illuso e gli apostoli dei cialtroni. Di qui la decisione di non dare il libro alle stampe.

Obiezione: Prima di lui abbiamo degli scritti di diversi papi cattolici che promulgavano opinioni simili proprio su Cristo.

Risposta: Su questo devi fare degli esempi. Papi atei sicuramente ne abbiamo avuti, ma che esplicitamente dicessero che gli apostoli erano impostori o che Cristo fosse un sovversivo sul piano politico bisogna dimostrarlo.

Obiezione: La storia è una scienza e, come tale, parte dal presupposto che gli uomini non risorgono. Qui abbiamo un vangelo, Matteo, che parla della possibilità di trafugamento; un corpo che scompare dalla tomba; una tomba protetta solo il giorno dopo con tutta la notte disponibile per il trafugamento; un gruppo di primi cristiani, il primo e più antico, che non credeva nella resurrezione, gli Ebioniti; un vangelo, quello di Marco, che è ritenuto il più antico e che nella versione più antica termina con la tomba vuota a cui solo successivamente sono state aggiunte narrazioni della resurrezione. Di recente anche la Tomba Talpiot, e la scoperta di un acquedotto già in disuso al tempo, che parte dal calvario e arriva a pochi metri dalla tomba, un ossario di Gesù figlio di Giuseppe insieme ad altri nomi e ossari della famiglia... Direi che tutto questo è più che sufficiente per lo storico. Ma anche se tutto questo non esistesse per lo storico, gli uomini nascono e muoiono, non risorgono.

Risposta: La storia di scientifico non ha nulla, in quanto tutto è soggetto a interpretazioni opposte. Le fonti poi sono quasi sempre scritte da intellettuali più o meno servi del potere. Inoltre fino alla stampa le fonti venivano impunemente manomesse e nessuno s'accorgeva di nulla. Le fonti del NT, per non parlare di quelle dell'Antico sono ampiamente tendenziose (sull'A.T. basta leggersi Liverani, Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele, oppure Finkelstein e Silberman, Le tracce di Mosè. La Bibbia tra storia e mito, per convincersene). Erano Huizinga e Topolski che parlavano di scienza storica, ma non mi hanno mai convinto. Ho sempre preferito Gadamer, quando diceva che siamo inevitabilmente afflitti da pregiudizi. Il che non vuol dire che la storia non abbia una propria verità, ma semplicemente che questa sarà possibile solo quando la storia finirà. Che però Reimarus dica che Gesù era un messia illuso, questa è propria un'assurdità, per non parlare dell'altra sul trafugamento del cadavere da parte dei suoi discepoli.

Potrei addirittura dirti che spesso neppure le cosiddette “scienze esatte” sono scientifiche. Pensiamo solo all'astronomia di Newton sconfessata da quella di Einstein o alle incredibili cantonate che prese Galilei. Persino tra virologi del covid ce ne fossero stati due di parere concorde. Il vantaggio della scienza è che ha il coraggio di mettersi in discussione, quando non è afflitta da condizionamenti ideologici o politici. Cosa che la teologia fa assai raramente.

Obiezione: Occorre fare distinzione tra lo studio mitologico e la storia. La storia non può prescindere dalla scienza, altrimenti dovremmo credere negli dèi dell'Olimpo... La storia non può prescindere dai fatti accertati (e non serve neppure la scienza, ma il buon senso) distinguendoli dalle invenzioni mitologiche. La storia si basa su documenti e narrazioni che gli uomini ci hanno lasciato (condivisibili o meno) e sui ritrovamenti archeologici.

Risposta: Ti faccio un esempio banale. Io non credo in nessun Dio onnipotente e onnisciente, perché lo riterrei umiliante per l'uomo, però ritengo che la Sindone sia l'unico documento autentico del NT. Tu mi prenderai per pazzo o contraddittorio. Eppure io ho riletto i vangeli a partire non solo dalle tesi di Brandon ma anche a partire dalla Sindone e mi sono convinto che Gesù era un leader politicamente eversivo, odiatissimo dai Romani, quindi molto diverso da quello pacifista rappresentato dai vangeli. Con ciò non ci penso neanche lontanamente di sostenere che ho un approccio scientifico alla storia, anche se ho letto decine di libri di medici, chimici e fisici su quel lenzuolo. E comunque condivido chi, tra noi, ha detto che la storia non è una disciplina scientifica ma un'ermeneutica: si possono definire criteri di storicità basati sul calcolo delle probabilità, ma non esiste l'equivalente del metodo sperimentale. La filologia, il metodo storico critico e l'analisi comparata delle fonti servono a trovare una certa attendibilità delle fonti, ma poi molto dipende dell'interpretazione dei testi.

La storiografia potrebbe essere diciamo sufficientemente oggettiva se gli studiosi potessero consultare tutti gli archivi del mondo in qualunque momento. Cosa che non avverrà mai. Guarda il Vaticano che lo tiene chiuso da due millenni! Ma anche questa potrebbe essere una condizione insufficiente, proprio perché per troppo tempo le fonti sono state prodotte da intellettuali sul libro paga dei potenti. In tal senso avremmo bisogno di sentire versioni dei fatti opposte a quelle ufficiali. Ma dove le trovi? Chi comanda, censura o manipola i testi degli sconfitti. Dov'è il vangelo originario di Giovanni?

Obiezione: Di presunti messia ne circolavano tanti, e tantissimi finivano sulla croce, e tanti erano anche i testi che li esaltavano (vedi ad es. l'Apocalisse aramaica). Il vero problema è: perché, supposto che si sia voluto “costruire” un messia teologico, la scelta è ricaduta proprio sul Cristo e non su tanti altri messia? Ma la domanda vera da porsi è un'altra ancora: ipotizzando che sia stata una “costruzione” paolina, come mai i discepoli di Gesù hanno accettato lo stesso di morire per una cosa che ritenevano inventata? Perché mai Stefano, il protomartire, avrebbe dovuto predicare qualcosa che sapeva falso, inesistente, rischiando la vita, come poi è avvenuto?

Risposta: Secondo me il Cristo, a differenza di tanti altri messia, aveva una teoria rivoluzionaria, non solo un comportamento eversivo. Se guardi i testi sugli zeloti, indubbiamente ti convinci che fossero dei patrioti, dei martiri, dei combattenti indomiti, timorosi di nulla, a volte dei fanatici o dei terroristi, ma non hai mai l'idea che avessero una teoria etico-politica innovativa. Ogni volta che gli ebrei fanno le loro sommosse o insurrezioni, il motivo è sempre quello di riportare Israele ai fasti di Davide e Salomone. Vogliono tornare alla purezza originaria contro la corruzione del presente, la cui responsabilità ricade soprattutto sui sacerdoti. E si aspettavano dal Battista e poi da Gesù che si ponessero come eredi di Giosuè o dei Maccabei o di qualche profeta combattivo.

Per me i discepoli rimasero incantati al sentir parlare uno che non voleva creare una monarchia regale ma una democrazia sociale, popolare, che considerava la legge mosaica superata (anche se Matteo dice il contrario), le questioni parentali da mettere in subordine rispetto a quelle del discepolato, il precetto del sabato relativo alle esigenze umane e non da prendersi in via assoluta, l'uguaglianza di genere contro il maschilismo imperante, l'apprezzamento per l'etica non ebraica, la libertà di coscienza di fronte alle questioni religiose, l'obiettivo di occupare il Tempio ritenendolo fonte di insopportabile corruzione, e di cacciare i Romani contando sull'alleanza di Giudei e Galilei, che però si odiavano a vicenda, e così via.

Come fai a soprassedere di fronte a una lucidità del genere? Dovevano per forza concentrarsi su di lui e mistificare quanto più possibile il suo messaggio.

Obiezione: Se la “resurrezione” del prescelto messia fosse una “montatura” degli stessi apostoli, che a questo punto sarebbero una sorte di “direttorio” del gruppo, significa che gli stessi erano al corrente della mistificazione. Non si capisce allora come, ad es., Giacomo il maggiore, Giacomo il giusto, Stefano, Taddeo abbiano poi scelto, pur di sostenere le loro idee, di morire per queste. Non sono casi “singoli”, sempre che, ovviamente, le notizie circa il loro martirio siano fondate.

Se pensiamo che apostoli e discepoli di fronte alla crocifissione di Gesù sono letteralmente spariti dalla paura, e se ammettiamo per ipotesi che la resurrezione sia stata un trafugamento della salma, operata proprio dagli apostoli, non riesco a collegare mentalmente il sacrificio della propria vita per qualcosa che si conosce per certo essere falsa. Qui stiamo parlando di persone che hanno conosciuto Gesù, che si sono dileguati alla sua morte, che sanno di aver falsificato la resurrezione, e che avevano visto la sorte capitata al loro “capo”. Nessuno muore per qualcosa che sa per certo essere un falso, a meno che non sia pazzo. In tal caso dovremmo ammettere che di “pazzi” ce ne dovano essere un bel po'. L'idea che si erano fatti gli apostoli (“è questo il tempo in cui restaurerai il Regno di Israele?”, domanda imbarazzante posta dopo la resurrezione): questa idea viene “smontata” con la cattura e la morte di Gesù. Ma qualcosa deve essere accaduto per spingere gli apostoli dalla chiara sconfitta all'affermazione e alla convinzione che per quella idea valeva la pena sacrificarsi. Credo che in questo “qualcosa” c'è la ragione stessa che spinge a sacrificare anche la propria vita.

Risposta: Guarda gli Atti. Chi è che conta nella prima parte? Sostanzialmente Pietro. Gli altri o sono molto marginali o praticamente scompaiono. Il resto è agiografia (p.es. ascensione, Pentecoste, Pietro che fa miracoli come Gesù, ecc.). Poi viene Paolo che si oppone a Pietro e ancor più a Giacomo il minore. Finiscono tutte le rivendicazioni politiche.

Questo cosa ti fa pensare? A me una cosa: che di fronte alla tomba vuota ci fu una rottura, che comportò scissioni e defezioni. Un po' lo documenta il IV vangelo parlando dei dubbi di Tommaso, Andrea, Filippo, la Maddalena e naturalmente lo stesso Giovanni che critica Pietro (“Quand'eri giovane facevi lo spaccone, poi però Paolo ti ha sottomesso”. “Ma tu mi ami veramente come Giovanni? Perché da come ti sei comportato, non hai capito proprio niente”). Poi Giacomo Zebedeo l'hanno ammazzato subito.

Ma tu perché parli di “montatura”? La tomba fu trovata effettivamente vuota. Il corpo non era stato trafugato da nessuno. Lo dimostrava il lenzuolo piegato e riposto da una parte. Quando Pietro parla di resurrezione poteva essere sufficientemente credibile, per quanto tutti i racconti sulle riapparizioni di Gesù siano chiaramente inventati.

Il problema è un altro: con quella tesi mistica Pietro smobilitava politicamente il movimento nazareno. Se un uomo è stato capace di risorgere, allora ha anche la capacità di ritornare: questo Pietro ha pensato. E se chi l'ha giustiziato non si pente (lo dice rivolgendosi ai sacerdoti), lui non libererà la Palestina dai Romani, oppure lo farà contro la stessa classe dirigente giudaica. Ma perché Gesù si è fatto ammazzare se poteva evitarlo? - qualcuno poteva obiettare a Pietro. Per dimostrare che gli uomini da soli non possono far nulla. Hanno bisogno di un intervento sovrumano. Anche il tradimento di Giuda era previsto dalla prescienza divina. Ecco la sua risposta.

Poi arriverà Paolo parlando di peccato originale, di figlio unigenito di Dio, di giudizio universale alla fine dei tempi, di parità tra ebrei e pagani, di separazione tra Chiesa e Stato...

Domanda: Non mi pare sia così univoca la questione del morire per una causa. La storia è piena di individui pronti ad affrontare persecuzioni per difendere le loro convinzioni, dedotte dalle più disparate idee ed esperienze. Quanti uomini nella storia sono approdati a decisioni e scelte esistenziali incondizionate, nelle quali ne valeva della loro vita, senza alcuna evidenza razionale o esperienziale? E non sono forse stati mossi più dal desiderio, dalla passione per un ideale, dalla speranza, da una intuizione personale o da un convincimento soggettivo, piuttosto che da un'evidenza di qualsiasi tipo essa fosse (razionale o esperienziale)? Dal fatto che molti discepoli sarebbero stati martirizzati per la loro fede, si può solo dedurre che avevano creduto in questo. Ma ciò non prova nulla. Gli esseri umani hanno sofferto e sono morti nella storia per una varietà enorme di credenze religiose e non religiose le più contraddittorie. Morire per una credenza non è una prova diretta della verità di tale credenza, ma prova soltanto a cosa può giungere la fede e la convinzione soggettiva dei singoli fedeli. Evidentemente tutti questi martiri non dovevano avere alcuna rigorosa evidenza razionale della verità per la quale morivano, visto che sono morti per idee alquanto diverse tra loro. Come diceva Lessing: “il sangue dei martiri è una faccenda molto equivoca. Conoscendo la storia dei martiri si può mostrare che molti di loro erano persone dissennate ed esaltate. Conoscendo il cuore umano si sa che una qualsiasi fissazione mentale può in questo campo indurre ad azioni uguali a quelle cui spinge il pieno splendore della verità”.

Certo, l'ipotesi che gli apostoli avessero loro stessi inventato, deliberatamente, la risurrezione, per poi morire per questa idea, fa fatica a reggere. Io però volevo soltanto dire che ci si può convincere soggettivamente di qualcosa che oggettivamente può essere sbagliato. Cioè mi chiedo se i supposti incontri con Gesù risorto siano stati reali incontri oppure incontri allucinatori o mistici.

Risposta: È evidente che tutti i racconti di riapparizioni del Cristo sono inventati. Ma questo non vuol dire che dentro il sepolcro Pietro e Giovanni (e la Maddalena) non abbiano visto cose che reputavano poco spiegabili. La scomparsa di un cadavere nudo, liberato dal telo che lo avvolgeva e che ritrovano appoggiato e ripiegato da una parte, per non parlare dell'uscio aperto del sepolcro, non sono cose normali, anche se su di esse non so se oggi, laici come siamo, ci costruiremmo una religione.

Obiezione: In ogni caso la verità non la conosce nessuno (ci si può al massimo avvicinare), trattandosi di avvenimenti troppo lontani. Si sovverte la realtà anche nei fatti più recenti, ad opera non di sprovveduti né di mitomani che credono di essere storici, ma ad opera di veri studiosi e ricercatori, figuriamoci con fatti vecchi di duemila anni. Può darsi quindi che Gesù fosse affetto da illusioni messianiche, come lo erano in molti a quei tempi tra i leader di spicco in campo politico o spirituale... Così come è altrettanto possibile che tale realtà abbia convinto (a torto) Reimarus che anche Gesù fosse uno dei tanti personaggi affetto da tali illusioni.

Risposta: Per me – mi sbaglierò – Gesù aveva scelto il momento giusto per fare l'insurrezione. Al tempo di Augusto e di Tiberio Roma aveva già stabilito, grosso modo, i suoi confini: non era più in fase espansiva. A Teutoburgo e a Carre avevano subìto sconfitte disastrose. Il Limes era ormai basato su alcuni grandi fiumi: Reno, Danubio, Eufrate. Non erano in grado di dominare le popolazioni germaniche, scito-carpatiche e partiche. Potevano espandersi solo in due direzioni: l'Africa (ma il deserto glielo impediva, anche se arrivarono, in perlustrazione, sino alle fonti del Nilo) e il Vicino Oriente.

In Palestina, dopo aver occupato la Siria, avevano occupato Giudea, Samaria e Idumea, ma non avevano ancora Galilea e Perea, se non indirettamente, tramite gli erodiani. Gli Idumei, peraltro, se il movimento nazareno avesse cacciato i Romani dalla Fortezza Antonia, si sarebbero subito alleati coi Giudei, come fecero con gli zeloti durante la guerra del 70. I Samaritani avevano già riconosciuto in Gesù il possibile leader di una rivolta contro Roma. Insomma c'erano tutte le condizioni per una insurrezione popolare vittoriosa. Gesù non era un illuso né un avventuriero, non giocava a fare il rivoluzionario.

Obiezione: Di sicuro era convinto di ciò che faceva. Per il resto ci sono più opzioni: o qualche imprevisto ha modificato il risultato del programma, o le previsioni effettuate non erano attendibili, o, come credo più verosimile, il momento scelto non era, in realtà, quello più propizio.

Risposta: Per me la risposta esatta è la prima: i tradimenti si possono mettere nel preventivo solo in maniera astratta, puramente teorica. Ma se vuoi realizzare la democrazia, non puoi sottoporre i tuoi seguaci a un regime di terrore, in cui ognuno deve sospettare dell'altro.

Obiezione: Reimarus ha fatto il suo tempo. La ricerca è andata avanti tenendo conto di Qumran e di una rilettura del giudaismo del secondo Tempio di cui Reimarus non disponeva. Il giudaismo del secondo Tempio non coincide affatto con l'ebraismo rabbinico che emergerà dopo il 70 d.C. La tradizione enochica testimonia una teologia che anticipa alcuni aspetti teologici del futuro cristianesimo, poi rifiutati dai farisei dopo il 70 d.C. nella competizione tra i gruppi giudaici rimasti. Ebraismo rabbinico e cristianesimo sono per certi versi due facce della stessa medaglia, testimoniano l'evoluzione di teologie già presenti prima del 70 d.C., che non erano in contrasto l'una con l'altra ma perfettamente amalgamate. Che poi il pensiero greco abbia influito su queste metamorfosi è vero, ma per la verità già il giudaismo del secondo Tempio aveva subìto nei secoli l'influsso dell'ellenismo, ora accogliendolo ora rigettandolo.

Risposta: Prima o poi si scoprirà che il principale interlocutore di Gesù non erano gli zeloti ma i farisei. Anche se furono proprio i farisei il partito che più tradì le aspettative del Cristo, sia nella prima insurrezione contro il Tempio che nella seconda contro la Fortezza Antonia. Forse per questo motivo il fariseo Paolo si sentì in dovere di rimediare al tradimento dei suoi compagni. Peccato però che l'abbia fatto radicalizzando le posizioni mistiche di Pietro, relative alla morte necessaria del Cristo (voluta dalla prescienza divina), alla resurrezione, alla parusia trionfale e altre amenità prive di senso.

Obiezione: Sono prive di senso perché stai interpretando le vicende a tuo modo. Certamente dopo il 70 d.C. c'erano principalmente Giudei farisei e Giudei seguaci di Gesù, il rabbi di Nazareth creduto il messia. I primi erano principalmente laici: pochi farisei facevano parte della casta sacerdotale. Tra le fila dei Giudei seguaci di Gesù c'erano probabilmente persone provenienti da diversi gruppi, ma anche parecchi sacerdoti, stando ad Atti 6,7: “Intanto la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli a Gerusalemme; anche un gran numero di sacerdoti aderiva alla fede.”

Io credo che i testi del NT siano stati scritti da questi sacerdoti. Diversamente non so chi potesse avere le competenze per scriverli. Diversi esegeti ascrivono infatti i testi del NT ai testi del giudaismo ellenistico: testi scritti da autori con grandi competenze scritturali, filosofiche, etc. come p.es. Filone, che in genere avevano uno stretto rapporto con la casta sacerdotale. All'interno del Tempio c'erano infatti le scuole scribali dove si formavano i sacerdoti (questo accadeva già anticamente anche presso i babilonesi, etc.): erano l'equivalente delle nostre università. A me sembra l'ipotesi più economica. Credo poco a una redazione di questi testi da parte di ignoti autori senza arte né parte, appartenenti alle varie comunità cristiane.

Risposta: Quando leggo certe frasi (e non sei il primo a dirmele): “Sono prive di senso perché stai interpretando le vicende a tuo modo”, mi viene quasi da ridere. Tutti i documenti della Bibbia sono tendenziosi. Abbiamo a che fare o con invenzioni o con falsificazioni o con mistificazioni. Nei miei libri ho chiarito bene la differenza di questi tre termini. E tu vieni a dire a me che interpreto le cose a modo mio? Ti rendi conto che potrei dire di te la stessa cosa? E soprattutto se prendi i testi della Bibbia in maniera letterale? Tu devi limitarti a motivare le tue tesi, non affermare che quelle altrui sono sbagliate. Nessuno ha la verità in tasca, meno che mai con dei testi supermanipolati come quelli che prendiamo in esame. Solo alla fine dei tempi sapremo chi avrà ragione.

Obiezione: Con “prive di senso” alludevo alla conclusione del tuo intervento. Chi ha scritto i libri della Bibbia sapeva bene cosa scriveva. Il problema è sempre la decodifica del testo per la quale ci sono ormai un'infinità di studi a livello accademico.

Risposta: Cioè tu pensi che Paolo non abbia estremizzato le tesi petrine? Il cristianesimo non è altro che teologia petropaolina. Gesù Cristo non c'entra niente. All'inizio Paolo credeva nella parusia imminente e vittoriosa predicata da Pietro, poi quando ha visto che tardava troppo l'ha rimandata alla fine dei tempi. E Pietro ha dovuto convenire, obtorto collo, che di fronte a Dio un giorno vale mille anni e viceversa. Al che Giovanni, quando Pietro era già morto, si divertirà a prenderlo in giro alla fine del IV vangelo, dicendogli: “Quando eri giovane, dopo la morte di Gesù, pensavi d'essere il migliore di tutti e insistevi con le tue tesi mistiche, senza però riuscire a fare alcuna insurrezione. Poi è arrivato Paolo che ti ha dato il benservito e ti ha fatto capire che la battaglia non è contro la carne e il sangue, ma contro le potenze dell'aria”.

In quel vangelo Giovanni fa capire che Pietro aveva tradito Gesù non meno di Giuda, tant'è che il Gesù risorto è costretto a dirgli: “Di me non hai capito niente, torna a seguirmi”. “E lui non viene con noi?”. “Lui non ne ha bisogno”.

Obiezione: Se si parla di Gesù rivoluzionario io lo vedo al massimo in questi termini: una rivoluzione attraverso un intervento divino ma senza armi. Questa è un'interpretazione del tutto legittima. Svanisce l'immagine spirituale mistica di Gesù, che però è esaltata in tutti i testi. Emergerebbe invece l'immagine di un Gesù molto visionario. Però l'idea di un Gesù rivoluzionario senza intervento armato non mi convince molto, anche se ciò giustificherebbe la morte in croce. Pilato poi era abbastanza sbrigativo, per cui gli sarebbe bastato poco per crocifiggere qualcuno.

Risposta: Quando Gesù dice: “Vendete il mantello e comprate una spada”; “Non sono venuto a portare la pace, ma la spada”; “Sono venuto a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa”. “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso!” Quando oppone i discepoli ai legami di sangue parentali. Quando tenta di occupare il Tempio. Quando Pietro estrae la spada nel Getsemani. Quando lo vanno a catturare le guardie del Tempio insieme alla coorte romana di 600 militari. Ti sembra un pacifista a oltranza? Non crederai davvero alla fola petrina della morte necessaria voluta dalla prescienza divina per dimostrare l'incapacità umana a compiere il bene? E che quindi anche il tradimento di Giuda era previsto...

Parlare poi di “rivoluzione attraverso un intervento divino”, sai bene che ciò violerebbe la libertà umana di coscienza. Non siamo marionette nelle mani di Dio.

Quanto a Flavio Giuseppe, tutto quanto ha scritto sui cristiani o è stato censurato o manipolato. Non vale niente come fonte, se non per la parte relativa agli zeloti, che lui però odia a morte.

Obiezione: Tutti i codici antichi di G. Flavio sono sostanzialmente uguali. Addirittura gli autori cristiani antichi erano convinti che G. Flavio fosse vicino alla verità, per cui mi resta difficile pensare che abbiano manipolato e censurato così tanto il testo. Prove di questa manipolazione cristiana dove sarebbero poi? Non sembra che siano state così tante.

I riferimenti alla spada, etc., nei vangeli io li vedo in relazione alla contestazione molto forte di Gesù nei confronti dei legami di sangue. La spada è da intendersi non tanto come strumento di offesa ma di divisione, per cui continuo a non vedere alcun riferimento diretto alla lotta armata. Silvio Barbaglia a mio avviso ha ragione, basandosi anche su Theissen, quando dice che il discepolato di Gesù dava indubbiamente fastidio alle famiglie giudaiche, poiché Gesù, rispetto ad altri rabbi, se li cercava i discepoli, e questi in genere erano uomini e donne di mezza età che avevano un ruolo fondamentale nell'economia familiare, nello shalom familiare (shalom non significa solo pace ma anche benessere, prosperità). I discepoli infatti devono lasciare figli e padri... E Gesù dice di non essere venuto per lo shalom..., per cui condivido l'idea che il tono indubbiamente irenico di Gesù sia rivolto principalmente nei confronti della famiglia patriarcale israelita. È dunque una questione sociale più che religiosa o politica, una questione che per diversi capifamiglia doveva essere affrontata eliminando Gesù a tutti i costi, senza farlo passare per un martire, per cui si dovettero costruire false prove contro di lui, sfruttando alcuni elementi chiave della sua predicazione: l'annuncio del Regno di Dio e di una nuova umanità sul modello dell'Adamo edenico (per Paolo non a caso Gesù è il nuovo Adamo, l'uomo nel progetto originario di Dio), in cui Gesù stesso si autocomprende come pioniere (Gesù rievoca un tempo prima della consegna della Legge, una fase prenomistica. Di qui l'atteggiamento ambiguo nei confronti della Legge, che destava preoccupazione). Questi due elementi suscitano probabilmente la reazione dei Romani (bastava poco per Pilato) e del Sinedrio, determinando la condanna a morte.

Riguardo all'“intervento divino” di cui parlano tanto storici, io non vedo alcun problema nell'ambito della teologia del secondo Tempio. Interventi divini nei testi dell'AT se ne trovano parecchi: si pensi ad es. all'intervento divino che frenò l'avanzata degli Assiri ai tempi di Ezechia.

Risposta: Giuseppe Flavio va preso con le pinze. Sostenne che la rivolta del 70 era opera di una piccola banda di zeloti e non una insurrezione popolare. Su Gesù dice molte assurdità: faceva miracoli, convertì molti pagani, Pilato lo uccise per fare un piacere ai sacerdoti e notabili giudei, era risorto dopo tre giorni, era riapparso, la sua venuta fu anticipata dai profeti, i suoi discepoli si chiamavano cristiani...

Per me i riferimenti alla spada sono letterali, anche perché la richiesta di comprarla vendendo il mantello viene detta poco prima di entrare nella capitale (infatti Pietro era armato, per cui posso presumere lo fossero anche gli altri). D'altra parte che senso avrebbe avuto entrare in città totalmente disarmati? Sarebbe stato in suicidio di massa, peggio che a Masada, dove almeno avevano tentato di difendersi.

Gesù non aveva bisogno di dire che la “spada” era un simbolo del superamento dei legami di sangue. L'aveva già chiarito in precedenza che ai suoi parenti preferiva i suoi discepoli, e aveva già preteso che per seguire lui bisognava abbandonare tutto e che di fronte a lui si sarebbero trovati divisi i padri dai figli, come d'altra parte tu stesso dici.

Quanto all'analisi sociologica che fai (presa da Barbaglia, che la prende da Theissen, ma anche i coniugi Pesce-Destro la sposano in pieno), per me non è sufficiente per capire il motivo per cui Pilato decide di far morire Gesù. E forse non è neppure sufficiente per il Sinedrio, in quanto su una cosa del genere si sarebbe spaccato nettamente tra progressisti (farisei) e conservatori (sadducei, anziani...). Cioè voglio dire Caifa ottenne il consenso dei farisei su una questione di capitale importanza, come dice il IV vangelo: se Gesù vuol fare l'insurrezione antiromana, la Palestina verrà distrutta; quindi è meglio che venga ammazzato lui che rischiare di perdere la patria. Davano per scontato che il popolo avrebbe perso. Invece 40 anni dopo non solo tutta la Palestina sarà perduta, ma verranno fatti fuori anche tutti i sadducei e i sommi sacerdoti.

Obiezione: Reimarus non aveva capito che Gesù aveva tutte le referenze, i requisiti e la genealogia, come si può constatate leggendo i vangeli. Prerogative che nessun altro aveva. O meglio: benché non si possano avere prove riguardo alle genealogie, è però plausibile pensare che Gesù potesse essere realmente di stirpe davidica per diversi motivi. La Galilea e la Batanea erano state conquistate dopo la rivolta maccabaica, in particolare sotto il regno di Giovanni Ircano I (re, profeta e sommo sacerdote, secondo G. Flavio, una sorta di triplice “unto” quindi... o triplice messia), per cui da un certo momento in avanti giungeranno diversi coloni ebrei in queste terre fino al regno di Erode il Grande. Stando sempre a G. Flavio, sembra che diversi coloni provenissero da Babilonia e pertanto si trattava di ebrei potenzialmente discendenti della casa di Davide (non è un caso se i Galilei erano così bellicosi e se i rabbi di Galilea avevano particolari conoscenze mediche, probabilmente apprese in oriente). Il nome Nazareth, tra l'altro, potrebbe derivare da una delle parole ebraiche per “ramo”, vale a dire “netzer”, con riferimento alle parole profetiche e messianiche nel Libro di Isaia 11,1: “dalle radici (di Jesse) un ramo (netzer) darà frutti”. Non si può escludere pertanto che a Nazareth vivessero discendenti della casa di Davide. Indubbiamente diverse prove archeologiche dimostrano che Nazareth esisteva ed era abitata prima della nascita di Gesù.

Riguardo alla nascita a Betlemme di Gesù gli storici invece sono abbastanza scettici: troppo pochi gli elementi. In quasi tutti i testi del NT Gesù è detto il nazareno. Solo in due vangeli (Luca e Matteo) si parla di Betlemme, ma le due natività sembrano essere delle aggiunte tardive (addirittura del II sec. d.C.). Però anche in questo caso non si può dir nulla.

A mio avviso, visto che i testi dell'AT riportano la nascita straordinaria di diversi personaggi (Isacco, Mosè, etc.), non trovo così insolita la presenza di questi racconti dell'infanzia nei vangeli fin da principio, anzi mi pare plausibile, considerata l'importanza del personaggio.

Risposta: Nazareno voleva dire che aveva fatto il voto di nazireato, come il Battista. Non poteva sposarsi e doveva portare barba e capelli lunghi. Apparivano come persone altamente virtuose. A Pilato non sarebbe importato nulla scrivere nel cartello della croce la provenienza geografica del condannato. Non sapeva neanche dell'esistenza di un villaggio di poche capanne che in Galilea si chiamava Nazareth.20 Gli interessava invece la qualifica pubblica del Cristo, perché fosse ben identificato da tutti i suoi seguaci. Se avesse crocifisso il Battista, l'avrebbe qualificato col titolo di “battezzatore”, benché pure lui fosse un nazireo. Se Gesù fosse nato a Nazareth, avrebbero dovuto qualificarlo come “nazarethano”.

Obiezione: So che c'è anche questa interpretazione, ma non è generalmente accolta (gli autori dei vangeli avrebbero dovuto scrivere “nazireo”). In genere si ritiene che il termine sia legato invece alla provenienza (Nazareth, che pare derivi etimologicamente da Netzer, germoglio, da cui il compimento della profezia). Tutti gli autori più importanti che conosco (Ehrman, Lupieri, Dunn, Jossa, Pesce, Gnilka, Sanders, Theissen, etc.) sono unanimi nel ritenere che Gesù provenisse da Nazareth, da cui l'epiteto “nazareno”. Sul resto (Pilato) non so come si possa dire che cosa importasse o non importasse a Pilato? Sulla base di che cosa? Era invece molto comune indicare l'origine di una persona associandola al nome.

Risposta: Pilato era il rappresentante di un impero in cui non importava a nessuno la provenienza geografica. Come negli Stati Uniti di oggi: a chi importa se uno è del Texas o dell'Arizona? Trump, che è di origine tedesca, faceva ridere quando diceva che Obama non era americano. Al massimo, se p.es. Gesù fosse stato figlio di Caifa, Pilato avrebbe potuto usare la relazione parentale, vista la grande notorietà del sommo sacerdote.

Probabilmente i Giudei dell'epoca non sapevano neppure dell'esistenza di un villaggio da due soldi chiamato Nazareth. Pilato nel titolo della croce aveva bisogno di far sapere a tutti che la persona che aveva condannato era universalmente nota perché aveva fatto, come il Battista, voto di nazireato, ch'era generalmente a breve termine, per una questione specifica, e che assai raramente veniva fatto da un celibe in età da marito. Non era molto dignitoso per un uomo portare i capelli lunghi, a meno che infatti non avesse fatto un voto specifico. E lui, dal momento in cui frequentò il Battista fino al momento in cui morì, non lo sciolse mai. Era forse un gay? Il discepolo prediletto, quello che lui amava, Giovanni Zebedeo o Lazzaro di Betania, era il suo amante?

Gli omosessuali si vantano di fare queste strane congetture, ma sono tutte prive di senso. Il voto era strettamente connesso all'obiettivo di realizzare l'insurrezione nazionale. Gesù voleva sentirsi libero, vivendo una vita molto pericolosa, da impegni di tipo matrimoniale. Lui stesso lo chiedeva ai suoi più stretti discepoli: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Lc 14,25). Non credo proprio che i manipolatori del IV vangelo abbiano omesso il nome dell'apostolo Giovanni per non far vedere che Gesù era gay. L'han tolto semplicemente perché Giovanni si opponeva alla teologia petropaolina. Certo la frase “il discepolo che lui amava” è ambigua, però può darsi che negli ambienti monastici (quelli che han falsificato il IV vangelo) venisse più facilmente accettata. Infatti in quegli ambienti ci si deve amare come in un matrimonio per poter convivere serenamente. Il che naturalmente non vuol dire che i monaci siano gay.

Obiezione: Lo stato civile di Gesù è ignoto. Non sappiamo se fosse sposato. Non si parla molto nemmeno dello stato civile degli apostoli. Tuttavia Paolo parla delle mogli degli apostoli in una lettera e i vangeli parlano della suocera di Pietro. Il passo lucano serve più che altro a identificare il discepolato di Gesù: i discepoli devono lasciare figli (già grandi probabilmente) e padri / madri. Si parla anche di moglie che invece è assente nel passo matteano (sarebbe incompatibile con l'indissolubilità del matrimonio). Si tratta dunque di discepoli (anche sposati, infatti si muovono a due a due, come dicono gli Atti), di mezza età, che avevano un ruolo importante nell'economia familiare patriarcale (il cui fine è lo shalom / benessere / prosperità). Gesù propone un nuovo tipo di legame familiare, che non si basa più sul sangue ma sulla condivisione di valori spirituali. Gesù dunque non sollecita gli uomini alla rivolta armata (non c'è traccia alcuna di cristiani armati contro Roma, anzi i cristiani furono perseguitati dai Giudei durante la guerra giudaica per essere troppo pacifici, poco disposti a prendere le armi), ma li sollecita a guardare più in alto, a ergersi al di sopra della propria dimensione biologica / animale, ricercando una sorta di unione mistica con Dio. Lo gnosticismo radicalizzerà queste tendenze ascetiche del gruppo di Gesù, mentre la Chiesa tenderà poi a ridimensionarle guardandole con vigile sospetto.

Risposta: Io preferisco sostenere che Gesù fosse a favore dell'uguaglianza di genere. Famosa resta la sua affermazione: “le prostitute vi precederanno nel regno dei cieli”. E che non si fosse sposato proprio perché si era posto un obiettivo particolarmente pericoloso, quello dell'insurrezione nazionale. Anzi, sono convinto che nel momento in cui iniziò a organizzare una strategia eversiva, dando dei nomi di battaglia ai suoi più stretti collaboratori (Cefa, Boanerghes...) e inviandoli a destra e a manca per cercare consensi, avesse preteso che i legami familiari si diradassero parecchio. Certo c'erano anche le donne che seguivano il movimento nazareno, ma come apporto esterno: non ci sono donne tra i Dodici, anche se la Maddalena sembra svolgere il compito di una discepola molto stretta. Non è da escludere (come risulta dal IV vangelo) che lei avesse un debole per lui, ma resto convinto che quando Gesù frequentava il Battista abbia fatto voto di nazireato, come risulta da barba e capelli lunghi, tant'è che la samaritana, proprio per queste caratteristiche fisiche, lo ritiene una persona importante, un maestro, un profeta...

Obiezione: Reimarus non aveva capito che il mistero della resurrezione rappresenta lo spirito cristiano di sempre. Come un'isola di riferimento.

Risposta: Bastava dire ch'era stranamente scomparso dalla tomba e che di lui era rimasto un lenzuolo con delle strane impronte, poco spiegabili. Non c'era bisogno di costruirci sopra una nuova religione, meno che mai dire ch'era risorto, quando nessuno l'ha più rivisto vivo. Tutti i racconti di riapparizione sono chiaramente redazionali: nessun esegeta lo mette in dubbio. Se davvero fosse riapparso avrebbe immediatamente violato la libertà di coscienza di chi lo vedeva, in quanto nessuno può essere obbligato a credere in alcunché. Chi lo pretende, trasforma la persona in una marionetta. D'altra parte lo stesso Paolo (se si vuole proprio restare nell'ambito religioso) diceva che nel Cristo risorto bisogna credere per fede, non perché qualcuno l'ha rivisto vivo.

Scrive Luca, che ogni tanto fa sobbalzare con la sua ingenuità disarmante, che pesca nel vero senza saperlo, senza tener conto delle conseguenze di ciò che dice: “Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né da voi si può arrivare fino a noi” (16, 26). Non si era accorto che se le cose stanno così, tutti i racconti di riapparizione del Cristo risorto sono inventati.

E poi ancora: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi” (16,31). E così non si è accorto di aver detto che la predicazione di Gesù rientrava nel solco di quanto di meglio aveva già espresso l'AT.

*

In fondo le uniche due tesi di Samuel Brandon, di cui mi sento discepolo, che non ho condiviso, sono le seguenti:

- la politica eversiva di Gesù era affine a quella zelotica, e quindi aveva connotati teologici;

- il movimento nazareno non avrebbe potuto farcela contro la ritorsione delle legioni romane.

Per me invece Gesù era del tutto indifferente alla religione, ed era riuscito a creare i presupposti politici per resistere alle legioni romane.

*

La CEI ha modificato alcune parole del Padre nostro, dal sapore sinistro: non più “non c'indurre in tentazione” ma “non abbandonarci alla tentazione”.

Nella Vulgata latina era “ne inducas nos in tentationem”, in cui il soggetto sottinteso era un Dio simile a quello di Giobbe: quest'ultimo viene sottoposto a prove terribili soltanto per verificare se la sua fede religiosa era davvero autentica.

Quella latina era una cattiva traduzione del testo greco, che diceva “kài mé eisenènkes hemàs eis peirasmòn”. Cioè “Non permettere che noi, non superando la prova, cadiamo in tentazione” (finendo nelle mani del maligno). Il soggetto della tentazione è l'uomo non Dio.

Il testo ebraico originale, da cui quella preghiera in greco e in latino proviene, era ancora diverso: “non indurci nella mano del nemico”, cioè non farci tradire la nostra causa, aiutaci a non arrenderci al nemico.

I cristiani sostituirono il nemico esterno con quello interno. San Paolo diceva che non dobbiamo combattere “contro la carne e il sangue” ma “contro le potenze dell'aria”, cioè gli angeli cattivi. Pura astrazione mistica, conforme all'idea revisionista di trasformare il Cristo da liberatore politico-nazionale a redentore morale-universale.

I Valdesi comunque avevano capito da un pezzo l'ambiguità di quella traduzione, preferendo le parole “non esporci alla tentazione”.

Chissà forse tra altri duemila anni si modificherà l'altra assurdità di quella preghiera, quella di far coincidere i peccati coi debiti.

*

La teoria di Origene sull'apocatastasi venne giudicata eretica perché contraria al libero arbitrio. Eppure se ne parla già negli Atti (3,21), ed è una bellissima teoria, presa dall'antico stoicismo greco e condivisa da molti teologi, antichi e moderni: tutto deve tornare allo stato originario. Al V Concilio ecumenico di Costantinopoli si preferì sostenere che non vi è alcuna certezza che tutti si salveranno, in quanto non è possibile esserlo contro la propria volontà. Si può essere perdonati a prescindere da ciò che si è compiuto? Uno ha sempre il dovere di perdonare? Anche quando il colpevole non avverte l'obbligo di pentirsi? D'altra parte chi può sostenere quando un pentimento è davvero sincero? Se esistono condizioni per stabilirlo, perché i cristiani, da subito, non fanno campagne mondiali contro la pena di morte e l'ergastolo? Quali sono le alternative a queste pene estreme per indurre il colpevole a pentirsi? Davvero qualcuno può dirsi assolutamente non responsabile dei crimini che gli altri compiono?

Obiezione: Andrebbe sempre ricordato Mt 12,32: “A chi parlerà contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro”. Per cui l'apocatastasi (la teoria di Origene della restaurazione finale, cioè del perdono per tutti i peccatori), non può essere accettata.

Risposta: Sai cosa vuol dire “peccare contro lo spirito” nel linguaggio semitico? Peccare contro se stessi, cioè non ammettere l'evidenza, negare la verità delle cose pur conoscendola perfettamente. Com'è possibile perdonare una persona del genere se questa persona non vuole essere perdonata? È quindi evidente che finché uno non si pente, non fa autocritica, non è possibile perdonarlo. Ma questo non vuol dire che nel momento in cui si pente, debba esserci un cartello con scritto sopra: “Lasciate ogni speranza, o voi che entrate”. Il monaco Antonio del deserto diceva: “L'inferno esiste ma solo per me”.

(Torna su)

5) Sulla Sindone

La Sindone è l'unico documento autentico di tutto il Nuovo Testamento. Il test del radiocarbonio non ha tenuto conto che il reperto ha subìto un forte ringiovanimento a seguito delle continue esposizioni pubbliche e contatti manuali, per non parlare del devastante incendio di Chambéry, per cui non c'è scienziato che non sarebbe disposto a rifarlo. A prescindere comunque dalla ricerca scientifica, che risulta più che sufficiente per stabilire che quello non è un artefatto medievale, resta assodato che se quello è il corpo di Gesù, il trattamento disumano che i carnefici gli hanno riservato esclude categoricamente la rappresentazione mistica, buonista e pacifista che di lui hanno dato i vangeli. Chi nega l'autenticità del reperto, dopo tutte le prove a suo favore, nega che il Cristo sia stato un politico eversivo, nettamente ostile ai Romani. Nega soprattutto che Pilato lo voleva assolutamente morto, poiché di lui aveva evidentemente molta paura. Infatti non risulta alcun caso nella storia che un condannato all'esecuzione capitale della croce (generalmente riservata agli schiavi ribelli, come p.es. nel caso della rivolta di Spartaco), sia stato preventivamente colpito con 120 colpi di frusta (ordinati da Pilato), schernito e pesantemente torturato dai militari che lo tenevano in custodia (col permesso di Pilato).

Il che non vuol dire che la Sindone dimostri che Gesù sia risorto, poiché il termine “resurrezione” (o meglio “ridestamento”, quello usato in Marco) implica che il corpo sia stato rivisto dopo morto: il che va escluso a priori, in quanto si sarebbe violata la libertà di coscienza degli uomini, che vanno lasciati liberi di credere o di non credere. La Sindone semplicemente dimostra, essendo stata trovata piegata a parte nel sepolcro, che il corpo non era stato trafugato, e, sulla base delle impronte del cadavere, che il corpo era stranamente scomparso. Siccome sul concetto di “strana scomparsa” non si poteva creare una “religione”, Pietro decise di togliere di mezzo la Sindone e di parlare di “morte necessaria”, voluta dalla “prescienza divina”, cui avrebbe fatto seguito un'immediata parusia trionfale antiromana se i sacerdoti si fossero pentiti d'aver consegnato Gesù ai Romani. Questo il senso del suo discorso riportato negli Atti.

Poi, siccome non ci fu né il pentimento né la parusia, Paolo cominciò a dire che Gesù era il figlio unigenito di Dio, in via esclusiva, incarnatosi per riconciliare il Padre col genere umano, tendente al male sin dai tempi del peccato originale (Gesù come nuovo Adamo). Nelle sue lettere gli uomini vengono rappresentati come strutturalmente incapaci di compiere il bene: “non faccio il bene che voglio ma il male che non voglio” (Rm 7,20). Quindi per lui non era più importante alcuna liberazione nazionale, che era l'obiettivo per il quale perseguitava i cristiani seguaci della teologia petrina, politicamente attendista. I nemici non sono più per Paolo “la carne e il sangue ma le potenze dell'aria” (Ef 6,11-12), per cui per salvarsi davanti a Dio è sufficiente credere nella divinità di Gesù e nella sua resurrezione. La salvezza è data dalla fede nella grazia divina. Siccome però neanche a questo i Giudei vollero convincersi, Paolo decise di equiparare moralmente ebrei e gentili, ponendo fine all'idea di “popolo eletto”, dopo aver spostato il ritorno di Cristo alla fine dei tempi, per il giudizio universale.

Obiezione: Ma lo sai che in tre laboratori differenti è stato fatto l'esame e ha dato lo stesso risultato? Impossibile se fosse stato falsato. Inoltre ci vogliono quantità notevoli di materiale organico non appartenente al telo per falsare i risultati. I maggiori scienziati dicono questo. Prove a suo favore quali? Semmai ci sono prove a sfavore: anatomiche, chimiche e fisiche. La ricerca scientifica prova abbondantemente che è un artefatto. Il resto fantasie...

Risposta: Devi leggere testi di patologi, chimici, fisici, botanici... per capirla in maniera scientifica. Dopodiché devi usare la Sindone in maniera politica per smentire la tesi mistica dei vangeli che rappresenta Gesù in maniera pacifica.

La Sindone non è un dipinto o un disegno, non presenta tratti di contorno o di riempimento, né bordi definiti. Non vi sono segni di pennellate o di colpi di spatola o di colori applicabili coi polpastrelli delle dita. Sopra di essa non è stato steso alcun fondo di preparazione. L'immagine non risulta dall'applicazione di una sostanza colorante di tipo minerale, vegetale o animale (pigmento, tinta, polvere, inchiostro...), e neppure è stata ottenuta da un cadavere per contatto o dallo stampo di un metallo caldo. Non vi sono tracce di cementazione o di pigmenti (oleosi o acquosi) negli interstizi fra le singole fibrille di lino componenti il filo della trama, tali da poter giustificare una formazione artificiale dell'immagine. D'altra parte solo le fibrille più esterne dei fili di lino sono interessate dall'immagine: lo attestano gli esami spettroscopici e termografici. L'impronta non penetra negli avvallamenti della tessitura e non può essere stata formata da essudazione corporea o da unguenti e aromi come mirra e aloe (queste ultime non sono state trovate nel corpo ma nel telo, in maniera irrilevante e disomogenea, proprio perché il telo era preposto alla sepoltura). Non ci sono sbavature, né diffusione per capillarità tra le fibrille del tessuto, come p.es. è avvenuto con l'acqua che gli è stata gettata sopra per spegnerla dal fuoco. L'immagine è termostabile alle alte temperature, ai gradienti termici e all'acqua e non può essere sbiancata o mutata da alcun agente chimico standard. È rimasta se stessa nonostante che per tre volte sia stata molto vicina a incendiarsi.

L'immagine corporea è fluorescente ai raggi ultravioletti, ed è visibile nella sua completezza solo se un osservatore è a circa due metri di distanza. Nel 2011 l'ENEA di Frascati ha dimostrato che soltanto utilizzando la luce UV e VUV di un laser a eccimeri impulsato della durata di alcuni miliardesimi di secondo è possibile colorare il lino in modo similsindonico.

Obiezione: Quando commentate la Sindone è corretto usare il plurale: tutte rigorosamente autentiche!

Risposta: Di Sindone autentica esiste solo quella di Torino, trafugata dai crociati francesi durante la IV crociata a Costantinopoli. Tutte le altre sono false o copie da un originale.21 Autentica vuol dire che non è stata manipolata da mano umana.

Obiezione: Quindi secondo te sarebbe il sudario che ha avvolto Gesù?

Risposta: Assolutamente sì, anche se i redattori usano la parola sudario per indicare il panno che i Romani mettevano sul volto del morto, cosa che gli ebrei non facevano.

Obiezione: Anche gli ebrei mettevano il sudario (una specie di grande fazzoletto) sul volto del defunto già avvolto dalla Sindone, con la funzione di proteggere la soluzione di mirra e di aloe da un'evaporazione troppo veloce.

Risposta: I corpi dovevano decomporsi velocemente, specie quando interrati in sepolcri che potevano essere usati dai parenti. Gli ebrei erano e sono ancora oggi maniaci dell'igiene. Mirra e aloe si mettevano nel lenzuolo, che infatti sono stati trovati nella Sindone. Il cadavere al massimo veniva lavato. Tra l'altro gli ebrei avevano orrore del sangue, per cui spesso sotterravano il corpo così com'era, col vestito addosso. Inoltre solo le persone facoltose si potevano permettere dei sepolcri. In genere i corpi venivano sepolti. Giuseppe d'Arimatea offrì il proprio sepolcro unicamente per evitare una sepoltura comune dei tre giustiziati, visto che si sentiva un suo discepolo occulto. Infine, se davvero avesse avuto un sudario in faccia, allora vuol dire che l'inumazione sarebbe stata regolare; invece fu molto affrettata. L'unico sudario attendibile pare essere quello di Oviedo, avendo lo stesso gruppo sanguigno, ma è stato usato prima di avvolgere il corpo nel lenzuolo, cioè appena deposto dalla croce. Nessuna donna è entrata nel sepolcro, anche se sapevano dov'era situato.

*

Trovato su Academia.edu per caso un testo di 25 pp. di Vito Sibilio sulla Sindone, ed ecco il commento.

Tra le tante cose giuste ch'egli ha preso da testi scientifici, ve ne sono altre che lasciano interdetti, considerando il livello culturale del teologo in questione.

1- Anzitutto non ha capito che il Cristo sindonico è politico, mentre quello evangelico è teologico, per cui l'uno (reale) smentisce l'altro (fittizio). Non si può accettare l'idea, in un'analisi che si presume tecnico-scientifico, che Gesù sia morto per adempiere alla volontà del Padre!

2- Accetta la tesi petrina della resurrezione, quando il corpo redivivo del Cristo non poteva essere visto da nessuno, se non violando la libertà di credere o di non credere. Chi crede nei racconti di riapparizione dovrebbe rileggersi quanto meno la parabola lucana del povero Lazzaro: “tra noi e voi è stabilito un grande abisso” (16,26). La verità non può essere imposta come un'evidenza.

3- È convinto che, siccome Gesù è risorto, allora si è anche trasfigurato, è disceso agli inferi, ha attraversato muri e porte, ha separato l'anima dal corpo, è asceso al cielo, è apparso a Paolo... Insomma siamo nel più tradizionale misticismo catechistico, lontanissimo dalla tragedia di quella immagine sommamente martoriata per motivi tutt'altro che religiosi.

4- Considera la Sindone una “prova” della resurrezione, quando invece essa mostra solo un'anomalia, al momento non spiegabile coi mezzi che abbiamo.

5- Non capisce che Gesù non è rimasto affatto nella tomba 30-36 ore (avvalorando i 3 giorni canonici), ma solo poche ore, cioè il tempo che ci mise la Maddalena dall'inumazione del venerdì pomeriggio alle prime luci del sabato mattina.

6- Conferma l'assurda presenza di Nicodemo e del sudario sul volto di Gesù, che invece da soli smentiscono la sepoltura provvisoria e affrettata, quale essa fu per il divieto di toccare cadaveri nel sabato pasquale imminente.

7- Fa portare a Gesù l'intera croce e poi, quando non ce la faceva più, la sola traversa orizzontale, a causa del fatto che, secondo lui, sul Golghota le croci erano solo due, non essendo prevista la cattura di Gesù. Una svista incredibile: i pali già conficcati in realtà erano già tre, in quanto il terzo condannato a morte era Barabba, che si salvò all'ultimo momento. E a Gesù tolsero la trave quasi subito, perché, a causa della pesantissima fustigazione, non ce la faceva proprio.

8- Accetta la versione sinottica secondo cui la sepoltura doveva essere completata dalle donne, quando invece il costume ebraico vuole che la sepoltura dei morti avvenga sulla base della divisione per genere.

9- Crede che il velo della Veronica (o volto di Manoppello) rappresenti le vere fattezze del Cristo! Un volto con gli occhi aperti di cui si vedono le pupille!

Insomma questi teologi confessionali non capiscono che se Gesù fosse davvero riapparso ai suoi discepoli, la prima cosa che avrebbe detto sarebbe stata quella di non creare nessuna nuova religione, poiché non era stato certamente per una questione di fede che Pilato l'aveva giustiziato!

Obiezione: La datazione al C14 l'ha derubricata ad artefatto medievale. Un'epoca in cui le reliquie di Cristo sovrabbondavano.

Risposta: La scienza ha dimostrato ampiamente da vari punti di vista che è un reperto del I sec. L'unico test che ha parlato di Medioevo è stato quello del C14, che va rifatto completamente, a detta degli stessi scienziati. Vogliono essere loro a decidere i campioni da esaminare (escluso ovviamente Timothy Linick, del laboratorio di Tucson, che si è suicidato nel 1989). Non gli devono arrivare già impacchettati e abbondantemente ringiovaniti da centinaia di mani che han toccato i bordi del telo.22 Peraltro non si può datare un oggetto di cui non sono noti i fattori ambientali che vi possono avere influito nel passato.23

L'anomalia della Sindone sta nella formazione in 3D e in negativo dell'immagine, che interessa solo le fibrille superficiali del telo. Da cui comunque non si può inferire che sia “risorto” ma solo “scomparso in maniera strana”. Il termine di “resurrezione” implica l'aver rivisto vivo un corpo morto, il che va escluso a priori. In realtà la parola “resurrezione” è stata usata dalla Chiesa primitiva per sostituire la parole “insurrezione”, e di ciò si sono vantati. Non hanno mai fatto alcuna autocritica.

Obiezione: Il chimico Garlaschelli ha riprodotto, qualche anno fa, una “Sindone” tridimensionale e in negativo in laboratorio, usando un bassorilievo e un tampone sporco di polvere di colore.

Risposta: Ha giudicato irrealistiche le macchie di sangue su un avambraccio, senza rendersi conto che la spalla era lussata. Non ha capito che dal costato trapassato dalla lancia è uscito sangue non di un tipo ma di due tipi diversi. Anche Sibilio lo dice. Inoltre ha usato il forno elettrico ventilato a 150°, come se nel Medioevo fosse possibile una tecnologia del genere! E non ha capito che il telo è pieno di pollini e non vi è alcuna traccia di pittura.

E comunque son stufo di queste scemenze di scienziati che fanno i piccoli chimici. Il problema della Sindone è politico, non scientifico. Il Cristo di quel lenzuolo è un leader politico avverso a Pilato. Il Cristo dei vangeli è teologico e avverso a Caifa. Sono due Cristi completamente diversi. Come sono diversi i due Pilato che l'hanno giustiziato: nella Sindone lo voleva assolutamente morto, nei vangeli lo mandò a morte controvoglia, per accontentare i capi Giudei.

Obiezione: L'immagine della Sindone è stata impressa su un bassorilievo, e perciò è un falso, si vede ad occhio nudo. Non c'è traccia del cosiddetto “effetto mappamondo”.

Risposta: Non ci sono neanche tracce di pigmenti pittorici. E se fosse così facile riprodurla, chissà perché a tutt'oggi non ci sono ancora riusciti. Gli unici esperimenti che ci sono andati vicino sono stati quelli col laser, ma non hanno abbastanza potenza per un corpo intero da riprodurre. Cioè si possono riprodurre separatamente su diversi campioni molte delle sue 148 caratteristiche, ma non è ancora possibile riprodurle tutte insieme su un unico lenzuolo. E comunque resta inspiegabile il motivo per cui l'eventuale falsario abbia realizzato un'immagine su un lenzuolo già macchiato di sangue, che si vedono a occhio nudo, facendo in modo che sotto le macchie l'immagine non si veda. Che senso ha che l'immagine sia simile a un “negativo” fotografico, mentre le macchie di sangue sono in “positivo”?

Obiezione: Non ci sono prove scientifiche dell'autenticità della Sindone.

Risposta (non mia ma giusta): Non ci sono prove scientifiche che sia falsa. Comunque storicamente parlando il volto sindonico era conosciuto secoli prima del Medioevo. L'iconografia numismatica visigota e bizantina dal VI secolo parla chiaro.

Risposta: Il laboratorio di Zurigo nel 1983 aveva sbagliato di mille anni la datazione di un campione di cotone peruviano del 1200 dopo Cristo. Foglie di platano raccolte a Roma un anno prima, all'esame apparvero vecchie di 400 anni. Il sito neolitico di Jarmo, nel Kurdistan iracheno, risale al 4700 a.C., ma tre prove di C 14 hanno dato tre esiti diversi: 10000, 7000, 6000 a.C. Il laboratorio di Tucson ha datato un antico corno vichingo al 2006!

È più facile credere nella stranezza della Sindone che non nelle certezze della scienza! E in ogni caso il vero problema è un altro: se la Sindone è vera, i vangeli mentono. Quell'uomo, per come è stato trattato, doveva suscitare un grandissimo odio, una grande paura. Difficile quindi pensare che fosse quel pacifista dipinto dai vangeli. O che fosse andato a Gerusalemme a farsi tosare come una pecora al macello. Quanto alle prove che sia autentica, ce ne sono tantissime solo per chi legge i testi scientifici.

Obiezione: Fa' una cosa: sporcati la faccia di colore e appoggiaci sopra un fazzoletto. Non rimane impressa un'immagine come quella di una foto ma la faccia diventa larghissima, da orecchio a orecchio. Se, invece, appoggi un telo su un bassorilievo e poi usi un tampone, ottieni la Sindone.

Risposta: Tutti i vangeli parlano della Sindone. Fu usata per una sepoltura affrettata e provvisoria, in quanto era venerdì inoltrato, quasi sabato. Avevano a disposizione solo un lenzuolo, acquistato lì per lì. Il corpo non fu lavato né unto. Sul volto sono state trovate solo le tracce di due monetine risalenti al 29-30 d.C.

Per noi è stata una fortuna che l'abbiano deposto nel sepolcro così com'era, perché questa fretta ci ha permesso di conoscere una infinità di particolari. Il cristianesimo è nato grazie alla Sindone, perché se non fosse stata trovata, gli apostoli (come la Maddalena) avrebbero pensato che il corpo era stato rubato e sepolto altrove. Solo che per creare il cristianesimo, la Sindone non poteva essere utilizzata, anzi andava censurata, sostituendola con le apparizione di Gesù, con la sua ascensione, con la fede nella sua divinità e con la promessa del suo ritorno alla fine dei tempi. In sé la Sindone non dimostra una “resurrezione” ma solo una stranezza incomprensibile. Non avrebbe avuto senso costruirci sopra una religione. Però l'hanno fatto, eliminandola. Una vera truffa.

Obiezione: Ma quali sono i passi evangelici dove si fa capire con certezza che quel lenzuolo è proprio la Sindone di Torino?

Risposta: Ti faccio un solo esempio ma posso farne altri. Nel vangelo di Luca l'unico che vuole sincerarsi di persona di ciò che le donne hanno detto è Pietro, che “corse al sepolcro; si chinò a guardare e vide solo le bende; poi se ne andò, meravigliandosi dentro di sé per quello ch'era avvenuto” (24,12).

Fai attenzione a come è nata la principale mistificazione della teologia petrina. Anzitutto a correre verso il sepolcro non fu il solo Pietro, ma vi era anche Giovanni. È vero, quando entrarono nel sepolcro videro le bende per terra con cui era stato stretto il lenzuolo che avvolgeva l'intero corpo di Gesù. Entrambi videro che il telo era stato piegato e riposto da un lato.

La reazione che ebbero però fu opposta: secondo Giovanni il corpo era stranamente scomparso e la Sindone era l'unico elemento che poteva provarlo, dato che se qualcuno avesse trafugato il cadavere, non si sarebbe preoccupato di sciogliere i legacci che la tenevano unita al corpo, di piegarla e di riporla da una parte; secondo Pietro invece Gesù era risorto e, per credere in questa interpretazione della tomba vuota, la Sindone non serviva a nulla, non offriva maggiori certezze.

Perché Luca parla solo di Pietro? Semplicemente perché fu la sua tesi a prevalere. Giovanni fu emarginato, talmente tanto che il suo nome non appare neppure nel quarto vangelo (probabilmente tale censura fu una delle condizioni per poter divulgare il testo). Che conseguenze ebbe la tesi di Pietro sul movimento nazareno? Sul piano politico furono destabilizzanti: si sarebbe dovuto rinunciare a compiere l'insurrezione armata, in attesa di un ritorno del Cristo risorto, che avrebbe dovuto trionfare non solo su Roma, ma anche sulle autorità giudaiche collaborazioniste. Sicché il movimento fu, in un certo senso, smobilitato. Si perse l'occasione favorevole per opporre politicamente l'intera Palestina alla Roma imperiale.

In attesa della trionfale parusia Pietro si accontentò di opporre il suo “cristianesimo” al giudaismo ufficiale. E fu solo quando si rese conto che l'idea di una imminente parusia era del tutto sbagliata, deciderà di andarsene da Gerusalemme, abbandonando l'intera Palestina a se stessa.

La teologia paolina subentrò subito dopo, quando si volle trasformare Gesù in una divinità e addirittura nell'unico vero Figlio di Dio, in opposizione a tutti gli dèi pagani e alle pretese degli imperatori romani. Fu Paolo a posticipare l'imminente parusia trionfale del Cristo al giorno conclusivo della storia, chiamato, pomposamente, “giudizio universale”.

Obiezione: Non ci sono solo i risultati degli esami al C14, svolti contemporaneamente e indipendentemente da tre laboratori a Zurigo, a Oxford e a Tucson, ma anche tutta la polemica del vescovo di Lirey, Pierre d'Arcis, che scrisse al papa dicendo che il suo predecessore, quand'era apparsa, aveva indagato e conosciuto l'autore del falso. C'è inoltre una bolla papale che la dichiara falsa e impone di dirlo ogni volta che la si espone. Non si parla nei vangeli di una Sindone del corpo di Gesù impresso e non ne parlano neppure i Padri della Chiesa. Tutto ciò è risaputo.

Risposta: Dopo aver letto decine di libri sono arrivato alla conclusione che quella di Torino (e solo quella ovviamente) è autentica, anzi che è l'unico documento autentico di tutto il NT. Per me è una sorta di quinto vangelo. E il fatto che Pietro non l'abbia usata per sostenere la sua ingiustificata tesi della resurrezione, sta proprio a dimostrare che quel lenzuolo non serve a niente, non dimostra alcunché e non poteva far nascere alcuna nuova religione.

Chi sapeva nel Medioevo che i chiodi venivano messi nei polsi? Chi sapeva che il sangue AB è compatibile coi luoghi della Palestina? È vero, alcuni scienziati dicono che il gruppo AB non può esserci stato prima di 1200 anni fa. Però p.es. il sudario della Cattedrale di Oviedo, che col metodo del carbonio-14 risulta essere del 700 d.C. circa, contiene lo stesso sangue.24 Tale sudario, di 83 x 52 cm, presenta numerose macchie di sangue simmetriche, passate da una parte all'altra, senza che si veda alcun volto, benché i punti di convergenza tra le due figure siano oltre 100. Dunque perché dobbiamo sempre cercare le soluzioni più difficili? Il presento falsario medievale come faceva a sapere che una persona che ha sofferto grandi traumi fisici (lacerazioni della pelle ecc.), ha un sangue ricco di bilirubina? I patologi hanno persino scoperto che il cadavere è stato avvolto nel lenzuolo circa due ore e mezza dopo che il corpo era deceduto sulla croce. Il sangue si era coagulato sulla pelle ferita, e sulla Sindone, attorno alle ferite, ci sono aloni di siero, visibili solo nelle foto all'ultravioletto.

Hanno persino scoperto che la materia grezza del panno proveniva dall'India, anche se fu tessuta in Palestina.25 Come mai i pittori bizantini mettevano un ricciolo di capelli nel volto di Gesù? Perché non potevano sapere ch'era in realtà un rivolo di sangue.26 E l'inversione fotografica tra positivo e negativo: come sarebbe stata possibile nel Medioevo? La bruciatura superficiale delle fibrille del tessuto non riusciamo a riprodurla neanche col laser, almeno non con la stessa definizione. Di queste cose potrei elencarne una infinità. Quanto al vescovo d'Arcis, così sicuro che fosse un falso pittorico, non ha mai citato il nome dell'artista; e poi è noto che dichiarava la falsità del telo perché la sua diocesi, di Troyes, subiva degli ammanchi economici a causa dell'esposizione del telo a Lirey, dove si recavano molti pellegrini.27

Quanto all'esame del C14 pochi sanno che venne fatto un altro esame dello stesso tipo sulla Sindone, in forma privata, nel 1982, sei anni prima del test ufficiale. Si usò un semplice filo, preso dal cosiddetto “campione di Raes” (un triangolo di tessuto prelevato dalla Sindone nel 1973, adiacente al campione datato nel 1988). Lo si esaminò in California, all'Institute of Technology, tramite un analizzatore a risonanza ionica ciclotronica. Un'estremità del filo appariva contaminata da materiale estraneo (probabilmente amido), per cui si tagliò il filo a metà, datando le due parti separatamente. Ebbene la parte contaminata fece risultare una datazione vicina al 1200, l'altra parte invece vicino all'anno 200. I risultati di questo test non furono mai pubblicati, né annunciati ufficialmente, neppure a seguito della datazione del 1988.

Obiezione: Ancora non hai indicato i versetti dei vangeli in cui se ne parla.

Risposta: Eccoti l'elenco. Premetto che l'acquisto del lenzuolo, da parte di Giuseppe d'Arimatea, è presente in tutti i vangeli. Devi però escludere i versetti di Giovanni in cui viene detto che, grazie a Nicodemo, lo lavarono e lo unsero. Sono del tutto falsi. Siccome era la parasceve, la sepoltura fu affrettata. Se l'avessero toccato, si sarebbero contaminati e non avrebbero potuto celebrare la Pasqua.

Mc 15,46 lenzuolo.

In Gv 19,39 il falsificatore elimina il fatto che Gesù non fu lavato né unto, parlando di una assurda mistura di oli da 100 libbre portata da Nicodemo, che non può esistere perché il protagonista unico fu Giuseppe d'Arimatea. Nicodemo era un pavido, anche se forse col tempo diventò cristiano.

In Gv 19,40 il falsificatore per non usare la parola Sindone parla di bende (sottinteso: che avvolgono il corpo intero), senza rendersi conto che quello è un modo egiziano, non ebraico, di inumare.

Mt 27,59 lenzuolo.

Lc 23,53 lenzuolo. Lc 23,56 parla di donne e oli senza sapere che nel mondo ebraico non sono le donne che ungono cadaveri maschili. Matteo lo sa bene ed evita di dirlo.

Mc 16 non parla di Sindone perché Pietro la considera del tutto irrilevante ai fini della sua tesi sulla resurrezione.

Gv 20,5 Giovanni e Pietro trovano per terre le bende poste sopra la Sindone per tenerla ferma in più punti. Leggendo questo, il falsificatore ha aggiunto in precedenza la parola “bende” pensando che gli ebrei inumassero così i morti. Anche con Lazzaro è stata fatta la stessa cosa e poi assurdamente lo si è fatto uscire da solo dal sepolcro! In pratica le bende vengono usate contro la Sindone, senza rendersi conto che, se avessero usato le bende o le fasce, ci sarebbe voluto molto tempo per la sepoltura, che però non avevano perché stava arrivando il sabato santo.

Gv 20,7 qui si parla di sudario facendo credere che era solo un pezzo di stoffa posto sulla faccia, alla maniera romana. Ma è falso. A essere piegato era il lenzuolo. Ed è questo, peraltro, che fa capire che sulla croce Gesù era nudo. Non esiste nessun sudario nella tomba, non solo perché era un'usanza romana, non ebraica, ma anche perché, se gli ebrei lo usavano, bisogna dare per scontato che lo facessero per una sepoltura con tutti i crismi, non per una così affrettata. Gli ebrei al massimo usavano (e ancora oggi usano) una mentoniera quando il morto ha la bocca aperta (cosa che facciamo anche noi), ma Gesù, a causa del capo reclinato in avanti per la rigidità cadaverica, aveva la bocca chiusa. Non fu tolto subito dalla croce. Gli scienziati si sono accorti che il corpo non ha una linea esattamente parallela al ripiano su cui poggiava. Ha anche le ginocchia leggermente flesse. Io propendo a credere che chi ha usato la parola sudario, l'ha fatto per censurare la parola Sindone.

Il massimo che hanno trovato sono tracce di due monetine sugli occhi, che però appartengono non all'usanza ebraica ma pagana. Paiono emesse da Pilato nell'anno XVI del regno di Tiberio, corrispondente al 29-30 d.C. Fra icone, monete28 e Sindone i punti di convergenza vanno dai 145 ai 190 (a volte si arriva a 250!). Per la medicina legale ne bastano 50-60 per stabilire l'identica origine di due rappresentazioni diverse.

Gv 20,8 “vide e credette” significa non che, secondo Giovanni, Gesù doveva risorgere ma che il corpo non poteva essere stato trafugato, proprio a motivo della Sindone ripiegata su se stessa. Il redattore però si contraddice, perché in quel versetto dice che “credette”, mentre in quello dopo che non avevano capito che doveva risorgere. Così peraltro fa capire che la Sindone non sarebbe servita a niente ai fini della nascita del cristianesimo, anche se è stato proprio in virtù di essa che Pietro ha elaborato la tesi della resurrezione.

Lc 24,12 elimina Giovanni, testimone scomodo della Sindone, e cita solo Pietro, che quando entra nella tomba vede solo le bende per terra. E queste bende vengono fatte passare per strumento di inumazione, quando invece erano solo dei legacci per tenere fermo il lenzuolo in 2-3 punti.

E comunque io uso la Sindone solo sul piano politico, per smentire la versione edulcorata che danno i vangeli, di un Pilato e di un Gesù buonisti a oltranza, possibili amiconi che solo per un malinteso, ordito dai perfidi Giudei, si son trovati su posizioni opposte, Tutto il resto non m'interessa. Non sono un sindonologo, non vado a cercare in quel lenzuolo le prove della resurrezione, né m'interessano i tentativi di riprodurla, né tutte le analisi scientifiche che sono state fatte per dimostrare che è un reperto autentico o inautentico. Solo le analisi dei patologi mi sono sembrate davvero degne di considerazione.

Obiezione: La morte in croce avveniva per diversi fattori, ma soprattutto per asfissia. Il capo reclinato ci può stare, ma la bocca chiusa? È molto più verosimile che sia morto cercando a bocca aperta di prendere l'ultimo respiro d'aria. Per questo spesso spezzavano le gambe ai condannati, perché non potessero più sollevarsi e alleggerire la pressione sui polmoni. Se non venivano spezzate le gambe era perché volevano che soffrissero più a lungo.

Risposta: Le gambe ai condannati venivano spezzate in casi eccezionali, quando non ci poteva stare una guardia a controllare il decesso, che avveniva in un paio di giorni. Di regola il condannato doveva soffrire e non poteva essere assistito. Ai tre del Golghota le gambe andavano spezzate perché si avvicinava la Pasqua ed era vietato tenere esposti i giustiziati. Che delicatezze avevano questi Giudei! Nel caso di Gesù non ci fu bisogno di farlo perché la lancia nel cuore aveva già costatato il decesso. E che fosse morto sulla croce lo dice Giovanni e la Sindone, per cui niente morte apparente.

Obiezione: Ma i chiodi nei polsi come li spieghi? Dall'immagine sindonica è impossibile stabilire dove sono stati conficcati i chiodi, dato che gli arti superiori sono estremamente deformati e vi è un'enorme chiazza di sangue che rende impossibile vedere il foro del chiodo.

Risposta: Che i pollici siano flessi per colpa dei chiodi o perché sono naturalmente nascosti sotto le altre dita non cambia niente. I chiodi vennero messi nei polsi perché, se fossero stati messi nelle mani, queste si sarebbero squarciate e il corpo sarebbe caduto in avanti. Nessun artista medievale poteva sapere questa cosa, perché nell'iconografia nessuno lo mise mai in evidenza. Gli iconografi a Bisanzio potevano vedere della Sindone solo il volto, in quanto il lenzuolo era ripiegato su se stesso in quattro parti. Chi l'ha visto per intero era convinto che Gesù fosse zoppo, a causa dei piedi sovrapposti da un unico chiodo che rendono all'apparenza una gamba leggermente più lunga dell'altra. La stessa predella della croce, nelle icone bizantine della crocifissione, viene messa in obliquo.

Obiezione: I primi documenti storici sicuri che ne parlano appaino nel Medioveo, quando vi erano una pluralità di sindoni spacciate per quella vera. In ogni caso l'immagine sindonica non coincide col racconto evangelico, secondo cui sul volto di Gesù fu messo un sudario. Dai ritrovamenti archeologici si evince che i sudari per la sepoltura in uso nel I secolo non avessero la trama a spina di pesce.

Inoltre è assai improbabile che Cristo avesse i capelli lunghi. I ritrovamenti archeologici mostrano che i piedi venivano inchiodati separatamente e che il chiodo trafiggeva il tallone, non la pianta del piede, come sulla Sindone (particolare che nel Medioevo nessuno poteva sapere). Infine, il Gesù rappresentato sulla Sindone rispecchia perfettamente i canoni dell'arte medievale.

Risposta: La Sindone è stata a Edessa fino al X sec., quando poi fu trasferita a Bisanzio, dove fu rubata dai crociati francesi nel 1204. Il fatto che esistano più sindoni false non sta a significare che non possa esistere una vera. La parola sudario o è un sinonimo di Sindone o è stata usata contro la Sindone. Era una usanza romana, non ebraica, mettere un fazzoletto sui volti dei cadaveri. In ogni caso Pietro e Giovanni nel sepolcro han trovato due cose: il lenzuolo ripiegato su se stesso e per terra le 2-3 bende per tenerlo fermo.

Cristo aveva barba e capelli lunghi perché come il Battista aveva fatto voto di nazireato. Infatti nel titolo della croce era scritto Gesù Nazireo, che non voleva dire di Nazareth.

La trama a spina di pesce è tipica della Palestina del I sec.

È vero, i piedi venivano inchiodati separatamente. Ma è anche vero che i chiodi non dovevano essere messi nei polsi, in quanto Gesù nel cammino sul calvario era legato con corde alla trave, come di regola. Poi siccome furono costretti a toglierla dalle sue spalle, perché non ce la faceva a causa della flagellazione, decisero di trafiggere i polsi coi chiodi. Col chiodo rimanente gli trafissero i piedi sovrapponendoli.

Obiezione: Ci sono almeno una ventina, tra sudari e Sindone. E tutte autentiche. A quale ti riferisci, solo a quella di Torino?

Risposta: Son tutte false meno quella di Torino. E non mi si dica che sono di parte, perché per me non avrebbe senso essere obiettivo ammettendo che sono vere le copie della Sindone di Torino, rubata a Costantinopoli. Anche il telo della Veronica è falso. Invece il sudario di Oviedo può essere autentico, avendo lo stesso gruppo sanguigno, ma non c'entra niente con la Sindone.

Ammissione: Tempo fa lessi di un ricercatore che parlò di una “patina” che si era depositata sulle fibre, probabilmente generata da un batterio, e che aveva falsato la datazione al carbonio. In ogni caso è affascinante e sarebbe ancora sconosciuta la tecnica, che rende la cosa ancora più misteriosa. È qualcosa di “straordinario” che non sappiamo cosa sia.

Risposta: La Sindone non è cosa facilmente spiegabile, come tante altre cose presenti nei vangeli. Per me resta abbastanza paradossale che i credenti non capiscano il lato politico del Cristo, che è ben visibile nel lenzuolo. Cioè si precludono la possibilità di reinterpretare in toto i vangeli, che mentono smaccatamente su Gesù, essendo qui rappresentato in maniera molto diversa dal sovversivo che si vede nel lenzuolo. D'altra parte anche chi esamina il telo solo dal punto fisico-chimico, medico o botanico, senza fare un ragionamento più complesso, di natura politica, o addirittura metascientifica, in grado di riconsiderare il rapporto materia / energia, per me perde il suo tempo, anche perché quanto già si è detto per tutto il '900 è più che sufficiente per capire che siamo di fronte a una stranezza.

Obiezione: Non capiscono il lato politico di Cristo, ben visibile nel lenzuolo? Puoi essere più chiaro? Io ci vedo un uomo crocifisso, quindi condannato a morte, la cui immagine, per un qualche motivo che non sappiamo, è come stampata, impressa nel telo... Se poi scartiamo l'ipotesi del falso, resta il problema di chi fosse: un qualunque condannato? Un tale chiamato Gesù?

Risposta: Trovami un altro esempio di crocifisso cui, prima di salire sul patibolo, in precedenza gli sono stati dati 120 colpi di flagello. In genere la fustigazione era un'alternativa alla croce. Oppure veniva data in maniera molto, molto meno pesante. Gli schiavi avevano un costo di mercato. Venivano uccisi solo in rari casi e sulla croce ci finivano quei ribelli associati in gruppi o movimenti eversivi. Come Spartaco. Ma a nessuno di loro si davano 120 colpi da ridurli in fin di vita. Al massimo venivano frustati lungo il percorso che li portava sul calvario. Cosa che al Cristo non venne fatta, in quanto i colpi sono simmetrici, sferrati da due militari postisi ai suoi lati. La croce era più che sufficiente. Campavano 1-2 giorni al massimo. Lui muore dopo poche ore, quindi aveva subìto una pena supplementare inconsueta. Questo significa che Pilato lo voleva morto a tutti i costi. Altro che buonista o raggirato dai sacerdoti! Cioè anche nel caso in cui fosse stato costretto a liberarlo durante il processo, temendo una rivolta popolare, l'aveva comunque ridotto così male che Gesù non sarebbe stato in grado di far nulla, anzi probabilmente per le infezioni sarebbe morto lo stesso.

Inoltre un magistrato come Pilato, che al limite avrebbe anche potuto aspirare al trono imperiale, essendo un protetto di Seiano, si permette, lui che è un tutore del diritto romano, di concedere ai soldati di schernire, oltraggiare e torturare un prigioniero politico? Che per di più non aveva ucciso alcun romano? E che non aveva ancora compiuto alcuna rivolta armata? L'hanno ridicolizzato nella sua pretesa di compiere un'insurrezione contro di loro. Raramente i Romani si comportavano in una maniera così sprezzante. Quando vincevano in guerra i loro nemici, ne giustiziavano i capi e schiavizzavano i combattenti; poi facevano la pace coi pochi rimasti. Qui invece han dimostrato di aver paura della democrazia, del popolo in armi. Han fatto passare Gesù per un pretendente al trono, quando invece voleva realizzare solo una società democratica, testimoniata dall'ingresso in città in groppa a un asino e non a un cavallo, come appunto facevano i Romani.

Obiezione: A mio avviso però va fatta prima di tutto una riflessione scevra da pregiudizi. Ammettiamo che, come sostieni tu, la Sindone sia il lenzuolo che avvolse Cristo, ossia non sia un falso. Ma se lui era un semplice “capopolo”, perché conservare il lenzuolo dove fu avvolto?

Risposta: Per me han conservato il lenzuolo perché era l'ultima e unica cosa che gli era rimasta. Escludo categoricamente che l'abbiano rivisto. E non hanno usato il lenzuolo proprio perché quel reperto non dimostra affatto una “resurrezione” ma solo una “stranezza”. E non è possibile creare una nuova religione su un'anomalia. Dovevano far passare la resurrezione come una certezza, e per far questo si sono inventati sia le false anticipazioni sulla sua morte, dette da Gesù, sia una tendenziosa interpretazione delle profezie dell'AT, sia i racconti di riapparizione. Infine han detto: “beato chi avrà fede senza aver visto Gesù redivivo”.

Obiezione: Coronazione di spine, sputi, insulti e derisioni: era il cosiddetto gioco del “basilicus” che i soldati romani erano “autorizzati” a fare ai condannati a morte. Consisteva nel mettere sulla testa del condannato un caschetto fatto con dei rovi che crescevano da quelle parti.

Molto controverso l'episodio di Barabba. Intanto la pratica di rilasciare un prigioniero per la Pasqua ebraica risulta infondata, inesistente. E poi un prefetto non avrebbe mai rilasciato un prigioniero accusato di sedizione contro Roma. Poi c'è il dilemma del nome Barabba. Le traduzioni che la Chiesa fa sono tendenziose: quando si tratta di Barabba traduce letteralmente Barabba e non stacca il termine greco in “bar-abba” (“figlio del padre”); quando si tratta di Simone barjona, lo traduce Simone bar Jona (Simone figlio di Giona), invece che far capire la sua origine politica zelotica.

Tra l'altro c'erano altri due condannati a morte, forse per furto grave. Casomai avesse voluto liberare Gesù, lo avrebbe messo a confronto con un ladrone... Io ho l'impressione che Pilato aveva già deciso di uccidere Gesù (lo dimostra l'invio di una coorte al Getsemani), e lo ha fatto senza passare per il consenso delle folle. Sta di fatto che è impossibile che con tale dispiegamento di forze utilizzato non lo portasse alla Torre Antonia ma lo lasciasse al Sinedrio.

Se completiamo così le tue idee sulla Sindone, il concetto “politico” ci può stare. Guardando la Sindone da sola, questo no.

Risposta: I Romani non condannavano alla croce i ladri ma solo gli schiavi ribelli. Gli altri due crocifissi erano terroristi (forse zeloti) che avevano ucciso almeno un romano. I pali infissi sul Golghota erano tre, perché il terzo da giustiziare era Barabba, che solo durante il processo fu scambiato con Gesù, infinitamente più pericoloso di lui. Gli altri due condannati non furono né processati né subirono torture.29

In effetti l'incoronazione di spine era una parodia offensiva della corona civica indossata dagli imperatori. Qui doveva riprodurre la forma della mitria orientale, il copricapo regale dei regnanti giudei. Ma non era usuale nelle crocifissioni romane coronare di spine il capo del condannato. L'arbusto usato per il casco (non una semplice corona) è chiamato botanicamente Zizyphus vulgaris (o Ziziphus spina-christi). Cresce in abbondanza attorno a Gerusalemme. Sono state rinvenute più di settanta macchioline di sangue venoso e arterioso sia nella zona frontale che occipitale. Per come i Romani l'hanno usato sulla sua testa non era sicuramente un gioco ma una vera tortura.

La flagellazione, se veniva inflitta come preambolo alla crocifissione, consisteva in una ventina di colpi al massimo. Qui ne hanno contati 120 e su tutto il corpo (escluso il cuore), perché, nel caso in cui Pilato fosse stato costretto a liberarlo, Gesù non avrebbe potuto fare alcuna insurrezione. Gli scienziati hanno anche notato che non era stato fustigato durante il percorso a piedi.

Obiezione: Gesù disse di essere il Messia, titolo che in Israele aveva un preciso significato, anche politico, ossia quello di “re d'Israele”. Gesù si proclamò come l'ultimo re d'Israele – il Messia finale – che avrebbe portato a compimento le promesse di Yahweh al suo popolo. Questo ovviamente aveva per i Romani un risvolto politico, perché se Gesù si proclamava re d'Israele, allora non lo era Cesare. Al tempo stesso gli ebrei si aspettavano un messia conquistatore, che avrebbe cacciato via i Romani dalla Terra Santa. Quindi non solo Gesù minacciava il sistema religioso d'Israele, affermando che la leadership religiosa si era allontanata dal vero significato della Torah, ma minacciava anche i Romani, perché si proclamava quale vero re d'Israele. Ovviamente lui intendeva un regno spirituale, però questo comunque fu usato come un pretesto per toglierlo di mezzo. Però ridurre Gesù a una sorta di Che Guevara della Palestina del I secolo è estremamente fuorviante e riduttivo.

Risposta: Si tratta di capire se Gesù voleva porsi come un novello Davide, in stile teologico-politico, così come avrebbero voluto farisei e zeloti (ma anche gli esseni), oppure se voleva porsi come un Cristo semplicemente politico, che di religioso non aveva nulla, in quanto non credeva più nella funzione del Tempio. Io propendo per la seconda tesi, anche perché se fosse vera la prima, secondo me avrebbe dovuto marciare su Gerusalemme coll'intenzione di compiere un colpo di stato, occupando la città con la forza militare. Gli zeloti 30 anni dopo faranno così.

Obiezione: La Sindone è solo una stranezza, niente di più.

Risposta: Sì è una stranezza, che non doveva essere usata per costruirci sopra una religione, come fece Pietro, contro il parere di Giovanni. Ma è una stranezza che permette di rileggere i vangeli e di considerarli come ampiamente mistificanti, in quanto i redattori trasformano il Cristo politico in un Cristo teologico. La Sindone è un reperto storico non un oggetto sacro. Non va considerata come una reliquia ma come una fonte che smentisce la versione mistica che redattori tendenziosi han dato dell'operato di Gesù. Una cosa, questa, che nessun credente farebbe. Piuttosto che farla, negherebbe al telo qualunque autenticità. Infatti nel migliore dei casi l'accettano solo per confermare i vangeli. Anche i sindonologi lo fanno.

Obiezione: Se Pilato davvero pensava che Gesù fosse popolare, in teoria, presentandolo alla folla, poteva suscitare una rivolta. Tanto più che sembra accreditata l'ipotesi che l'usanza di liberare un prigioniero non abbia riscontri storici.

Riguardo alle paure di Pilato, credo fossero inesistenti... Non ricordo dove ho letto, ma credo che la guarnigione a sua disposizione fosse di 6 coorti, cioè qualcosa come 3.000 uomini... sufficienti per sedare nel sangue qualsiasi rivolta, in una regione tra le più rivoltose.

Risposta: Se Gesù non fosse stato molto popolare, Pilato non avrebbe avuto necessità d'imbastire un processo farsa. Non se la sentiva di eliminarlo senza il consenso della popolazione, perché aveva paura di una rivolta, in cui la sua coorte ci avrebbe rimesso la pelle. È questa la vera tragedia che ci pesa addosso come un macigno. Cristo non è stato ammazzato solo da una dittatura, ma anche dalla democrazia tratta in inganno dai dittatori, come Pilato e Caifa.

Il motivo per cui non scoppiò una rivolta contro i Romani durante il processo bisogna addebitarlo ai limiti di una democrazia meramente formale o più che altro istintiva. Quante volte nella storia sembra funzionare meglio una dittatura? Secondo te Cristo sarebbe dovuto entrare a Gerusalemme imponendosi con la forza delle armi? E la democrazia popolare dove la mettiamo? Il suo tentativo non rappresenta forse il modo più democratico per compiere un'insurrezione armata?

Secondo me i 5.000 Galilei, che avrebbero voluto far diventare Gesù un monarca, avrebbero vinto facilmente i Romani presenti in Giudea. Gesù rifiutò perché senza l'appoggio dei Giudei sarebbe stato impossibile vincere la ritorsione romana con le legioni stanziate in Siria. E l'appoggio lo ottenne solo dopo l'uccisione di Lazzaro, che doveva essere un capo farisaico. Ricorda che la guerra nel 70 fu persa proprio perché gli zeloti provenienti dalla Galilea, pur abbattendo velocemente i sadducei, vollero imporsi anche sui farisei.

Obiezione: Non puoi avere certezze così assolute.

Risposta: Ricordi quando da bambini dovevamo ricostruire l'immagine di un puzzle con centinaia di tessere? All'inizio ci pareva un'operazione impossibile. Coi vangeli è stato uguale. La differenza è che chi ha voluto costruire l'immagine da riprodurre ci ha complicato la vita con una notevole quantità di tessere false. Siccome a un certo punto te ne accorgi, devi prendere delle decisioni. Dei quattro vangeli quali sono i più importanti? Due: Marco e Giovanni. Bene, gli altri due li ho buttati via. Dei due rimasti qual è più attendibile? Quello di Giovanni, per quanto incredibilmente manipolato in maniera gnostica o spiritualistica. Marco è molto meno interpolato, ma è più falso, perché riflette una teologia, quella petropaolina, che il IV vangelo contesta. Marco è redattore di Pietro, ma Pietro ha inventato la tesi della resurrezione, cui ha fatto seguito la tesi della morte necessaria voluta dalla prescienza divina, in cui anche il tradimento di Giuda era previsto. Poi Pietro è stato vinto dalla linea filo-pagana di Paolo, che ha integrato le falsità con altre assurdità. Quindi il protovangelo va preso con le pinze, anche se l'esegesi critica del '900 è nata accorgendosi che questo vangelo era molto più importante di Matteo e Luca. Quando si capirà che il vero Cristo è nascosto tra le righe del IV vangelo, il cristianesimo, sul piano intellettuale, non avrà più niente da dire.

Da questi due vangeli devi togliere tutte le parti mistiche o teologiche, reinterpretandole in chiave politica. E devi porti sempre la stessa domanda: che cosa l'autore voleva nascondere o mistificare? È possibile ricostruire una biografia politica del Cristo prescindendo dalla teologia? Integralmente no, poiché le fonti sono profondamente inquinate, ma parzialmente sì. È stato dopo averlo fatto che mi sono messo a studiare la Sindone. Un colpo di fortuna, come se avessi ritrovato il vangelo originario di Giovanni, che magari sarà nascosto in qualche anfratto di Efeso o di Patmos.30 In quel lenzuolo ho trovato conferma alla mia ricostruzione: la Sindone contraddice i vangeli là dove presentano il Cristo come un pacifista a oltranza e Pilato come un giudice che voleva liberarlo.

Obiezione: Se ci atteniamo ai vangeli la Sindone è falsa, perché il corpo di Gesù non fu avvolto in un lenzuolo ma in fasce o panni, che furono ritrovate dagli apostoli quando si recarono al sepolcro, dopo che Gesù era risuscitato! Comunque non è questo che aumenta la fede!

Risposta: Gli ebrei non usano fasce come gli antichi Egizi, perché non fanno imbalsamazioni. Quello che Pietro e Giovanni trovano per terra sono le 2-3 fasce o bende usate per tenere fermo in più punti il lenzuolo. Il che ha determinato alcune distorsioni dell'immagine. Non ho mai detto che la Sindone deve aumentare la fede, anzi deve diminuirla, poiché con la fede si crede in un Cristo teologico, mentre nel telo si vede l'immagine di un Cristo politico.

Obiezione: Il Cicap nega risolutamente, dimostrandolo, che la Sindone sia un reperto autentico.

Risposta: I cinque motivi del Cicap per dubitare della Sindone per me sono cinque scemenze.

Tutta l'iconografia bizantina del volto di Gesù si basa sulla Sindone (a partire da Giustiniano II persino la numismatica). Il telo fu portato a Edessa e fu subito riprodotto in vari manufatti. Quando Edessa viene occupata dagli arabi nel 638, il telo viene chiamato Mandil, poi grecizzato con la parola Mandylion. A Costantinopoli arrivò nel 944. Fu richiesto espressamente dal basileus agli arabi. Qui fu rubato dai crociati latini nel 1204 e portato in Francia.

Il lenzuolo è citato non solo in tutti i vangeli ma anche in vari apocrifi.

La datazione del radiocarbonio non vale niente: il campione del telo proveniva proprio dall'angolo superiore che veniva tenuto in mano dagli ostensori. Non c'è uno scienziato che non rifarebbe l'esperimento sulla base di altri criteri. Ma il Vaticano non ne vuol sapere.

Definirla poi un'opera artistica è la cosa più demenziale che si possa dire. Tra l'altro l'immagine non si è formata neppure per contatto col cadavere avvolto, poiché esiste immagine anche nelle zone di non contatto corpo-telo. Polidoro non crederebbe nella Sindone neppure se gli si presentasse Gesù Cristo tutto sporco di sangue e gli dicesse: “Metti il tuo dito qui nel costato”.

La prova del radiocarbonio sarebbe più sicura con reperti non ringiovaniti da continue esposizioni all'aperto (temperatura, umidità, esposizione alla luce posso falsare i risultati) e non costantemente toccati da mani umane, come è successo quando si è incendiata ed è stata rattoppata, quando l'hanno trasferita da un luogo all'altro, fino alla sua collocazione a Torino. Il telo è irrimediabilmente inquinato (persino dai batteri). Il CEDAD dell'Università del Salento sostiene che per rifare il test del radiocarbonio ci vuole un acceleratore di particelle con la tecnica della Spettrometria di Massa con Acceleratore, costosissimo, in grado di rimuovere chimicamente tutte le contaminazioni prima di procedere al test. In ogni caso è stato un errore madornale prelevare campioni solo in un punto del telo, anche perché questo si trovava nella parte ch'era stata bruciata e rammendata.

Mi piacerebbe che la Sindone venisse esaminata da scienziati cinesi: sono atei, detestano il cristianesimo perché l'han sempre visto collegato al colonialismo occidentale, non dovrebbero avere alcun interesse a dire che è un reperto autentico.

Obiezione: Tre prove danno gli stessi risultati. Come fai a contraddire questa evidenza scientifica?

Risposta: Ha detto Emanuela Marinelli, studiosa della Sindone: “Il campione analizzato, scelto da un unico punto molto inquinato e che è stato rammendato, a causa delle sue peculiari caratteristiche non rappresentava l'intero lenzuolo. Una stoffa è molto soggetta ad alterazioni, perché la sua intera superficie è esposta all'ambiente. Non è detto, perciò, che il resto del tessuto sindonico sia esente da contaminazioni; ma almeno una campionatura in diversi punti avrebbe fornito la possibilità di confrontare i risultati e valutare l'attendibilità del test radiocarbonico per un lenzuolo che ha subito varie vicissitudini nel corso della sua storia”.

Più chiara di così...

Obiezione: Non c'è niente di più umiliante che aggrapparsi a un falso e volerci credere a tutti i costi.

Risposta: Falsi sono i vangeli, non la Sindone, che è l'unico documento autentico. Il prelievo dei reperti da esaminare avvenne in un bordo del lenzuolo, uno dei punti più contaminati, in cui la Sindone veniva tenuta spiegata dalle mani sudate di cardinali e vescovi nelle ostensioni, a pochi centimetri da uno dei punti carbonizzati dall'incendio del 1532 a Chambéry, macchiati dall'acqua usata per spegnere le fiamme e poi rammendati dalle monache. Su quel bordo si sono accumulati i prodotti della pirolisi e si è depositata la sporcizia dei secoli, delle centinaia di srotolamenti e arrotolamenti e trasferimenti (polveri, pollini, spore, fumo di candele, tracce di cera, manipolazioni, sudore, depositi dell'inquinamento industriale...). Insomma i campioni prelevati non potevano ritenersi rappresentativi dell'intero lenzuolo. Vien da pensare che il Vaticano l'abbia fatto apposta!

Obiezione: Ho l'impressione che tu abbia ricamato parecchio sul testo e che i vangeli parlino solo del lenzuolo funerario, ma nessuno cita la Sindone, cioè un lenzuolo con l'immagine impressa.

Risposta: “Sindone” è parola greca che vuol dire “lenzuolo”, non vuol dire bende o sudario. Il corpo fu avvolto in un lenzuolo funebre che si usava nelle sepolture dentro sepolcri ad hoc, fatti a mano o scavati nella roccia. I corpi ebraici non venivano avvolti in bende, perché dovevano decomporsi in fretta, in quanto i sepolcri ospitavano più persone. Gli oli profumati si mettevano per ridurne il fetore. Le bende che Pietro e Giovanni trovano per terra sono soltanto i legacci usati in più punti per tenere fermo il lenzuolo. Saranno state 2 o 3 al massimo, e di sicuro non le hanno conservate. La sepoltura avvenne molto in fretta, perché non volevano trasgredire il sabato santo, che impediva il contatto coi cadaveri. Alle cose già dette e ripetute voglio aggiungere che se non ci fosse stato di mezzo il sabato, forse l'avrebbero sepolto lo stesso tutto sporco di sangue avvolto in un lenzuolo, senza nemmeno lavarlo e ungerlo, perché il contatto col sangue era considerato disdicevole, soprattutto nel caso di morti ammazzati. Anche oggi sarebbe del tutto normale seppellirli, dopo averli avvolti in un lenzuolo, così come sono, tutti sporchi di sangue. Nessuno si scandalizzerebbe.

Nessun esegeta nega che ci sia stato un lenzuolo. Semmai negano che la Sindone di Torino coincida col lenzuolo che ha avvolto il corpo di Gesù (come p.es. fa Mauro Pesce). Quando Pietro e Giovanni hanno trovato il lenzuolo, hanno visto la sagoma sbiadita di un corpo, ma non potevano dedurre con certezza ch'era risorto. Semplicemente avevano capito che il corpo non poteva essere stato trafugato.31 La tesi petrina della resurrezione è un'interpretazione della tomba vuota, che se anche si basasse sulla Sindone non potrebbe dirlo, perché quel lenzuolo mostra solo una stranezza, non dimostra un bel nulla. Non ci riusciamo oggi con tutti i mezzi che abbiamo, figuriamoci se potevano farlo ieri. Nella resurrezione bisogna credere per fede. Non ricordi la finale originaria del protovangelo? “È risorto, non è qui”, lo dice un angelo. “Vi precede in Galilea”, aggiunge con tutto l'antigiudaismo possibile. In quel vangelo fanno assurdamente profetizzare a Gesù la propria morte (e per ben tre volte!), per poi dire che, siccome era di natura divina, poteva, anzi doveva risorgere. Poi negli altri vangeli si sono inventati le riapparizioni, che infine hanno aggiunto anche nella chiusa posticcia di Marco.

Te lo ripeto: Pietro, per convincere tutti gli altri che la tomba vuota doveva essere interpretata come resurrezione, doveva far fronte alle obiezioni più inevitabili, del tipo: Gesù non era davvero morto in croce o si era risvegliato nel sepolcro, o qualcuno aveva trafugato il cadavere. In mano Pietro aveva solo la Sindone, però siccome quella mostrava soltanto qualcosa di strano ma non dimostrava niente, vi rinunciò definitivamente. Nella resurrezione si può credere solo per fede. Poi, siccome questa appariva come una pretesa troppo grande, inventarono i racconti di riapparizione.

Quando la Sindone fu ripiegata in più parti, lasciando visibile agli iconografi solo il volto, questi, siccome non potevano avere un negativo fotografico, commisero vari errori visivi: il ricciolo in fronte, la barba a doppia punta, il naso allungato e asimmetrico32, e s'inventarono una corona di spine invece del casco.

Obiezione: Se fosse vera, dovrebbe dimostrare la resurrezione, no? Che interesse avevano a non utilizzarla?

Risposta: Il termine “resurrezione” implica che il corpo, dopo essersi risvegliato, sia riapparso a qualcuno. Il che nessun esegeta serio sarebbe disposto ad ammettere. Non ce n'è uno che non ammetta che tutti i racconti di riapparizione sono semplicemente redazionali. A nessun intellettuale, al giorno d'oggi, piace essere schernito su questioni così poco razionali. È il laicismo che costringe i credenti alla prudenza. L'unica cosa sensata che si poteva fare era quella di formulare un giudizio di fatto non di valore: il corpo è misteriosamente scomparso e il reperto che ci è rimasto, la Sindone, non spiega affatto come ciò sia avvenuto. Ma poteva Pietro fondare il cristianesimo su questi presupposti? No, ecco perché la Sindone è stata eliminata dalla fede.

La tesi petrina della resurrezione non è dimostrabile. Lui stesso se ne rendeva conto, altrimenti avrebbe usato la Sindone. Quello è un telo che mostra una stranezza ma non dimostra una resurrezione. Ci si doveva fermare parlando di anomalia inspiegabile della tomba vuota. Ma Pietro non era certamente uno stupido: parlando di resurrezione, poteva sostenere che Gesù era il vero messia che i Giudei attendevano. Quindi erano loro che dovevano pentirsi di ciò che avevano fatto, consegnando Gesù nelle mani di Pilato. Se l'avessero fatto, forse la possibilità di una insurrezione nazionale contro i Romani si poteva ancora fare. Almeno così lui avrà pensato. Tant'è che negli Atti vincola la parusia a questo pentimento. Voleva dare una speranza ai sacerdoti che lui aveva sempre odiato e ai farisei che non aveva mai abbastanza apprezzato, provenendo lui da ambienti zelotici. Magari per un momento avrà anche pensato, illudendosi quanto mai, che il Cristo sarebbe comunque tornato in pompa magna in tempi brevi, togliendo di mezzo non solo i Romani ma anche tutti i collaborazionisti e i traditori ebrei.

Obiezione: Quindi per te la Sindone è autentica ma inutile?

Risposta: Per la fede è del tutto inutile. A me invece è stata utile per confermare la tesi che già avevo del Cristo politicamente sovversivo. Non si riduce una persona ai minimi termini se non facesse davvero molta paura. E ai Romani non faceva certo paura per motivi religiosi, anche perché gli intellettuali latini erano fondamentalmente atei o comunque credenti solo in maniera formale. Oggi comunque non c'è neanche uno scienziato disposto ad ammettere che il test del radiocarbonio sia stato fatto rispettando i requisiti necessari. La Sindone è stata esposta per secoli ad agenti atmosferici e a contatti umani che l'hanno ringiovanita.

Obiezione: Certo, Pietro era con Giovanni, ma perché non c'è un vangelo di Giovanni che dice quello che tu dici? Pietro non può aver manipolato il vangelo che ci è arrivato, perché fu scritto da tutta un'altra parte e Pietro era già morto da almeno 25 anni! Secondo Giovanni (19,40) Gesù fu avvolto in un lenzuolo “con oli aromatici”. Dell'acquisto del lenzuolo da parte di Giuseppe d'Arimatea ne parla Marco, ma solo nel finale lungo, quello aggiunto in seguito. Matteo (27,57-60) parla di un lenzuolo nuovo e Luca (22,50-53) parla semplicemente di un lenzuolo. Non credo che tu faccia riferimento al vangelo di Nicodemo. Gesù fu semplicemente sepolto secondo le usanze ebraiche. Che non sia resuscitato può essere. Anche perché prove storiche e scientifiche della resurrezione non possono esserci. È solo una questione di fede. Il vangelo di Nicodemo (fantasioso assai) usa quel termine specifico, ma poi, ci fosse stata davvero una “Sindone” con impressa l'immagine del Cristo, ti pare che i seguaci non l'avrebbero scritto nei vangeli e non l'avrebbero mostrata a tutti, per dimostrare che avevano ragione?

Risposta: Gesù non fu sepolto secondo le usanze ebraiche, perché era la Parasceve. Lo dice proprio Giovanni. Cioè avevano fretta di seppellirlo, perché secondo il computo ebraico il venerdì pomeriggio era già sabato e non si potevano toccare i cadaveri. I vangeli parlano di un lenzuolo con cui si avvolse in fretta e furia il corpo di Gesù. Poi si usarono dei legacci per tenerlo fisso al corpo nudo e tutto insanguinato, che non fu né lavato né unto, perché non c'era tempo per fare una sepoltura regolare. Il giorno dopo, quindi il sabato mattina, trovarono che lo stesso lenzuolo era stato ripiegato e riposto in un luogo del sepolcro. I cosiddetti “tre giorni” sono stati inventati dalla Chiesa in riferimento all'episodio di Giona. Da lì capirono che il corpo non poteva essere stato trafugato. Non aveva alcun senso trasportarlo nudo e sporco di sangue da un'altra parte. Guardando il lenzuolo videro le macchie di una sagoma. Pietro e Giovanni si guardarono in faccia e si chiesero cosa raccontare a tutti gli altri discepoli. Fu lì che a Pietro venne in mente di parlare di “ridestamento”, senza usare la Sindone. Magari lì per lì, tra gli apostoli, avranno usato anche il lenzuolo come prova di ciò che Pietro sosteneva, ma, forse temendo che venisse distrutta dai Giudei, evitarono subito di esibirla in pubblico. E naturalmente Pietro si sentì in dovere di aggiungere che un messia risorto sarebbe dovuto tornare molto presto, altrimenti la resurrezione non avrebbe avuto alcun senso. Fu così ch'egli sostituì la parola “insurrezione” con la parola “resurrezione”.

Nicodemo fu aggiunto nel IV vangelo perché probabilmente divenne cristiano o forse proprio per contestare il valore della Sindone, perché da questa risulta che lo seppellirono così com'era, tutto sporco di sangue. Ma chi ha aggiunto quei due versetti non aveva la più pallida idea di quanto dovesse essere il quantitativo degli aromi per la sepoltura. E comunque i Sinottici danno per scontato che l'inumazione fu affrettata, per questo decidono di inviare le donne tre giorni dopo, senza però rendersi conto di varie cose, oppure cadendo in contraddizioni evidenti: le donne non avrebbero avuto la forza per rimuovere la pietra; non avevano il diritto di farlo perché la tomba apparteneva a Giuseppe; le donne inumavano le donne non gli uomini; dopo tre giorni il corpo in quei territori afosi era già in putrefazione.

Ma di tutto questo la cosa più sconcertante è un'altra. Da vivo lui si era continuamente opposto a molte leggi e tradizioni ebraiche, e i discepoli non erano stati capaci neppure una volta di trasgredire queste norme, assicurando a quel corpo una sepoltura regolare. Poi però si sono vergognati di questa pusillanimità, inventandosi l'invio di donne che dovevano completare la sepoltura. Ma così sono caduti nel ridicolo.

Obiezione: Eppure proprio nel IV vangelo è scritto che Giovanni credette nella resurrezione.

Risposta: Siccome il redattore che manipola il testo di Giovanni non può smentire che il corpo non poteva essere stato rubato tutto nudo, lasciando il lenzuolo piegato da una parte, preferisce aggiungere, contraddicendo però il versetto precedente (quello dove appunto ha scritto “credette”): “Non avevano ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti”. Ma come! Allora in che cosa Giovanni aveva creduto? Per questo motivo ritengo falso anche questo versetto. È assurdo pensare che Gesù abbia profetizzato la propria resurrezione. Sarebbe apparso come un folle. Giovanni in realtà aveva semplicemente creduto nella stranezza della scomparsa del corpo. La tesi della resurrezione se l'è inventata Pietro. All'inizio degli Atti sembra che la condivida anche Giovanni, ma poi la sua figura scompare di scena. La parusia, infatti, avrebbe avuto senso se fosse stata più o meno immediata, altrimenti diventava una parodia, una presa in giro.

La tesi della parusia immediata non fu dettata – come sostengono alcuni esegeti superficiali – da motivazioni psicologiche, bensì da un'interpretazione errata (capziosa) della tomba vuota. Pietro e Giovanni avevano in mano solo il telo che aveva avvolto il corpo di Gesù. Guardando la sagoma stranamente impressa, Pietro, invece di limitarsi a dire ch'era stranamente scomparso, s'inventò ch'era risorto, e ribadì questa versione anche se Gesù non ricomparve più. Anzi aggiunse che sarebbe tornato in pompa magna quanto prima. Poi arrivò Paolo a dire che Gesù non sarebbe affatto tornato per liberare politicamente Israele, ma solo alla fine dei tempi per giudicare ebrei e pagani, in quanto il suo compito era quello di redimere l'umanità dal peccato originale, riconciliandola col Creatore. E Pietro si piegò. E Giovanni nel suo vangelo glielo dirà: “Quand'eri giovane andavi dritto per la tua strada, poi venne Paolo e dovetti cedere, perché lui aveva più capacità di te”. Dopodiché il redattore calca la mano costringendo Gesù a ripetergli per tre volte la stessa domanda: “Ma tu mi ami davvero?”. Il che voleva dire: Giuda mi ha tradito, ma anche tu non sei stato da meno.

Insomma Pietro, se è vero che non poteva mostrare la Sindone come prova della resurrezione, perché quel reperto non dimostra nulla, doveva astenersi dal voler fare lo spaccone (come suo solito). Il telo mostra soltanto una stranezza, che oggi, a partire dalla fotografia e da tante analisi fisico-chimiche, abbiamo accentuato in maniera qualitativa e quantitativa. Ma c'è una bella differenza tra “mostrare” e “dimostrare”. Era umanamente impossibile fondare una religione su quel lenzuolo.

In ogni caso, visto che il termine resurrezione implica “necessariamente” che il corpo venga rivisto vivo e vegeto, non si può chiedere a me conferme di ciò che dico. Sarebbe stato molto meno fantasioso sostenere la tesi di una “strana scomparsa del corpo”. Siccome però han rinunciato a farlo, si sono poi dovuti inventare tutti i racconti di riapparizione di Gesù, nei cui confronti tutti gli esegeti seri non scommetterebbero un centesimo.

A questo punto la vera domanda da porsi non è neppure questa: poteva nascere una nuova religione parlando di “strana scomparsa del cadavere di Gesù”? Siccome la risposta è scontata, la vera domanda diventa un'altra: chi obbligava Pietro a fondare una nuova religione? Gesù è stato tradito due volte: da vivo con Giuda e da morto con Pietro.

Obiezione: Io capisco solo che non puoi dimostrare nulla di quello che racconti.

Risposta: Si parla di Sindone anche in vari apocrifi: Vangelo degli Ebrei (II sec.), Atti di Pilato, Vangelo di Nicodemo, Vangelo di Gamaliele, Misteri degli Atti del Salvatore. Ti ricordo che i cristiani tendevano a non diffondere i loro testi per paura di persecuzioni. In ogni caso la Sindone scomparve da Gerusalemme al tempo della guerra giudaica o forse anche prima, viste le persecuzioni giudaiche contro i cristiani, tant'è che le leggende parlano del discepolo Taddeo, che l'avrebbe portata a Edessa (attuale Urfa) verso la metà del I sec. Un'icona del V sec. ci ha tramandato la presentazione del telo sindonico alla corte del re di Edessa Abgar V, che governò dal 13 al 50. Ma sono leggende cui la nostra storiografia, che si vanta d'essere scientifica, non presta alcuna attenzione.

E comunque voglio dirti altre due cose per farti capire che non è tutta farina del mio sacco. Sul Cristo politico mi sono convinto leggendo tutte le opere di Samuel Brandon, anche in inglese. Due le trovi su Amazon: Processo a Gesù e Gesù e gli zeloti. È odiatissimo da Mauro Pesce, ma sono contento perché, secondo me, i coniugi Pesce-Destro non han capito niente di Gesù. Scopiazzano da esegeti ebraici e soprattutto da Gerd Theissen. Dopo Brandon ho letto tanti altri testi di teologia politica. Di mio ho aggiunto solo l'idea del Cristo ateo e, per farlo, ho dovuto sganciarlo completamente dagli zeloti, i quali avevano una politicità settaria, estremistica.

Quanto alla Sindone mi sono convinto dell'autenticità leggendo i testi dei medici, dei chimici e dei fisici. Sono scienziati non sindonologi. Di mio ho aggiunto che se la Sindone è vera, i vangeli mentono. E quando ho visto le gerarchie vaticane ben contente dell'esito del C14 mi sono convinto che avevo ragione. E io, per quanto ateo sia, non escludo che nel Cristo ci fosse qualcosa di poco chiaro, ma non ci avrei mai costruito sopra una nuova religione.

Obiezione: Che tu mi dica che Gesù non sia resuscitato, può starci, eccome! È tutto il resto che è basato su congetture. E poi continuo a non comprendere cosa ci azzecchi la Sindone. Donnini ha esposto in maniera accettabile la sua tesi, di un Gesù come rivoluzionario antiromano, ma senza ipotizzare complotti da parte di Pietro.

Risposta: Sono gli adolescenti che cercano prove evidenti, certezze inconfutabili. Gli adulti sanno bene che è possibile tutto e il suo contrario e vanno avanti a forza di congetture, supposizioni, probabilità. L'evidenza riferita alla verità era un'illusione degli antichi filosofi greci. Che il ruolo di Pietro sia centrale per la nascita del cristianesimo lo dice Luca nella prima parte degli Atti. È lui che elabora tesi mistiche relative a morte necessaria voluta dalla prescienza divina per dimostrare l'impotenza umana, che uccide i propri liberatori; e di resurrezione unitamente a parusia trionfale e imminente, previo pentimento dei sacerdoti giudaici. Tutte cose assurde, ma sulla base di queste è nato il cristianesimo.

Obiezione: Io avrò pure la “sindrome di Peter Pan”, ma Pietro? Il più rozzo, ignorante e illetterato degli apostoli, ordisce un tale piano? Vincente, pure?

Risposta: Per favore smettiamola di pensare che gli apostoli fossero rozzi e analfabeti. Un leader può anche fare un'insurrezione popolare con gente del genere. Ma poi, se ci riesce, come fa a gestirla? E poi tu hai mai visto un ebreo analfabeta? Il popolo del libro, maniaco della scrittura, che legge tranquillamente non solo la Torah ma anche il Talmud... Il popolo che ha scritto capolavori assoluti in quello che per noi è l'Antico Testamento... Il IV vangelo fa parte della letteratura mondiale. Guarda che razza di biblioteca avevano gli esseni: che gli serviva, visto che si erano ritirati nel deserto? I beduini al massimo avevano il Corano e qualche libro di preghiere.

Pietro non poteva inventarsi una nuova religione se non avesse avuto capacità intellettuali. Semmai potresti dire che Paolo la sapeva più lunga di lui, come tutti i farisei rispetto agli zeloti, o come tutti i Giudei rispetto ai Galilei. Non sottovalutare mai gli ebrei. Le loro falsificazioni durano da 2000 anni e quelle specifiche alla loro religione giudaica ancora di più.

Delle due lettere di Pietro la prima viene considerata autentica, la seconda no. È scritta in greco, ovviamente non di suo pugno. Andrea e Filippo conoscono il greco di sicuro. Supponi che Pietro non lo conoscesse, anche se era più facile conoscerlo in Galilea che in Giudea. Guarda solo il contenuto di quella lettera. Ti sembra quello di un analfabeta? Leggiti il discorso pronunciato ai sacerdoti negli Atti? O quello per giustificare il superamento dei tabù alimentari. O quello rivolto ad Anania e Saffira. Sono discorsi da leader, magari senza le basi teologiche di Giovanni, di Giacomo il minore, di Paolo..., certamente non di uno sprovveduto.

Noi non dobbiamo cercare tutta la verità, perché allo stato attuale delle fonti, frutto di una colossale mistificazione della realtà, non è possibile. Dobbiamo accontentarci di trovare le incongruenze, le contraddizioni, le manipolazioni. Il cristianesimo è il peggior nemico di Gesù Cristo. E noi abbiamo il compito di ridurne la portata, la gravità, non per negare la sua esistenza, come fanno i mitologisti (senza rendersi conto che lo fanno anche i preti), ma per ricondurla a qualcosa di reale, di umanamente accettabile.

La Sindone è umanamente accettabile? Come prova della resurrezione no di sicuro. Anche Pietro l'aveva capito. Ma come reperto storico sì, anche se ancora oggi non possiamo capire come si sia formata l'immagine (e sinceramente parlando non c'interessa).

La domanda che ci poniamo è infatti un'altra: se diamo per scontato che sia autentica, riusciamo a reinterpretare i vangeli? Certamente. Infatti la prima domanda che ci si pone è: quando mai un crocifisso è stato trattato in maniera così disumana prima dell'esecuzione? I Romani non erano sadici: si attenevano al diritto. In questo caso invece hanno ecceduto: perché? Possibile che odiassero così tanto uno che diceva che il suo regno era nei cieli? Uno che non aveva ammazzato o fatto ammazzare neppure un militare o un ebreo collaborazionista? Un soggetto così avrebbero dovuto giudicarlo del tutto innocuo, uno stravagante, anzi avrebbero dovuto cercare, vista la sua popolarità, di averlo dalla loro parte contro i Giudei più fanatici, attaccati alle tradizioni. Come poi faranno a partire da Costantino e soprattutto Teodosio, che a Milano prendeva ordini da sant'Ambrogio.

La Sindone smonta completamente la rappresentazione evangelica del Gesù pacifista, disposto a immolarsi per riconciliare Dio col genere umano, colpevole di un peccato originale che lo fa tendere inevitabilmente al male. Dobbiamo considerare il reperto in maniera politica, andando oltre tutte le analisi scientifiche fatte fino ad oggi. Quello non è un reperto che conferma i vangeli ma li smentisce. La Chiesa lo sa ed è stata ben contenta del risultato del C14, così ha potuto mettere a tacere gli intellettuali, lasciando il reperto al popolino superstizioso.

Obiezione: Comunque non puoi dire che la Chiesa fu contenta del responso degli scienziati sul C14.

Risposta: Così disse Ballestrero: “La fede con la Sindone non c'entra. E sempre stato cosi. La datazione non conta niente per la Chiesa. Io ho sempre parlato di icona, non di reliquia. Una volta Sua Santità mi disse: “E se fosse proprio una reliquia?”, io allargai le braccia. La Chiesa sulla Sindone è sempre stata coerente”.

Pensa solo se la scienza avesse detto ch'era un reperto autentico. Come avrebbe giustificato il cardinale che in quel reperto il Cristo non può assolutamente coincidere con quello dei vangeli? Quale occasione storica invece ha offerto la scienza per dire che l'uomo della Sindone non c'entra niente col Cristo dei vangeli!

Obiezione: È altamente improbabile la sua autenticità e non solo perché diversi studi hanno dimostrato trattarsi di un reperto costruito in epoca posteriore, ma proprio per l'immagine in sé. Comunque essendo valdese per me la Sindone non rappresenta nulla.

Risposta: Gli studi che han dimostrato che non può essere un falso sono enormemente superiori agli altri, in quantità e qualità. Gli stessi tentativi di riprodurla sono tutti falliti. Ci vogliono dei laser potentissimi, che nessun laboratorio fisico è in grado di possedere a tutt'oggi. Ma il vero problema non è stabilire la sua autenticità sul piano scientifico. Il vero problema è politico: il Cristo della Sindone non può essere ritenuto un pacifista ad oltranza, un profeta itinerante... Se non fosse stato flagellato e torturato in maniera così barbara e schernito in maniera così indegna, forse avrei avuto anch'io dei dubbi. A noi non interessa affatto come quella immagine si sia tecnicamente formata. Interessa però molto reinterpretare i vangeli sulla base di quell'immagine. Cioè considerarla come un quinto vangelo che mette in discussione gli altri quattro.

Obiezione: Perché la Sindone metterebbe in discussione gli altri quattro?

Risposta: Perché i vangeli, canonici e apocrifi, presentano un Gesù ostile solo ai Giudei non ai Romani. Invece la Sindone dimostra ch'erano i Romani a odiarlo di più, proprio perché sapevano che voleva fare un'insurrezione popolare (sulla croce scrivono che hanno giustiziato “Il re dei Giudei”!). Tremarono quando in 600, rinchiusi nella Fortezza Antonia, si resero conto che col seguito popolare che aveva, era entrato a Gerusalemme con l'intenzione di organizzare una rivolta nazionale. Durante la Pasqua a Gerusalemme arrivavano decine di migliaia di persone. I Romani non avrebbero avuto scampo se non si fossero arresi. Di qui l'intenzione di infierire su di lui e di volerlo assolutamente morto. Altro che rappresentare Pilato che si lascia infinocchiare dai sacerdoti!

Obiezione: Non credo proprio a queste tesi rivoluzionarie. Gesù, dicendo: “date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”, dimostra di non aver nulla contro i Romani. Neppure contro gli ebrei, proprio perché era ebreo, come sua madre, i suoi apostoli e i suoi discepoli. Il suo regno non era di questo mondo. Ponzio Pilato lo ha dichiarato innocente e si è lavato le mani per mostrare che non voleva sporcarsele col suo sangue. I veri suoi assassini sono i sacerdoti, poiché non accettavano che i suoi insegnamenti facessero tanti proseliti. Lo hanno fatto crocifiggere come bestemmiatore...

Risposta: La frase su Dio e Cesare rispecchia la teologia paolina non la politica gesuana. Prevede la separazione di Chiesa e Stato come forma istituzionale permanente. Cosa che nessun ebreo avrebbe fatto con l'occupante in casa. Gesù voleva una liberazione nazionale dell'intera Palestina. Gli unici a non volerla erano i sadducei e gli anziani, cioè l'aristocrazia laica (agraria) e sacerdotale (templare) collusa coi Romani. Caifa era un burattino di Roma, scelto dall'imperatore. Avrebbe potuto tenere Gesù nelle carceri giudaiche, invece lo consegnò al nemico nazionale. Il che non gli servì poi a nulla, in quanto anche Caifa venne rimosso nello stesso anno di Pilato.

Obiezione: Che senso ha dire che la Sindone è stata usata per il corpo di Cristo e poi descriverla come un'opera divina?

Risposta: Non m'importa nulla che la Sindone venga considerata divina o no, anche perché sono ateo e non m'interessano le questioni religiose. Non è un mio problema su come si sia formata quell'immagine. Non voglio neanche discuterne, perché se fino adesso non l'hanno capito, figurati se possiamo farlo noi che scienziati non siamo.

Voglio solo dirti che se ti metti a leggere i testi dei patologi, dei fisici, dei chimici, dei botanici, dei fotografi e persino degli iconografi, e lo fai senza pregiudizi di sorta, senza voler dimostrare una tesi precostituita, è impossibile non convincersi che quello sia un reperto autentico. Detto questo, non ci penso neanche minimamente a sostenere che Gesù è risorto o è figlio di Dio. Son cose del tutto irrilevanti sul piano politico. Sono affari suoi su come è scomparso dalla tomba. Al posto di Pietro io, se fossi stato lì, non avrei mai fatto nascere una nuova religione parlando di resurrezione. Quella è stata soltanto una strana scomparsa. Amen. Ma se la guardi sul piano politico, appare evidente che la narrazione dei vangeli sull'identità di Cristo è parecchio falsa. Sono stati i Romani a volerlo a tutti i costi morto, ovviamente con la complicità dei sadducei e dei sommi sacerdoti, perché sono stati loro a consegnarlo a Pilato. Chi li costringeva a farlo? Non potevano loro tenerlo agli arresti? Perché Giuda pensi che si sia impiccato? Non è forse realistico pensare che le persone che lo convinsero a tradire gli avevano promesso che non l'avrebbero consegnato al nemico, ma al massimo l'avrebbero tenuto nelle carceri del Sinedrio?

Semmai dovremmo chiederci, se proprio vogliamo disquisire su questo lenzuolo a prescindere dalle valutazioni politiche: l'intenzione che aveva Giuseppe d'Arimatea era evidentemente quella di completare la sepoltura appena passato il sabato pasquale; ma questa decisione non esprimeva forse il terrore di trasgredire le usanze ebraiche? Di fronte a un uomo che ha vissuto come eversore gran parte della sua vita, che ha rischiato più volte d'essere arrestato e linciato, davanti a un soggetto politico che si è apprezzato, stimato, ammirato per tutto quello che aveva fatto in vita contro i Romani e la classe sacerdotale, non si è avuto il coraggio, neanche per un momento, di trasgredire il precetto del sabato e di completare la sepoltura in maniera conforme alla prassi? Certo, per noi è stata una fortuna averlo trovato tutto martoriato, perché abbiamo capito molte più cose, ma la vergogna resta nei confronti di chi l'ha inumato.

Obiezione: Io penso che a Gesù, dopo averlo deposto dalla croce, gli abbiano messo subito un sudario per allontanare interventi delle persone curiose. Una volta portato nella tomba di Giuseppe d'Arimatea, è stato rianimato e gli hanno prestato le prime cure. Successivamente viene allontanato in tutta fretta dal luogo di sepoltura: ecco spiegato anche il fatto che la tomba fu trovata aperta e che il sudario sia stato trovato piegato e appoggiato in un angolo.

Risposta: Il colpo di lancia inferto dal soldato è la prova provata ch'era morto. Il IV vangelo lo dice chiaramente. E dice anche che Giovanni era lì, come testimone oculare. Infatti quando lui e Pietro corrono verso il sepolcro, Giovanni non arriva prima perché era più giovane, ma perché sapeva bene dove l'avevano sepolto. Come lo sapeva la Maddalena, che non li accompagnò in quella corsa, non avendo bisogno di indicare a Giovanni il luogo esatto del sepolcro.

Inoltre debbo dire che i versetti 39 e 40 del IV vangelo sono stati aggiunti da un redattore che non sapeva nulla di come vengono sepolti gli ebrei: ha parlato di un quantitativo assurdo di profumi e finge di non sapere che, siccome non c'era tempo per una sepoltura regolare, il corpo fu lasciato così com'era, né lavato né unto. Ha inserito Nicodemo perché probabilmente costui divenne seguace della teologia paolina. Ma gli unici presenti erano l'Arimatea, i suoi servi, l'apostolo Giovanni e qualche donna (di sicuro la Maddalena). Ho qualche dubbio che vi fosse la madre, poiché forse sarebbe morta di crepacuore, anche se sulla croce Gesù l'affidò a Giovanni, nonostante avesse vari fratelli e sorelle che avrebbero potuto assisterla. Il che fa pensare che coi parenti non andasse molto d'accordo, oppure che tutti quei fratelli e sorelle siano stati in realtà dei cugini. A meno che la “Maria” in questione, ai piedi della croce, non sia stata la stessa Maddalena... Però è risaputo che la madre di Gesù visse con Giovanni.

Obiezione: Ma perché la Chiesa cattolica non considera articolo di fede la veridicità della Sindone?

Risposta: Il Vaticano non avalla la Sindone semplicemente perché legge i testi degli esegeti che la considerano autentica e si rende conto che se quel reperto è autentico, la ricostruzione romanzata della biografia di Gesù fatta dai vangeli è tutta falsa. Preferisce ritenere falsa una cosa vera piuttosto che ripensare i propri dogmi.

Obiezione: È sempre facile vedere le insensatezze altrui e non vedere le proprie, definendo addirittura “reale” ciò che non trova riscontro in nessun testo riguardante la figura di Gesù, e togliendo parti dei vangeli canonici, o svalutando i vangeli apocrifi soltanto perché non si accordano alla propria tesi.

Ma per correttezza non verso chi scrive (perché se uno vuole morire delle proprie fantasie su Cristo è libero di farlo), ma verso il lettore che si trova a che fare con metodologie interpretative che non sono né storiche, né mitiche, né scientifiche, ma soltanto frutto di giochi mentali e ideologici, questo post diventa solo un'occasione per ribadire due punti fondamentali:

1. In nessun vangelo si fa menzione della Sindone, pertanto qualsiasi tentativo di correlazione della stessa con i testi evangelici è del tutto arbitrario e fuorviante.

2. La supposta “malafede” attribuita agli evangelisti rimane espressione solamente di certa esegesi laica, che non è in possesso della corretta chiave d'interpretazione dei testi. Non ha senso biasimare i credenti che proiettano le proprie fantasie “religiose” su Cristo, quando poi si fa lo stesso proiettando le proprie fantasie “politiche”.

Risposta: Ho l'impressione che tu non abbia ancora capito che non esiste nessuna verità oggettiva o assoluta, ma solo interpretazioni, più o meno elaborate o motivate. In un forum come questo ognuno dice la sua, ci si confronta, si vanno a cercare conferme, si traggono spunti per rielaborare le proprie tesi. Ma non si afferma mai che le proprie tesi sono le migliori in assoluto. Anche tu proietti le tue fantasie gnostiche sul Cristo e ritieni possibile un tradimento concordato tra lui e Giuda.

Obiezione: Quali tesi? Io non ne posseggo alcuna e quindi non ho bisogno nemmeno di conferme. Ma se si trasformano i vangeli in un “fantasy politico” e si veicola a terzi informazioni che appartengono solo alla propria fantasia e indole politica, per dargli poi una parvenza di storicità e sensatezza, qualsiasi mio intervento è teso soltanto a mettere in guardia da certe derive e arroccamenti intellettuali. La gnosi si basa sull'esperienza del reale, pertanto qualsiasi “finzione gnostica e mitica” deve essere compresa nel suo significato simbolico, psicologico, spirituale e esistenziale.

Risposta: Capisci che ognuno di noi ha un'ideologia nella testa? Ha delle precomprensioni, dei preconcetti, degli idola tribus, come dice Bacone? Non si scappa. Leggiti Gadamer e te ne convincerai. Anche la religione e la filosofia e la scienza sono un'ideologia. Anche la pretesa di andare oltre a tutto è un'ideologia. L'unica cosa davvero importante è cercare di restare aperti a nuove conoscenze, nuove esperienze, forzando se stessi a non credere sempre nelle stesse cose. Io sono partito dai cristiani per il socialismo, poi mi sono interessato degli ortodossi, poi dell'ateismo scientifico, poi del Cristo politico, anche a partire dalla Sindone, ma ho studiato di tutto: economia politica, sociologia, statistica, antropologia, psicopedagogia, filosofia, letteratura italiana e straniera, e tutta la storia, dal pitecantropo ad oggi (usando la Storia Universale della Teti), e molte di queste cose le ho anche insegnate, inclusa l'informatica, pur non essendo laureato in questa disciplina.

Obiezione: Ma non lo capisci che qualsiasi ideologia è falsa e qualsiasi sistema di credenze è un'imposizione che proviene dall'esterno o da un'autorità e qualsiasi sapere accumulato è soltanto una zavorra che offusca la percezione della realtà? Buddha, i Maestri Zen oppure i più recenti Krishnamurti, Gurdjieff sono la testimonianza che è possibile vivere senza trascinarsi il peso del passato: si è liberi mettendo proprio da parte qualsiasi pretesa di conquista e libertà. Come si può essere davvero aperti se si è ancora condizionati da ciarpame ideologico, politico e teologico? Il vero punto di partenza è la propria consapevolezza liberata da qualsiasi sapere e condizionamento proveniente dalla società e da qualsiasi sistema scolastico. Ripeto ognuno è libero di morire delle proprie fantasie, siano esse socialiste, cristiane, atee, teiste o elaborate secondo la propria mentalità, ma se si fanno delle affermazioni come “a partire dalla Sindone, che se è vera, smentisce completamente i vangeli”, quando la stessa, fino a prova contraria, appartiene a un contesto medievale, qui stai solo fantasticando non soltanto coi vangeli, ma anche con la stessa Sindone, come fanno i credenti cristiani, con l'unica differenza che loro lo fanno in chiave teologica, mentre tu lo fai in chiave politica.

Risposta: Di prove contrarie che la Sindone non appartiene a un contesto medievale ce ne sono a iosa, ma se uno non le legge, non so che farci. Di sicuro io non la uso per confermare i vangeli.

Obiezione: Se uno porta a sostegno prove che la Sindone è precedente al contesto medievale, per quanto mi riguarda non ho nulla da dissentire, ma metterla in relazione con i vangeli, e strumentalizzare la stessa per cercare conferma alle proprie convinzioni, che siano politiche o teologiche, troverà sempre la mia opposizione.

Risposta: Questa tua chiusura preconcetta nei confronti della Sindone non la capisco. Non stai parlando con un credente ma con un ateo, che ha scritto vari testi considerando Gesù, oltre che politicamente sovversivo, radicalmente ateo. Io guardo la Sindone in maniera tale da non confermare alcuna tesi religiosa. La mia interpretazione è molto semplice: se quell'immagine è di Gesù Cristo, allora Pilato non è il buonista descritto dai vangeli, perché quel corpo, per come fu trattato, probabilmente non sarebbe sopravvissuto neppure se al processo fosse stato liberato. Quindi se la Sindone è vera, i vangeli mentono inevitabilmente. Di più non ho mai detto e non credo che quanto sostengo non possa essere condiviso sul piano laico. Certo, bisogna dare per scontato che non sia un falso medievale, ma per convincersene, basta leggersi i testi scientifici dei patologi.

*

Certo, se la Sindone è vera, un ateo storce subito il naso, perché potrebbe sentirsi indotto a riconoscere al Cristo una natura divina. Ma si rassicuri: nulla lascia pensare che esista un Dio onnipotente e onnisciente, superiore allo stesso Cristo, e nulla lascia pensare ch'egli avesse una natura divina molto diversa dalla nostra. Non solo, ma il cristianesimo continuerebbe a restare una religione creata dalla teologia petropaolina, totalmente estranea a quanto Gesù ha detto e fatto in vita.

E comunque mi lascia abbastanza sconcertato il fatto che mentre io non uso la sindone in chiave religiosa ma politica per contestare i vangeli, chi la rifiuta per motivi scientifici, finisce per confermare la versione degli stessi vangeli. Che senso ha? Il cristianesimo è nato sulla base della Sindone, ma siccome quella mostra solo una stranezza, senza dimostrare alcunché, han preferito censurarla, sostituendola coi racconti di riapparizione e ascensione, che sono tutti inventati di sana pianta.

Io non mi limito a essere anticlericale ma nego proprio l'esistenza di un Dio onnipotente e onnisciente. Tuttavia non mi dà alcun fastidio pensare che in quel lenzuolo ci sia una stranezza, come han già detto centinaia di scienziati di svariate discipline. Non ci costruisco sopra una fede religiosa, né vado a cercare nei vangeli delle conferme. Anzi per me la Sindone nega l'esistenza di un Cristo pacifista e di un Pilato buonista e ingenuo, che si è lasciato raggirare da Caifa.

E quando mi dicono che interpreto le cose sulla base di un assunto cognitivo aprioristico, quello del Cristo politico, cui piego anche i risultati dell'analisi scientifica, mi vien solo da ridere: sia perché tutti partiamo da assunti precostituiti, nessuno escluso; sia perché spesso la prima a non essere scientifica è proprio la scienza. Passare da un culto religioso a un culto scientifico, per me significa restare nell'ambito della superstizione. Forse per questo non vado d'accordo neppure coi sindonologi, quando vanno a cercare nel telo una conferma di ciò che dicono i vangeli.

Obiezione: Come fa un ateo a pensare che sia autentica la sindone? Non gli bastano le prove esistenti? Davvero riesci a credere, essendo ateo, che un essere soprannaturale vi sia stato avvolto?

Risposta: Scusa ma non capisco: cosa cambia crederci o non crederci? Non devo mica confermare la fede dei credenti. Per me i sindonologi non sanno quel che dicono quando sostengono che il telo conferma la tesi della resurrezione. La Sindone non dimostra niente. La ritengo autentica in maniera laica, dopo aver letto decine di testi della Marinelli, di Fanti, di Baima Bollone... Ma non traggo le loro conclusioni. Su quante cose dobbiamo ammettere che le nostre conoscenze sono limitate? Di sicuro se Cristo aveva qualcosa di diverso da noi, in vita non l'ha mai dimostrato e tutti i racconti di riapparizione sono inventati. Io però mi riservo di dire, proprio guardando il telo, che la rappresentazione evangelica di Gesù è falsa.

Obiezione: Cambia, eccome! Io sono ateo e sono fermamente convinto che non esistano prove che Gesù sia mai esistito. Se anche fosse esistito, sarebbe stato un uomo. Ad oggi nessun uomo, una volta morto, ha lasciato immagini di sé su un sudario. Se questa immagine esiste, due sono le ipotesi: è un falso oppure è un fenomeno soprannaturale. Se è un falso, continuo ad essere ateo, ma se è autentica... come faccio ancora a non credere alla divinità di Gesù? Non solo, ma se sono ateo, mi baso su prove razionali e tutte le prove razionali mi portano a dire che la sindone è un falso. Se io voglio ignorare le prove razionali per rifugiarmi nella narrazione, come faccio ad essere ateo?

Risposta: Scusa ma essere ateo vuol dire non credere nell'esistenza di un dio onnipotente e onnisciente, poiché un'entità del genere ci renderebbe dei burattini. Cosa c'entra Gesù Cristo con questa definizione di ateismo? Lui era un uomo come noi. Se poi aveva qualche caratteristica in più, che ha mostrato solo quando morì, a me e a te cosa importa? Sarà un suo problema gestirla, non nostro. L'importante è che non ci si faccia sopra una religione, come invece fece Pietro, che lo tradì non meno di Giuda.

Se Cristo voleva mostrare ai discepoli che aveva una natura divina, aveva tutte le possibilità di farlo mentre era in vita, ma sappiamo bene che non lo fece. Tutti i racconti di miracoli sono chiaramente inventati. Se poi tu intendi per ateismo anche l'idea che non esista nulla dopo la morte, su questo non posso fare altro che ribadirti che nell'universo tutto si trasforma perennemente. E io e te non possiamo certo sapere cosa ci accadrà dopo morti.

Ti ricordo che fino ad oggi l'unico modo per riprodurre la Sindone è stato quello di usare il laser, ma sono riusciti a farlo solo su un centimetro quadrato. Non abbiamo sufficiente potenza per farlo per un intero corpo. Ma se anche ci riuscissero, a me non importerebbe nulla, poiché io esamino la Sindone solo sul piano politico.

Obiezione: Perdona, ma vediamo di fare un po' di chiarezza: che significa “essere ateo vuol dire non credere nell'esistenza di un dio onnipotente e onnisciente, poiché un'entità del genere ci renderebbe dei burattini.” Essere atei significa forse credere in un qualche dio?

Risposta: Non capisco di che Dio parli. Gesù non era in grado di prevedere alcunché. Non poteva sapere che Giuda l'avrebbe tradito. Non aveva a disposizione 12 legioni di angeli con cui vincere i Romani, come gli fa dire quello stupido di Matteo. Se aveva una qualche caratteristica in più, che ha mostrato nella Sindone, beato lui. Ma questo non può incidere minimamente sulla mia vita privata. Quando lui disse ai Giudei: "Voi siete dèi", nel IV vangelo, dimostrava lui stesso di essere ateo! Tutte le dichiarazioni mistiche che lui ha fatto nei vangeli, sulla sua stretta identità col padre, ecc., sono chiaramente inventate. Su questo io e te non abbiamo dubbi. Se lui è un dio, lo siamo anche noi, e lui non è in grado di obbligarci a fare nulla di nulla.

Obiezione: Se provi a rispondere alla mia domanda forse cominciamo a intenderci: se “essere ateo vuol dire non credere nell'esistenza di un dio onnipotente e onnisciente, poiché un'entità del genere ci renderebbe dei burattini”, vuol forse dire che si crede o si può credere in qualche divinità purché non onnisciente e non onnipotente?

Risposta: Guarda che anche l'essere umano ha caratteristiche divine. Gli animali sono lontanissimi da noi. Non hanno libertà di coscienza, non hanno intelligenza delle cose, vivono sulla base di istinti... Sono i due concetti di onnipotenza e onniscienza che devono sparire dal vocabolario. Se davvero esistessero, come mai solo per fare la Terra ci sono voluti 4,5 miliardi di anni? Se esiste una divinità, è simile a noi ed è stata soggetta a un fenomeno evolutivo come noi. Sembra che per te ammettere che Cristo avesse una caratteristica in più finisca col minacciare la tua libertà personale. Ti darei ragione solo a una condizione, che si fosse ripresentato vivo dopo morto. Ma sappiamo benissimo che tutti i racconti di riapparizione sono inventati.

Tu hai un concetto di ateismo di tipo positivistico o materialistico. Come faccio a rispondere alla tua domanda? Io ne ho un altro: una sorta di ateismo umanistico, che va al di là dell'esistenza terrena. Siamo parte di un universo, di cui sappiamo assai poco.

Nella storia delle religioni quando si parla di divinità s'intende sempre un'entità onnipotente e onnisciente, altrimenti che divinità sarebbe? Le religioni dicono anche che gli dèi sono immortali, ma poi aggiungono che lo siamo anche noi, seppur in maniera indiretta. Ma a me le religioni non interessano.

Obiezione: Allora vediamo se rispondi a questa mia richiesta: cosa intendi per “divinità”?

Risposta: Anche questa domanda è sbagliata, perché tu usi il concetto di divinità in maniera tale da escludere il suo lato umano. Non esiste alcuna divinità, semmai esiste una divinoumanità. Esiste una natura umana che ha caratteristiche divine, che sono la libertà di coscienza, l'intelligenza delle cose, ecc. Noi siamo materia che ha preso coscienza di sé. Che poi esista un Cristo che abbia qualcosa in più, di cui io non so nulla, poiché in vita non l'ha mai mostrato, non mi interessa. Se fossi vissuto 2000 anni fa l'avrei seguito per liberare la Palestina, non perché soffrivo di un culto della personalità.

Obiezione: Per me stai sostenendo delle assurdità fenomenali. Comprese quella sulla differenza tra noi e gli animali: siamo animali, siamo primati, esattamente come gli scimpanzé, e gli animali non sono affatto solo istinto privo di intelligenza, emozioni, sentimento e capacità di ragionamento.

Risposta: Supponi che tra qualche anno il test del C14 venga rifatto da scienziati dichiaratamente atei come i cinesi o i russi e che si scopra che il telo è autentico, tu come reagiresti, visto che sei così pervicacemente convinto della sua falsità? Diresti che è tutta una montatura? Che sono stati pagati? Che c'è la politica dietro? Che la loro tecnologia non vale niente? Insomma perché devi metterti in imbarazzo? Perché non guardi in maniera laica le cose? Perché vuoi rischiare di fare dell'ateismo una nuova religione? Quando la religione scomparirà, scomparirà anche l'ateismo. Resterà soltanto l'uomo, che al di fuori di questo pianeta, in un'altra dimensione, scoprirà di avere nuovi poteri: magari vinceremo tutti i giorni la forza di gravità e viaggeremo alla velocità della luce...

Obiezione: Stai cercando di cambiar le carte in tavola. Secondo il tuo concetto di ateismo, un ateo è colui che crede tranquillamente a una qualche divinità, purché non sia onnipotente e non sia onnisciente?

Risposta: Che senso ha ch'io debba sottoporre il mio criterio di divinità a uno che ne ha un altro? Io non devo lottare contro la religione per affermare l'ateismo. Per me l'ateismo è un fatto naturale in quanto inerente alla natura umana. Non ho subìto condizionamenti religiosi in famiglia, poiché entrambi i genitori erano atei. Non ho frequentato scuole religiose. E il catechismo fatto 60 anni fa era solo ridicolo.

Sembra che per te esista solo il C14, ma sono state fatte tante altre analisi sulla Sindone che non riguardano il carbonio. Peraltro il test del C14 a volte prende delle cantonate incredibili.33 Non puoi avere un atteggiamento così fideistico nei confronti della scienza e tanto meno nei confronti di una sua particolare metodologia. La Heather Graven, dell'Imperial College London, ha detto che se continuiamo a immettere nell'atmosfera valanghe di CO2, le datazioni del C14 effettuate nel 2100 potrebbero sbagliare anche di 2000 anni!

(Torna su)

6) Conclusione

Il lettore si sarà facilmente accorto che non si può pensare di avere a che fare in Facebook con degli esegeti specialisti.

Tuttavia il livello del dibattito non può essere considerato scarso. Molti iscritti a questi gruppi han studiato parecchio nella loro vita sui testi del Nuovo Testamento. Lo si vede anche dal fatto che le risposte sono spesso immediate, per cui si va a memoria. E noi qui non abbiamo perso tempo a controllare la citazione o il versetto esatto, a meno che non sorgesse qualche grave dubbio.

Con questo libro si è cercato di dare dignità a un social network che spesso viene considerato una inutile perdita di tempo, soprattutto quando lo scambio di idee trascende il contenuto in sé dei post e si perde in battibecchi che non portano a nulla, se non addirittura in violenze verbali prive di senso.

Nei social la distanza è un grande handicap. Bisogna assolutamente che i messaggi siano privi di ironie fuori luogo, di sottintesi che possono essere interpretati negativamente. È sbagliatissimo, p.es., esordire dicendo: “Tu non hai capito niente”. A leggere frasi del genere uno, se è un po' permaloso, si demoralizza e rinuncia a discutere o esce dal gruppo, perché lo ritiene troppo offensivo. Ci si deve limitare a esporre il proprio pensiero, nella maniera più distaccata possibile, lasciando che siano altri lettori a giudicare. Sarà il tempo a decidere chi avrà ragione. La verità non è mai un'evidenza che si autoimpone. Tutto è soggetto a interpretazione. Non esiste la verità assoluta, inconfutabile. Fa fatica a esistere persino la verità oggettiva, basata su dati concreti. Dobbiamo accontentarci di una verità relativa, non dogmatica.

È sbagliato anche evitare il dialogo dicendo: “Le tue sono solo congetture, ipotesi, illazioni, prive di riscontri storici o documentali”. Il Nuovo Testamento non è composto da documenti incontrovertibili. Anzi, si tratta per lo più di invenzioni, falsificazioni, mistificazioni, dovute al fatto che l'insieme di questi testi aveva due finalità. La prima era quella di affermare una verità insostenibile o comunque indimostrabile, e cioè che Cristo fosse risorto: per dire che uno è “risorto”, cioè si è “ridestato da morte”, si deve poterlo rivedere vivo, e di sicuro questo non può essere avvenuto, proprio perché la coscienza va lasciata libera di credere o di non credere.

Il secondo scopo era quello di cercare un'intesa politica col mondo romano, visto che col mondo giudaico ortodosso non era stata possibile alcuna intesa religiosa sulla tesi della resurrezione del Cristo. L'intesa con Roma divenne ancora più inevitabile dopo la definitiva sconfitta di Israele nella prima guerra giudaica. I termini del compromesso erano sostanzialmente i seguenti: i cristiani avrebbero smesso di fare politica antiromana se i Romani non li avessero obbligati a considerare l'imperatore una divinità o a partecipare ai riti pagani o ad essere arruolati nelle legioni. Stato e Chiesa per la teologia paolina dovevano restare separati. Questo però per i Romani, abituati a considerare la religione un instrumentum regni, era sufficiente per perseguitarli, e infatti fino a Costantino escluso lo fecero.

Ecco, questo libro ha unicamente la finalità di superare qualunque esegesi di tipo confessionale, ma anche di ridimensionare il valore delle tesi mitologistiche, che negano qualunque valore storico, etico o politico ai documenti del cristianesimo primitivo e persino un'esistenza a Gesù Cristo.

In un post non mio ho scritto questo commento: “Le interpretazioni complessive dell'evento Gesù non sono infinite. Si tratta di scegliere. Al giorno d'oggi quelle più interessanti non sono certo quelle confessionali o mistiche, che han dominato fino all'Illuminismo. L'esegesi laica o critica, iniziata a partire da Reimarus, dovrebbe essere considerata il perimetro naturale (euristico, epistemologico) in cui muoversi per compiere una scelta razionale, sufficientemente motivata. Se tutti ci comportassimo così, il confronto sarebbe molto più facile, poiché rinunceremmo in via preliminare a tutto ciò che non possiamo considerare umanamente accettabile. Certo è che se uno parte dal presupposto che le fonti, prese in sé e per sé, non sono attendibili, che Gesù Cristo non è mai esistito o è un mito pagano, che dietro taluni nomi dei personaggi del NT si celano altri nomi e cose del genere, il confronto fa presto a interrompersi. In tal senso non dobbiamo trovare una visione comune sull'evento Gesù, ma semplicemente una semantica che meriti d'essere presa in considerazione”.

Insomma, noi, in quanto atei, siamo disposti a fare le più ampie concessioni ai credenti, ma fino a un certo punto. Ci piace l'idea di supporre che Gesù abbia una “natura divinoumana”, previa naturalmente l'inesistenza di qualunque Dio onnipotente e onnisciente. Non è però venuto – come dice il cristianesimo – a riconciliarci col Padreterno, che avrebbe voluto sterminarci a causa dei nostri peccati, come fece col diluvio universale. Preferiamo immaginare che sia venuto a farci capire come riconciliarci con noi stessi, cioè come esseri autenticamente umani, superando i rapporti schiavistici e tornando alla vita comunitaria delle nostre origini, rappresentate dal racconto edenico.

Tuttavia gli uomini han rifiutato la sua proposta di liberazione. Nel migliore dei casi l'abbiamo ridotta a un'esortazione morale, a una lezione di tipo religioso. E da allora sono passati 2000 anni. Siamo stati capaci di trasformare lo schiavismo fisico delle prime civiltà in una forma di servaggio feudale, dopodiché siamo passati al lavoro salariato, che è una forma di schiavitù più subdola, in quanto formalmente libera sul piano giuridico. Il massimo che siamo riusciti a fare, col socialismo statale, è stata una schiavitù di tipo ideologico e politico.

Ora, ha senso ricordarsi di quanto ha fatto il Cristo? Sì perché non vogliamo perdere una delle possibilità che la storia ci ha offerto per tornare ad essere noi stessi.

(Torna su)


1 In lingua italiana il testo è stato pubblicato dall'editore Bibliopolis (Napoli 1977, pp. 576).

2 Naturalmente l'umanesimo laico esisteva già in Italia prima della riforma protestante, tant'è che considerava quella riforma una battaglia di retroguardia, irrilevante proprio perché condotta in termini religiosi. Tuttavia l'umanesimo italico non avrà mai la forza politica per imporsi sulla Chiesa romana, anzi il papato, con la controriforma, lo farà completamente sparire di scena, almeno sino a quando non s'imporrà il processo dell'unificazione nazionale.

3 Oggi il Getsemani è ridotto a 1200 mq. Tuttavia Giuseppe Flavio narra nelle Antichità giudaiche che un certo “profeta egiziano” riuscì a raccogliere un esercito di 30.000 seguaci e che fu sconfitto dai Romani proprio sul Monte degli ulivi. Il fatto che Pilato avesse deciso di mandare una coorte per abbattere il movimento nazareno del Cristo esclude che nel Getsemani fossero presenti solo gli apostoli.

4 A dir il vero Giulio Fanti sostiene che le ferite visibili da flagello siano più di 370, il che fa pensare a 500-600 ferite totali, in quanto non tutta la Sindone era a contatto col cadavere.

5 Gli Atti (10,1) citano un centurione della coorte Italica a Cesarea, che probabilmente era composta di volontari arruolati in Italia, cittadini romani per nascita o in quanto liberti. Secondo Aldo Schiavone, a Cesarea dovevano esserci un'ala di cavalleria e cinque coorti di fanteria, per un totale approssimativo di 2.500-3.000 uomini (Ponzio Pilato, ed. Einaudi 2016).

6 Non sappiamo quanti militari potesse ospitare la Fortezza Antonia: Flavio Giuseppe scrive che “al suo interno era sempre acquartierata una coorte romana, che nelle feste si schierava in armi sopra ai portici per vigilare sul popolo e impedire qualche sommossa”. Parla di una sola coorte (forse vi era anche un manipolo di cavalieri). Pilato viveva a Cesarea e si trasferiva a Gerusalemme, con la sua scorta, solo durante le feste.

7 Ricordiamo che nella prima guerra giudaica Roma mise in campo una forza militare di circa 60.000 uomini, con 3 legioni (18.000 legionari), 23 coorti (20.000 uomini), circa 6.000 cavalieri e circa 15.000 alleati armati.

8 L'eucaristia può anche essere considerata una simbolizzazione mistica di un cerimoniale teofagico pagano in cui si mangiava realmente la carne e ci si ubriacava di vino, per poi finire in azioni di tipo sessuale, come spesso succedeva nei riti dionisiaci. Non dimentichiamo che Dioniso-Bacco era un dio ucciso, resuscitato e salito in cielo. I Titani lo smembrano per cuocerlo e mangiarlo.

9 Esiste un capo politico zelote di nome Eleazaro ben Dinai, ma è difficile pensare che siano la stessa persona, perché fu catturato nel 54 d.C. da Marco Antonio Felice, procuratore romano della Giudea dal 52 al 60. L'altro Lazzaro è forse il figlio di Giairo, che, dopo la distruzione di Gerusalemme del 70 d.C., con circa un migliaio di esseni e zeloti, si rinchiuse nella fortezza di Masada, resistendo all'assedio dei Romani per sei mesi. Quando si resero conto ch'era inutile ogni resistenza, convinse tutti i seguaci a suicidarsi.

10 Dall'analisi dei 58 tipi di pollini individuati risulta che la Sindone è stata esposta in Palestina, a Edessa, a Costantinopoli, in Francia e in Italia. Il tipo più frequente è rinvenibile presso il lago di Genezareth e presso il Mar Morto.

11 Persino i sindonologi non sanno quel che dicono quando parlano di una presenza di Gesù nel sepolcro di almeno 36 ore. Per che cosa avrebbe dovuto star lì tutto questo tempo? Per confermare la teoria mistica dei tre giorni?

12 I cinque mariti del v. 18 sono un chiaro riferimento alle cinque popolazioni pagane che il re d'Assiria, Sargon II (721-705), fece venire da Babilonia e da altre città pagane per trasformare la Samaria da regione israelitica a regione ellenistica: obiettivo che solo in parte riuscì, in quanto gli ebrei della Giudea costrinsero quelle popolazioni a convertirsi, almeno parzialmente, alla legge mosaica. Di qui il sincretismo religioso tipico dei Samaritani (cfr 2Re 17,24-41), che sul piano legislativo-religioso riconoscevano unicamente il Pentateuco, revisionato peraltro in più punti.

13 I trenta denari d'argento erano il prezzo che la legge mosaica fissava per la vita di uno schiavo ucciso (Es 21,32): è dunque impossibile non vedervi un'analogia; peraltro la fine che questo denaro ha fatto (gettato nel Tempio dallo stesso Giuda pentito), di cui parla il solo Matteo (27,3 ss.), è del tutto simile a quella descritta in Zc 11,13. Piuttosto la cosa strana è che Mt 27,9 s. parla del profeta Geremia, quando il passo citato è del profeta Zaccaria (11,12 s.).

14 Di Isaac Newton si può leggere in italiano il Trattato sull'Apocalisse, ed. Boringhieri (2011).

15 Secondo l'esegeta Pesce, Gesù era un giudeo al 100% e non si è capito coi suoi compatrioti per un malinteso. Un'autentica sciocchezza!

16 Sarà poi la scienza a dimostrare che dalla ferita del costato uscì un fiotto di sangue abbondante e più denso del normale, seguito da una fuoruscita di siero, perché era già avvenuta la rottura del cuore da infarto, cui corrisponde sempre un grido (come risulta da Mc 15,37), emesso il quale l'individuo immediatamente spira e il corpo s'irrigidisce. La cosa strana è che in Gv 19,30 (scritto in varie parti da un testimone oculare) non si parla di alcun grido: probabilmente il particolare fu omesso per rendere la morte meno tragica possibile. Forse per lo stesso motivo Giovanni evita anche di citare Simone di Cirene, che in Mc 15,21 aiutò Gesù a portare la trave.

17 Io lo chiamo “movimento nazareno” per distinguerlo da quello “cristiano” guidato a Gerusalemme da Pietro e Giacomo il minore e poi da Paolo.

18 “Coorte” è un termine tecnico piuttosto preciso sul piano militare: era composto da tre “manipoli”, a loro volta composti da due centurie.

19 Il neoplatonico Porfirio afferma in Contro i cristiani: “Cristo stesso, messo in fuga dai Giudei, dopo aver raccolto 900 uomini, aveva commesso rapine”. Non fa riferimento a “zeloti”, e poi parla di un “Gesù in fuga” per colpa dei Giudei, non dei Romani. Porfirio rientra in quella tradizione filosofica anticristiana che annovera Celso tra gli antesignani. Ma è una tradizione che non ci serve a capire quanto Gesù fosse antiromano.

20 È molto probabile che la parola “Nazareth” sia stata usata per censurare la città di “Gamala”, dov'erano molto presenti gli zeloti, capeggiati da Giuda il Galileo. Ciò che nei vangeli si attribuisce a Nazareth (vicina al lago di Tiberiade, sul ciglio di un monte, con un precipizio, con una sinagoga, ecc.) sembra calzare a pennello per Gamala. Gli edifici e i monumenti più antichi di Nazareth, riferiti alla vita di Gesù, risalgono ad epoche successive al Concilio di Nicea del 325 d.C.

21 Il solo che sostiene che la Sindone di Torino non sia quella di Lirey è Andrea Nicolotti, il quale, pur avendo scritto poderosi volumi per negarne l'autenticità, per me non ha mai capito che l'approccio più corretto nei confronti di quel telo è politico non scientifico. Di gran lunga preferisco Emanuela Marinelli, ancorché purtroppo cerchi nella Sindone un modo per confermare i vangeli invece che smentirli.

22 T. J. Phillips su “Nature” sostenne addirittura nel 1989 che fu la stessa esplosione di energia del corpo a mutare gli atomi di azoto, contenuti nel sangue, in carbonio 14, ringiovanendo la data radiocarbonica del tessuto.

23 I misteri sull'indagine scientifica, attorno alla Sindone, sono almeno quattro: 1) il test del C14 avrebbe dovuto essere fatto da sette laboratori, ma poi si decise solo per tre: Oxford, Tucson e Zurigo (tutti di ambiente protestante); 2) i campioni dovevano essere presi da più punti e non da un'unica zona del lenzuolo; 3) l'unica istituzione responsabile del corretto svolgimento delle operazioni sarebbe stata il British Museum, nella persona di Michael Tite, il quale aveva precedentemente affermato di ritenere la Sindone un falso medievale. Veniva quindi esclusa l’Accademia Pontificia delle Scienze. I motivi che spinsero la Chiesa ad adottare questa linea sono tuttora in parte ignoti: l'unico che si diede è che non si voleva togliere al telo ulteriore tessuto. Cosa che poi non avvenne: infatti per le operazioni di datazione verranno rimossi dal telo 300 mg di tessuto (da ripartire tra i tre laboratori), anziché i 200 mg previsti dal Protocollo del 1986. 4) I laboratori avrebbero dovuto lavorare contemporaneamente e senza scambiarsi informazioni: invece fecero tutto il contrario.

24 Il criminologo svizzero Max Frei ha detto che il sudario contiene pollini della Palestina e del Nord Africa.

25 Il telo contiene aloe e mirra perché era preposto per le sepolture, ma questo non vuol dire che la presenza di Nicodemo sia realistica nel IV vangelo. La torcitura “Z” del filato (e non a “S”, tipica dell'Egitto) indica un'area siro-palestinese. È stato filato a mano con un rudimentale telaio a pedale, poiché presenta salti ed errori di battuta. Tuttavia il telo resta pregiato. Vi sono tracce di cotone, diffuso in Medioriente, ma non fibre di origine animale, perché la legge mosaica lo vietava.

26 Da notare che nell'abbazia dei Babenberg, a Klosterneuburg (nord di Vienna), si trova l'Altare di Verdun, risalente al 1181. In uno dei suoi quadri in smalto si osserva la sepoltura di Cristo con le mani incrociate sul corpo, esattamente come sono figurate sulla Sindone.

27 Parla di Sindone anche Robert de Clari nel suo La conquista di Costantinopoli del 1204: l'aveva vista a Costantinopoli nel monastero di Santa Maria di Blacherne. Nel 1205 la Sindone raggiunse Atene, accompagnando il cavaliere crociato Othon de la Roche, stanziato proprio nel quartiere delle Blacherne, il quale venne nominato signore della capitale greca. Costui condusse con sé in Francia nel 1226 il lenzuolo, e una sua discendente, Jeanne de Vergy, potrebbe aver portato in dote la Sindone in occasione del suo matrimonio col cavaliere Geoffroy de Charny, verso la metà del XIV secolo.

28 Le monete bizantine cominciarono a raffigurare un Cristo sindonico a partire dal 692 d.C.: capelli lunghi (più accentuati da un lato), presenza del ciuffo sulla fronte (il rivolo di sangue scoperto con la fotografia), naso profilato appena asimmetrico, zigomi ben evidenziati e labbro inferiore evidente (il tutto a causa dei colpi ricevuti) e barba bipartita. In particolare si nota uno strano piede destro, più corto del sinistro, che nell'antichità ha fatto pensare a un Cristo “storpio”: in realtà nella Sindone è soltanto sovrapposto all'altro a causa di un'unica inchiodatura.

29 Da notare che Giuseppe Flavio sostiene che al tempo dei procuratori romani Albino e Floro la corruzione era così forte che era normale chiedere un riscatto in denaro per far scarcerare dei prigionieri ebrei sovversivi. Non a caso il malgoverno di Gessio Floro sarà una delle cause che condurrà allo scoppio della guerra giudaica.

30 Giustiniano fece erigere una basilica in suo onore a Selçuk, nei pressi di Efeso, dove, non lontano, secondo la tradizione, vi sarebbe stata la casa dalla madre di Gesù.

31 Sarà poi la scienza a dimostrare che non ci sono sbavature in corrispondenza delle macchie di sangue, per cui è impossibile spiegare come il cadavere sia stato asportato dal lenzuolo.

32 Il naso del volto sindonico era sicuramente fratturato, sia per i colpi ricevuti dai soldati, sia per le cadute durante il trasporto della trave, in quanto le braccia erano legate e non poteva difendersi quando cadeva sotto il peso di quei 40-50 kg. Gli scienziati han trovato del terriccio non solo nei calcagni, in quanto camminava scalzo, ma anche appunto nel naso.

33 Gusci di lumache ancora vive del Nevada sono risultati vecchi di 26.000 anni; una foca della base di McMurdo sul Mare di Ross, in Antartide, appena uccisa è risultata morta da 1.300 anni; una pelliccia di Mammut della presumibile età di 26.000 anni è risultata averne soltanto 5600: questo a Chekurovka, nel delta del fiume siberiano Lena che sfocia nel Mar Glaciale Artico. Una mummia egiziana conservata nel museo di Manchester ha fornito date diverse per le ossa e le bende: queste ultime sono risultate 800-1.000 anni più “giovani” delle ossa. La contaminazione con carbonio recente fa sembrare il campione più giovane della realtà. Questo effetto risulta maggiore per i campioni più antichi: un campione vecchio di 17.000 anni contaminato dell'1% con carbonio moderno appare 600 anni più giovane, mentre su un campione vecchio di 34.000 anni, contaminato con la stessa quantità di carbonio moderno, l'errore sale a 4.000 anni.


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Nuovo Testamento
 - Stampa pagina
Scarica PDF

Ricerca nel libro

Tutti i libri

powered by TinyLetter

Translate:

Acquista il libro su Amazon
Cristo in Facebook


Info | Note legali | Contatto | Facebook | Twitter | Youtube