STORIA DEL POPOLO EBRAICO


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Ricerca del benessere e costumi dei popoli antichi

Lavoro schiavile nel mondo egizio
Lavoro schiavile nel mondo egizio

Quando studiavamo la teoria dei triangoli abbiamo fatto uso della storia di Adamo ed Eva, ambientata nel paradiso, parola usata per indicare un "giardino", ad esempio quelli meravigliosi e pensili di Babilonia che erano conosciuti dagli ebrei in quanto Terach, il padre di Abramo, veniva da Ur vicino al Golfo persico. Luoghi che rappresentano giorni passati nel benessere, luoghi che i primi ebrei sembrano ritrovare e riconoscere nella terra di Canaan, attorno la quale gravitano come un pendolo le migrazioni di questi pastori nomadi.

Le popolazioni di questa terra vedranno un continuo via vai di popoli che cercheranno di conquistarla. Dal punto di vista di una moderna analisi economico territoriale, potremmo dire che la centralità di questa regione rispetto alle direttrici dei commerci ha sempre fatto sì che fosse importante averne il possesso per poter controllare i flussi di ricchezza.

La Bibbia dà invece una spiegazione legata ad una maledizione comminata da padre a figlio (Gn. 9,22) e, anche se inizialmente due fratelli (Sem e Iafet) sembrano essere predestinati a dominare i discendenti di Canaan, la narrazione cambia indirizzo per mezzo di Dio che invece promette quella terra solo ad Abramo, discendente di Sem.

Questo è un artificio del narratore, che deve spiegare perché gli ebrei discendenti di Abramo debbano, loro soli, aver diritto a quella terra: questo criterio è persistente e si ritrova tanto nella Genesi che in altri capitoli della Bibbia, in cui vengono narrate le dispute tra famiglie tribali che condurranno allo sfacelo di un regno ebraico che non riuscirà a resistere più di 80 anni.

Gli ebrei si presentano quindi né più né meno che come una serie di clan rivali che si ritrovano in tutta la storia umana, in lotta per l'accaparramento del benessere di cui la regione di Canaan rappresentava l'agognata fonte. Pastori nomadi che, spostandosi, occupavano continuamente terre di altri e per questo entravano con essi in conflitto, che perdurava anche nel momento in cui vi era da spartire il bottino.

Da qui le lotte anche solo per appropriarsi dei pozzi per il bestiame, a cui si aggiungono le furbizie e le ladrerie tra parenti più o meno stretti. Esempi sono: Rebecca che inganna Isacco approfittando della sua cecità per passare la primogenitura da Esaù a Giacobbe; o il comportamento di Labano con Giacobbe e le ritorsioni di quest'ultimo nei suoi confronti.

Inoltre si incontrano le stragi più orrende giustificate con motivi sproporzionati alle razzie successive; per questo l'episodio di Sichem è illuminante anche per capire come erano depredate le città: venivano uccisi tutti i maschi ma risparmiate le donne, razziate come animali. Un chiaro prototipo del triangolo del benessere: mantenere in vita le donne, simbolo di riproduzione e piacere sessuale, e far fuori tutti gli eventuali contendenti al benessere.

La predominanza del maschio si nota nelle discendenze (tutte maschili), come nella facilità con cui gli uomini si avvicinavano a mogli e schiave pur di generare figli. L'importante era che il maschio fosse ebreo, cioè del ramo di Abramo e quindi circonciso, mentre le donne potevano anche appartenere ad altre tribù, ma i figli nati da queste non potevano aver parte all'eredità (quello che succede a Ismaele che è figlio di una schiava egiziana).

Erano inoltre permessi i matrimoni tra consanguinei e la poligamia (ovviamente solo maschile) era assolutamente normale, per chi ovviamente poteva permettersela visto che una donna costava in termini di dote. [1] La stessa tolleranza era riservata alla prostituzione (Genesi 38) che però veniva punita addirittura con la morte se conduceva a gravidanza.

Il popolo "eletto" conserva cultura e tradizioni che lo paragonano a quelli limitrofi con cui entra a contatto, senza dimostrarsi migliore: gli ebrei massacrano più che dimostrarsi magnanimi con i vicini, mentre atteggiamenti di bontà si trovano nei re di Sodoma e Gomorra prima della loro distruzione, in Melchisedek, "sacerdote del Dio altissimo" e negli egiziani che accolgono e salvano gli ebrei che morivano di fame a causa della carestia.

Anche se questo aiuto avviene nel rispetto delle regole del popolo ospitante: ebrei ed egiziani non mangiano assieme a tavola "perché gli Egiziani non possono prender cibo con gli Ebrei" (Genesi 43,32). Ma l'ospitalità degli egiziani sembra essere così grande che gli ebrei prendono posto addirittura nella terra di Gosen "la parte migliore del paese".


[1] Cfr. ad esempio Genesi 29 e 34.


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