LA SVOLTA DI GIOTTO
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DIBATTITO SU GIOTTOI - II - III - IV - V - VI - VII - VIII - IX - X - XI - XII - XIII - XIV - XV - XVI - XVII - XVIII - XIX - XX - XXI - XXII - XXIII - XXIV - XXV - XXVI - XXVII - XXVIII - XXIX - XXX - XXXI E.G.) Se uno si sente responsabile per le sorti dell'umanità, perché non dovrebbe sentirsi legittimato quanto rifiuta l'idea di dover accettare qualunque tipo di produzione artistica, espressa in qualsivoglia forma? G.N.) Perché l’espressione artistica non nuoce a nessuno, inoltre è una vocazione personale, sebbene limitata dentro certi schemi etici. E.G.) Se uno vuole sentirsi libero di esprimersi come gli pare, anch'io voglio sentirmi libero di dire ciò che può servire al bene comune e ciò che invece serve alla sola affermazione dell'artista. G.N.) Giusto, sei liberissimo, ma non d’obbligare gli altri ad agire secondo i tuoi criteri. C’è una frase famosa di Voltaire che dice : "Non condivido affatto le tue idee. Ma darei la mia vita per difenderle". E.G.) ... se ogni cosa è interconnessa, un'espressione artistica negativa potrebbe avere un riflesso negativo su altri aspetti della vita sociale, del mio e di altri paesi. G.N.) Questi sono i possibili rischi della democrazia. E.G.) In altre parole, a me non piace l'idea di dover applicare dei criteri etici solo a quel tipo di arte che appare evidentemente contraria al buon gusto, al senso comune ecc. L'arte non è solo il bello ma anche il vero, il buono e l'utile. G.N.) Questi sono concetti, dal secolo XIX, superarti completamente, da quando con l’apparizione della fotografia caddero le tre basi su cui si basava l’arte: l’imitazione della natura, il bello e la tecnica. L’arte è creazione di forme nuove che possono servire di spunto, di meditazione a qualsiasi persona interessata, E.G.) Uno può agire in campo artistico come vuole, ma deve comunque sapere che non è questo il modo di rappresentare le esigenze del popolo. G.N.) Il popolo non comprende nulla d’arte, in questo avevano ragione le dittature che esigevano e obbligavano ad accettare un’arte fotografico-figurativa. E.G.) Perché togliere all'artista la possibilità di un'incidenza sulla vita sociale? G.N.) L’artista deve esser libero di esprimere ciò che sente. Il successo che avrà, se e quando l’avrà, dipenderà poi dal tempo, dalla prospettiva storica… E.G.) Se fra artista e pubblico c'è poca comprensione, si tratterà di migliorare la comunicazione, la fruizione dell'opera d'arte, di dare concretezza all'ispirazione artistica. G.N.) L’artista si convertirà così in un artigiano qualunque, che manipolerà il tutto anticipatamente, secondo il gusto del pubblico, come un attore di teatro, di cinema. E.G.) Ti dico questo perché soprattutto oggi, dove il concetto vero di "arte" è talmente morto e sepolto che ciò che più interessa non è tanto la sua produzione quanto piuttosto la sua "riproduzione". G.N.) Anche questi sono dei casi estremi, che non possono o non dovrebbero rientrare nella normalità dell’arte. E.G.)... il vero concetto di arte oggi non lo fa l'artista quanto il critico, il gallerista, il direttore di un museo, i network dedicati al tema, cioè gli affaristi del mestiere. G.N.) Il critico serio e un direttore d’un museo serio non fa ciò che tu dici. E.G.) Oggi l'arte ha smesso di essere spontanea e l'artista produce ciò che il mercato richiede. G.N.) È che non ci sono grandi artisti oggi nel mondo, ma solo artigiani, oppure abili approfittatori. E.G.) Nessuno oggi accetterebbe la proposta di diventare il più grande artista del XXI secolo a condizione che per tutta la sua esistenza egli sia costretto a fare la fame (che poi è stata per gran parte la vita di van Gogh). G.N.) Eppure c’è gente che si suicida, in una o in un’altra forma, perché non riesce ad ottenere la ‘fama’ che meritano (o credono di meritare). |