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Se c'è una cosa che non si può trovare nei manuali scolastici di storia sono
proprio le crociate cattoliche nelle terre baltiche o nel Nord-Est dell'Europa: uno di quegli eventi che
praticamente risulta non essere mai accaduto.
Eppure sono durate infinitamente di più di quelle classiche contro l'islam
che si studiano in tutti i libri di storia. Se consideriamo che già con Carlo
Magno l'espansione franco-cattolica verso est costituiva parte integrante della
politica estera carolingia e che le ultimissime crociate terminano nella prima metà del
XVI sec., qui praticamente si ha a che fare con un periodo di almeno sette
secoli.
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Tutti i paesi europei centro-orientali di religione cattolica devono la loro
cultura, la religione, spesso anche la loro lingua e quasi sempre i loro confini
proprio allo sviluppo di queste crociate. Questi stessi paesi, una volta
divenuti cattolici, assunsero iniziative particolarmente bellicose contro i
paesi limitrofi ancora di religione o di cultura pre-cristiana o divenuti cristiano-ortodossi
a partire dall'XI sec.
Particolarmente attivi in senso bellicista gli Stati cattolici furono quando
in Europa occidentale cominciarono a svilupparsi, verso la fine dell'alto
Medioevo, i traffici commerciali nell'area mediterranea e più in
generale con l'oriente.
Questi traffici da un lato stimolavano l'interesse dei nuovi ceti borghesi
per le risorse umane e materiali dell'est, dall'altro mandavano in crisi
l'istituto del servaggio, su cui fino a quel momento avevano fatto le loro
fortune i ceti agrari e nobiliari.
Ovviamente il termine "crociata" non appartiene al linguaggio medievale. Le
fonti dell’epoca parlano di peregrinatio ("pellegrinaggio") o di iter
("viaggio in armi"). Dal XII secolo si afferma l’uso del termine passagium
("viaggio attraverso il mare"), o passagium generale quando si indicavano
le spedizioni maggiori, indette da un’apposita bolla pontificia, e che quindi
interessavano in via di diritto tutta la cristianità occidentale.
Le crociate del Nord, esattamente come nel Vicino Oriente, avevano lo scopo di
arricchire non solo i mercanti, che con la loro attività volevano superare
i limiti del feudalesimo, ma anche i feudatari, che non volevano rinunciare
all'idea di vivere di rendita e che pensavano di poter ottenere, all'estero, con
la forza delle armi, quelle ricchezze che stavano perdendo, all'interno, con la
forza del denaro dei nuovi ceti commerciali e imprenditoriali.
Sotto questo aspetto le crociate servirono anche come valvola di sfogo, in
senso colonialistico, alle gravi crisi sociali che attanagliavano un sistema
iniquo e oppressivo come quello feudale, basato sulle grandi proprietà private,
sulla progressiva rovina dei piccoli coltivatori, su un servaggio che, rispetto
agli sviluppi del movimento urbano e mercantile (soprattutto dell'Italia e delle
Fiandre), risultava sempre più anacronistico.
La crociata fu una risposta sbagliata (di politica estera) a un problema
reale (di politica interna): il servaggio. Gli antagonismi feudali, che la borghesia andava
esasperando, non produssero, se non in forme limitate, un movimento di
opposizione del mondo contadino in direzione di un'equa ripartizione delle
terre, ma un enorme travaso di popolazioni da ovest verso est, preceduto da
accanite campagne militari, delle cui motivazioni ideologiche si fece carico il
clero cattolico, secolare e soprattutto regolare.
Intorno al Mille la lotta dei contadini contro i feudatari assunse le forme
di una vera e propria fuga dai feudi, spesso in concomitanza con lo sviluppo di
movimenti ereticali antiecclesiastici, fino alle insurrezioni vere e proprie
(p.es. in Normandia nel 997, in Bretagna nel 1024 o nelle Fiandre nel 1035). La
stessa crociata dei poveri del 1096 fu in realtà una gigantesca fuga
dall'oppressione feudale, che si risolse in una carneficina tra i partecipanti.
D'altra parte i feudatari erano avversari irriducibili dei contadini in
rivolta, e raramente
scendevano a compromessi. Molto spesso era in lotta anche tra di loro. A quell'epoca i domini feudali più importanti erano
il ducato di Normandia (creato dai normanni scandinavi), la contea delle
Fiandre, la contea di Angiò (questi conti verso la metà del XII sec.
diventeranno signori d'Inghilterra), il ducato di Bretagna, la contea della
Champagne, il ducato di Borgogna, la contea di Poitou, il ducato di Aquitania,
la contea di Tolosa: questi feudatari posero fine alla dinastia carolingia, che
pur era servita per opporsi a tutte le popolazioni pre-cristiane o non
cattolico-romane, e diedero il potere a Ugo Capeto, la cui sovranità risultò del
tutto insignificante.
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