L'idea di crociata 1

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Se c'è una cosa che non si può trovare nei manuali scolastici di storia sono proprio le crociate cattoliche nelle terre baltiche o nel Nord-Est dell'Europa: uno di quegli eventi che praticamente risulta non essere mai accaduto.
Eppure sono durate infinitamente di più di quelle classiche contro l'islam che si studiano in tutti i libri di storia. Se consideriamo che già con Carlo Magno l'espansione franco-cattolica verso est costituiva parte integrante della politica estera carolingia e che le ultimissime crociate terminano nella prima metà del XVI sec., qui praticamente si ha a che fare con un periodo di almeno sette secoli.

Alessandro Nevskij, principe russo

Tutti i paesi europei centro-orientali di religione cattolica devono la loro cultura, la religione, spesso anche la loro lingua e quasi sempre i loro confini proprio allo sviluppo di queste crociate. Questi stessi paesi, una volta divenuti cattolici, assunsero iniziative particolarmente bellicose contro i paesi limitrofi ancora di religione o di cultura pre-cristiana o divenuti cristiano-ortodossi a partire dall'XI sec.
Particolarmente attivi in senso bellicista gli Stati cattolici furono quando in Europa occidentale cominciarono a svilupparsi, verso la fine dell'alto Medioevo, i traffici commerciali nell'area mediterranea e più in generale con l'oriente.
Questi traffici da un lato stimolavano l'interesse dei nuovi ceti borghesi per le risorse umane e materiali dell'est, dall'altro mandavano in crisi l'istituto del servaggio, su cui fino a quel momento avevano fatto le loro fortune i ceti agrari e nobiliari.
Ovviamente il termine "crociata" non appartiene al linguaggio medievale. Le fonti dell’epoca parlano di peregrinatio ("pellegrinaggio") o di iter ("viaggio in armi"). Dal XII secolo si afferma l’uso del termine passagium ("viaggio attraverso il mare"), o passagium generale quando si indicavano le spedizioni maggiori, indette da un’apposita bolla pontificia, e che quindi interessavano in via di diritto tutta la cristianità occidentale.
Le crociate del Nord, esattamente come nel Vicino Oriente, avevano lo scopo di arricchire non solo i mercanti, che con la loro attività volevano superare i limiti del feudalesimo, ma anche i feudatari, che non volevano rinunciare all'idea di vivere di rendita e che pensavano di poter ottenere, all'estero, con la forza delle armi, quelle ricchezze che stavano perdendo, all'interno, con la forza del denaro dei nuovi ceti commerciali e imprenditoriali.
Sotto questo aspetto le crociate servirono anche come valvola di sfogo, in senso colonialistico, alle gravi crisi sociali che attanagliavano un sistema iniquo e oppressivo come quello feudale, basato sulle grandi proprietà private, sulla progressiva rovina dei piccoli coltivatori, su un servaggio che, rispetto agli sviluppi del movimento urbano e mercantile (soprattutto dell'Italia e delle Fiandre), risultava sempre più anacronistico.
La crociata fu una risposta sbagliata (di politica estera) a un problema reale (di politica interna): il servaggio. Gli antagonismi feudali, che la borghesia andava esasperando, non produssero, se non in forme limitate, un movimento di opposizione del mondo contadino in direzione di un'equa ripartizione delle terre, ma un enorme travaso di popolazioni da ovest verso est, preceduto da accanite campagne militari, delle cui motivazioni ideologiche si fece carico il clero cattolico, secolare e soprattutto regolare.
Intorno al Mille la lotta dei contadini contro i feudatari assunse le forme di una vera e propria fuga dai feudi, spesso in concomitanza con lo sviluppo di movimenti ereticali antiecclesiastici, fino alle insurrezioni vere e proprie (p.es. in Normandia nel 997, in Bretagna nel 1024 o nelle Fiandre nel 1035). La stessa crociata dei poveri del 1096 fu in realtà una gigantesca fuga dall'oppressione feudale, che si risolse in una carneficina tra i partecipanti.
D'altra parte i feudatari erano avversari irriducibili dei contadini in rivolta, e raramente scendevano a compromessi. Molto spesso era in lotta anche tra di loro. A quell'epoca i domini feudali più importanti erano il ducato di Normandia (creato dai normanni scandinavi), la contea delle Fiandre, la contea di Angiò (questi conti verso la metà del XII sec. diventeranno signori d'Inghilterra), il ducato di Bretagna, la contea della Champagne, il ducato di Borgogna, la contea di Poitou, il ducato di Aquitania, la contea di Tolosa: questi feudatari posero fine alla dinastia carolingia, che pur era servita per opporsi a tutte le popolazioni pre-cristiane o non cattolico-romane, e diedero il potere a Ugo Capeto, la cui sovranità risultò del tutto insignificante.

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Ultimo aggiornamento: 02-set-2011