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Nei secoli X-XII i signori feudali tedeschi avevano conquistato, grazie
anche a un esercito della chiesa romana e all'aiuto dei danesi, la terra degli
slavi polabi e pomerani e si erano diretti verso la Vistola, creando nel
contempo un secondo punto d'attacco lungo la Dvina occidentale. Questa regione
era stata chiamata Livonia (1200).
Fu costruita la fortezza di Riga (1201) e fondato l'Ordine cavalleresco dei
Portaspada (1202). Progressivamente la minaccia si avvicinò all'Estonia, e a
nulla valsero i tentativi, poco convincenti, da parte dei russi, di
scongiurarla. L'Estonia fu presa e saccheggiata e i danesi vi costruirono Tallinn.
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Quando nel 1223 la Rus' subì una gravissima sconfitta da parte dei mongoli,
il destino dei paesi baltici pareva segnato. Infatti papa Onorio III (1216-1227)
chiese nel 1227 la sottomissione di tutti i re della Rus'.
La chiesa di Roma chiese ai principi polacchi e ungheresi d'intervenire per
indurre più facilmente quelli russi a cedere, e, proprio mentre sembrava che per
la Rus' fosse la fine, il principe
Jaroslav II riuscì nel 1234 a sconfiggere a Novgorod i cavalieri crociati, i
quali, vista la mala parata, si rivolsero verso la Lituania, ma anche qui senza
successo.
Ma il peggio doveva ancora venire. I cavalieri teutonici, conquistata la
Prussia nel 1230, nonché la Pomerania polacca, tentarono di penetrare nella Rus'
di Galizia-Volynia (a loro si aggiunsero anche gli svedesi). I Teutonici si
unirono ai Portaspada (1237) e si preparono ad attaccare la Rus', alle prese con
le orde tataro-mongole, le quali non solo erano riuscite a sconfiggere i russi,
ma erano penetrate persino nei territori polacchi, boemi, croati e ungheresi.
Il primo vero attacco contro la Russia feudale, di religione
cristiano-ortodossa, compiuto dalle forze cattolico-romane, risale al 1240,
allorché papa Gregorio IX (1227-41) chiese agli svedesi di avviare una
spedizione militare contro i finnici e il principato di Novgorod.
A tale spedizione parteciparono anche alcuni vescovi, incaricati di
predicare e spiegare alle popolazioni locali l'obiettivo della campagna
militare, ch'era appunto quello di diffondere l'unico vero cristianesimo, quello
"latino".
Ovviamente, oltre a questa ragione culturale, vi era anche quella di tipo
economico, che consisteva nella conquista della Neva e del lago Ladoga, al fine
di garantire agli svedesi il privilegio di esercitare i traffici commerciali in
questa regione, tagliando fuori il principato di Novgorod dal Mar Baltico e
isolandolo dalla Finlandia.
Per tutta risposta, gli abitanti di Novgorod misero insieme un grande
esercito, guidato dal principe Aleksandr (detto poi Nevskij), figlio di Jaroslav,
il quale trasferì rapidamente le sue truppe verso la foce della Neva (dove 500
anni dopo sorgerà Pietroburgo) e il 15 luglio 1240 sconfisse pesantemente gli
svedesi.
Subito dopo però il papa organizzò una nuova crociata coinvolgendo i
cavalieri teutonici, i livoni e i danesi e questa volta l'offensiva contro la
sola Rus', già invasa dagli eserciti tataro-mongoli, venne sferrata lungo un vasto
fronte, spesso con la complicità dei boiardi (agrari russi), al punto che venne
saccheggiata la città di Pskov, che aveva resistito a ben 26 assedi.
I teutonici erano già a una trentina di chilometri da Novgorod, quando il
principe Nevskij, con una manovra inaspettata, cacciò i teutonici da Pskov,
liberando tutte le terre vicine dagli invasori.
Tuttavia, la sconfitta più pesante i teutonici dovettero subirla il 5 aprile
1242, allorché l'armata di Novgorod, appoggiata da alcuni reggimenti di
Vladimir-Suzdal li sfidò sul lago Peipus. In questa "battaglia sul ghiaccio" i
teutonici persero 400 cavalieri e altri 50 furono fatti prigionieri.
Nonostante che l'invasione mongola non permettesse alla Rus' di cacciare
definitivamente i feudatari tedeschi dalle terre estoni e lettoni, l'Ordine
Teutonico non solo rinunciò a conquistare la Rus', ma fu anche costretto
ad accettare la precedente giurisdizione di Novgorod su alcune terre baltiche.
Grazie a
quella vittoria si rinsaldarono le posizioni dello Stato lituano di Mindaugas,
si ribellarono una parte di polacchi e di prussiani contro i teutonici; ebbe
infine un momento di tregua la Rus' di Galizia e Volynia, le cui truppe
inflissero nel 1245 una grave sconfitta agli ungheresi e ai polacchi nei pressi di Jaroslavl. Vi fu anche il matrimonio dinastico tra il figlio del principe Daniil
di Galizia, Svarn, e la figlia di Mindaugas, grazie al quale per un breve
periodo di tempo Svarn divenne granduca di Lituania.
Visto il disastroso successo della crociata antirussa, la curia romana prese
a chiedere ai regnanti polacchi, svedesi, norvegesi, e ai Teutonici di porre un
embargo commerciale alla Rus', ma la richiesta rimase inascoltata.
Nella seconda metà del sec. XIII e nel corso di quello successivo l'Ordine
teutonico proseguì la guerra contro i prussiani e i lituani occidentali,
riconquistando le terre perdute, nonché la Pomerania orientale con Danzica,
l'Estonia e la Jemaitia lituana. La sede del Gran Maestro dell'Ordine fu
trasferita da Venezia a Marienburgo (Prussia).
I territori conquistati nel Baltico, corrispondenti a quelli attualmente
occupati dall'Estonia e dalla Lituania, ebbero il nome di Livonia, una sorta di
Stato confederale cui si aggregarono l'Ordine livonico, l'arcivescovato di Riga
e tre vescovati, e le cui popolazioni, cattolicizzate a forza, furono ridotte
allo stato di servitù nel quadro dei rapporti feudali.
Dopo aver sottratto alla Lituania la regione di Jemaitia, i teutonici
chiusero gli accessi al Mar Baltico per la Polonia, la Lituania e la Russia. In
tal modo l'Ordine rinsaldò le proprie posizioni nei traffici sul Baltico,
mettendosi direttamente in contatto con le città che più tardi costituiranno la
Lega Anseatica.
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