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L'epoca nuova nel confronto bellico con gli slavi fu inaugurata dalla nuova
dinastia sassone (919-1024), che salì sul trono di Germania con Enrico I l'Uccellatore
(919-936). Il regno fu chiamato "teutonico" in ricordo di una delle più antiche
tribù germaniche del II sec. a.C.
Contemporaneamente però andavano formandosi i primi Stati slavi autonomi: la
Grande Moravia del principe Svatopluk, lo Stato boemo dei Premyslidi e quello
polacco, nonché la Rus' di Kiev, nel sec. X, il primo Stato russo.
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Approfittando del fatto che gli ungari avevano conquistato la Pannonia verso
la fine del IX sec., i sassoni (1) cominciarono ad attrezzarsi sul piano
dell'organizzazione militare, conseguendo alcune vittorie contro i magiari e gli slavi.
Gli ungari vennero sconfitti nel 933. Senonché le continue rivolte dei grandi
feudatari germanici contro il potere regio minavano la stabilità e le
istituzioni del regno.
Per questa ragione la
conquista delle regioni slave sulle rive dell'Elba iniziò veramente solo con Ottone I di Sassonia
(962-73), che riuscì a sconfiggere gli unni e gli obodriti (955). Egli seppe
avvalersi del potere della chiesa latina, concedendo ampie prerogative militari
e diritti di immunità alla nobiltà ecclesiastica e ai grandi monasteri; arrivò
persino a nominare o a sostituire alcuni vescovi senza il previo consenso
pontificio, ponendo così le basi di quella che di lì a poco verrà chiamata la
"guerra per le investiture".
Ottone I comunque riuscì successivamente a sottomettere i polabi e i redarii,
i quali ad un certo punto preferirono convertirsi al cattolicesimo romano,
accettando di pagare un tributo al regno teutonico, e prestando altresì
manodopera gratuita in caso di necessità. Gli ungari vennero di nuovo sconfitti
nel 955, ponendo così fine alle loro incursioni in Germania. I feudatari
germanici scesero anche in Italia, occupando la Lombardia e parte della Toscana.
Dopo aver
costruito numerose marche di confine (distretti militari), per contenere la
revanche slava, dopo aver fatto praticamente nascere il Brandeburgo e
l'Austria, e aver ottenuto il riconoscimento della propria superiorità militare
da parte del principe boemo Boleslao I, Ottone riuscì a ottenere la corona
imperiale a Roma nel 962. Alla chiesa cattolica promise la cristianizzazione
forzata delle terre slave e l'istituzione dell'arcivescovato di Magdeburgo, che
si estendeva dall'Elba alla Polonia (968).
L'impero cominciò ad essere chiamato "sacro romano impero della nazione
germanica". L'intento dei tedeschi era quello di dominare su tutta l'Europa
occidentale, per poi rivolgersi con decisione verso est, ma in quel momento la
realtà feudale era piuttosto favorevole al frazionamento dei centri di potere.
Alla fine del X sec. gli imperatori germanici non erano neppure in grado
d'impedire agli slavi di riprendersi le loro terre.
P. es. nel Brandeburgo, non riuscendo a sopportare il giogo feudale
imposto loro dai sassoni, le tribù slave degli obodriti e dei liutizi reagirono
con forza nel 983, arrivando persino a invadere la Sassonia. Il confine era
praticamente tornato sull'Elba.
Intanto però Boemia, Polonia e Ungheria, avendo accettato il cristianesimo
latino, si stavano avviando a diventare degli Stati, cercando di superare le
proprie divisioni tribali, senza per questo spalancare le porte all'egemonia
germanica.
Il papato, per avere un controllo dei territori conquistati indipendente dai
sassoni, fondò subito due sedi metropolitane: una a Giezno, in Polonia, l'altra
a Gran in Ungheria, e incoronò rispettivamente i due re: Boleslao Chrobry (1025)
e Stefano, il primo re ungherese.
Inutile dire che questa iniziativa politico-ecclesiastica induceva i
suddetti sovrani ad opporsi alle ingerenze dei sassoni nei loro Stati, tant'è
che gli imperatori Enrico II (1002-24)e Corrado II (1024-39) dovettero
combattere contro Boleslao e i suoi successori, cercando nel contempo
d'insediare in Boemia un principe a loro favorevole, che impedisse di far cadere
la regione sotto l'influsso polacco.
Lo stesso Enrico III (1039-56), della dinastia franconia, dovette subire una
clamorosa sconfitta nel 1055 da parte dei liutizi e non gli riuscì neppure di
conquistare l'Ungheria.
Il successore Enrico IV (1056-1106) prese così seriamente le tendenze
separatiste della nobiltà feudale che decise addirittura di invadere la Sassonia
per farne un possedimento privato della corona imperiale. Scoppiò immediatamente
un'insurrezione contadina guidata dai feudatari sassoni, in nome della
liberazione dal giogo imperiale, ma siccome i feudatari tradirono i contadini,
quando questi cominciarono ad avanzare rivendicazioni anche di natura
socioeconomica, alla fine fu Enrico IV ad avere la meglio.
Sia come sia, di fatto già sotto Ottone III (983-1002) i sassoni erano in
grado di dominare, in forme e modi diversi, interamente o in parte, i seguenti paesi: Italia, Gallia, Germania e
Sclavinia (la terra degli slavi più vicina ai confini dell'sacro
romano-germanico impero). Lo spazio slavo rappresentava un terreno di
missione cattolico-romana e di intervento coloniale politico-militare.
Vedremo che, nonostante la battuta d'arresto conseguente alla durissima
lotta per le investiture tra gli imperatori salici di casa franconia e il
papato, nel XII secolo ci sarà un
grandioso processo di colonizzazione contadina, da ovest verso est, dovuto al fatto che le
contraddizioni feudali del servaggio si erano enormemente aggravate nell'area
occidentale dell'Europa, specie dopo la ripresa delle attività commerciali
inaugurate in Italia e nelle Fiandre (2).
(1) I sassoni, insieme agli abitanti della penisola dello
Jutland, avevano già conquistato quasi tutta l'Inghilterra dal secolo V fino
all'inizio del VII, sterminando la popolazione celtica. (torna
su)
(2) Regione dell'Europa nord-occidentale estesa per circa
mille km lungo il mare del Nord, divisa tra Paesi Bassi, Belgio e Francia.
Formava la Gallia Belgica sotto Cesare, ma dal III sec. d.C. vi si stanziarono i
franchi, che la svilupparono molto commercialmente.
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