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Dopo la morte del Barbarossa, avvenuta durante la terza crociata
anti-islamica, scoppiò la guerra civile tra i discendenti di
Enrico il Leone (guelfi) e quelli di Federico (ghibellini), intorno
all'assegnazione del trono tedesco e imperiale.
La vittoria del ghibellino Federico II (1220-50), della dinastia Staufen, e i suoi accentuati
interessi mediterranei permisero ai danesi di espandersi così tanto che le terre
slave a nord dell'Elba praticamente erano nelle mani del re Waldemaro II il
Vittorioso (1202-41).
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Non è però vero che Federico II non fece nulla per le regioni nord-orientali
dell'impero: nel 1226, p. es., insediò in Polonia l'Ordine Teutonico
(monaci-cavalieri tedeschi), il quale aveva già fatto le sue prime prove
colonialistiche in Terrasanta.
I Teutonici erano già stati preceduti da un altro ordine monastico-militare,
quello dei Portaspada, che agiva nelle regioni baltiche, in Livonia (lettoni ed
estoni). Qui la prima chiesa vescovile, dipendente dalla sede di Brema, fu
eretta nel 1184, e nel 1200 il nuovo vescovo Alberto capeggiò subito una
regolare crociata nella regione, con l'avallo di papa Innocenzo III e con la
partecipazione di molti nobili tedeschi. L'anno seguente fu fondata Riga.
L'ordine dei Portaspada era stato istituito dal cistercense Teodorico nel
1202, come una sorta di esercito permanente a protezione delle conquiste già
fatte contro gli slavi di religione pagana.
I Portaspada, poiché erano stati sconfitti dalla spinta danese verso est,
furono inglobati da papa Gregorio IX nell'Ordine Teutonico, che così mise
ufficialmente piede nelle terre del nord-est (1237).
Ufficiosamente i Teutonici avevano fatto sentire la loro azione
colonizzatrice già nel 1211, allorché Andrea II d'Ungheria, per proteggere i
suoi confini orientali dalla pressione dei nomadi cumani, aveva dato loro una
terra deserta e disabitata.
I Teutonici ingrandirono progressivamente i loro domini, finché cominciarono
ad arrivare i primi coloni dall'ovest, generalmente contadini e mercanti.
L'intenzione era quella di creare uno Stato esteso dal Danubio al Mar Nero.
Tuttavia, poiché temeva seriamente fatali conseguenze per il proprio Stato,
il re ungherese li espulse dal proprio territorio. Fu allora che i Teutonici,
chiamati dal duca polacco Corrado di Masovia allo scopo di combattere alcune
tribù slave, affidò loro la terra di Kulm, in Polonia, verso il Baltico.
Federico II permise loro di estendersi nelle terre dei prussiani, di
religione ancora pagana. Anzi, l'ordine, ottenuta in feudo la Prussia da parte
di papa Gregorio IX (1234), prese subito a costruire uno Stato monastico-feudale,
popolandolo di tedeschi e in parte di polacchi e di baltici di religione
cattolica, sterminando o assoggettando i prussiani di lingua baltica e di
religione pagana (1283).
Grazie a loro sorse una rete di città costiere, situate sul golfo di Danzica,
e la Polonia fu praticamente separata dal Baltico. Il nome di "prussiani" passò
a identificare i nuovi dominatori tedeschi.
Tuttavia i Teutonici subirono due grandi sconfitte militari, che ne
ridimensionarono di molto la potenza: quella da parte dei russi guidati da A.
Nevskij nel 1242, e quella da parte del nuovo regno polacco-lituano, guidato
dalla dinastia degli Jagelloni nel 1410.
Praticamente nel 1466 lo Stato teutonico era ridotto alla sola parte
orientale della Prussia, la quale peraltro dovette riconoscere la sovranità
polacca.
Nei secoli XII-XIII vi furono in Germania numerose insurrezioni contadine
che attenuarono il duro giogo feudale, ma che venivano più che altro
strumentalizzate dai principi per impedire che l'imperatore formasse uno unico
Stato centralizzato. Anzi, i principi acquisirono tanti di quei privilegi (p.
es. creare dogane, battere moneta, riscuotere imposte, gestire l'alta
giustizia...), che praticamente Federico II si sentiva a casa sua più nel regno
delle Due Sicilie che in Germania. Suo obiettivo strategico era quello di
conquistare tutta l'Italia per potersi poi imporre sui principi tedeschi, ma, a
causa dell'ostilità del papato e delle città borghesi, l'impresa non gli riuscì.
Alla sua morte tutti i beni della corona furono divisi tra i vari principi
tedeschi.
Finita la dinastia degli Staufer, la Germania finisce in un interregno senza
più alcun principe tedesco in grado di occupare il trono imperiale: l'espansione
politico-militare verso le regioni baltiche era virtualmente concluso.
I tedeschi avevano raggiunto l'Oder, poi le rive del Baltico e potevano,
volendo, colonizzare le terre polacche, ungheresi, boeme della Pomerania e della
Slesia, poiché queste riconoscevano, almeno formalmente, l'autorità imperiale.
Ma essi si spinsero fino ai territori compresi tra la Vistola inferiore e il
Niemen, nel bacino della Dvina occidentale, lungo le rive del golfo di Riga,
fino al lago Čud. In Italia avevano pretese
nell'area meridionale, inclusa la Sicilia.
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