LA SVOLTA DI GIOTTO
LA NASCITA BORGHESE DELL'ARTE MODERNA

DIBATTITO SU GIOTTO

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Dunque ritornando al nostro colloquio avvenuto ad Ancona tu mi dicevi che la pittura prima di Giotto ti faceva sentire il senso religioso che emanava, mentre quella a partire di Giotto ti sembra solo un artificio intellettuale.

Infatti così ci sembra oggi, in prospettiva storica. Brevemente ti ricordo che il cristianesimo primitivo era completamente ostile all'arte, poi il razionalismo scolastico, durante il Medio Evo, lasciò aperto uno spiraglio: la pittura era 'tollerata' dalla Chiesa in quanto riproduceva ed esaltava le opere della natura create dal Padreterno, quindi imitare la natura equivaleva a pregare. Non esisteva la preoccupazione per la bellezza, l'arte doveva essere soltanto utile, infatti il clero protestava contro l'abbellimento delle chiese. Era un'arte antiestetica, antisensuale, esclusivamente razionale che doveva ubbidire al codice morale e ai canoni giuridici delle confraternite e dell'artigianato.

Il Rinascimento reagì contro questo concetto: la vita non è solo vita contemplativa, l'uomo non deve annullare la sua sensibilità, l'arte dev'essere una manifestazione ampia e completa di tutto l'essere umano. L'arte non era più un mezzo per, ma un valore in se stesso (cominciò a nascere il concetto dell'arte per l'arte, che poi ritroveremo nel secolo XVI e nelle polemiche dei secoli posteriori, fino al secolo XIX).

Leone Battista Alberti definì l'opera d'arte con la 'concinnitas': armonia e perfezione che si capta per mezzo della ragione e del sentimento, l'arte non è più la 'ancilla theologiae', la serva di un dogma, ma diventa indipendente.

Oggi poi la critica dà più importanza alla fruizione razionale, anche se non dimentica quella sensuale.

Simbologia delle icone bizantine, traduco riassumendo dallo spagnolo un saggio di Manuel Vega apparso in internet:

I colori hanno lo scopo di separare il cielo dalla nostra esistenza terrena.

Quindi gli iconografi non possono utilizzare liberamente i colori, né applicare tonalità diverse, né oscurare le immagini con ombre, ma semplicemente applicare il colore previamente imposto loro. Il secondo concilio di Nicea stabilì che solo la realizzazione tecnica dell'opera doveva dipendere dal pittore, tutto lo schema originale, l'organizzazione e la composizione, le immagini, i colori, la luce stessa dovevano dipendere dai santi padri, applicando e seguendo scrupolosamente i manuali da loro scritti.

Oro: tutti i secondi piani sono d'oro brunito per ottenere la massima lucentezza. L'oro rappresenta la luce di Dio e ogni immagine rappresentata è gravida della luce divina. I mantelli e le tuniche di Dio e della Madonna, alcuni arcangeli e santi sono decorati con disegni d'oro, per la loro vicinanza a Dio.

Bianco: rappresenta la luce stessa, la 'Nuova Vita'.

Nero: rappresenta l'assenza totale della luce, il nulla, il caos, la morte, i diavoli, i condannati eternamente sono dipinti di nero.

Rosso: usato per i mantelli e le tuniche di Cristo e dei martiri, simbolizza il sangue del sacrificio, ed anche l'amore, dato che è la causa principale del sacrificio. Al contrario del bianco che è l'intangibile, il rosso rappresenta la pienezza della vita terrena.

Porpora: rappresenta il potere imperiale (solo l'imperatore e i suoi familiari, e altri re erano autorizzati ad usarlo, oltre a Cristo e alla Madonna).

Azzurro: come in Egitto anche in Bisanzio era il colore della divinità, quindi di Dio, Cristo e la Madonna e le persone alle qual trasmettono la santità.

Verde: è il colore della natura, della vita terrena, dell'arrivo e rinascimento della primavera, e significa nei personaggi la rinnovazione della vita spirituale.

Marrone: significa la terra e anche umiltà. Questi sono gli unici colori che si permettono di utilizzare. Gli altri colori, dato che non contenendo simbologie di sorta, sono proibiti.

La figura umana: è antirealistica, in opposizione alla bellezza fisica greca. La bellezza interna dell'anima prevale sull'estetica, obbedendo alla missione evangelica.

Le teste delle figure non hanno proporzione alcuna col resto del corpo, e rappresentano l'intelligenza e la sapienza e sono recettive della luce divina. Le teste femminili sono sempre coperte, celando i capelli. Le fronti gonfiate significano intelligenza superiore assistita dallo Spirito Santo. Le aureole rappresentano la luce di Dio.

Il viso: è il centro spirituale dell'icone, e dev'essere esattamente uguale per ogni divinità o santo, altrimenti perderebbe per il credente il suo effetto. Generalmente il volto è visto di fronte, dato che significa 'presenza'. In atteggiamento di preghiera, dato che il suo pensiero è sempre rivolto a Dio.

A volte il volto è di tre quarti, ma la sua vista è frontale. Se il volto appare di profilo significa che non ha ancora raggiunto la santità. La nuca non è mai rappresentata, dato che in Grecia gli schiavi si chiamavano 'aprosopos', cioè quelli senza faccia. Anche in riferimento al Vangelo di San Luca che afferma 'Colui che guida l'aratro e guarda di dietro non serve per il Regno di Dio'.

Gli occhi sono molto grandi e non hanno proporzione con relazione alla testa, inoltre sembrano immobili, pretendono rivelare la verità, perché non solo vedono, ma vigilano e interrogano penetrando fino in fondo all'anima del credente. In relazione anche con il Vangelo di San Luca 'I miei occhi hanno visto la tua salvezza' e 'Il tuo occhio è una lampada. Se è trasparente tutta la tua persona riceverà la luce. Però se è opaco la tua persona sarà molto confusa'.

Il naso appare allungato e netto, come la linea che unisce gli occhi alla bocca. Deve impedire l'entrata della fragranza del mondo materiale e poter ricevere l'odore di ciò che è sacro, e deve servire di condotto all'alito dello spirito che deve inondare tutta la personalità dell'essere rappresentato nell'icone.

La bocca, la parte più sensuale secondo molti filosofi, è annullata nelle icone, e dipinta con linee tenui e fini, e due triangoli al posto della labbra sempre chiuse. Come disse Zaccaria: 'Tutto deve tacere di fronte a Yahvè'.

Le orecchie, che si dice non finiscono mai di crescere, sono rappresentate molto grandi nei molti santi, per significare che questi pongono attenzione nell'ascoltare il richiamo di Dio, ma nella maggior parte dei casi sono quasi invisibili, coperte, salvo i lobuli, dai mantelli o dai capelli, perchè l'immagine deve restar sorda ai rumori del mondo, ed ascoltare solo le voci della sua coscienza.

Il mento si rappresenta volitivo ed energico, anche nelle immagini femminili, e simbolizza una gran forza spirituale.

Il collo è allungato dato che è il mezzo per il quale il corpo riceve il soffio vivificatore dello spirito.

Il corpo umano è alto e snello, scevro di volume, coperto da ampi vestimenti che occultano qualsiasi apparenza sessuale. La snellezza simbolizza la superiorità dello spirito sulla carne e la rinuncia di qualsiasi cosa materiale e di ogni faccenda terrena. La mancanza di gesti e movimenti simbolizza la 'santa pace', dato che i movimenti bruschi sono sinonimi del peccato umano.

Il corpo non proietta ombre perché per Dio non ci sono ombre né luoghi occulti ed anche perché i corpi sono immersi nella luce. Le braccia e le mani generalmente sono coperte dai vestiti, quando appaiono hanno tre dita unite, che rappresentano la Trinità, le due restanti (se si tratta di Cristo) indicano che lui è la seconda persona della Trinità. Se la figura femminile ha le braccia scoperte significa che sta al servizio della figura principale dell'icone.

La posizione delle mani e delle dita hanno significati specifici. Le dita sono sempre affilate e lunghe, dato che sono dei cavi conduttori dell'energia spirituale. In essi si radica il potere, dato che con l'indice si segnala, s'indica, si ordina. Nella Madonna della Passione le dita della mano sinistra sono unite e indicando il bambino Gesù, stanno a significare le parole del vangelo 'Io sono la via, la verità e la vita', mentre della sua mano destra si vedono solo quattro dita che puntano verso l'alto e dirette verso il bambino, indicando che i quattro vangeli sono le sue parole. Se le mani mostrano le palme significano supplica, preghiera.

Il paesaggio: non ha proporzione con le immagini centrali ed è rappresentato come una semplice decorazione. Le montagne non hanno vegetazione alcuna e appaiono come un'accumulazione disordinata di rocce, sfidando la legge della gravitazione. Gli alberi ed arbusti sono piccoli e di scarsa fronda. Anche le case e gli edifici non hanno proporzioni col resto della pittura, le porte e le finestre sono collocate a caso. Gli interni sembrano tendine o tappeti decorati con diversi disegni. Tutto ciò significa che le cose terrene non hanno nessun ordine e quindi sono effimere.

I nomi dei personaggi sono scritti in caratteri cirillici o greci (secondo il luogo di provenienza), su fondo d'oro, al lato delle immagini. L'immagine di Cristo è sempre accompagnata dalle lettere IC XC (abbreviazione del suo nome), al Pantocrator si aggiungono le lettere greche OWN (che significa 'Io sono quello che sono'). Se si tratta della Madonna si aggiungono MP OY (madre di Dio).

Come si può costatare le icone non sono realmente pitture, ma oggetti liturgici. La loro profonda simbologia ripete le Sacre Scritture che gli iconografi interpretano letteralmente, applicando i manuali che per loro scrissero i padri della Chiesa.

Manuel Vega

(Infatti non furono mai considerate opere d'arte, ma immagini popolari come i nostri 'santini'. Solo col romanticismo, con l'esaltazione del folclorismo, furono ricercate, e considerate opere pregevoli culturali, ma non esteticamente valide per le ragioni suddette).

Giancarlo Nacher

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 11/09/2014