LA SVOLTA DI GIOTTO
LA NASCITA BORGHESE DELL'ARTE MODERNA

DIBATTITO SU GIOTTO

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S'intende in questo articolo sciogliere la contrapposizione tuttora esistente tra l'arte classica, che da Giotto e Masaccio va fino alla metà ottocento, e l'arte moderna, che dalla metà dell'ottocento arriva ai nostri giorni. 

E dissipare l'imbarazzo dei critici moderni di fronte alla parola "bellezza" vista come un'anticaglia zuccherosa, a favore della più suggestiva "rottura" o "innovazione".

Inoltre non è infrequente a tutt'oggi trovare persone che restano tenacemente legate alla vecchia contrapposizione che vede - molto schematicamente - l'arte classica e classicistica propria della realtà borghese, e l'arte moderna e contemporanea propria delle classi subalterne o della gente comune.

Vedremo quindi che queste due visioni rientrano in un unico processo in cui gli elementi positivi sono di solito i concetti alla base dell'arte classica e quelli negativi alla base di quella moderna.

E' importante fare una precisazione per gli elementi cosiddetti "negativi": come al solito essi pur essendo negativi in sé, in senso assoluto, nella complessità delle cose possono essere armonizzati da elementi positivi e acquisire un senso positivo: per esempio il ritratto cubista di Vollard dipinto da Picasso pur essendo zeppo di elementi negativi (la frammentazione spinta, il bicromo) che ne fanno un'opera decisamente moderna viene "armonizzato" da un paio di elementi (le linee e le sfumature di luce disposte secondo la figura o quantomeno in modo armonioso a seconda delle zone) che lo rendono di una bellezza forte e dirompente. Come invece Les Demoiselles d'Avignon è un'opera sì moderna ma molto meno bella: dirompente, ma brutta. E questo fuori da qualsiasi relativismo culturale.

Nessuna contrapposizione: i princìpi che rendono bello un quadro cubista sono gli stessi che sono alla base dell'arte rinascimentale, e i princìpi che rendono imperfetta un'opera classica sono gli stessi che formano la base dell'arte moderna. Tutto è partecipe di un solo processo, secondo la struttura che segue:

comporre

creare

generare

combinare

a meno di un errore.

Comporre e generare hanno natura positiva e sono alla base dell'arte classica, creare e combinare hanno natura negativa e sono alla base dell'arte moderna.

Creare e generare possono essere confusi: creare è un concetto negativo perché permette l'esistenza di una cosa nuova indipendentemente da quella preesistente ed è legato all'arte moderna, generare permette l'esistenza a partire da ciò che c'era prima tramite continuità ed è quindi positivo e legato all'arte classica.

Comporre e combinare possono essere confusi: ma comporre ha natura positiva perché mira a mettere insieme le parti in un tutto organico ed è legato a una concezione classica dell'arte, combinare è invece legato all'arte moderna ed è negativo perché si propone di mettere insieme le parti accostandole, spesso ripetendole al fine di moltiplicarne le possibilità.

Il concetto più importante dei quattro è evidentemente creare, alla base dell'arte moderna, la quale dal 1860 in modo sempre più accentuato ha disposto la rottura delle regole fissate precedentemente per creare un linguaggio nuovo, fino ad arrivare al periodo precedente la prima guerra mondiale in cui una corrente nasceva per durare pochi anni ed essere superata.

Questo processo ha portato a un periodo (1905 circa - 1914 circa) considerato a ragione uno dei più felici della storia dell'arte, anche perché la rottura sì era marcata ma non prescindeva totalmente da ciò che c'era prima, ovvero una continuità veniva sempre mantenuta. 

Mai vedere quindi queste strutture esprimere posizioni radicali: questa non è ideologia, è realtà; non è solo filosofia, è soprattutto pratica. 

L'atto di creare di questa fase d'oro dell'arte ha permesso di mettere in luce tutte le potenzialità del linguaggio espressivo che erano rimaste nascoste per secoli: è come se una rottura decisa degli schemi artistici abbia fatto uscire la bellezza del colore in se stessa (espressionismo), della linea in se stessa (sempre espressionismo), dei volumi (cubismo), delle forme (astrattismo), dei significati (surrealismo) ecc. Ma una volta esaurite le potenzialità, o si continuava la strada dei nuovi linguaggi, o si riprendeva a guardare al passato, o entrambe le cose. 

Invece persistere nell'atto di creare ha portato gradualmente alla creazione fine a se stessa, il nuovo per il gusto del nuovo: a questo livello è restato solo il creare, non più armonizzato da nulla, l'elemento negativo isolato, e questo si può verificare ammirando le sciocchezze che i grandi nomi dell'arte contemporanea ci presentano ogni anno.

Certo che l'atto di creare era presente anche nell'arte classica ma sottoposto a una continuità assoluta col passato e anche i grandi rivoluzionari del passato come Giotto o Caravaggio seguivano decisamente le orme della tradizione, cosa che i ciarlatani dell'arte contemporanea non possono più fare perché dal nulla a passare al nulla non c'è né continuità né rottura: c'è solo il nulla. Il creare dei classici era quindi più vicino al generare.

Altro concetto fondamentale è quello di comporre: significa mettere insieme le parti in vista di una unità, e attraverso l'armonizzazione dei concetti negativi permette a opere moderne piene di difformità, dissonanze, rotture e incongruenze di essere belle. Si esprime in tanti modi: composizione dei colori, delle linee, delle figure principalmente.

E' il principio che sta alla base dell'arte, di quella classica come di quella moderna, con la differenza che i classici lo utilizzavano a tutti i livelli, non solo nella struttura generale dell'opera ma anche per rappresentare i singoli personaggi, un paesaggio ecc.

Combinare invece è un concetto di importanza minore rispetto a comporre, molto vicino ad accostare tant'è che ne spiega l'errore. Nell'arte classica è presente ogni qual volta ci sia una ripetizione di elementi o all'interno di un'opera o da opere diverse.

Molto più presente è nell'arte moderna, soprattutto nel cubismo e nell'astrattismo, dove molti elementi sembrano lo stesso, combinato in forme diverse molte volte.

E' un concetto insidioso, talvolta nella vita reale lo si può considerare positivo perché dà l'idea della ricchezza mentre è solamente esplosione numerica. Non a caso è uno dei concetti più utilizzati nell'arte contemporanea, ammesso sempre che la si voglia considerare arte.

L'errore della struttura precedente è spiegato dalla seguente struttura:

unire

dividere

distinguere

accostare

a meno di un errore.

Dove unire spiega l'errore verso comporre, dividere verso creare, distinguere verso generare, accostare verso combinare.

Unire e distinguere hanno natura positiva e sono legati all'arte classica, dividere e accostare negativa e sono legati all'arte moderna.

Unire e accostare possono essere confusi non tanto concettualmente quanto nei fatti: ma unire ha natura positiva ed è legata all'arte classica, accostare è legata all'arte moderna e ha natura negativa poiché non presuppone la creazione di una unità ma permette solo il proliferare del numero, ed è legata all'arte moderna.

Dividere e distinguere possono essere confusi: ma dividere ha natura evidentemente negativa ed è legato all'arte moderna, distinguere ha natura positiva perché si ripropone di recuperare all'individualità ciò che è stato messo insieme erroneamente creando confusione, ed è legato all'arte classica.

L'arte classica propugna l'unità dello spazio e di tutta la realtà rappresentata, e la distinzione di ogni elemento dall'altro in modo da recuperare il più possibile la loro individualità, evitando l'accostamento medievale.

L'arte moderna già a partire dai primi impressionisti (Monet, Renoir) ha diviso il tratto fino ad arrivare a un tratto puramente casuale con Pollock, e ha operato una separazione della figura dalla realtà sia per quel che riguarda la forma che per i colori (forme e colori irreali), ed ha accostato al significato immediato dell'immagine spesso significati esterni che ne hanno reso la lettura cerebrale (come ad esempio le lettere dell'alfabeto inserite dai cubisti sulla scia di Marinetti).

Un dipinto rinascimentale tuttavia potrebbe essere caratterizzato da unità spaziale datagli dalla prospettiva, le figure essere disegnate in modo corretto e piacevole (unire), ma se presenta colori molto diversi, che non presentano una unità (dividere) o le figure sono disposte in modo disarmonico o insignificante (accostare, dividere) il quadro risulterà imperfetto, dissonante: sempre arte rinascimentale, classica, ma recante un senso di disarmonia.

Quella stessa disarmonia che magari vediamo alla base di un dipinto astratto, con forme staccate e prive di una loro unità ma legate da una armonia di colori consonanti e vivaci, sconosciuti all'arte classica proprio perché così unita alla realtà. 

Come si vede gli elementi che porteranno all'arte moderna erano presenti anche nei classici, e la bellezza dei moderni segue i loro stessi principi. 

Nessun relativismo quindi, l'arte moderna non ha insegnato niente di nuovo. E di conseguenza nessuna contrapposizione.

L'errore della struttura precedente viene spiegato dalla seguente struttura:

universale

particolare

dettaglio

globale

a meno di un errore.

Dove universale spiega l'errore verso unire, particolare l'errore verso creare, dettaglio l'errore verso generare e globale spiega l'errore verso combinare. Evidente è il legame di universale con unire, e pure il legame di globale con  accostare.

Universale e dettaglio sono positivi e alla base dell'arte classica, particolare e globale negativi e alla base dell'arte moderna.

Universale può essere confuso con globale: ma universale è positivo e richiama all'interezza delle parti che sta alla base dell'arte classica, globale è negativo e richiama alla somma delle parti ed è legato all'arte moderna.

Dettaglio può essere confuso con particolare: ma il dettaglio è positivo perché indica una parte bastevole a se stessa ed è legato all'arte classica, il particolare è negativo e discende dal concetto di dividere, perché il particolare non ha significato se slegato dalle altre parti: è alla base dell'arte moderna.

Il processo di questa struttura è analogo a quello delle due precedenti, quindi sarà più opportuno fare degli esempi piuttosto che dire cose simili: universale è l'arte di Rembrandt tale è il suo modo di emozionare facendo partecipare ogni osservatore alle emozioni del personaggio, sia per la finezza della psicologia umana sia per la resa intensa della fonte luminosa.

Universale è la spazialità e l'umanità di Piero dei Franceschi il quale nonostante renda agli uomini lo stesso volto, non crea un senso di ripetizione (combinare), ma crea un esempio di uomo nel quale ogni osservatore si riconosce.

Dettaglio è l'arte di Vermeer in cui è bello perdersi fermandosi a godere di una tenda, di una sedia, di una brocca, di una finestra, di una trave, poichè ognuna di questa immagine è bastevole a sé, è talmente bella e sincera da costituire quasi un quadro a se stante.

Simile è l'arte di Van Eyck, non a caso anch'egli nato dalle parti di Vermeer.

Particolare è l'arte di Picasso dove ogni elemento sembra perennemente staccato dagli altri, non solo nel cubismo ma anche in un dipinto sinuoso di donna degli anni '30. Ma egli con la sua grandezza sapeva comporre l'immagine in una armonia forte e vigorosa.

Globale è l'arte di Cézanne in cui si ha sempre l'impressione (voluta) che il quadro sia una somma di parti più piccole, ma con una tale plasticità, una tale armonia bi- o tri-croma di colori e una tale rigorosa costruzione da avvicinarsi all'universalità (senza peraltro mai raggiungerla appieno). 

Queste valutazioni sono condizionate dall'epoca prima di tutto: universale e dettaglio artisti del '400 e '600, particolare e globale artisti dell'800 e '900.

Fin qui parrebbe una banalità. Ma abbiamo già visto che i grandi artisti degli ultimi due secoli hanno usato princìpi alla base dell'arte classica per armonizzare infine gli elementi negativi alla base della loro opera.

E' possibile quindi trovare elementi come particolare e globale in un'opera del Rinascimento? Certo, pensate a un'artista come Perugino, che ripete nei suoi quadri personaggi con volti identici in pose molto simili: molti dei suoi quadri sono opere artisticamente mediocri, globali e non universali, dominate dal concetto di combinare che prevale su quello di comporre!

E' sempre arte classica, il senso percepito è comunque sempre di armonia, un'armonia guastata però. Oppure molti quadri del cinquecento olandese sembrano la somma di elementi classici italiani messi insieme secondo delle regoline scolastiche.

Per concludere: tutto questo discorso serve a dimostrare che arte antica e moderna sono parte di uno stesso processo, pertanto non ha senso nessuna contrapposizione perché i principi su cui si basano sono assoluti e non relativi come spesso si dice.

Massimiliano Viviani - www.communio-contendo.com


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 11/09/2014