LA SVOLTA DI GIOTTO
LA NASCITA BORGHESE DELL'ARTE MODERNA

DIBATTITO SU GIOTTO

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Il tuo testo mi induce a venire al punto critico della nostra discussione.

Poiché sono perfettamente convinto che sin dalla nascita del socialismo scientifico siano definitivamente finiti i tempi in cui gli uomini potevano cercare nella religione una risposta ai loro problemi (e in questo senso voglio dirti che la contrapposizione tra iconografia bizantina e realismo giottesco, se poteva avere un senso ai suoi esordi, oggi non ne ha alcuno, se non per la storiografia), la funzione sociale dell'arte s'è spostata verso problematiche assolutamente terrene e mondane, in cui il compito principale è quello di cercare di realizzare un umanesimo laico (sul piano dei valori culturali) e un socialismo democratico (sul piano dell'esperienza pratica).

Cioè mentre fino alla prima metà del Mille era chiaro che la chiesa romana s'era posta in contrapposizione con quella ortodossa, gettando le basi politiche della futura riforma sociale in senso borghese del mondo protestante, una riforma che praticamente è iniziata con lo sviluppo dei movimenti ereticali ed è proseguita per 500 anni, viceversa con la nascita della rivoluzione industriale in senso capitalistico non solo si è posto un limite invalicabile a tutte le pretese emancipative della religione, ma si è anche chiarito una volta per tutte che non ci può essere alcuna liberazione, di alcun tipo, senza un processo di smantellamento progressivo della società, delle istituzioni e dei valori borghesi.

In questo senso voglio dirti che ormai anche per l'arte è venuto il momento di schierarsi: o si pone a favore dell'umanesimo laico e/o del socialismo democratico, oppure il suo destino, di inutilità sociale, è segnato, in quanto i tempi sono talmente carichi di contraddizioni antagonistiche, conflittuali, che qualunque forma di estetismo fine a se stesso, di autoreferenzialità o, se si preferisce, qualunque atteggiamento di snobistico rifiuto del presente porterà l'arte a essere progressivamente emarginata dall'interesse delle masse, almeno da parte di quelle masse che vogliono liberarsi della loro condizione di assoggettamento.

Già oggi tantissima capacità artistica è finalizzata a un uso meramente commerciale: l'arte occidentale, dalla pubblicità alla cinematografia, deve stupirci con effetti speciali, perché intrinsecamente essa è vuota di contenuti. E' un'arte tanto "povera" di valori quanto "ricca" di tecnologia.

Quanto al resto che dici, sono d'accordo con la tua analisi storica. E' interessante notare come l'arte per l'arte, se si pone come rifiuto dell'arte commerciale, apologetica di qualcosa, trovi in parte la sua ragion d'essere, come l'anarchismo nei confronti dello statalismo, ma appunto nei limiti di un'esperienza che di "sociale" non ha nulla e che ancora deve imparare ad andare oltre il semplice rifiuto della massificazione, della omologazione culturale.

Noi in occidente, in tal senso, abbiamo dato una grande importanza all'arte romantica: ancora oggi, nei nostri manuali di letteratura, il Romanticismo viene posto al vertice della letteratura qua talis. Proprio perché questa corrente offre l'illusione di poter convivere abbastanza tranquillamente, cioè salvaguardando i propri valori morali, la propria interiorità, con le dure leggi del vivere borghese. Cosa che oggi, a un secondo di distanza da quella letteratura, dopo le due guerre mondiali e il consumismo degli ultimi 50 anni, è lontanissimo dall'essere vero.

Oggi in Italia tutta la letteratura, la poesia, l'arte in genere, dopo la grande esperienza del neorealismo e dopo il decennio tutto "politico" che va dalla fine degli anni sessanta alla fine degli anni settanta, si trova in un'impasse da far paura o, come dite voi in spagnolo, che rende di più: estancamiento. Noi occidentali non abbiamo più niente da dire e se abbiamo da dire qualcosa che pretende di porsi in maniera alternativa al trend dominante, non abbiamo poi la forza di realizzarlo, per cui alle nostre migliori parole non seguono mai i fatti.

Enrico Galavotti


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 11/09/2014