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Carattere
Orientamenti non produttivi
Orientamento produttivo
Freud riconobbe che è la struttura caratteriale di una persona a determinare
in larga misura le sue azioni, i suoi pensieri ed i suoi sentimenti, e tentò di
spiegare la natura dinamica di tale struttura coerentemente con la ‘teoria della
libido’. Condizionato dal pensiero materialistico-meccanicistico che pervadeva
le scienze naturali sul finire del XIX secolo, Freud sostenne che l’impulso
sessuale costituiva la fonte di energia che determinava la struttura
caratteriale. I diversi tratti caratteriali erano interpretati nella sua teoria
come ‘sublimazioni’ o ‘formazioni reattive’ delle diverse forme di impulso
sessuale; la natura dinamica dei tratti caratteriali era dunque espressione
della loro sorgente libidica.
Pur seguendo Freud per quanto riguarda la natura volitiva dei tratti
caratteriali, dei quali la persona può essere interamente inconscia e che devono
considerarsi in relazione all’organizzazione caratteriale totale e mai
limitatamente ad un singolo tratto che da essa scaturisce, Fromm non individua
la genesi del carattere nei vari tipi di organizzazione della libido, bensì
nelle diverse modalità di relazione dell’individuo con il mondo.
Secondo Fromm l’uomo sviluppa forme diverse di socializzazione e di
assimilazione, mediante le quali, rispettivamente, si pone in relazione con il
mondo ed ottiene ciò di cui ha bisogno. Le peculiarità di tali modalità
caratteristiche di ciascun individuo costituiscono il nucleo del suo carattere.
La struttura caratteriale così costituita avrà il ruolo di influenzare
notevolmente le decisioni dell’individuo, i suoi sentimenti, i suoi pensieri e
le sue azioni, avrà funzione selettiva nei riguardi del mondo dei valori e degli
ideali e costituirà la base del suo adattamento sociale.
Un ruolo predominante nella formazione del carattere è da Fromm attribuito
alla famiglia, che egli definisce (per lo meno per quanto riguarda la famiglia
media) come ‘l’agente psichico della società’ (18): il carattere individuale del
bambino è modellato in gran parte dai genitori, i cui metodi di educazione sono
a loro volta determinati dalla struttura sociale vigente nella loro cultura. Il
bambino acquisterà così progressivamente quel carattere che più si confà alle
esigenze culturali, finché non desidererà fare proprio ciò di cui la società ha
bisogno.
Fromm definisce come ‘carattere sociale’ il nucleo della struttura
caratteriale predominante nella maggior parte degli individui di una data
società o classe sociale (19).
Esso contribuisce a determinare il consolidarsi della struttura sociale
nella quale si manifesta ed al tempo stesso ne è determinato.
Pure, all’interno di una stessa società o di una medesima classe sociale, i
singoli individui avranno un differente sistema caratteriale, rappresentato dal
‘carattere individuale’ ; le differenze tra il sistema caratteriale dei vari
individui sono da ascriversi principalmente al fatto che l’ambiente non è mai lo
stesso per due persone che lo esperiscono: in virtù di un diverso temperamento e
di altre caratteristiche costituzionali, così come dell’esperienza pregressa,
persone diverse reagiranno in maniera differente anche di fronte a situazioni
simili.
Lo studio del carattere, individuale e sociale, riveste per Fromm estrema
importanza per la comprensione del comportamento e degli affetti degli
individui, così come dei fenomeni sociali; la struttura caratteriale di una
persona è ciò che ne determina in larga misura pensieri, sentimenti ed azioni,
anche se gli elementi di tale struttura sono spesso per questa incoscienti.
Basti pensare, osserva Fromm, che mentre certe abitudini generate dal semplice
conformarsi agli schemi culturali possono essere facilmente modificate quando a
tali schemi ne subentrano altri, difficilmente sarà possibile rimuovere quelle
abitudini che invece si radicano nel carattere dell’individuo, a meno che non
avvenga un mutamento che coinvolga la totalità della sua stessa struttura
caratteriale.
Fromm individua diversi orientamenti caratteriali, differenziando tra
orientamento produttivo ed orientamenti non produttivi. Tali tipi sono da
considerarsi astrazioni teoriche, i cui vari elementi vanno a combinarsi in
diversa misura a formare la struttura caratteriale, nella quale tuttavia uno di
questi orientamenti risulta predominante.
(18) E. Fromm, “L’inconscio sociale”, op. cit.
(19) Fromm non utilizza il termine “carattere di classe”, essendo esso
concettualmente equivalente al carattere della società, seppur riferito al
nucleo caratteriale comune ad individui appartenenti ad una parte ad essa
circoscritta.
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