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Il rapporto dinamico tra società e carattere
Il predominio di uno specifico orientamento nella maggior parte degli
individui è correlato in buona misura alla società in cui il singolo vive. Lo
studio di tale correlazione, oltre ad aiutarci a comprendere le cause della
formazione del carattere, ci svela quelle potenti forze emotive, scaturite dal
fatto che un dato orientamento sia predominante entro una certa cultura o
classe, che influenzano notevolmente il funzionamento della struttura sociale.
Secondo Fromm l’intera struttura caratteriale dell’individuo è modellata
dalla struttura socioeconomica della società in cui vive. Essa influenza
notevolmente il modo in cui le persone entrano in relazione, determinandone per
buona parte il modo caratteristico di socializzazione oltre che di
assimilazione, e ciò si ripercuote sulla loro personalità.
Per soddisfare l’esigenza primaria di autoconservazione, l’uomo deve
lavorare e produrre, e per far ciò egli è costretto a relazionarsi ai propri
simili ed a collaborare con loro. Ma lo specifico tipo di lavoro che potrà
essere efficace per appagare le proprie necessità vitali è determinato dal tipo
di sistema socioeconomico della società in cui si trova a vivere. Non potendo
scegliere dove e quando nascere, l’individuo dovrà accettare quelle particolari
modalità di lavoro dettate dal sistema di produzione caratteristico della
società in cui vive; ma modalità diverse del lavoro richiedono una diversa
struttura caratteriale, comportando un diverso modo di ottenere ciò di cui si ha
bisogno per soddisfare le proprie necessità (assimilazione), e un modo diverso
di relazionarsi agli altri (socializzazione).
Coloro che meglio potranno adattarsi al modo di vita determinato dal sistema
di produzione di una data società saranno dunque coloro i quali possederanno
quelle particolari modalità richieste dalla struttura socioeconomica di essa. Al
tempo stesso la società provvederà a creare le modalità richieste nella
struttura caratteriale della maggior parte dei suoi membri: sia in quanto la
possibilità di soddisfazione delle proprie necessità vitali è fonte di
soddisfazione psicologica per gli individui, sia in conseguenza dell’adattamento
dinamico di questi alle sue esigenze, con la conseguente creazione di nuovi
bisogni nella soddisfazione dei quali gli sforzi degli individui vanno a
coincidere con quelle attività richieste dalle esigenze sociali.
Il carattere, movente principale di sentimenti, pensieri ed azioni degli
individui, è dunque definito da Fromm in senso dinamico come la forma specifica
in cui l’energia umana viene plasmata nel processo di adattamento degli
individui alle condizioni socioeconomiche di una data cultura; esso costituisce
dunque per Fromm il prodotto dell’interazione tra tali condizioni e le esigenze
umane, tanto innate che acquisite nel corso della storia.
L’uomo sviluppa così quei tratti caratteriali che lo spingono ad agire, ed a
desiderare di farlo, come egli deve agire, tramutando così le proprie energie in
forze utili al consolidamento della società e della sua struttura
socioeconomica.
La funzione oggettiva del carattere è dunque quella di far sì che gli
individui possano interiorizzare le necessità esterne, indirizzando le proprie
energie verso mete funzionali al sistema di produzione in cui svolgono la
propria attività, producendo, consumando, entrando in relazione secondo
specifiche modalità da esso massicciamente influenzate; una volta che tali
esigenze siano state interiorizzate, ogni sforzo che l’uomo compia in armonia
con esse è fonte al tempo stesso di soddisfazione psicologica, in quanto
approvato dalle ideologie dominanti e condiviso dalla maggior parte degli altri
individui, e al tempo steso può apportargli vantaggi materiali.
Da un punto di vista soggettivo il carattere, adattandosi dinamicamente alla
società, permette alla persona di essere disposta ad accettare quelle modalità
con le quali può far fronte alle proprie necessità di sopravvivenza, assolvendo
così l’imprescindibile funzione di autoconservazione.
Fromm, come si è detto in precedenza, considera il carattere sociale come il
nucleo della struttura caratteriale comune alla maggior parte dei membri di una
data società, generatosi come conseguenza di esperienze comuni al gruppo stesso
e del suo modo di vita, ed il carattere individuale di ogni membro del gruppo
costituirà una variazione attorno a tale nucleo, sulla cui qualità influiscono
le particolari esperienze di vita di ciascun individuo.
Finché il carattere sociale continua ad essere in armonia con la struttura
socioeconomica, l’uomo sente le proprie azioni come utili ed al tempo stesso
come vantaggiose ed adeguate a soddisfare i propri bisogni. Ma talvolta tra
società e carattere sociale può aprirsi un divario, per il perdurare di una
stessa struttura caratteriale, mutabile ma lenta nell’adattarsi, di fronte a
mutate condizioni socioeconomiche e culturali. In tal caso le persone,
perseverando nell’attività più conforme alla propria struttura caratteriale,
dovranno prima o poi prendere atto di come le loro azioni non risultino più
adeguate a soddisfare i propri bisogni; di fronte al conflitto creatosi tra le
mutate tendenze economiche ed il nucleo della struttura caratteriale oramai
consolidatasi nella maggior parte degli individui di una determinata società e
classe sociale, tra cultura e carattere sociale, si renderà necessario un nuovo
mutamento nella struttura caratteriale dominante.
L’uomo reagisce dunque a situazioni esterne in mutamento mutando egli
stesso, e così facendo contribuisce a plasmare il processo socioeconomico della
sua cultura di appartenenza; in tale processo, come marcatamente precisa Fromm,
le forze socioeconomiche non si identificano con le motivazioni psicologiche, e
quindi non costituiscono il movente ultimo dell’agire umano, essendo piuttosto
quelle condizioni obiettive cui l’uomo si trova a far fronte attraverso le
proprie forze psicologiche, a loro volta socialmente condizionate.
Pur godendo di una certa autonomia, forze psicologiche e socioeconomiche
risultano dunque intimamente correlate, ed a tale correlazione partecipano pure
le ideologie, ammortizzatori sociali che, nella misura in cui si radicano nella
struttura caratteriale di una certa società o gruppo sociale, contribuiscono
anch’esse a influenzare il suo comportamento, e per suo tramite la struttura
socioeconomica della società.
Il carattere sociale deriva dunque dall’adattamento dinamico della natura
umana alla struttura sociale ed economica; al mutare di tale struttura le azioni
dettate dal carattere precedentemente affermatosi come dominante risulteranno
inadeguate alla soddisfazione delle necessità degli individui (e della società),
e si manifesteranno nuove ansietà e nuovi bisogni, che condurranno ad un
mutamento del carattere sociale.
Da tale mutamento sorgeranno nuove ideologie, che a loro volta
contribuiranno ad indirizzare il processo sociale ed a consolidare il carattere
sociale incipiente.
Le condizioni sociali agiscono dunque sul carattere, e tramite la loro
influenza conducono alla formazione di nuove idee, che a loro volta plasmano il
processo sociale; il carattere, tuttavia, non si lascia modellare
indiscriminatamente dalle esigenze della società, ma vi si adatta sviluppando un
proprio dinamismo, sulla base di quegli elementi biologicamente intrinseci nella
natura umana o divenuti parte di essa nel corso della storia dell’umanità.
Il bisogno di autoconservazione può essere soddisfatto grazie al lavoro, le
cui modalità sono determinate dalla struttura socioeconomica della società. Nel
lavoro si manifestano specifiche modalità di assimilazione correlate a
specifiche modalità di socializzazione, la cui combinazione costituisce la
struttura caratteriale. I modi di assimilazione e socializzazione specifici del
nucleo della struttura caratteriale dominante in una data società influenzano a
loro volta il processo sociale ed economico.
fig. 2

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