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Carattere
Orientamenti non produttivi
Orientamento ricettivo. Tale orientamento è caratterizzato da un rapporto di
simbiosi con l’oggetto: la persona spera di ottenere ciò di cui ha bisogno
ricevendolo, accettandolo da una fonte esterna. Il tipo di socializzazione
tipico di questo orientamento è masochista: l’individuo manifesta un particolare
tipo di lealtà, come espressione di gratitudine verso coloro dai quali è
dipendente e per ottenere il sostegno di cui sente di aver bisogno. Avendo
bisogno di molte persone per sentirsi sicuro, tale lealtà si mostra
indiscriminata, così come indiscriminato è l’amore: in esso il problema
principale è quello dell’essere amati, ed il tipo ricettivo tende a innamorarsi
di chiunque sia in grado di dargli amore.
Questo tipo di orientamento presenta notevoli affinità con il tipo ‘orale’,
descritto da Freud.
Orientamento appropriativo. Come nel tipo ricettivo, la persona è persuasa
che la fonte di ogni bene sia all’esterno di sé. A differenza però del tipo
precedente, gli individui appropriativi tentano di ottenere ciò che ritengono
fonte di bene sfruttando gli altri e plagiandoli con il proprio fascino, con la
forza o con l’astuzia. Il tipo di socializzazione caratteristico di questo
orientamento è sadico: anche qui l’individuo è in rapporto di simbiosi con
l’oggetto, strettamente dipendente da coloro verso i quali può esercitare la
propria autorità.
E’ il tipo corrispondente al ‘sadico-orale’ descritto da Freud.
Orientamento tesaurizzante. A differenza dei primi due questo tipo di
orientamento è caratterizzato dal distacco dall’oggetto, piuttosto che dalla
simbiosi con esso. La persona si assicura ciò di cui ha bisogno conservando ciò
che è suo, tramite la sua metodicità talvolta ossessiva e mostrando avversione
per tutto ciò che è nuovo. Qui l’individuo ha posto una barriera tra sé e il
mondo circostante: nutre sospetti verso ogni cosa che sia posta all’esterno
delle sue frontiere e vive come minaccia ogni intrusione nella sua intimità. La
recessione nei confronti dell’oggetto, tipica di questo orientamento, è fonte di
sicurezza così come di un atteggiamento marcatamente dogmatico, ma tale distanziamento dall’oggetto può altresì manifestarsi come distruttività.
L’orientamento tesaurizzante può essere considerato analogo al tipo ‘anale’
descritto da Freud, rispetto al quale presenta tuttavia notevoli differenze.
Orientamento mercantile. Sviluppatosi come orientamento dominante soltanto
nell’epoca moderna, l’orientamento mercantile è radicato nell’esperienza di se
stessi e degli altri come merci: la percezione del proprio valore come valore di
scambio, anziché d’uso, ossia sulla base delle proprie qualità umane, è analoga
all’attribuzione di valore alle merci nel mercato moderno, impersonale ed
astratto.
I meccanismi cui tale mercato è soggetto hanno avuto un influsso profondo
sul carattere della borghesia urbana e, attraverso l’influenza di questa,
sull’intera popolazione. Alla stregua di mercanzie intercambiabili, è oggi
necessario sapersi vendere sul ‘mercato delle personalità’, mentre la propria
vita e la propria felicità vengono del tutto sacrificate, sostituite dai
surrogati di quest’ultima e da soddisfazioni accessorie di bisogni irrazionali.
La stima si se stessi e degli altri si basa interamente sul successo: le
stesse potenzialità dell’individuo risultano alienate rispetto ad esso e vengono
valorizzate in funzione della loro vendibilità. Data l’impossibilità che queste
possano costituire una valida fonte di autostima, vista la frattura tra di esse
ed il proprio vero sé, l’individuo è costretto a trarre la propria identità
interamente in riferimento all’opinione che gli altri hanno di lui Ciò pone
necessariamente l’individuo in una situazione di dipendenza, poiché egli ha
costantemente bisogno di prestigio, rispettabilità e riconoscimento sociale,
costituenti dei surrogati della sua identità.
Anche gli altri sono percepiti in funzione del loro valore di mercato: la
relazione fra le persone diviene la relazione tra le parti vendibili di queste,
perdendosi così il significato della loro individualità.
La conoscenza stessa diviene una merce, e le proprie facoltà razionali un
mezzo per produrre dei risultati (in termini di successo o di lucro).
A differenza degli altri orientamenti non produttivi, sembra che nessun
tratto costante caratterizzi l’orientamento mercantile del carattere se non la
sua mutabilità. E’ la stessa volubilità degli atteggiamenti a costituire l’unico
elemento peculiare del suo tipo di relazione, volubilità che naturalmente si
esprime in funzione di quelle qualità che siano più vendibili sul mercato.
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