Definizione
del tipo di occupazione
Compito
principale dell'assistente sociale è quello di
individuare casi di bisogno nella popolazione di una
data area territoriale o sociale e di intervenire per
la loro soluzione predisponendo gli interventi più
idonei ed utilizzando tutte le risorse istituzionali
e comunitarie disponibili. L'assistente sociale attraverso
colloqui ed incontri con le persone o le famiglie in
difficoltà cerca di individuare gli interventi
necessari, informa gli assistiti dei diversi tipi di
assistenza sociale a cui hanno diritto (assistenza economica,
domiciliare, assegnazione di alloggi, avviamento al
lavoro: affidamento familiare, promozione di processi
di socializzazione per persone emarginate o disadattate)
e li aiuta nell'espletamento di tutte le pratiche necessarie
per ottenerla. Ha inoltre una funzione di consulenza
socio-assistenziale per i soggetti più vulnerabili
come anziani, adolescenti, bandicappati. Questa attività
è accompagnata da attività di tipo più
propriamente amministrativo-organizzativo all'interno
dell'ente di appartenenza finalizzate a raccogliere
informazioni sui problemi maggiori dell'area di utenza
di propria competenza, a integrare e coordinare servizi
diversi, a promuovere iniziative che rendano più
efficace l'attività socio sanitaria. La figura
dell'assistente sociale è prevista in tutti i
servizi territoriali rivolti a fasce di popolazione
che necessitano di assistenza come i tossicodipendenti,
i malati mentali, gli handicappati, gli anziani, i bambini.
Attualmente le aree di intervento prevalenti degli assistenti
sociali sono quella materno- infantile (affidamento
famigliare, adozione) e quella rivolta agli anziani.
Rientra nelle sue competenze anche in rapporto con i
tribunali ed i giudici minorili in tema di adozione,
affido famigliare, e gli altri casi previsti dalle leggi.
L'organizzazione dei servizi è fondamentale per
le possibilità di effettivo svolgimento di queste
competenze e funzioni. La mancanza di coordinamento
di tutte le funzioni socio assistenziali degli enti
di appartenenza può minare l'efficacia e l'operatività
dell'assistente sociale. In questi casi le attività
amministrative di routine, di tipo burocratico, incidono
pesantemente sul carico di lavoro a scapito di quelle
assistenziali. lì livello di autonomia decisionale
per il lavoro sul campo e la sua organizzazione è
elevato, anche se limitato dalla legislazione sociale
e da vincoli amministrativi e burocratici. L'orario
di lavoro contrattuale è di 36 ore, è
però facile doverlo superare od adeguare alle
esigenze degli assistiti.
Situazione-Tipo
di lavoro
La
maggioranza degli assistenti sociali lavora nel settore
pubblico, solo una piccola parte (il cui numero sta
tuttavia aumentando negli ultimi anni) lavora in aziende,
istituti di cura privati o svolge la libera professione
come consulente. La collocazione è di due tipi:
(I) dipendenti di Enti Locali e territoriali (Comuni,
Unità Sanitarie Locali) a cui fanno capo i consultori
famigliari, i centri antidroga i centri geriatrici e
quelli di igiene mentale, i distretti di base, i presidi
ospedalieri. I dipendenti di enti non territoriali quali
il Ministero di Grazia e Giustizia, il Ministero del
Lavoro e della Previdenza Sociale, aziende private,
istituti di cura. Negli enti locali e territoriali il
lavoro dell'assistente sociale è quello descritto
nel paragrafo precedente. Gli assistenti sociali che
lavorano in enti non territoriali, hanno competenze
un po' più specifiche. Come dipendenti del Ministero
di Grazia e Giustizia il ruolo dell'assistente sociale
varia a seconda che si tratti di minori o di adulti.
Nel primo caso l'assistente sociale deve svolgere un'attività
di tipo preventivo e rieducativo per i giovani entrati
nel circuito penale e segnalato dalla magistratura penale
o dagli istituti penitenziari minorili. Accanto a questa,
svolge anche una funzione di consulenza e propositività
nei confronti del magistrato. Per questa attività
l'assistente sociale deve seguire il minore durante
tutto l'arco dell'iter penale dall'arresto alla libertà
provvisoria, al processo, all'eventuale condanna, alle
misure penali in libertà, in un arco temporale
prolungato che può raggiungere anche uno o due
anni. Nel caso degli adulti il ruolo dell'assistente
sociale è quello di garantire interventi di assistenza
alle famiglie di detenuti, e la partecipazione alle
équipe di osservazione esistenziale in alcuni
istituti penali. Gli assistenti sociali che lavorano
alle dipendenze del Ministero del Lavoro, sono molto
pochi e si occupano prevalentemente dei problemi legati
all'emigrazione, al collocamento, all'orientamento professionale.
Nelle aziende private (Servizio sociale di fabbrica),
l'assistente sociale ha un ruolo di consulenza per la
realizzazione e lo sviluppo di iniziative socio-aziendali
quali colonie, prestazioni integrative, attività
culturali; collabora con altre strutture interne (servizio
medico aziendale, consiglio di fabbrica, servizio del
personale) per favorire iniziative di medicina preventiva;
offre consulenze ed aiuto ai lavoratori dell'azienda
per l'espletamento di pratiche di servizio sociale;
fornisce sostegno ed aiuto in risposta a richieste del
singolo lavoratore per problemi di inserimento sociale,
psicologi, psichiatrici; collabora allo studio ed interpretazione
di fenomeni aziendali quali demotivazione, devianza,
micro - conflittualità, ecc. per segnalare all'azienda
la loro reale dimensione. Negli Istituti di ricovero
e cura a carattere scientifico, il lavoro dell'assistente
sociale è volto prevalentemente al sostegno e
trattamento di alcune categorie di pazienti, non autosufficienti
dal punto di vista psicosociale (anziani, persone sole,
ecc.). L'assistente sociale ha anche una funzione di
unione tra paziente, personale sanitario, e realtà
sociale esterna all'ospedale.
Requisiti
per l'accesso al ruolo
Come
si è visto l'attività professionale dell'Assistente
sociale è complessa essendo orientata alla comprensione
e soluzione di problemi che comportano l'utilizzo di
risorse istituzionali e sociali oltre che di procedure
organizzative e amministrative. Dato il tipo di impegno
e di coinvolgimento che richiedono, i compiti dell'assistente
sociale esigono per prima cosa una forte motivazione
di carattere sociale ed etico ed una visione positiva
delle possibilità di recupero e soluzione delle
situazioni di bisogno. Ma non tutti coloro che desiderano
essere impegnati socialmente sono in grado di fare questo
mestiere, sono infatti necessarie capacità molto
precise quali l'autonomia di giudizio e l'impegno deontologico
che richiedono una larga cultura scientifica oltre che
doti di sensibilità, larghezza di esperienza,
resistenza allo stress e capacità di distacco
professionale. È importante essere in grado di
organizzare autonomamente il proprio lavoro, ma anche
saper lavorare in gruppo, dato che sono frequenti i
contatti con altri operatori sociali quali medici, psicologi,
educatori. Più in particolare, le abilità
professionali e le conoscenze dell'assistente sociale
possono essere suddivise in tre aree corrispondenti
al tipo di attività svolta: - l'area dello studio
ed interpretazione delle situazioni di bisogno; - l'area
dei rapporti interpersonali; - l'area di amministrazione
ed organizzazione delle risorse. Relativamente alla
prima area è necessario avere capacità
di raccolta ed organizzazione dei dati a seconda che
essi siano funzionali ed un aiuto diretto (metodo clinico)
o ad un processo amministrativo (metodo di ricerca ed
essere in grado di finalizzare ogni aspetto dello studio
alle specifiche finalità di intervento. Per la
parte di lavoro diretta all'aiuto all'utente, è
importante ispirare fiducia e avere facilità
di rapporto con gli altri, ma dato il tipo di utenza
spesso composto da persone con grossi problemi individuali,
essa va mediata da conoscenze di psicologia e sociologia.
Poiché il contenuto emotivo di alcune situazioni
di lavoro (soprattutto quelle relative agli istituti
di pena e al sostegno di malati mentali, anziani, etc.,
è abbastanza stressante, è, necessario
avere anche un livello di equilibrio interno elevato,
la capacità di affrontare con distacco professionale
le varie
situazioni di bisogno ed il senso dei propri limiti:
è infatti facile cadere in una sensazione di
impotenza e frustrazione quando si deve cercare di risolvere
casi personali di cui si è a diretta conoscenza
attraverso il coinvolgimento di strutture istituzionali
spesso lente, burocratiche e poco efficienti. È
inoltre necessario saper reagire in modo tempestivo
ed efficace di fronte a situazioni di bisogno diverse
e spesso impreviste che si presentano. Infine per quanto
riguarda la parte di lavoro relativa all'organizzazione
ed amministrazione delle risorse, la competenza dell'assistente
sociale deve riferirsi alle possibilità di uso
personale e sociale delle risorse. L'assistente sociale
deve quindi conoscere bene le leggi e il loro campo
di applicazione, le politiche sociali, i modi mediante
cui le politiche si traducono in servizi. Per acquisire
tutte queste abilità e conoscenze, oltre alle
doti personali accennate sopra, sono necessari sia studi
teorici che tirocinio applicato presso enti socio-sanitari,
oltre che un processo di aggiornamento continuo nel
corso della vita professionale. Per accedere al ruolo
di assistente sociale nel settore pubblico è
necessario essere in possesso del diploma di assistente
sociale e superare un concorso pubblico che prevede
esami scritti ed orali. Dal punto di vista dei requisiti
scolastici e formativi per l'esercizio di questa professione,
il 1987 è stato un anno di cambiamenti legislativi
e la situazione è piuttosto fluida ed in transizione.
Attualmente in Italia sono presenti circa un centinaio
di scuole che forniscono il titolo di Assistente Sociale,
si tratta di scuole private e pubbliche, alcune di buon
livello, altre decisamente no. Tuttavia nel gennaio
1987 è stato emesso un decreto della Presidenza
della Repubblica che riconosce il titolo di assistente
sociale solo se conseguito presso le Scuole universitarie
dirette ai fini speciali che rilasciano un Diploma Universitario
di Servizio Sociale dopo tre anni di corso post-diploma
(cfr. punto 8 per nomi ed indirizzi). Questo è
considerato l'unico titolo abilitante per l'esercizio
della professione e per l'accesso a tutti i livelli
funzionali della qualifica di assistente sociale nel
pubblico impiego. La situazione non è però
ancora definita precisamente perché è
in corso un ricorso al TAR contro questo provvedimento
e per il riconoscimento del titolo emesso da altre scuole.
Nonostante questa fase un po' confusa di transizione,
la tendenza futura sembra essere quella indicata dal
decreto presidenziale di regolamentazione e maggiore
qualificazione del curriculum scolastico necessario
per ottenere il titolo (scuole universitarie) e di riconoscimento
del valore abilitante all'esercizio della professione
e del titolo stesso. Le esigenze di aggiornamento sono
soprattutto in relazione ai cambiamenti a livello legislativo,
amministrativo o strutturale che incidono nell'ambito
lavorativo (ad esempio la riforma sanitaria e il ruolo
dell'a.s., servizi territoriali e problematiche di programmazione
nel settore socio-sanitario etc.). Ci sono inoltre esigenze
di formazione permanente relativa ai bisogni dell'utenza
ed ai modi di risposta (aspetti psicologici quali terapia
della famiglia, consulenza di coppia, aspetti metodologici
quali la conduzione dei colloqui, la relazione operatore-utente,
la comunicazione non verbale).
Prospettive
di carriera
Come
per tutti gli impieghi pubblici, i percorsi di carriera
per questa figura professionale non sono molto ampi.
Chi sceglie questo lavoro lo fa in genere per forti
motivazioni sociali ed etiche, non per le prospettive
di carriera o per i livelli retributivi ad esso collegati.
A livello territoriale, la situazione è diversa
a seconda che l'assistente sociale operi nel settore
sanitario (USL) o nei Comuni. Mentre infatti nel settore
sanitario le possibilità effettive di carriera
sono piuttosto scarse per gli assistenti sociali, che
svolgono un ruolo relativamente marginale rispetto agli
altri operatori sanitari, nei Comuni queste possibilità
sono maggiori. L'assistente sociale può diventare
coordinatore sociale, il massimo ruolo di dirigenza
dei servizi sociali. Per accedervi è necessario
il titolo di studio di assistente sociale (diploma a
livello universitario) ed una lunga esperienza di lavoro
negli enti territoriali di appartenenza. A livello non
territoriale oltre che alle funzioni
direttive di organizzazione e gestione degli assistenti
sociali sottoposti, si può diventare ispettori
di servizio sociale. A questi livelli funzionali si
richiede una qualificazione professionale capace di
entrare con competenza nel tecnico specifico, con una
conoscenza assai articolata dei fenomeni sociali di
propria competenza, oltre che la capacità di
predisporre un'organizzazione non burocratizzata. lì
lavoro di amministrazione ed organizzazione dell'assistenza
diventa preponderante su quello di assistenza vera e
propria. Un'altra possibilità di sviluppo professionale
che sta diffondendosi soprattutto negli ultimi anni
è quella del lavoro autonomo di consulenza.
Professioni
simili e correlate
Educatore,
operatore di comunità, assistente sanitario.
Tutte queste professioni sono simili a quella dell'assistente
sociale in quanto presuppongono attività di relazione
ed informazione verso gruppi ed individui, attività
di rapporto con le istituzioni che forniscono i servizi
attività di consulenza ad utenti ed operatori.
Quello che contraddistingue maggiormente l'attività
dell'assistente sociale sono le attività di tipo
amministrativo, di organizzazione dei servizi sociali
e di coordinamento delle iniziative sociali che sono
una componente essenziale dell'attività dell'a.s.,
mentre appare solo marginalmente nelle altre professioni
elencate.
Situazione
occupazionale e previsioni a medio termine
Secondo
il censimento della popolazione, nel 1981 in Italia
gli assistenti sociali erano 21.314 più del doppio
rispetto al loro numero nel 1971 (9773) a conferma di
una forte crescita degli occupati in questa professione.
Secondo le stime di operatori del settore questa cifra
è ancora troppo bassa perché non tiene
conto degli assistenti sociali che operano nel settore
privato e nel volontariato. Gli assistenti sociali effettivi
sarebbero circa 40.000. Di questi '80,5% era formato
da donne. Le prospettive dal punto di vista dei fabbisogni
di assistenza della popolazione sono di un aumento per
l'aumentare dei bisogni sociali di una popolazione composta
sempre più da anziani. Tuttavia ci sono anche
assistenti sociali attualmente poco o male utilizzati,
che se gestiti in modo efficace potrebbero far fronte
a questi bisogni. La diffusione di questo tipo di occupazione
è limitata anche dalla mancanza di fondi e dal
dissesto del sistema socio- sanitario nazionale. Le
prospettive in termini di crescita delle possibilità
di occupazione nell'impiego pubblico non sono dunque
rosee e dipendono in sostanza dalla sostituzione di
persone che lasciano il posto. Unico dato positivo è
il fatto che il ricambio è più veloce
rispetto ad altre professioni, perché la maggioranza
degli assistenti sociali è composta da donne
che in genere si ritirano prima del raggiungimento dell'età
pensionabile. È probabile che cambi ancora anche
il contenuto professionale di questa figura. Si è
visto nel paragrafo 3 come la situazione attuale sia
di transizione verso un ordinamento nuovo della professione
che ne regoli i requisiti per l'accesso ed i metodi
di reclutamento, il processo di formazione, il contenuto
professionale, i possibili percorsi di carriera. La
tendenza che si sta delineando sembra essere verso una
maggiore qualificazione di questa figura, a cui si richiede
una formazione di tipo universitario. Non sono però
ancora definiti chiaramente il suo ruolo e la sua posizione
all'interno dei servizi territoriali. La tendenza sembra
comunque essere verso un ruolo crescente dell'assistente
sociale come figura di coordinamento nell'area degli
interventi sociali sul territorio.
Fonti di informazione
Per
informazioni ci si può rivolgere al rappresentante
locale dell'Associazione Nazionale Assistenti Sociali
(Ass.N.A.S.) Roma, via Duilio 13, tel. 06/353138. Le
scuole
universitarie che rilasciano il diploma di assistente
sociale attualmente presenti in Italia sono le seguenti:
Centro di Educazione Professionale Assistenti Sociali
(CEPAS) di Roma (La Sapienza). Istituto Pareggiato "Maria
SS. Assunta" di Roma.
Scuola per assistenti sociali - Università di
Siena.
Scuole di servizio sociale di Parma, Firenze, Perugia,
Pisa.
Fonte:
www.regione.lazio.it
|