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Le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli

di Mac - Dèi Ricchi

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Giuseppe Flavio compagno di Paolo di Tarso

Abbiamo incontrato negli Atti e nei Vangeli moltissimi episodi e pensieri di Giuseppe Flavio e abbiamo addirittura capito che questo personaggio, come un moderno Eddy Murphy nei suoi indimenticabili travestimenti, compare oltre che nelle vesti di Gesù anche come:

Per sostenere però che Giuseppe Flavio concorse alla nascita del credo cristiano dovremmo avere modo di riscontrarne la presenza all'interno del Nuovo Testamento. Viene da chiedersi cioè se, una volta tanto, Giuseppe Flavio non impersoni se stesso negli scritti neotestamentari. Chiaramente non dobbiamo aspettarci che ciò avvenga nei Vangeli: Giuseppe infatti non era neanche nato quando Pilato condannò Gesù. E' quindi più probabile che Giuseppe compaia negli Atti, scritto che, secondo noi, narra le azioni degli "apostoli" durante e dopo la guerra. Viste le caratteristiche di Giuseppe, quello che ci possiamo aspettare dal redattore degli Atti è quanto segue:

Secondo noi vi sono almeno due racconti che ci permettono di rintracciare il nostro storico all'interno degli Atti. Il primo si rifà all'episodio già citato in ' CRISTIANESIMO - Una coppia di ingordi '. Nella narrazione di quel fatto tramandataci da Giuseppe Flavio, egli pone in buona luce se stesso contro gli atteggiamenti degli altri protagonisti. Quando abbiamo letto l'episodio parallelo negli Atti ci siamo accorti che a fare la parte dei malvagi, pur con i nomi camuffati, erano gli stessi personaggi indicati da Giuseppe. Ma chi fece da contraltare a questi perfidi ingordi secondo il resoconto degli Atti? La spiegazione ce la riporta proprio il narratore nelle righe che precedono i fatti:

Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno. (Atti 4:33-35)

A questo punto il narratore, che potrebbe facilmente passare a raccontarci dei ‘due ingordi’, indugia un po' troppo nella presentazione dei "modelli" cristiani e introduce per la prima volta un nome per noi importante:

Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba, che significa «figlio dell'esortazione», un levita originario di Cipro, che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l'importo deponendolo ai piedi degli apostoli. (Atti 4:36-37)

Non possiamo certo aspettarci che il narratore ci venga a dire che questo Giuseppe è il Flavio da noi cercato; lo soprannomina infatti "Barnaba" nome con il quale lo designerà d'ora in poi negli scritti. Anzi rincara la dose sostenendo che è "un levita originario di Cipro". Ma noi non ci facciamo confondere da certi depistaggi e ricordiamo un secondo passo fondamentale per l'identificazione di Barnaba con Giuseppe Flavio. L'episodio è importante perché si riallaccia al famoso Concilio di Gerusalemme già altrove analizzato (cfr. CRISTIANESIMO - Il 'Concilio' ritrovato ). Dobbiamo ora ricordare che tale avvenimento, secondo il resoconto mistificato degli Atti, era legato ad un fatto di intolleranza dei Giudei nei confronti dei non circoncisi. Vediamo come ciò viene descritto negli Atti:

Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: «Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete esser salvi». Poiché Paolo e Barnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Atti 15:1-2

Si noti come ad opporsi ai "fratelli" che vogliono imporre la circoncisione troviamo Paolo e Giuseppe "Barnaba". Ma questo episodio altro non è che quello raccontato dal vero Giuseppe Flavio e già incontrato in 'Emissari non circoncisi e stregoni' che qui riportiamo per facilitare la comparazione:

In quel periodo giunsero da me due alti personaggi della Traconitide, sudditi del re, con i loro cavalli, le armi e il denaro che portavano via con sé. Dato che i Giudei pretendevano che si facessero circoncidere, se volevano vivere accanto a loro, io non permisi che vi fossero obbligati con la forza, sostenendo che ciascuno dovrebbe onorare Dio secondo la propria inclinazione e non perché costretto, e che bisognava che costoro non si pentissero di essersi venuti a rifugiare da noi in cerca di sicurezza. La folla si lasciò convincere; e io procurai ai nuovi arrivati, in abbondanza, tutto ciò di cui facevano uso nel loro modo di vita abituale. [1]

Il collegamento di Giuseppe Flavio al Giuseppe Barnaba degli Atti ci induce per forza di cose a riflettere sul suo ruolo e su quanto sia plausibile questa corrispondenza.


[1] Cfr. Giuseppe Flavio, Autobiografia, Milano, R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.A., 2002, 23.112-113.


prima redazione 14/11/04, ultima modifica 23/12/04 © 2001 Mac - www.deiricchi.it

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Religioni
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