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Le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli

di Mac - Dèi Ricchi

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La redazione del Nuovo Testamento

- Per conformare una mentalità sottomessa Paolo e i suoi collaboratori portarono avanti una pervicace manipolazione dei ricordi storici. In questa sua opera, coadiuvato da aiutanti per lo più appartenenti al mondo ellenico, pensò bene di formulare una nuova visione della tragica storia appena passata reinventando letteralmente quanto era accaduto decenni prima

- Una volta inquadrata la figura di Paolo, ci rendiamo conto che non è possibile trovare un “Gesù storico” nei Vangeli, se questi testi furono realizzati da un ebreo romanizzato e da collaboratori ben intenzionati a non raccontare i fatti come erano accaduti. Solo ricordandoci di questo, potremo cogliere alcuni "strani" particolari della vita di Gesù e le incongruenze dei racconti che li narrano: non da ultimo il diffondersi di certe credenze non tra gli Ebrei ma tra i 'pagani', come li leggiamo tradotti dalla Cei, che altro non erano che gli stranieri che non adoravano il Dio di Abramo. Non è così strano se si pensa che gli Ebrei invece conoscevano bene cosa era accaduto in Palestina, come ben testimoniano le numerose "eresie" che fin dall’inizio rinnegavano l'operato di questi 'apostoli'

- I testi a noi pervenuti sono quindi la chiara risposta di Paolo alla provocazione rivoluzionaria contenuta nell'Apocalisse di Giovanni. Paolo si concentrò fondamentalmente sulla figura di Cristo, epurandola del carattere ribelle ai romani descritto da Giovanni. Per questo l'opera di Paolo era intessuta di un insistente anti-giudaismo

- I suoi collaboratori si diedero da fare nella completa revisione e trasposizione dei racconti giovannei. Tutte le figure descritte nell'Apocalisse presero corpo in fantomatici personaggi trasposti qua e la nel tempo e nei luoghi. Così ogni riferimento andava perso e la confusione veniva aumentata con l'ausilio di una ripetizione di nomi associati alle persone più disparate. Per riuscire nel rendere verosimili le invenzioni operate i redattori usufruirono dei testi provenienti dai storici di corte imperiale dell'epoca.

- L'ordine cronologico per la composizione del Nuovo Testamento che ci permettiamo di proporre è il seguente: prima l'Apocalisse poi le Lettere, i Vangeli e per ultimi gli Atti degli apostoli

- Mentre nei Vangeli gli autori si preoccuparono di confutare la figura del Cristo giovanneo, gli Atti degli Apostoli sembrano composti per riabilitare due personaggi che all'epoca erano biasimati per il loro operato filo romano: Giuseppe "Barnaba" Flavio e Saulo Paolo di Tarso. Entrambi erano stati "inviati", cioè "apostoli", durante la I Guerra giudaica in qualche missione che poi si rivelò contraria alle aspettative dei rivoluzionari Zeloti. Per questo Giovanni li definisce "falsi apostoli", addirittura confezionando per Paolo, che si dilettava a marchiare gli schiavi Ebrei con il numero 666 che secondo una ricostruzione da noi avanzata rappresenterebbe il suo nome, la "bestia che viene dalla terra".


ultima modifica 16/01/05 © 2001 Mac - www.deiricchi.it

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Religioni
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