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Le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli
di Mac - Dèi Ricchi
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Paolo ritrovato
Flavio Giuseppe soddisfa tutte le nostre aspettative tranne quella di rintracciare tra i prescelti alla missione un personaggio di nome Paolo. Ma la delusione, per quanto abbiamo già compreso (cfr. CRISTIANESIMO - Un proconsole di cognome 'Paolo' ), non sarà tale dopo aver letto il brano dello storico che prosegue nel descrivere i tentativi fatti per convincere i rivoluzionari:
Durante questo discorso essi fecero intervenire i sacerdoti esperti di riti tradizionali, i quali dichiararono che gli antenati usavano accettare i sacrifici da parte degli stranieri. Ma nessuno dei rivoluzionari si lasciò convincere, e nemmeno i ministri del culto si dichiararono d'accordo, creando così l'occasione per la guerra. [1]
Vista l'intransigenza dei ribelli, le persone più in vista che temevano per il proprio benessere, cercarono di dimostrare la loro estraneità ai pensieri e alle azioni dei sobillatori:
I maggiorenti, vedendo che così non potevano più soffocare la ribellione e che loro sarebbero poi stati i primi a subirne le pericolose conseguenze da parte dei Romani, si preoccuparono di declinare le loro responsabilità [2]
A questo punto accade 'quasi' esattamente quello che ci raccontano i nostri Atti:
e mandarono ambasciatori sia a Floro, capeggiati da Simone figlio di Anania, sia ad Agrippa, tra cui primeggiavano Saul, Antipa e Costobar, legati al re da vincoli di parentela. [3]
Ecco qui il nostro Saulo - Paolo tanto ricercato nella storia! egli, il vero inventore del 'cristianesimo', altri non sarebbe stato che un ambasciatore, cioè un inviato o meglio un ‘apostolo’ presso il re Agrippa II per salvare il salvabile delle persone più agiate della città! Così abbiamo anche risolto il significato del termine "apostolo", che già ci aveva creato problemi come precedentemente accennato in ' CRISTIANESIMO - Gli apostoli e i fratelli di Gesù : ‘apostolo’ sarebbe in questo caso sinonimo di ambasciatore, nome che Paolo stesso utilizza in una sua lettera:
Efesini 6:20 [il mistero del vangelo] del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere.
E che difatti così gli esegeti interpretano:
Il termine apostolos, riscontrato raramente nel greco extra-biblico, acquistò una sfumatura cristiana specifica sotto l'influenza dell'uso giudaico (rabbinico) contemporaneo di šelîah (inviato): un rappresentante inviato con pieni poteri per adempiere un compito ben definito (legale, profetico, o missionario). [4]
Paolo utilizzerà l’attributo di 'apostolo' per tutta la sua missione, riferendolo a se stesso in modo quasi esclusivo e distintivo, ma che uno zelota, come per esempio, Giovanni non poteva certo riconoscergli (cfr. CRISTIANESIMO - Paolo ad Efeso ).
[1] Cfr. Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1989, 2:17. 3(417).
[2] Cfr. Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1989, 2:17. 3(418).
[3] Cfr. Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1989, 2:17. 3(418).
[4] Cfr. AA.VV., Grande Commentario Biblico, Brescia, Editrice Queriniana, 1973, 49:10.
ultima modifica 18/09/04 © 2001 Mac - www.deiricchi.it
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