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Le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli

di Mac - Dèi Ricchi

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L'ennesima manipolazione storica negli Atti

Confrontando ora i racconti degli Atti e di Giuseppe possiamo riassumere le seguenti coincidenze:

- alcune persone si spostarono da Cesarea verso Gerusalemme

- un tumulto scoppia a Gerusalemme per sedare il quale arrivano le forze romane

- il comandante romano (un 'procuratore' per Giuseppe, un 'tribuno' per gli Atti) istituisce un tribunale nella roccaforte della città (la 'reggia' per Giuseppe, un 'fortezza' per gli Atti)

- nella rivolta vengono flagellati dei Giudei con cittadinanza romana, contro i quali non si sarebbe dovuto procedere

- sempre in questo frangente alcune persone compiono il cerimoniale per adempiere ad un voto di nazireato.

Sono troppe le coincidenze tra i due episodi per non ritenere che entrambi gli autori non stessero raccontando gli stessi fatti. Questo 'ritrovamento' di un fatto storico tramandatoci dagli 'apostoli cristiani' ci induce alle seguenti considerazioni:

- è interessante che ancora una volta, come nel caso del 'Concilio' (cfr. CRISTIANESIMO - Il 'Concilio' ritrovato ), i racconti si riferiscano a fatti accaduti a ridosso della Guerra giudaica. Eventi perciò drammatici e quindi facilmente ricordati da quanti li avevano vissuti, siano essi rivoluzionari o filo-romani

- La memoria di questi eventi non poteva che essere rimodellata da chi voleva far perdere le tracce della vera identità di Paolo. Egli infatti, in quanto parente di Agrippa, aveva accompagnato la sorella Beatrice mentre adempiva al suo voto

- In questo frangente, quando i Romani non risparmiarono angherie neppure alla regina, ai suoi ufficiali di cavalleria e alle sue guardie del corpo, forse anche Paolo rischiò la vita salvandosi grazie alla sua cittadinanza romana

- E' esemplare che il particolare della persecuzione di Giudei con cittadinanza romana compaia solo in questo episodio in Giuseppe

- Ovviamente per non far apparire Paolo sulla scena della guerra, l'autore degli Atti usa uno stratagemma importantissimo: mentre in altri casi non aveva lesinato il nome dei personaggi romani, tanto da citare i procuratori Felice e Festo noti anche da Giuseppe, in questo episodio sembra dimenticarsi il nome del comandante romano, che indica genericamente col termine di 'tribuno'

- Ma ora sappiamo che quel rappresentante dei dominatori altro non era che il perfido e odiosissimo Floro! Ma come incriminare un tale personaggio quando tutti gli Atti mettono in buona luce i Romani a scapito dei 'cani' Giudei? Ecco allora che nel tumulto la parte dei miserabili colpevoli viene addossata ancora a quest'ultimi, quando invece Giuseppe ci avverte che le cose andarono ben altrimenti.


ultima modifica 18/09/04 © 2001 Mac - www.deiricchi.it

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Religioni
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