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Le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli

di Mac - Dèi Ricchi

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Temi della predicazione paolina

In Paolo riviviamo la stessa contraddizione presente nelle tribolazioni di Gesù: ambedue furono infatti perseguitati per essere uccisi (anche se Paolo riesce a scampare davanti ai Giudei), sebbene portassero per strade e villaggi un messaggio di pace! Vediamo infatti quali erano i temi principali dei discorsi sociali di Paolo, al di là della sua dottrina teologica:

Riguardo all'amore fraterno […] vi esortiamo, fratelli, a farlo ancora di più e a farvi un punto di onore: vivere in pace, attendere alle cose vostre e lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato, al fine di condurre una vita decorosa di fronte agli estranei e di non aver bisogno di nessuno. (1Tessalonicesi 4:9-12)

[…] Vivete in pace tra voi. Vi esortiamo, fratelli: correggete gli indisciplinati, confortate i pusillanimi, sostenete i deboli, siate pazienti con tutti. Guardatevi dal rendere male per male ad alcuno; ma cercate sempre il bene tra voi e con tutti. (1Tessalonicesi 5:13-15)

Nell'ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, (Efesini 4:26)

Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. (Efesini 4:31-32)

La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. […] Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi. Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. […] Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male. (Romani 12:9-21)

Questo richiamo alla docilità del comportamento e alla pace in qualsiasi situazione viene fatto discendere dal volere e dalle caratteristiche proprie della divinità:

Poiché Dio non ci ha destinati alla sua collera ma all'acquisto della salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo, (1Tessalonicesi 5:9)

Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione […]. (1Tessalonicesi 5:23)

Il Signore della pace vi dia egli stesso la pace sempre e in ogni modo […]. (2Tessalonicesi 3:16)

Divinità che sarebbe corsa poi a far giustizia dei patimenti dei suoi fedeli:

È proprio della giustizia di Dio rendere afflizione a quelli che vi affliggono (2Tessalonicesi 1:6)

Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco; gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco, perché presso Dio non c'è parzialità. (Romani 2:9-11)

Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. (Romani 12:19)

A queste esortazioni di vivere in pace e tranquillità si aggiungono quelle alla sottomissione sociale:

Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; […] E voi, mariti, amate le vostre mogli, […] Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. […] Schiavi, obbedite ai vostri padroni […] prestando servizio di buona voglia come al Signore e non come a uomini. […] Anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso di loro, mettendo da parte le minacce, […]. (Efesini 5:21-6:9)

Esorta gli schiavi a esser sottomessi in tutto ai loro padroni; li accontentino e non li contraddicano, non rubino, ma dimostrino fedeltà assoluta, per fare onore in tutto alla dottrina di Dio, nostro salvatore. (Tito 2:9-10)

Ricorda loro di esser sottomessi ai magistrati e alle autorità, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona; di non parlar male di nessuno, di evitare le contese, di esser mansueti, mostrando ogni dolcezza verso tutti gli uomini. (Tito 3:1-2)

Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna. I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l'autorità? Fa' il bene e ne avrai lode, poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male. Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. Per questo dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a questo compito sono funzionari di Dio. Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto. (Romani 13:1-7)

Gli incitamenti alla pace sociale si ripetono in molte Lettere e invitano i fedeli a rimanere docili gli uni verso gli altri e verso i superiori, per far rispettare l'ordine costituito. Com'era possibile che tali esortazioni guadagnassero a Paolo una condanna a morte da parte dei Romani, come ci viene tramandato dai primi padri della Chiesa?

[Eusebio] cita Dionisio di Corinto (ca. 170), il quale aveva affermato che Pietro e Paolo "furono martirizzati nello stesso tempo" […] La testimonianza di Eusebio relativa alla morte di Paolo durante la persecuzione di Nerone è generalmente accettata. [1]

Eppure Clemente di Roma, considerato collaboratore di Paolo, parla del martirio di Pietro ma non di Paolo di cui invece riferisce che:

Dopo aver predicato la giustizia a tutto il mondo, giunto al confine dell'occidente e resa testimonianza davanti alle autorità, lasciò il mondo e raggiunse il luogo santo, divenendo il più grande modello di pazienza. [2]

C'è qualcosa che non combacia con le evidenze storiche. Se di Gesù sappiamo che fu messo a morte dai Romani come sobillatore sociale, ora dobbiamo spiegare perché Paolo venne "perseguitato" dai Giudei mentre andava in giro a predicare la pace.


[1] Cfr. AA.VV. 'Grande Commentario Biblico', Brescia, Editrice Queriniana, 1973. 46:44.

[2] Cfr. Monasterovirtuale


ultima modifica 07/08/04 © 2001 Mac - www.deiricchi.it

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Religioni
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