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Le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli

di Mac - Dèi Ricchi

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Giuseppe Flavio, sacerdote e condottiero traditore degli Ebrei

Prima di proseguire ci soffermiamo a riassumere una breve biografia di Giuseppe Flavio, lo storico giudeo che tanto ci è utile nello studio del I secolo della vicenda cristiana. Questo personaggio, che visse tra il 37 e il 105 d.C. circa, era una persona di rango sacerdotale con forti influenze nell'élite pubblica di Gerusalemme tanto che fu inviato come capo in Galilea durante la I Guerra giudaica. [1]

La sua vita in quella parte della Palestina non fu facile, visto che quasi subito si attirò quella che lui chiamava 'invidia' da alcuni personaggi della regione. Tra questi spiccava il nome di Giovanni di Giscala, che più di una volta gli tese tranelli per denigrarlo davanti alla gente o addirittura sopprimerlo. Ma le cose non andarono come Giovanni progettava: nella zona arrivarono le truppe romane che misero a ferro e fuoco le città che non si arrendevano, tra le quali la stessa Gamala che Giuseppe definiva "la più forte della regione". [2] Giuseppe fu catturato ma ebbe la vita salva tanto da essere "adottato" presso la corte romana una volta terminata la guerra. Come lui stesso ci dice:

Tito inoltre, dopo che ebbe represso i tumulti in Giudea, immaginando che i terreni che possedevo a Gerusalemme non mi avrebbero reso nulla, perché stava per acquartierarvisi una guarnigione romana, mi fece dono di un altro appezzamento in pianura; e quando dovette salpare alla volta di Roma, mi prese a bordo con lui, trattandomi con ogni riguardo. Quando giungemmo a Roma, ebbi grandi attenzioni da Vespasiano: infatti, mi fece alloggiare nella casa che era stata la sua prima della dignità imperiale, mi onorò concedendomi la cittadinanza romana, e mi assegnò una rendita in denaro […]. [3]

Come già annunciato, Giuseppe era visto da molti suoi connazionali come un "traditore". Egli infatti riuscì a salvarsi durante la guerra e a riparare presso la corte romana dove poté dedicarsi alla scrittura delle sue opere, sponsorizzate proprio dagli imperatori Flavii che così lasciarono ai posteri l'imperitura memoria delle loro gesta durante la sottomissione dei Giudei. Al lettore che voglia approfondire l'ambiguo comportamento di Giuseppe Flavio non resta che andarsi a leggere di persona le opere citate. In esse troverà un personaggio scaltro nel dissimulare le proprie azioni fino al raggiungimento di fini sempre chiari fin dall'inizio: salvaguardare la propria persona e il benessere acquisito. Il suo comportamento non deve essere stato tra i più limpidi visto che finì coll’attirarsi l'invidia e le maligne attenzioni di molti capi tanto di Galilea che di Gerusalemme.

Giovanni infatti, che operava dalla sua Giscala, organizzò delle spedizioni più o meno segrete a Gerusalemme per convincere i capi a destituire Giuseppe. E in questo lo zelota trovava sempre sostegno tra altri condottieri del circondario. Giuseppe però sembra essere riuscito sempre ad accattivarsi il favore della popolazione. Egli era l'alter ego di Giovanni in Galilea e questo ci dovrebbe far riflettere su una figura da noi già incontrata: la 'bestia che viene dalla terra'.


[1] Cfr. Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1989, 2.20.4(568).

[2] Cfr. Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1989, 2.20.4(568).

[3] Cfr. Giuseppe Flavio, Autobiografia, Milano, R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.A., 2002, 76.422-423.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Religioni
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