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Le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli
di Mac - Dèi Ricchi
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Gli anni oscuri di Giuseppe Flavio
La rassegna dei passi in cui compare Barnaba negli scritti neotestamentari ci riassume il seguente andamento della sua opera:
Avendo noi identificato in Barnaba il nostro Giuseppe Flavio, dovremo a questo punto stimare quanto è probabile che quello che ci raccontano gli Atti possa essere associato alla vita dello storico giudeo. Lo faremmo facilmente se egli ci avesse raccontato da sé cosa gli accadde dopo la disfatta giudea del 70 fino alla morte, avvenuta probabilmente agli inizi del II secolo, però Giuseppe non ci ha lasciato che poche parole che riguardano la sua attività di scrittore e gli elogi che sembra ne siano derivati. [1] Ma noi potremmo credere che tutta l'attività da lui svolta in quasi 40 anni si fosse ridotta a quella di semplice scrittore e difensore della propria verità?
Egli si era ripromesso di scrivere qualcosa degli anni successivi alla guerra:
A Dio piacendo, in futuro scriverò un racconto scorrevole della guerra e degli ultimi eventi della nostra storia fino ad oggi, che appartiene all'anno tredicesimo [93-94 d.C.] del regno di Cesare Domiziano e all'anno cinquantesimosesto della mia vita. [2]
Oltre a questo, Flavio Giuseppe avrebbe voluto scrivere una specie di "commentario sulla Bibbia ebraica":
E' ancora mia intenzione comporre un'opera in quattro libri sulle opinioni che, a mio vedere, noi Giudei abbiamo su Dio e sulla Sua essenza, ed anche a proposito delle leggi, cioè perché esse ci permettono certe cose e ce ne vietano altre. [3]
(intrigante il fatto che i libri di quest'opera dovevano essere 4, lo stesso numero dei Vangeli!)
Cosa potremmo sapere di Giuseppe se entrassimo in possesso di queste opere?
Giova ora riflettere che dopo la guerra Giuseppe si dedicò per certo a scrivere i libri a noi noti: "Guerra giudaica" fu pubblicata a Roma nel 75-79, [4] "Antichità Giudaiche" nel 93-94 assieme ad "Autobiografia" che circolò come opera a parte, e per ultima "Contro Apione" nel 100-105 [5] (ma forse già nel 95 [6]). E' sostenibile che in tanti anni Giuseppe abbia "solamente" prodotto i libri che ora possiamo leggere, trastullandosi tra gli agi della corte imperiale romana? Noi lo riteniamo poco probabile: Giuseppe stesso ci ha avvertito infatti che aveva ancora proprietà in Giudea (cfr. CRISTIANESIMO - Giuseppe Flavio, sacerdote e condottiero traditore degli Ebrei ) e che era stato utilizzato come interprete durante l'assedio di Gerusalemme. [7] Non è improbabile quindi che la sua opera di persuasione sia stata utilizzata a favore di Roma contro i Giudei e che la stessa gli abbia conferito la fama di traditore, che si era già guadagnato durante la guerra. Non è quindi per niente inverosimile che sia stato proprio Giuseppe Flavio a iniziare l'opera di "evangelizzazione" culminata nella predicazione di Paolo. Secondo noi egli svolse esattamente la missione di cui ci raccontano gli Atti, ben prima che nelle sua azione fosse supportato e poi soppiantato da Paolo stesso.
Ma cosa avrebbe mai predicato Giuseppe e perché poi ruppe con Paolo?
[1] Cfr. Giuseppe Flavio, In difesa degli Ebrei (Contro Apione), Venezia, Marsilio Editori, 1993, 1:9.47-1:10.56.
[2] Cfr. Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, Torino, Unione-Tipografico-Editrice, 2000, 20:12.1(267).
[3] Cfr. Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, Torino, Unione-Tipografico-Editrice, 2000, 20:12.1(268).
[4] Cfr. Giuseppe Flavio, Autobiografia, Milano, R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.A., 2002, pag. 59.
[5] Cfr. Giuseppe Flavio, Autobiografia, Milano, R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.A., 2002, pag. 60.
[6] Cfr. Giuseppe Flavio, In difesa degli Ebrei (Contro Apione), Venezia, Marsilio Editori, 1993, nota 1 a pag. 245.
[7] Cfr. Giuseppe Flavio, In difesa degli Ebrei (Contro Apione), Venezia, Marsilio Editori, 1993, 1:9.49.
ultima modifica 23/12/04 © 2001 Mac - www.deiricchi.it
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