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Le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli

di Mac - Dèi Ricchi

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Una scarna biografia

Paolo è tenuto in grande considerazione dai teologi cattolici. Eppure, come si vedrà, è forse l'unico tra gli autori epistolari del Nuovo Testamento di cui non si abbia altra notizia all'infuori dei testi cristiani. Un personaggio così famoso, così prezioso agli occhi dei Romani che lo difendevano addirittura dai linciaggi dei suoi concittadini (At 21:39) come avrebbe potuto sfuggire agli storici dell'epoca, primo fra tutti Flavio Giuseppe? Cosa nasconde la sua vicenda perché noi siamo costretti ad occuparci di tutte le sue Lettere senza poter essere confortati all'infuori degli scritti cristiani dell'attendibilità di quanto ci dicono? Gli storici hanno sempre cercato prove che quanto ci viene tramandato giunga attraverso fonti differenti e indipendenti. Per Paolo (ma anche per certe altre persone citate nel Nuovo Testamento) questo non è avvenuto. Così, almeno per ora, dobbiamo accontentarci di quello che troviamo negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere per capire chi egli fosse.

Le notizie che riporteremo in seguito sono ricavabili da questi testi, anche se noi le sintetizziamo grazie alla bibliografia, in particolare [Commentario] 46.

Egli si firmava Paolo nelle Lettere, ma negli Atti fino alla conversione (At 13:9) viene chiamato Saulo, forma greca del più noto ebraico Saul. La cronologia della sua vita si desume confrontando gli scritti cristiani con i testi storici. Sembra quindi che sia nato prima del 10 d.C. nella città di Tarso. Era cittadino romano fin dalla nascita, condizione che lui utilizza sempre per difendersi quando viene attaccato dai Giudei:

Atti 16:37 Ma Paolo disse alle guardie: «Ci hanno percosso in pubblico e senza processo, sebbene siamo cittadini romani e ci hanno gettati in prigione; e ora ci fanno uscire di nascosto? No davvero! Vengano di persona a condurci fuori!».

Atti 22:25 Ma quando l'ebbero legato con le cinghie, Paolo disse al centurione che gli stava accanto: «Potete voi flagellare un cittadino romano, non ancora giudicato?».

Sappiamo che nelle sue Lettere si professa anche israelita:

Romani 11:1 Io domando dunque: Dio avrebbe forse ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino.

Filippesi 3:5 circonciso l'ottavo giorno, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge;

non quindi propriamente giudeo, anche se per la sua causa è pronto a dire:

1Corinzi 9:20 mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei […]

Vi è da aggiungere anche questa notizia:

Gerolamo riferisce la voce secondo cui la famiglia di Paolo era oriunda di Gischala nella Giudea. [1]


[1] Cfr AA.VV., Grande Commentario Biblico, Brescia, Editrice Queriniana, 1973, 46:13.


ultima modifica 07/08/04 © 2001 Mac - www.deiricchi.it

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Religioni
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