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Le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli

di Mac - Dèi Ricchi

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La biografia paolina nella lettera ai Galati

Paolo è abbastanza preciso quando parla dei suoi primi anni di predicazione. Lo fa nella Lettera ai Galati descrivendo sommariamente la seguente cronologia dei fatti:

- All'inizio egli era un fiero persecutore della "Chiesa di Dio" (Gal 1:13)

- Poi si sente chiamato da "colui che mi scelse fin dal seno di mia madre" ad annunziare "il suo Figlio ai pagani, senza consultare nessun uomo" (Gal 1:15-16)

- Non va quindi a Gerusalemme dagli apostoli ma ripara in Arabia e poi ritorna a Damasco (Gal 1:17). Dove sia stato e cosa abbia fatto in Arabia non è dato sapere

- Dopo 3 anni si reca a Gerusalemme da Cefa, vi rimane per 15 giorni e "degli apostoli" non vede nessun altro, "se non Giacomo, il fratello del Signore". Da questa espressione si desume chiaramente che Giacomo, fratello di Gesù, è uno degli apostoli. Inoltre Paolo asserisce di essere sconosciuto alle Chiese della Giudea

- Dopo 14 anni risale a Gerusalemme "in seguito di una rivelazione"; espone il suo Vangelo "alle persone più ragguardevoli" e dice di ottenere da Giacomo, Cefa e Giovanni il lasciapassare per andare a predicare dai pagani mentre loro si occupavano dei circoncisi. Questo evento viene ricordato dalla Chiesa come il Concilio di Gerusalemme

- Successivamente incontra Cefa e alcuni che venivano "da parte di Giacomo" ad Antiochia e si oppone ad una loro presunta ipocrisia in merito alla liceità di prendere cibi con i pagani.

Questo racconto di Paolo va confrontato con gli altri a disposizione, in particolare con l'evento della sua conversione e la morte di Giacomo riportati negli Atti. Se infatti il primo si fa risalire al 36 d.C., tenendo conto che dopo 14 anni (o anche 3 + 14 anni) Giacomo era ancora vivo, allora il concilio avrebbe dovuto tenersi dopo il 50 d.C.. Ma Giacomo era stato ucciso nel 44 d.C.. I commentatori cristiani sembrano comunque tranquilli di fronte a questa incongruenza, che cioè Giacomo è stato ucciso prima del concilio di Gerusalemme in cui sembra presente, in quanto per loro il nome è utilizzato per due persone diverse: l'apostolo e il fratello di Gesù. Ma questa dicotomia è assolutamente assente negli scritti di Paolo. Non è che si risolva granché ritoccando in diminuzione la data della conversione:

La data della conversione di Paolo non è certa, ma è collegata con il martirio di Stefano […]. Tale martirio e la successiva persecuzione della Chiesa trovano un contesto plausibile nel cambiamento dei prefetti nel 36 d.C. Questa data si armonizza bene con i 14 anni che trascorsero dalla conversione di Paolo alla visita per il "Concilio" a Gerusalemme (Gal 2,1; 49 d.C.). Alcuni commentatori tuttavia daterebbero la conversione nel 33 d.C. addizionando assieme i 3 anni di Gal. 1,18 e i 14 di Gal 2.1 […]. [1]

Ma anche relativamente ai 14 anni gli studiosi devono ammettere che vi sono dei problemi filologici non da poco:

La consueta traduzione, "14 anni dopo" è stata messa in dubbio da S. Giet […] in base al fatto che altrove negli scritti di Paolo dia con il genitivo significa "durante (il corso di)". [2]

Questa errata traduzione ci deriva dalla Vulgata, la versione del Nuovo Testamento di S. Girolamo:

Galati 2:1 deinde post annos quattuordecim iterum ascendi Hierosolyma cum Barnaba adsumpto et Tito

Mentre il greco (traslitterato) dava originariamente:

Galati 2:1 Epeita dia dekatessarôn etôn palin anebên eis Hierosoluma meta Barnaba, sumparalabôn kai Titon

Perché, nonostante le versioni moderne correggano diversi errori della Vulgata, l'errore in questo verso continua a permanere?

Abbiamo già detto che, purtroppo, diversamente dai Vangeli che si riferiscono pressappoco agli stessi avvenimenti, dopo i loro racconti non abbiamo più fonti che ci narrano le stesse vicende. Quando però, come nel caso in esame, ci troviamo di fronte ad almeno due riscontri, non possiamo non palesare le discordanze e, leggendo i commenti più specialistici, è chiaro che anche gli studiosi cattolici trovano delle difficoltà a comparare le affermazioni di Paolo e il racconto degli Atti:

La correlazione di questa visita a Gerusalemme con i dati riportati in At costituisce uno dei problemi esegetici più difficili del NT. Non ci si può comunque sottrarre all'impressione che Gal 2 si riferisca ad At 15 (perlomeno ai vv. 1-12); ma anche con questa identificazione, numerosi problemi rimangono irrisoluti. [3]

Riportiamo per completezza le problematiche che la comparazione solleva:

Il cap. 15 di At è assai problematico. Con ogni probabilità Luca ha fuso assieme due episodi che nella realtà sono distinti sua per il contenuto che per il tempo in cui ebbero luogo. Tale giudizio si basa sui seguenti dettagli: Primo, il cap. è di natura composita […] Secondo, chi è Simone (At 15,14)? Egli viene di solito identificato con Simon Pietro, il quale nel resto di At è chiamo o Petros (15,17) o Simon Petros (10,5.18.32), e mai Simeon. Questo nome è assegnato a Pietro soltanto in 2 Pt 1,1; ma anche qui la tradizione manoscritta non è costante […]. Terzo, la non concordanza tra il discorso di Pietro (At 15,7-11), che tratta della circoncisione e della legge mosaica, e la sintesi di esso presentataci da Giacomo (At 15,13-21) in cui l'argomento è essenzialmente ridotto al problema disciplinare dell'astensione da determinati cibi e da unioni sessuali illecite. [4]

Il campanello d'allarme che sentiamo notando tutte le incongruenze, in particolare quella sul nome di Simone, ci induce a ritornare sui nostri passi e a supporre che la cosiddetta "fusione" di due episodi distinti in effetti non sia altro che una manomissione come tante altre che abbiamo incontrato nello studio dei Vangeli. Per farlo dobbiamo però farci aiutare da un altro testo utilizzato anche dagli studiosi cattolici per stabilire la data della morte di Giacomo.


[1] Cfr. AA.VV. 'Grande Commentario Biblico', Brescia, Editrice Queriniana, 1973, 46:16.

[2] Cfr. AA.VV. 'Grande Commentario Biblico', Brescia, Editrice Queriniana, 1973, 49:16.

[3] Cfr. AA.VV. 'Grande Commentario Biblico', Brescia, Editrice Queriniana, 1973, 49:16.

[4] Cfr. AA.VV. 'Grande Commentario Biblico', Brescia, Editrice Queriniana, 1973, 46:33.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Religioni
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