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Le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli

di Mac - Dèi Ricchi

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L'uccisione di Giacomo

Negli Atti vi è un testo chiave per rispondere alle tante domande finora poste e vogliamo riportarlo di seguito per facilità di lettura:

In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che questo era gradito ai Giudei, decise di arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Azzimi. Fattolo catturare, lo gettò in prigione, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Pietro dunque era tenuto in prigione, mentre una preghiera saliva incessantemente a Dio dalla Chiesa per lui. E in quella notte, quando poi Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro piantonato da due soldati e legato con due catene stava dormendo, mentre davanti alla porta le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Alzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. E l'angelo a lui: «Mettiti la cintura e legati i sandali». E così fece. L'angelo disse: «Avvolgiti il mantello, e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si era ancora accorto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell'angelo: credeva infatti di avere una visione. Essi oltrepassarono la prima guardia e la seconda e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città: la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l'angelo si dileguò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora sono veramente certo che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che si attendeva il popolo dei Giudei». Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni detto anche Marco, dove si trovava un buon numero di persone raccolte in preghiera. Appena ebbe bussato alla porta esterna, una fanciulla di nome Rode si avvicinò per sentire chi era. Riconosciuta la voce di Pietro, per la gioia non aprì la porta, ma corse ad annunziare che fuori c'era Pietro. «Tu vaneggi!» le dissero. Ma essa insisteva che la cosa stava così. E quelli dicevano: «È l'angelo di Pietro». Questi intanto continuava a bussare e quando aprirono la porta e lo videro, rimasero stupefatti. Egli allora, fatto segno con la mano di tacere, narrò come il Signore lo aveva tratto fuori del carcere, e aggiunse: «Riferite questo a Giacomo e ai fratelli». Poi uscì e s'incamminò verso un altro luogo. Fattosi giorno, c'era non poco scompiglio tra i soldati: che cosa mai era accaduto di Pietro? Erode lo fece cercare accuratamente, ma non essendo riuscito a trovarlo, fece processare i soldati e ordinò che fossero messi a morte; poi scese dalla Giudea e soggiornò a Cesarèa. (At 12:1-19)

Gli studiosi cattolici non hanno difficoltà a riconoscere valore di storicità ai fatti narrati:

La persecuzione scatenata dal re erode, precisamente Giulio Agrippa I, nipote di Erode Antipa e discendente di Erode il Grande, non fu generale, ed aveva per fine quello di ingraziarsi i giudei e farsi accettare come re, poiché egli non era di origine ebraica ma idumea, ed aveva avuto il titolo di re dall'imperatore romano Caligola . Regnò dal 41 al 44. [1]

Vediamo infatti come li commentano.

I commentatori di una versione divulgativa della Bibbia si limitano ad annotare che:

Giacomo è quello detto il Maggiore, diverso dal Minore e anche da Giacomo, fratello del Signore […] [2]

Uno studio più approfondito aggiunge invece queste analisi a tutto l'episodio, che ci permettiamo di riassumere: [3]

- "Le azioni di Erode […] servono da sfondo per la narrazione del modo miracoloso in cui fu preservata la comunità primitiva e specialmente la vita di un altro dei Dodici (Pietro). Non si avverte alcuna necessità di rimpiazzare Giacomo, uno dei Dodici, come avvenne per Giuda."

- La visione di Pietro è interpretata come "un sogno notturno".

- Il fatto che le sentinelle non si accorgano viene spiegato in questo modo: "Probabilmente si deve pensare che le guardie fossero addormentate"

- Relativamente all'angelo il commentatore nota che nel verso 17 "Pietro ascrive la sua liberazione al 'Signore'", una evidente incongruenza. E lo studioso continua dicendo che l'espressione 'il suo angelo' del verso At 12.15 "ci tramanda una credenza popolare negli angeli custodi considerati duplicati delle persone affidate alla loro custodia."

- Il Giacomo del verso 17 è "il 'fratello del Signore' (Gal 1,19), che è descritto in At come una specie di vescovo residenziale di Gerusalemme […], benché egli non fosse uno dei Dodici e non avesse mai ricevuto il titolo di episkopos. Pietro riconosce la sua preminenza."

- Sembra quindi che "Pietro lasciò Gerusalemme per motivi di sicurezza; non si può però addurre alcuna prova che egli si fosse recato a Roma."

Gli esegeti sembrano, pur tra tante supposizioni e credenze, riuscire nel loro intento principe: spiegare come solo Giacomo sia stato ucciso mentre Simon Pietro possa essere riuscito a scappare per diventare un "apostolo peregrinante" fino a raggiungere più tardi Roma. La fuga di Pietro e la chiamata in campo di un Giacomo "il fratello del Signore" sono due eventi quanto mai provvidenziali per l'economia del racconto. Diversamente infatti non si spiegherebbe come questi due nomi ricompaiano nel 15° capitolo degli Atti, quando Paolo arriva a Gerusalemme per concordare le linee guida della sua predicazione e trova ancora Pietro assieme a questo nuovo Giacomo a fornirgliele.


[1] Cfr. AA.VV. 'La Bibbia', Roma, Pia Società San Paolo, 1983, pag. 1691.

[2] Cfr. AA.VV. 'La Bibbia', Roma, Pia Società San Paolo, 1983, pag. 1691.

[3] Cfr. AA.VV. 'Grande Commentario Biblico', Brescia, Editrice Queriniana, 1973, 45:61.


ultima modifica 07/08/04 © 2001 Mac - www.deiricchi.it

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Religioni
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