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Le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli

di Mac - Dèi Ricchi

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Berenice 'la meretrice'

Nel precedente capitolo abbiamo accennato ai particolari 'costumi' di Berenice che Giuseppe sintetizzava nei termini di "sfrenata licenziosità". [1] Di lei possiamo riassumere che: [2]

A riguardo di quest'ultimo personaggio Svetonio afferma che:

Oltre alla crudeltà, era sospetta la sua dissolutezza, poiché assieme agli amici più prodighi si dedicava a orge che duravano fino a notte fonda e non era meno sospetta la lussuria, sia per la sua abitudine di circondarsi di un branco di pederasti e di eunuchi, sia per la sua ben nota passione verso la regina Berenice, che si diceva avesse persino promesso di sposare; [3]

La 'licenziosità' di Berenice, associata al fatto che discendeva dalla famiglia del 'dragone' Erode ed ebbe modo di 'unirsi' a diversi re del tempo, non può che ricordarci le parole di Giovanni:

Allora uno dei sette angeli che hanno le sette coppe mi si avvicinò e parlò con me: «Vieni, ti farò vedere la condanna della grande prostituta che siede presso le grandi acque. Con lei si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione». (Apocalisse 17:1-2)

Più avanti Giovanni dipinge così questa meretrice:

L'angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna. La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa d'oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. (Apocalisse 17:3-4)

L'associazione di questa donna lussuriosa ammantata di scarlatto, guarda caso lo stesso colore del dragone erodiano (cfr. CRISTIANESIMO - La donna e il dragone), ci spinge fatalmente alle caratteristiche di Berenice, che nel suo peregrinare finì proprio alla corte degli imperatori romani, la bestia dalle dieci corna di apocalittica memoria. Così Giovanni lega la donna alla grande città Babilonia - Roma, e le fornicazioni della prima con i re del mondo diventano immagine dei pericolosi legami politici dell'impero con i suoi sudditi.


[1] Cfr. Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, Torino, Unione-Tipografico-Editrice, 2000, 20:7.3(146).

[2] Cfr. Emil Schürer, Storia del popolo giudaico al tempo di Gesù cristo (175 a.C. - 135 d.C.) - Volume I, Brescia, Paideia Editrice, 1985, 576-580.

[3] Cfr. Svetonio, Vite dei Cesari - Volume II, Milano, RCS Rizzoli Libri Spa, 1989, 8:7.


ultima modifica 18/09/04 © 2001 Mac - www.deiricchi.it

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Religioni
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