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Le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli
di Mac - Dèi Ricchi
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Giovanni secondo Giuseppe Flavio
Inutile ricordare che Giuseppe scende in numerosi particolari riguardo a Giovanni di Giscala, che così apostrofa:
Giovanni, figlio di Levi, il più farabutto e il più astuto fra tutti quelli famosi per simili pessime qualità. […] egli considerava l'inganno una virtù e se ne serviva anche contro le persone più care, e mentre fingeva mitezza era prontissimo a uccidere anche solo per la speranza di un guadagno. [1]
Dal canto suo Giovanni ricambiava nei confronti di Giuseppe altrettanto rancore:
Inoltre [Giovanni] da gran tempo andava dicendo che Giuseppe avrebbe tradito consegnando la regione ai romani, e architettava molti altri piani analoghi per rovinarlo. [2]
Tanto in "Guerra giudaica" che in "Autobiografia" Giuseppe ricorre più volte alle descrizioni delle macchinazioni che Giovanni orchestrava contro di lui, in questo supportato da alcuni altri rivoluzionari tra i quali Giusto di Tiberiade. Fu proprio contro quest'ultimo che Giuseppe si scagliò per stigmatizzare un suo scritto che il nostro storico considerava non veritiero:
Per quanto riguarda Giusto, che si è accinto a narrare le vicende di questa guerra, non solo mi ha calunniato, per acquistarsi la reputazione di storico coscienzioso, ma ha mentito perfino su quanto avvenuto nella sua città natale. [3]
Ma Giuseppe sembra rivolgersi in questa sua invettiva anche ad altre persone, che però non cita esplicitamente:
[…] è mio desiderio rivolgermi brevemente a Giusto, che ha scritto anch'egli un resoconto di queste vicende, e agli altri che, pur dichiarando di scrivere di storia, si curano ben poco della verità e, parziali in un senso o nell'altro, non si fanno scrupolo di mentire. [4]
In un altro passo delle sue opere Giuseppe esordisce così contro altri "storici" che si occupano dei fatti accaduti in Giudea:
[…] ne danno una narrazione falsata o per compiacere ai romani o in odio ai giudei, sì che nelle loro opere ricorre sempre ora un giudizio di condanna, ora di esaltazione, ma non c'è mai posto per la verità storica. [5]
Siamo dunque di fronte non solo a scrittori di parte giudea, ma anche romana. Un chiaro riferimento a quelli come Paolo che facevano gli interessi dei Romani e tanto odiavano i Giudei?
Ciò di cui possiamo essere certi è che Giusto fu l’autore di un resoconto della Guerra giudaica ben diverso da quello di Giuseppe che metteva anzi in cattiva luce. Il risultato fu che una simile storia non ci è giunta, a dimostrazione ancora una volta di quanto parziali siano le trasmissioni di notizie e come inesorabilmente vengano ‘censurate’ quelle sfavorevoli ai vincitori, tra i quali si trovava anche Giuseppe. Ma di cosa potevano accusarlo i suoi compatrioti?
[1] Cfr. Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1989, 2:21.1(585-587).
[2] Cfr. Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1989, 2:21.2(594).
[3] Cfr. Giuseppe Flavio, Autobiografia, Milano, R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.A., 2002, 65.338.
[4] Cfr. Giuseppe Flavio, Autobiografia, Milano, R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.A., 2002, 65.336.
[5] Cfr. Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1989, 1:1.1(2).
ultima modifica 23/12/04 © 2001 Mac - www.deiricchi.it
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