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Le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli

di Mac - Dèi Ricchi

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Una riunione 'presidenziale'

Vi è un passo degli Atti in cui Paolo espone tutto il suo vangelo proprio davanti a persone estremamente importanti. Per chiarire l'importanza di questo brano riportiamo il commento degli studiosi:

Nella narrazione di Luca questo […] è il punto culminante della sua carriera. […] Il discorso inizia come un'apologia ma termina come una predicazione missionaria. Si impone per l'eccellenza della costruzione e dello stile letterario. […] L'intero discorso è ancora una volta dominato dalla preoccupazione di presentare la dottrina e il ministero di Paolo come la logica conseguenza del fariseismo e come il compimento delle Scritture. [1]

Siamo di fronte quindi ad un progetto 'missionario' ed è quello che stiamo cercando. Andiamo allora a leggere quanto Paolo espose davanti alle "persone più ragguardevoli", frammezzandolo a notizie biografiche che ora sappiamo leggere in maniera storica (soprattutto il riferimento alle torture e alle bestemmie cui sottoponeva gli Ebrei):

La mia vita fin dalla mia giovinezza, vissuta tra il mio popolo e a Gerusalemme, la conoscono tutti i Giudei; essi sanno pure da tempo, se vogliono renderne testimonianza, che, come fariseo, sono vissuto nella setta più rigida della nostra religione. Ed ora mi trovo sotto processo a causa della speranza nella promessa fatta da Dio ai nostri padri, e che le nostre dodici tribù sperano di vedere compiuta, servendo Dio notte e giorno con perseveranza. Di questa speranza, o re, sono ora incolpato dai Giudei! Perché è considerato inconcepibile fra di voi che Dio risusciti i morti? Anch'io credevo un tempo mio dovere di lavorare attivamente contro il nome di Gesù il Nazareno, come in realtà feci a Gerusalemme; molti dei fedeli li rinchiusi in prigione con l'autorizzazione avuta dai sommi sacerdoti e, quando venivano condannati a morte, anch'io ho votato contro di loro. In tutte le sinagoghe cercavo di costringerli con le torture a bestemmiare e, infuriando all'eccesso contro di loro, davo loro la caccia fin nelle città straniere. In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti, verso mezzogiorno vidi sulla strada, […], una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio. Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi diceva in ebraico: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te ricalcitrare contro il pungolo. E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: Io sono Gesù, che tu perseguiti. Su, alzati e rimettiti in piedi; ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora. Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l'eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me. […] ma prima a quelli di Damasco, poi a quelli di Gerusalemme e in tutta la regione della Giudea e infine ai pagani, predicavo di convertirsi e di rivolgersi a Dio, comportandosi in maniera degna della conversione. Per queste cose i Giudei mi assalirono nel tempio e tentarono di uccidermi. Ma l'aiuto di Dio mi ha assistito fino a questo giorno, e posso ancora rendere testimonianza agli umili e ai grandi. Null'altro io affermo se non quello che i profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere, che cioè il Cristo sarebbe morto, e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai pagani». (At 26:3-23)

Tra parentesi abbiamo omesso i riferimenti alle "persone più ragguardevoli" che ora possiamo esplicitare:

Mentr'egli parlava così in sua difesa, Festo a gran voce disse: «Sei pazzo, Paolo; la troppa scienza ti ha dato al cervello!». E Paolo: «Non sono pazzo, disse, eccellentissimo Festo, ma sto dicendo parole vere e sagge. Il re è al corrente di queste cose e davanti a lui parlo con franchezza. Penso che niente di questo gli sia sconosciuto, poiché non sono fatti accaduti in segreto. Credi, o re Agrippa, nei profeti? So che ci credi». E Agrippa a Paolo: «Per poco non mi convinci a farmi cristiano!». (Atti 26:24-28)

Questi passi sembrerebbero indicarci quanto segue: Paolo era a contatto con il suo parente Agrippa II con il quale aveva concordato una nuova linea d'azione per contrastare la filosofia zelota. Questa missione andava sottoposta ad un'altra persona ragguardevole, che era il rappresentante del governo romano. Viene nominato anche Festo, procuratore che operò in Giudea tra il 60 e il 62 a.C. [2] e forse questa citazione si inserisce all'interno del processo avviato per retrodatare le operazioni di Paolo a prima della Guerra giudaica, anche se non si esclude che questo romano fosse in qualche modo in attività pure dopo.

L’importanza di questo incontro è che in esso compaiono non solo Paolo e Agrippa II ma anche un rappresentate della ‘bestia’ romana. Il fatto che sia stata questa riunione ‘presidenziale’ a dare il via alla nuova religione ‘cristiana’ si collega con quanto asserisce Giovanni nella sua Apocalisse:

Apocalisse 16:13 Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a rane:

Abbiamo già supposto più sopra (cfr. CRISTIANESIMO - L'ipotesi più sconvolgente ) che i “tre spiriti immondi” altro non fossero che i redattori dei Vangeli sinottici e che qui Giovanni lega esplicitamente al dragone, alla bestia e al falso profeta, quindi proprio ai partecipanti a quella riunione tramandataci dagli Atti. Consesso a cui il libro ci disse che partecipò anche Berenice "la prostituta" (cfr. CRISTIANESIMO - Berenice 'la meretrice' ). E se sono state davvero queste le “radici cristiane” della nostra società, dovremmo forse andarne fieri?


[1] Cfr. AA.VV., Grande Commentario Biblico, Brescia, Editrice Queriniana, 1973, 45:109.

[2] Cfr. AA.VV., Grande Commentario Biblico, Brescia, Editrice Queriniana, 1973, 75:142.


ultima modifica 18/09/04 © 2001 Mac - www.deiricchi.it

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Religioni
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